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Un milione di persone e pochi fischi

Publie le domenica 21 marzo 2004 par Open-Publishing

http://www.igirotondi.it/flores_20marzo.htm

di Paolo Flores d’Arcais

I giornali di oggi danno eguale rilievo alla manifestazione “per la pace e contro il terrorismo” e alla aggressione dei “disobbedienti” contro Fassino. Verrebbe da notare che i manifestanti erano oltre un milione e gli aggressori qualche decina. Diciamo pure un centinaio: sarebbero lo 0,01%.

Un tasso di stupidità statisticamente fisiologico in qualsiasi iniziativa anche la più perfettamente riuscita. Dare alle due notizie lo stesso peso vuol dire, perciò, scambiare il giornalismo con la manipolazione propagandistica. Ma la seconda notizia – l’aggressione – era davvero tale? Perché a leggere riga per riga le cronache, mettendo a confronto quelle delle testate più diverse, si riesce ad enucleare solo questa sequenza di fatti: Fassino viene contestato esclusivamente sul piano sonoro-verbale (fischi e lazzi) dunque assolutamente nella norma. Il suo servizio d’ordine reagisce in modo eccessivo, passando ai “fatti” e spedendo a terra qualche manifestante, compresa una ragazza giovanissima.

Qualche decina di minuti dopo che il segretario Ds ha abbandonato il corteo, passano inammissibilmente “ai fatti” anche alcuni isolati manifestanti, gettando qualche asta di bandiera (di plastica sottilissima) e qualche bottiglia (vuota e di plastica sottilissima, o di leggerissima “lattina”). Il tutto dura qualche attimo. Passaggio “ai fatti” assolutamente inammissibile, sia chiaro (esattamente come quello del servizio d’ordine fassiniano).

Fin qui i fatti, come raccontati dagli stessi giornali (ma ben diversamente nei rispettivi titoli!). Condannare senza se e senza ma ogni contestazione fisica resta assolutamente ovvio e doveroso. Resta la manipolazione massmediatica. Non attribuibile, questa volta, ai giornalisti. Fino a che agenzie e cronisti sul posto avevano raccontato solo dei quasi insignificanti incidenti (neppure un contuso, infatti), i giornali si apprestavano a dare alla circostanza il modestissimo rilievo che meritava. E’ stato invece il comunicato furibondo della direzione Ds a “fare notizia”. E non tanto per le accuse di “aggressione squadristica” (in fondo un eccesso verbale non più eccessivo di quelli usati dai contestatori negli insulti a Fassino), quanto per le esplicite accuse ad alcuni “eletti nell’Ulivo” di essere i veri facinorosi all’origine dell’aggressione.

Senza questa accusa, ignobile ma rivelatrice, i giornali non avrebbero aperto la prima pagina con la equidistanza tra l’azione di pace di oltre un milione di persone e le “gesta” di pochi secondi di qualche decina di scalmanati.

Accusa ignobile, quella di Fassino ai Verdi, Comunisti Italiani, Lista Di Pietro-Occhetto-società civile, perché tutte queste forze politiche, e anche Rifondazione (che non appartiene all’Ulivo), per non parlare di Gino Strada (cui si riferivano evidentemente altri strali polemici dei dirigenti Ds), hanno sempre ribadito che la legittimità della critica, anche la più aspra, si rovescia nel suo opposto se lascia spazio anche a un solo “ceffone”.

Accusa rivelatrice, perciò: Fassino, D’Alema e gli altri dirigenti Ds ritengono evidentemente una “istigazione al teppismo” le critiche rivolte loro in questi giorni dagli Strada e Di Pietro, Bertinotti e Diliberto. Ritengono, con non sopito automatismo pavlovian-stalinista, che a decidere sulla legittimità delle critiche nei loro confronti siano loro stessi. Libertà di critica, insomma, ma solo “con licenza de’ superiori”, cioè politburo soft in foggia di triciclo.

Hanno torto marcio e stanno farneticando. Stanno infatti perdendo la testa per il timore che le loro posizioni “slalomistiche” sulla guerra di Bush gli facciano perdere voti ai vantaggio delle altre liste di opposizione. E cercano perciò di buttarla in rissa.

Ma per le loro posizioni “slalomistiche” sulla guerra di Bush i voti li perderanno davvero. E’ solo auspicabile che vadano tutti a profitto delle altre liste di opposizione. Che nessun cittadino antiberlusconiano finisca per rimanere a casa – disgustato dalle profferte di manifestazioni bipartisan, ieri sul terrorismo domani su chissà quale altra sirena d’inciucio.

Questa tentazione dell’astensione va combattuta con ogni energia e fino allo spasimo. I clamorosi errori dei riformisti della chiacchiera non devono finire per avvantaggiare il regime. Anche per questo credo che sia da appoggiare toto corde ogni candidatura nelle liste “minori” di chi in questi due anni si è impegnato nei movimenti.