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Il premier della bugia Alle prossime elezioni europee ci sarà soprattutto lui, come un "Grande fratello" orwelliano
Il paese dei Balocchi nei manifesti di Silvio
E’ tornato! Il Pinocchio di Arcore è riapparso sui megamanifesti a grandezza "6x3" sulle strade e le piazze di tutt’Italia, propagandando le sue bugie sottoscritte nel "Contratto con gli italiani" al salotto "vespasiano" di Porta a porta.
"Grandi opere attivate per 93.mila miliardi di lire", "- 21% di incidenti stradali con la patente a punti", "Immigrati clandestini: - 40%": queste ed altre le panzane megagalattiche che giganteggiano sulle strade delle nostre città per ricordarci che alle prossime elezioni europee ci sarà anche lui, come un "Grande fratello" orwelliano, che ci segue con il suo sguardo beffardo durante tutto il giorno, come un ossessionante teoria di ritratti alla Stalin.
Ma non gli basta! E così il Cavalier Berlusca si inventa anche la "ricetta shock" per rivitalizzare l’economia. "Più giorni lavorativi per tutti", ha gioiosamente arringato ai commercianti riuniti a Cernobbio. Ennesimo trucco contabile, suggeritogli ( ma stavolta per fare una figuraccia!) dal solito Tremonti/Treconti. Un paio di giorni in più di lavoro aumentano di qualche decimale di punto il PIL, il prodotto interno lordo, che quest’anno è previsto ancora in recessione, come nel 2003.
Altro che "più posti di lavoro per tutti" o meglio " salari migliori per tutti". Non ci pensa nemmeno un po’ il nostro Pinocchio di Arcore a ridare ai dipendenti pubblici e privati il "fiscal drag" o a contrastare il caro-prezzi che divora gli stipendi e le pensioni.
Come una giovane matricola al primo anno di Economia tira fuori dal suo cilindro il "coniglio bianco" dell’abolizione di un paio di feste sacrosante ( tirandosi subito addosso le ire funeste della CEI, la conferenza episcopale italiana!), senza tener conto che invece il problema dell’economia italiana è la sovrapproduzione, la merce che resta nei magazzini, che non riesce ad essere esportata e che la gente non compra.
Chiudono alcune catene di supermercati, come la Standa che un tempo apparteneva al suo impero e che pochi anni fa ha rivenduto sotto costo ai cugini Foscale, e nessuno alza il velo sulle cause di quel disastro commerciale.
Aumentano ancora oltre il livello dell’inflazione le tariffe delle Assicurazioni (nonostante la patente a punti e la riduzione degli incidenti, che sempre lui il Pinocchio nazionale si affretta a farsene vanto), e corrono gli utili delle maggiori società bancarie e nessuno che indaghi sul suo conflitto di interessi macroscopico: è proprietario con l’amico Ennio Doris della Mediolanum, banca-assicurazione che fa parte anche del cosiddetto "patto di sindacato" che controlla Mediobanca, il "salotto buono" della finanzia italiana.
Di bugia in bugia, il nostro Berlusconi rischia di danneggiare il lifting appena fatto: gli si sta allungando sempre più il naso e le orecchie non sono da meno!
Di ricette shock ne ha davvero bisogno il nostro paese per ritirarsi su: la fine del governo aziendale di Sua Emittenza. Questa è l’unica ricetta che ci sentiamo di suggerire.
Da articolo21