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Sud America: Cile, nuove macabre rivelazioni sui ’desaparecidos’

Publie le domenica 18 luglio 2004 par Open-Publishing

SANTIAGO - Il governo cileno aprirà un’inchiesta ufficiale sull’origine dei
fondi depositati in conti intestati all’ex-dittatore Augusto Pinochet nella
Riggs Bank americana, ha annunciato oggi un comunicato.

A condurre le indagini sarà il Consiglio di difesa dello Stato (CDE), su
incarico del presidente Ricardo Lagos. Il generale della riserva Guillermo
Garin, portavoce e amico personale di Pinochet, ha sostenuto ieri che il
denaro, tra 4 e 8 milioni di dollari, sarebbe frutto di «donazioni» ottenute
per la difesa dell’ex-dittatore quando scontava la reclusione domicialiare a
Londra tra il 1998 e il 1999.

Intanto il maggior quotidiano cileno, ’La Nacion’, ha lanciato una nuova
denuncia contro l’ex-dittatore da parte di un ex-sottufficiale dei servizi
segreti non identificato, che avrebbe svelato al giudice cileno Juan Guzman
Tapia, incaricato di vari processi sui ’desaparecidos’, di aver ricevuto un
ordine diretto di Pinochet per dissotterrare corpi di vittime della
repressione politica e farli sparire bruciandoli. L’operazione, chiamata in
codice ’Ritiro dei televisori’, a quanto pare ebbe luogo nel 1979 nelle
località di Linares e Los Angeles, a 300 e 500 chilometri dalla capitale
cilena.

È la prima volta che emergono testimonianze di questo genere. Finora si
sapeva solo che molti erano stati buttati in mare, in fiumi, laghi o
vulcani. A Los Angeles, l’incenerimento di dodici cadaveri sarebbe stato
portato a termine da ufficiali dei servizi segreti cileni in un forno con
ciminiera, mentre a Linares i sei cadaveri sarebbero stati intrisi di
petrolio e bruciati in un bidone metallico.

Il ministro degli interni cileno, José Miguel Insulza, ha dichiarato che la
nuova accusa contro Pinochet non lo sorprende. «Verranno fuori ancora molte
cose su quello che si svolse in quegli anni», ha detto il ministro.