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USA : i due volti di Alberto Gonzales
Publie le sabato 22 gennaio 2005 par Open-Publishing1 commento

di Eric Leser
Primo ministro "latino" della Giustizia americana, Alberto Gonzales é anzitutto
un leale servitore della famiglia Bush e degli interessi petroliferi. All’inizio,
negli anni 40, nella famiglia Gonzales si pigiavano in dieci in una casetta - due
camere, senza acqua corrente né telefono - della periferia di Houston, Texas.
Immigrati messicani, Pablo e Maria, i genitori, l’avevano costruita con le loro
mani, aiutati da fratelli, zii e cugini.
Praticamente non sono mai andati a scuola, ed in quell’epoca parlavano solo qualche
parola di inglese.
Secondo degli otto figli della famiglia, Alberto Gonzales nasce nel 1955. A 12 anni, per portare a casa qualche dollaro, fa un primo lavoretto, che consiste nel trasportare casse di soda nel Rice Stadium (calcio americano) nei giorni in cui si gioca. Invitato nel maggio 2004 dai laureati della Rice University, l’interessato ricorda: "Vi guardavo rientrare tranquillamente nelle vostre classi e mi dicevo che sarebbe stato meraviglioso diventare uno di voi". Lo diventerà, e anche qualcosa di più. Il 10 novembre 2004, una settimana dopo la sua rielezione, George W. Bush lo ha nominato ministro della giustizia (Attorney General). Dopo un’audizione all’inizio dell’anno, l’interessato dovrebbe essere, salvo un colpo di scena, confermato prossimamente dal Senato.
"Per molti aspetti, ha spiegato il presidente Bush, Al impersona il sogno americano". E’ vero. A 49 anni, se ottiene l’assenso del Senato, Alberto Gonzales sarà il primo ispanico ad occupare quest’alta funzione in tutta la storia degli Stati Uniti. Coronamento di un percorso fuori del comune che, dopo la Rice University, ha condotto il nostro uomo fino all’università di Harvard (Boston), dove ha ottenuto tutti i diplomi di diritto che lo hanno portato fino al rango di partner, cioé socio, nel più grande studio legale di Houston, Vinson & Elkins. E’ là, nel 1994, che Heorge W. Bush, eletto governatore del Texas, verrà a cercarlo per farne uno dei membri principali della sua amministrazione locale, poi il suo consigliere legale alla Casa Bianca durante i quattro anni del suo primo mandato. Ricompense successive di una lealtà senza macchia.
Chiamato affabilmente "Mi abogado" - "il mio avvocato" - dal presidente, Alberto Gonzales sembra quasi timido. Parla con una voce bassa, pacata; é riflessivo. Poco portato all’ideologia, questo cattolico praticante é considerato con qualche sospetto dai repubblicani più conservatori. Lo sospettano di non opporsi con sufficiente ardore all’aborto e gli rimproverano di sostenere la discriminazione positiva. Per farla breve, apprezzano di più la rigidità del suo predecessore, John Ashcroft, figlio e nipote di un pastore. Ma quest’ultimo ha finito per irritare perfino la Casa Bianca. E George W. Bush gli ha preferito Alberto Gonzales, che non farà certo ombra al presidente fra i repubblicani di destra. La lealtà del soggetto é stata dimostrata innumerevoli volte.
Consigliere legale del governatore del Texas, é riuscito, con un pretesto del tutto fallace, ad evitare a George W. Bush di diventare membro di una giuria chiamata a giudicare una persona che guidava in stato di ubriachezza. Sotto giuramento, il futuro presidente sarebbe stato obbligato a rivelare di essere stato condannato lui stesso nel 1976 per questo stesso tipo di reato. Molto imbarazzante, quest’informazione non é diventata pubblica che nel 2000, una settimana prima dello scrutinio presidenziale. Nel frattempo, l’abile consigliere legale del governatore é stato segretario di Stato del Texas, poi giudice alla Corte suprema dello stesso Stato. Nel gennaio 2001 seguirà naturalmente il suo padrone alla Casa Bianca. Ma non ci siamo ancora arrivati.
Qualche anno soltanto dopo la fine della segregazione, Alberto Gonzales é ancora soltanto un buon alunno del liceo Mac Arthur di Houston. Anche se é uno dei rarissimi allievi latinos o osare prepararsi a studi universitari, non si fa notare affatto. Troppo poveri, i suoi genitori sono nell’impossibilità di finanziare i suoi studi. Lo farà l’esercito. Si arruola nell’aviazione nel 1973. I primi due anni sono particolarmente duri. Abituato al caldo del Sud texano, Alberto "il Messicano’ é assegnato ad una stazione radar in piena Alaska. Nondimeno, nell’autunno 1975 é ammesso all’accademia dell’aviazione. Ma non ci resterà. La scienza e gli studi di ingegneria non sono la sua passione. Preferisce la legge e la politica. E’ allora che pone la sua candidatura al Rice College.
"Alla fine, ricorderà nel 2004, mi sono messo nelle mani di Dio domandando un trasferimento all’università che sognavo quando ero un ragazzino". Il 13 maggio 1977, la lettera che gli annuncia che é stato ammesso "ha esaudito la mia preghiera e messo fine ad una storia che era cominciata con un sogno ad occhi aperti in quelle serate di sabato durante le partite di calcio". Dieci anni dopo aver venduto bottigliette di soda nelle tribune dello stadio, Alberto Gonzales, a 22 anni, ha realizzato il suo sogno.
Ma la favola non finisce qui. Due anni dopo il suo ingresso a Harvard viene reclutato sugli stessi banchi dell’università dall’onnipotente studio texano Vinson & Elkins, che gli apre le porte del mondo che conta. E’ là, gestendo gli affari legali del comitato d’organizzazione del vertice di Huston dei paesi industrializzati, che si fa notare, nel 1990, dal clan Bush. Il padre di "W", allora presidente degli Stati Uniti, gli offre un posto al ministero degli alloggi e dell’urbanismo. Gonzales rifiuta e resta ancora quattro anni da Vinson & Elkins. Cederà alle proposte "bushiane" solo nel 1994, accettando di diventare consigliere legale del governatore, George junior.
Il percorso senza errori si ferma li’. Alberto Gonzales ha il torto di ringraziare in modo un po’ troppo ostentato quelli che gli hanno permesso di innalzarsi. Diretto da un gruppo di avvocati conservatori, lo studio Vinson & Elkins é strettamente legato all’industria petrolifera. Il nome del suo primo cliente é Enron, gigante dell’energia, settima impresa americana all’apice della gloria, il cui fallimento, il 2 dicembre 2001, in seguito a manipolazioni contabili, provocherà una crisi finanziaria planetaria.
Numerose fonti vicine all’amministrazione affermano che Alberto Gonzales é stato avvertito prima dell’annuncio ufficiale del rischio economico e soprattutto politico del clamoroso fallimento dai suoi ex principali Vinson & Elkins. Rifiuterà in ogni caso di consegnare al Congresso gli appunti del gruppo responsabile della politica energetica del vicepresidente Dick Cheney, notoriamente sotto l’influenza di Enron. Trentacinque membri dell’amministrazione Bush possedevano azioni Enron, fra i quali lo stesso Alberto Gonzales. E per di più , quando quest’ultimo si presenta per la carica di giudice della Corte suprema del Texas nel 2000, Enron e Vinson & Elkins versano 35 450 dollari ciascuno per la sua campagna. Qualche mese più tardi, Gonzales sarà l’autore di una decisione della Corte suprema del Texas considerata come una delle più grande vittorie legali dell’industria petrolifera. L’uomo non é un ingrato, né un tenero.
Nei sei anni durante i quali George Bush é governatore del Texas, 150 uomini e 2 donne sono messi a morte legalmente, un record nella storia moderna degli Stati Uniti. In ognuno di questi casi, il numero uno texano ha rifiutato la grazia e preso la sua decisione, a cinquantasette riprese, a partire da memorie scritte da Alberto Gonzales. Documenti da tre fino a sette pagine, accessibili negli archivi dello Stato.
Se le conclusioni raramente si pronunciano pro o contro la pena capitale, la maggior parte sono a favore dell’accusa, partendo dal principio che se la corte d’appello dello Stato ha respinto il ricorso non c’é ragione perché il governatore torni sulla decisione dei giurati. Alberto Gonzales ha semplicemente deciso di scartare ogni possibilità di errore giudiziario. Eppure gli é successo di avere fra le mani giudizi molto contestabili. Quello di Terry Washington per esempio, la cui esecuzione é avvenuta il 7 maggio 1997 per l’assassinio di Beatrice Huling, una giovane madre di due bambini. All’epoca del processo la giuria non aveva mai saputo che l’assassino era un ritardato mentale e che veniva regolarmente frustato da piccolo. L’incompetente avvocato di Terry Washington non aveva neppure domandato ad uno psichiatra di esaminarlo.
Altro esempio, quello di David Wayne Stocker, giustiziato per furto e per l’omicidio di un commesso nel 1986. In diciotto righe, Alberto Gonzales aveva riassunto il caso come l’esmpio tipico del delitto gratuito. Senza commenti. Occorrerà leggere il lavoro di un giudice d’appello federale per apprendere che il testimone principale dell’accusa ha ricevuto una ricompensa in danaro per accusare Stoker, che le indagini contro questo "’testimone" per traffico di droga e porto d’armi illegale sono state abbandonate e che l’interessato era già stato condannato da un tribunale per mendacio. Il 10 luglio 2003 Peter Carlson, cronista giudiziario del Washington Post, commenta cosi’ la cosa: "Difficile non concluderne che Bush e Gonzales si sono mostrati ad un tempo senza cuore e sbrigativi quanto alla decisione più difficile che un politico deve prendere, quella di uccidere un essere umano".
I quattro anni successivi alla Casa Bianca non permetteranno ad Alberto Gonzales di convincere la stampa delle sue qualità morali. Tutt’altro. In un editoriale pubblicato all’inizio di gennaio, il Los Angeles Times scrive: "Il bilancio di Gonzales come consigliere legale della Casa Bianca non rappresenta soltanto una serie di disgraziati errori, ma anche una finestra sulla torbida moralità dell’uomo".
Il consigliere del presidente ha avuto un ruolo determinante nella decisione americana di "dimenticare" le convenzioni di Ginevra relative al trattamento dei prigionieri e di considerare che erano in ogni caso inapplicabili ai militanti di Al-Qaida e ai Talebani. In un rapporto del 25 gennaio 2002 sullo statuto dei prigionieri catturati in Afghanistan e mandati a Guantanamo, Alberto Gonzales scrive che la guerra contro il terrorismo ha creato "un nuovo paradigma" e "rende obsoleti gli stretti limiti agli interrogatori di prigionieri nemici fissati dalla convenzione di Ginevra". L’utilizzo della base di Guantanamo, a Cuba, come centro di detenzione, permette, secondo lui, di mettersi fuori della portata della legge e dei tribunali americani. La Corte suprema finirà, nel giugno 2004, per decidere altrimenti e infliggerà un’umiliazione tagliente all’amministrazione e al suo consigliere legale.
Alberto Gonzales ha anche fatto in modo di coprire l’uso di "metodi d’interrogatorio coercitivi", in altre parole della tortura, per ottenere informazioni da detenuti a Cuba, in Afghanistan e in Irak. Nel marzo 2002, i servizi segreti americani non riescono a far parlare Abu Zubeida, capo delle operarioni di Al-Qaida, che hanno appena catturato. Gli agenti della CIA vogliono la garanzia che non saranno perseguiti se usano metodi "coercitivi". Chiedono che l’amministrazione fissi dei limiti alle sofferenze che é permesso infliggere a un prigioniero. Alberto Gonzales, che dirige le riunioni con gli esperti del dipartimento della giustizia, fa allusione nel dettaglio alle "tecniche" autorizzate e, senza consultare gli specialisti delle leggi di guerra, darà via libera alla CIA.
Per aggirare la legge, bastava dare una definizione strettissima della tortura. Secondo il documento approvato da Gonzales, é un dolore fisico "di un’intensità tale da accompagnarsi a ferite fisiche serie come il mancato funzionamento di organi o la morte". A fine dicembre 2004, il dipartimento della giustizia rinnegherà questa definizione, che autorizza qualunque maltrattamento in questi termini: "La tortura é considerata come un abominio sia per la legge e per i valori americani che per le norme internazionali"
Ci vorrebbe altro per frenare l’ascesa di Alberto Gonzales. A Washington, c’é chi predice che presto siederà, a vita, alla Corte suprema. A questo scopo, il grande stratega repubblicano Karl Rove si é impegnato per fare di lui il successore di John Ashcroft. Se William Rehnquist, presidente della Corte suprema, anziano e in cattive condizioni di salute, si ritira, Alberto Gonzales avrà il tempo di illustrarsi e rassicurare la base conservatrice repubblicana.
Tradotto dal francese da Karl&Rosa di Bellaciao
http://www.lemonde.fr/web/article/0,1-0@2-3230,36-394737,0.html
Messaggi
1. > USA : i due volti di Alberto Gonzales, 25 gennaio 2005, 11:28
Se da una parte e’ vero quanto si afferma, (ma chi e’ avvocato sa che non e’ fuori dall’ordinario, sporcarsi le mani e chiudere gli occhi e/o la bocca), dall’altra Alberto Gonzales rappresenta davvero il sogno americano. Cos’e’ che fa scandalo: che il figlio di un umilissimo immigrato messicano arrivi a conquistare, studiando ed un po’ di circostanze fortunate, i vertici della corte Suprema della nazione piu’ potente del mondo? Andiamo, cerchiamo di essere meno ipocriti e soprattutto osserviamo l’esempio di quest’uomo, le cui colpe sono, d’accordo, numerose, ma che rappresenta agli occhi di tutti gli immigrati ispanici di questo paese uno stimolo, una speranza ed un esempio di superamento unici.
Hasta la victoria siempre!
TGMAX