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Approvato alla Camera un emendamento del Carroccio
che la definisce tale solo minacce e violenze sono reiterate
Tortura, passa modifica leghista
Legge stravolta, bagarre in aula
Il testo ritorna al comitato dei 9. Appassionato intervento
della diessina Finocchiaro. La condanna di Amnesty
ROMA - Con una mano vuole allargare le maglie della legittima difesa. Con
l’altra, restringe - e di molto - la nozione di tortura. In queste
settimane di campagna elettorale la Lega è sempre più attiva su fronte
della giustizia. Ma l’emendamento presentato oggi dal Carroccio e poi
approvato dalla Cdl nell’aula di Montecitorio alla legge che istituisce il
"delitto di tortura" sta scatenando una rovente polemica. Con
l’opposizione, ma anche con associazioni internazionali di grande
prestigio come Amnesty International.
La modifica voluta dal Carroccio prevede infatti che, per esserci il reato
di "tortura", le violenze o le minacce gravi devono essere reiterate. Con
il risultato che, dopo il voto e la protesta delle opposizioni, che hanno
minacciato di lasciare l’aula, il testo è tornato all’esame del comitato
ristretto.
La proposta di ricominciare daccapo l’iter in commissione era stata fatta
dal deputato della Margherita Giuseppe Fanfani, e ad essa si era associato
in un primo momento il presidente della commissione Giustizia di
Montecitorio, il forzista Gaetano Pecorella. Che poi, annunciando invece
il ritorno della legge al comitato dei nove, ha spiegato: "Devo dare atto
che la scelta della commissione era esattamente nel senso opposto, e cioè
di un parere contrario all’emendamento della Lega; poi c’è stata una
decisione politica all’interno della Cdl, di cui non abbiamo potuto non
prendere atto".
Una decisione "politica" che ha mandato in frantumi l’accordo bipartisan
sulla legge e, di fatto, ha affossato l’intero spirito del provvedimento.
Basta ascoltare quanto detto in aula dalla diessina Anna Finocchiaro:
"Vorrei raccontarvi la testimonianza di una donna che nel Salvador venne
sottoposta per giorni e giorni a torture fisiche...lei mi disse che la
cosa più grave che le fecero fu una sola minaccia, fatta una volta sola:
le promisero che avrebbero fatto assistere alle torture che le
infliggevano il figlio di 3 anni e mezzo". Ecco perchè, spiega la
Finocchiaro, "per essere tortura la minaccia non ha certo bisogno di
essere ripetuta più volte...".
Poco più tardi, la condanna netta di Amnesty International: ’’Iniziamo
male, con un emendamento che, se confermato nel testo finale, significherà
che l’Italia non vuole adeguarsi al diritto internazionale dei diritti
umani e in particolare alla Convenzione dell’Onu contro la tortura, che il
nostro paese ha ratificato nel 1988’’. Sono parole di Marco Bertotto,
presidente della Sezione Italiana di Amnesty, secondo il quale la modifica
approvata "stravolge la definizione di tortura, limitando in modo
inaccettabile la nozione ai comportamenti ripetuti: quante volte, dunque,
occorrerà torturare prima che si possa parlare di tortura?’’.
http://www.repubblica.it/2004/a/sezioni/politica/rifogiu/tortu/tortu.html