Home > Stop alle bombe, ritirate le truppe
di Fausto Bertinotti
La liberazione degli ostaggi e la salvezza della loro vita per noi restano impegni
fondamentali. Il gruppo della Sinistra unitaria europea sta lavorando anche nelle
istituzioni comunitarie perché questo risultato si produca nel più breve tempo
possibile, stiamo prendendo tutte le iniziative affinché Simona e Simona, Ra’ad
e Manhaz vengano tratti in salvo e possano continuare la loro missione di pace
al fianco del popolo iracheno, come hanno fatto fino al giorno del loro rapimento.
L’orrendo capitolo della guerra in Iraq, insieme alla questione altrettanto drammatica
degli ostaggi devono diventare problema europeo. Sarebbe auspicabile cioè che
tutta l’Ue si facesse carico di una posizione forte e condivisa, perché siamo
di fronte ad una terribile realtà che riguarda tutte e tutti, non soltanto francesi
e italiani.
Quanto sta accadendo però in questi giorni all’Europarlamento ci dice che ancora il cammino da fare è lungo e difficile, e se da una parte va rilevata la gran mole di lavoro che stanno sostenendo i rappresentanti del gruppo della Sinistra unitaria europea - di cui il Prc è parte - perché si arrivi alla liberazione degli ostaggi e al ritiro di tutte le truppe dei Paesi stranieri, dall’altra duole registrare che la risoluzione che il Parlamento europeo si appresta oggi a votare è del tutto inaccettabile. Non c’è in essa neanche una parola sulla guerra. Una scelta è quasi incredibile di fronte alla tragedia che si consuma ogni giorno in Iraq.
Abbiamo lavorato con il gruppo della Sinistra unitaria europea perché l’Europarlamento chieda a nome di tutti i popoli europei la liberazione degli ostaggi. Lo abbiamo fatto in coerenza con tutto ciò che abbiamo sostenuto dopo il rapimento di Simona e Simona e dei collaboratori di "Un ponte per Bagdad". Per questo voteremo con convinzione quella parte - e soltanto quella - della risoluzione del Parlamento europeo che invoca la liberazione immediata degli ostaggi. Per dar maggior forza a questo impegno, insieme ad altri importanti parlamentari dell’opposizione, abbiamo sottoscritto un appello per la sospensione di tutte le attività belliche in Iraq, come hanno chiesto le Organizzazioni non governative.
Ma la risoluzione complessiva che il Parlamento europeo si appresta a votare sull’Iraq e sul terrorismo è del tutto inaccettabile. Perciò il gruppo della Sinistra unitaria europea proporrà di modificarle radicalmente, introducendo la richiesta di ritiro di tutte le truppe dei paesi stranieri dall’Iraq e l’esplicitazione di una condanna della guerra. Se queste richieste di radicale mutamento della risoluzione non verranno accolte, il nostro gruppo voterà contro. Continueremo comunque nella società e nelle istituzioni le nostre lotte contro la guerra per il ritiro delle truppe, contro il terrorismo.
Il Partito della Sinistra europea che presiedo, ha assunto come primo impegno, nella sua riunione di domenica scorsa a Bruxelles, questa mobilitazione, anche in preparazione della manifestazione europea indetta dal movimento per il 17 ottobre a Londra.