Home > UCCISO IL CAPO DI HAMAS RANTISI
Lo rivela il quotidiano israeliano Ha’aretz. Altre due persone sono morte nell’attacco
Il nuovo leader di Hamas Abdel Aziz Rantisi e’ stato ucciso da missili sparati contro la sua auto da elicotteri israeliani. E’ morto in ospedale dove era stato trasportato dopo l’attacco, durante il quale sono morte altre due persone. Una folla di palestinesi e’ scesa nelle strade di Gaza chiedendo vendetta.
Abdel Aziz Rantisi, incoronato nuovo leader di Hamas dopo l’uccisione il 22 marzo scorso dello sceicco Ahmad Yassin, era il portavoce del movimento integralista palestinese. Nato nel 1947 a Yabna (Jaffa) da famiglia povera, viene ammesso alla facolta’ di medicina dell’universita’ di Alessandria d’Egitto dove si laurea con lode nel 1978. Dopo un breve soggiorno a Gaza torna in Egitto e si specializza in pediatria. Nel 1976 si reca nei Territori e viene assunto presso l’ospedale Nasser di Khan Yunnis, nella striscia di Gaza. Diventa membro della ’Arab Medical Society’ e della Croce Rossa palestinese.
A partire dal 1978 Rantisi insegna scienze presso l’universita’ islamica di Gaza. Sposato, con sei figli (due maschi e quattro femmine), Rantisi viene arrestato per la prima volta nel 1983 quando si rifiuta di pagare le tasse alle autorita’ israeliane di occupazione. Nel 1987 e’ tra i fondatori del movimento di resistenza islamico di ’Hamas’. Viene nuovamente arrestato nel 1988 e sconta 30 mesi di prigione con l’accusa di attivita’ sovversive. Le autorita’ israeliane lo rilasciano il 4 settembre 1990, ma torna in carcere pochi mesi dopo per frode fiscale, e vi rimane fino al 1991.
Il 17 dicembre 1992 Rantisi e’ tra gli oltre 400 attivisti di Hamas e della Jihad Islamica esiliati nel sud del Libano, e si fa portavoce dei deportati del campo Marj al Zuhor (’campo del ritorno’). Al suo ritorno a Gaza viene nuovamente arrestato: rimane in custodia amministrativa fino al 1997. Due anni dopo torna in carcere accusato di partecipazione nell’omicidio di Mohieddin Sharif. L’eliminazione da parte degli israeliani di Salah Shehadeh e di Ibrahim Macadma, lo porta ai vertici di Hamas di cui diventa il portavoce.
Gli arresti si susseguono a intermittenza fino al 2001, anche per la sua ostilita’ a qualsiasi cessate il fuoco con Israele e il sostegno aperto alla prosecuzione delle attivita’ terroristiche (che lo ha portato persino ad auspicare per i suoi figli un destino da ’martire’). Coinvolto direttamente nel reclutamento delle nuove leve dell’organizzazione, Rantisi e’ considerato responsabile della preparazione di alcuni dei piu’ efferati attentati degli ultimi anni, come quello che l’8 giugno del 2003 ha portato all’uccisio di quattro soldati israeliani al posto di frontiera di Erez. Due giorni dopo l’attacco, i servizi di sicurezza dello Stato ebraico cercarono di eliminarlo con le stesse modalita’ che hanno invece portato all’uccisione di Yassin.
L’attacco israeliano arriva poche ore dopo l’attentato suicida di Eretz, tra Israele e la striscia di Gaza, rivendicato congiuntamente dal braccio armato di Hamas e dalla Brigata dei martiri di Al Aqsa, dove un kamikaze palestinese si e’ fatto saltare in aria uccidendo un agente di frontiera e ferendone altri tre. (Adnkronos)