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Squadre della morte addestrate dagli USA in Iran?
Publie le mercoledì 21 luglio 2004 par Open-Publishingdi Reza Fiyouzat
Ora che l’ultima sede dell’autorità politica in Iraq, in una cerimonia opportunamente segreta, è stata ufficialmente trasferita dalla Zona Verde di Baghdad a dietro le quinte della Casa Bianca, gli intrallazzatori possono riprendere ad agire dietro le scene, cercando di esaudire i capricci dei pianificatori dell’impero americano.
La popolazione irachena, in generale, e la resistenza irachena, in particolare, senza alcun dubbio, continueranno a considerare la presenza nel loro paese di oltre 150.000 tra soldati stranieri e mercenari, che non prendono ordini dal popolo iracheno, come una forza di occupazione straniera.
Se la storia insegna, l’allargamento del conflitto è un’opzione possibile per un aggressore, dotato di superiorità militare e in bancarotta etica e morale. A questo punto, è possibile che si facciano maturare le condizioni per produrre pretesti necessari per invadere preventivamente un altro paese, dando battaglia ad un altro nuovo nemico.
Questo non avverrà in modo palese, almeno non inizialmente.
Entra in scena l’Ambasciatore Negroponte. Come spiegato da Ghali Hassan (CounterPunch, June 4, 2004), John Negroponte è l’uomo che forniva copertura finanziaria alle squadre della morte e ai loro protettori statali in Honduras, in qualità di ambasciatore di Reagan in quel paese dal 1981 al 1985. I contadini e i rivoluzionari del Nicaragua, El Salvador e Honduras hanno pagato un prezzo elevato con distruzione e perdita di arti, vite umane, coltivazioni, famiglie, villaggi, chiese, scuole e ospedali, a causa dell’efficienza di questo bestiale funzionario, organizzatore di torture e brutalità.
Come gli iraniani, alcuni di noi sono preoccupati di vederlo muovere dalla porta accanto. Ben più preoccupati siamo, naturalmente, per il popolo iracheno al pensiero che un manager delle squadre della morte sia diventato uno degli arbitri principali del potere reale in Iraq, un paese nel quale le squadre della morte stanno già agendo liberamente. Attualmente vengono chiamate "International Peace Keeping Forces" (forze internazionali della pace) o con altri termini ugualmente falsi. Ma Negroponte non è solo capace di addestrare e dirigere questi ingranaggi di morte, è anche esperto nel lavorare a livello regionale, oltre i confini. Ecco il motivo del crescente allarme fra gli iraniani.
Secondo documenti rilasciati dagli Archivi di Sicurezza Nazionale il 22 giugno 2004, vi erano piani predisposti dalla CIA, tra la fine del 1952 e l’inizio del 1953, per addestrare e armare un esercito di guerriglieri nel sud dell’Iran, in modo da avere un contingente di appoggio nel caso che l’operazione AJAX non avesse avuto successo.
L’operazione AJAX è stata quell’infamante colpo organizzato e portato a termine con successo dalla CIA e dall’intelligence britannico nell’agosto 1953; in tale operazione, venne rovesciato il Primo Ministro, Mohammad Mossadegh, democraticamente eletto, e sostituito con Mohammad Reza Pahlavi, in qualità di monarca assoluto, che tenne più che amichevoli relazioni con USA e Gran Bretagna con enormi vantaggi per queste due nazioni.
Al tempo del colpo di stato, gli organizzatori avevano disegnato e ridisegnato i loro schemi, a causa di un particolare problema che li rendeva ansiosi: in caso di fallimento, i comunisti (Partito Tudeh), utilizzando la loro popolarità fra le file del Fronte Nazionale (Partito di Mossadegh) avrebbero potuto avere il sopravvento e conquistare parte o tutto il potere in Iran. Per questo motivo, vi era la necessità di mettere in piedi un esercito di guerriglieri che doveva avere il solo scopo di colpire i comunisti. Sebbene questo Piano B fosse stato accantonato, a noi viene di considerarlo come un prototipo di quello più tardi usato dagli americani in Guatemala, nell’invasione della Baia dei Porci, con i Contras e altre squadre della morte, fondate, addestrate e sostenute in America Centrale negli anni 80.
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Se consideriamo che il governo americano è affrontato da una scarsa opposizione interna con contenuti per altro di debole significato, la possibilità che esso porti avanti la sua strategia è alta, dato che non vede sostanziali ostacoli all’allargamento del conflitto, per altro foriero di produrre alti profitti. Basti pensare ai risultati rastrellati da tre compagnie americane in Iraq: la Bechtel, il Carlyle Group, e, l’attuale benefattrice di Dick Cheney, l’Halliburton. E per il futuro, continueranno facilmente a espletare questa opera di furto. Il "passaggio" dell’autorità "irachena" all’amico della CIA, il primo ministro Allawi, ha comportato una serie di clausole, tra cui: l’immunità dalle leggi irachene per i soldati e i mercenari delle truppe di invasione, l’impossibilità per il governo iracheno di emendare la costituzione ad interim scritta dagli americani, tassazione al 15% dei profitti delle compagnie straniere che hanno la possibilità di rimpatriare, senza investire in loco, il 100% degli stessi profitti. (Ibrahim Warde, Le Monde Diplomatique, May 2004, English edition).
I politici americani sanno che una aperta invasione dell’Iran da parte di forze americane comporterebbe un pesante spargimento di sangue. Inoltre, per motivi di finanziamento e altro, la decisione deve essere approvata dal Congresso, il che significa un pubblico dibattito. Con una non proprio rosea copertura di questa guerra, è improbabile che l’amministrazione americana si getti in una nuova guerra prima delle prossime elezioni.
Ma il conflitto può essere diffuso oltre i confini iracheni senza che le forze americane lo facciano in prima persona.
Con l’ambasciatore John "Torture" Negroponte in carica, noi abbiamo all’opera un direttore generale delle operazioni. Grazie a Seymour Hersh, sappiamo inoltre che agenti governativi israeliani stanno scorrazzando liberamente nelle zone curde, in Iraq e in Iran.
Vi sono poi le notizie recentemente diffuse che riguardano i rapporti Iran-al Qaida. Secondo WorldNetDaily.com (June 26, 2004), "L’ex analista della CIA Douglas MacEachin, membro della Commissione 11/9, ha detto in una testimonianza che l’Iran e il suo gruppo alleato terrorista Hezbollah hanno avuto legami con al Qaeda". Ma ciò che appare più spaventoso è che "Altri funzionari dell’intelligence americana hanno affermato che l’Iran è legato agli attentati dell’11 settembre. Secondo i funzionari, due dei dirottatori, Nawaf al-Hazmi e Khalid al-Mihdhar, che erano a bordo dell’aereo che ha colpito il Pentagono, avevano soggiornato nella residenza dell’ambasciatore iraniano a Kuala Lumpur, Malesia, prima di entrare negli Stati Uniti nel gennaio 2001".
E, naturalmente, c’è anche l’altra "connessione". La connessione Halliburton. Come riportato in CounterPunch (Jason Leopold, October 28, 2003), questa compagnia sta già facendo qualche affare con l’industria petrolifera statale iraniana, in particolare nella costruzione di impianti di trivellazione nei campi petroliferi nel sud dell’Iran. E dove va l’Halliburton, quello che segue è il caos e la conseguente garanzia di contratti senza gare di appalto, di posizioni monopolistiche e di corruzione.
C’è un’altra connessione che potrà convenientemente essere sfruttata e riguarda le compagnie che insieme all’amministrazione americana stanno gestendo il caos e la guerra in Iraq. Il budget del Carlyle Group, ad esempio, è un segreto. Questo permette una grande flessibilità nello spostamento di fondi per differenti operazioni. Non dimentichiamo che circa 15 miliardi di dollari derivati dai contratti per la ricostruzione dell’Iraq non sono stati ancora messi in circolazione.
Così l’ovvia e terrificante verità è che i pianificatori dell’impero americano è probabile optino per indurre una situazione di "guerra civile" a bassa intensità, invece di organizzare e portare avanti un’invasione, molto costosa e complicata, con l’impiego delle loro forze armate. Possono ottenere i loro obiettivi con vari mezzi, con l’impiego di chiunque possa essere sfruttato all’occorrenza, senza porre riguardo alla nazionalità, alla razza e al sesso. Possono condurre una campagna terroristica come fecero in Nicaragua appoggiando incursioni di uomini armati. I Mojahedin Khalq iraniani sono semplicemente un’opzione degna di essere tenuta aperta, e questo è il motivo per cui le forze armate americane hanno segnato il 15 aprile 2003 un armistizio con questa organizzazione, che ha la sua sede nelle aree turche dell’Iraq settentrionale, permettendo loro di conservare tutta l’artiglieria e tutte le armi in possesso, "perché si possano difendere da attacchi sponsorizzati dall’Iran" (AP, April 30, 2003).
Non è una deduzione paranoica se ci chiediamo: Stanno gli Stati Uniti preparando una lunga campagna di terrore anche in Iran? Stanno per mandare "guerriglieri" in Iran per diffondere caos e instabilità, 50 anni dopo, al fine di distruggere anche la vita di un altro paese medio-orientale?
Questa volta non dobbiamo aspettare 50 anni per vedere declassificati i documenti delle loro azioni brutali. Questa volta dobbiamo essere in grado di predirre. Speriamo di sbagliarci, ma, invece che restare impregnati di un cieco ottimismo come quello che inebetiva il Dr. Pangloss di Voltaire, è meglio essere preparati a prevenire e ad affrontare il peggio.
Traduzione: comedonchisciotte.net
Reza Fiyouzat is an applied linguist and freelance writer living in Japan. Some of Fiyouzat’s writings have appeared on CounterPunch and (in English and Portuguese) on the Brazilian website Revista Espaco Academico. Fiyouzat can be reached at rfaze@gol.com.
Fonte:
http://www.pressaction.com/news/weblog/full_article/fiyouzat07012004/
http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=article&sid=1929