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TRE ANNI DAL G8 DI GENOVA : Il vigile che ’’gioca’’ con le immagini degli scontri
Publie le giovedì 22 luglio 2004 par Open-PublishingIl vigile che ’’gioca’’ con le immagini degli scontri
di Silvia D’Amico
Il G8 di Genova è stato l’evento politico e mediatico più fotografato,
filmato e raccontato degli ultimi anni. Ma quanto sono veritiere le
immagini viste in TV? Quanto alto è il grado di possibilità che anche le
immagini dei TG, di cui tutti si fidano ciecamente (sbagliando), possono
essere manipolate dal montaggio? Non potrebbe essere come accade con i
reportage degli inviati a "New York" che spesso si trovano invece nello
studio accanto con alle spalle lo scenario della metropoli in modo da
aggiungergli un pizzico di realismo?
I fatti del luglio 2001 sono ancora sotto processo. Dopo il rinvio a
giudizio dei poliziotti che hanno fatto irruzione alla Diaz e che si
sono resi responsabili dei noti depistaggi (le molotov magiche e la
finta coltellata), dopo che sono stati prosciolti i 93 attivisti
arrestati nel bliz "per non avere compiuto il fatto", scagionati perciò
dalle accuse di resistenza, aggressione, porto d’armi, ieri si è tenuta
la XVI udienza del processo per devastazione e saccheggio contro 26
persone che erano andate a manifestare contro il G8.
Si è concluso il controesame del teste Corda, un vigile urbano
responsabile della catalogazione di tutti i reperti video e fotografici
della procura.
La prova dell’accusa è appunto il video di tre ore montato dal vigile
urbano, per dimostrare che l’anti-G8 fu un progetto eversivo e
concordato. Coloro che hanno visionato la prova sostengono che è un
montaggio capace di stravolgere la realtà dei fatti, omette scene
raccapriccianti di cui non tutti gli italiani sono al corrente. Mancano
proprio quelle scene viste e riviste nella enorme produzione di video
amatoriali e reportage professionali dove manifestanti inermi venivano
brutalizzati da gruppi di agenti senza più controllo.
Coloro che erano presenti il giorno dei massacri possono testimoniarlo,
chi è stato a Bolzaneto può dire a gran voce quanto le forze dell’ordine
hanno abusato della loro divisa, possono riferire ai connazionali che
anche da noi ci sono scandali come quelli di Abu Grahib.
La scorsa udienza si era concentrata sul materiale documentale video e
foto, con la produzione di una memoria sulla difesa che ne rilevava
notevoli anomalie chiedendone la non acquisizione da parte del tribunale.
L’avvocato Dario Rossi evidenzia come in svariati episodi Corda abbia
scelto di non montare immagini che mostravano pestaggi di manifestanti a
conclusione di una carica e di aver dato sfogo, invece, alla sua vena
artistica, accompagnando le immagini con musiche scelte appositamente
per l’occasione.
Il presidente ha dato tempo alla procura di rispondere per iscritto
entro il 31 agosto e alla difesa di una contro-risposta entro il 13
settembre, rimandando per il dibattimento sull’acquisibilità dei reperti
alla prossima udienza del 17 settembre.
La notte del 21 luglio 2001, durante l’assalto alla Diaz (in cui i
poliziotti picchiarono a sangue i 93), furono distrutti i computer del
Media center e dei legali, fu sottratto materiale importante senza alcun
mandato. Non basta sapere questo per condannarli?
E ancora. Si è scoperto che Carlo Giuliani, il ragazzo ucciso durante la
manifestazione, dopo aver ricevuto il colpo di pistola sarebbe stato
colpito in fronte, in maniera violenta, da una pietra. L’oggetto in
questione scagliato sulla fronte avrebbe dovuto lacerare il
passamontagna indossato dal ragazzo, ma misteriosamente l’indumento
risulta intatto. Allora chi è stato a ferire Carlo invece di aiutarlo?
Forse c’entrano l’ingenuità o la "furbizia" di qualcuno il quale pensava
che così facendo sarebbe uscito pulito dalla situazione?
Forse è arrivato il momento di selezionare meglio quei ragazzi che
scelgono la divisa come mestiere solo per evitare di finire disoccupati,
e di allontanre quelli ai quali basta una divisa e un’arma da fuoco per
sentirsi potenti.