Home > Un popolo cancellato
La decima visita del premier israeliano Ariel Sharon al presidente George Bush riveste tutti i caratteri della tragicommedia che ci infliggono i signori della guerra: blaterano di democrazia e pace e castigano i popoli del Medio oriente con una guerra ogni giorno scatenata e sanguinosa. Il famoso ritiro unilaterale dalla striscia di Gaza del premier israeliano ha cercato - e ora ha trovato, a quanto pare - il via libera dai signori del mondo. Siamo di nuovo tornati ai tempi in cui i palestinesi erano inesistenti. Il viaggio di Sharon cade in un momento opportuno: la procura generale israeliana ha ricevuto e analizzato tutto il materiale raccolto dalla polizia sui presunti casi di corruzione in cui sarebbe coinvolto lui e i suoi figli. Ora la decisione è nella mani del consigliere generale della nazione e sarà lui a decidere. La maggioranza degli israeliani (intorno al 60%) crede che Sharon dovrebbe dimettersi nel caso il consigliere generale lo porti in giudizio. Quando il consigliere generale emetterà la sua decisione, dovrà tenere in conto non solo i presunti reati del premier ma anche altre considerazioni generali: ad esempio se mandarlo davanti a un tribunale danneggi interessi vitali di Israele. In questo caso potrebbe rinviare la presentazione delle accuse contro Sharon o cancellarle.
E’ per questo che qui in Israele non c’è quasi dibattito sui casi di corruzione in cui Sharon è coinvolto. Il dibattito pubblico invece è tutto centrato sulla sua proposta di ritiro unilaterale da Gaza e alcuni insediamenti in Cisgiordania. La proposta si accompagna con un bizzarro passo fatto da Sharon e dal suo partito che converte la democrazia israeliana in un prodotto originale: un referendum interno al Likud, al suo ritorno dagli Stati uniti, per dire sì o no alla proposta. Questo consentirebbe - se prevarranno i sì - di piegare la resistenza dei ministri e deputati del suo partito che si oppongono al ritiro unilaterale.
I falchi del Likud, con l’appoggio politico ed economico dei coloni dei Territori occupati, si preparano alla lotta e sperano di battere Sharon. Se ci riusciranno queste aprirà un nuovo capitolo nella problematica democrazia israeliana: un referendum interno a un partito, a cui potrebbe partecipare forse anche solo una piccola parte dei suoi membri, finirebbe per decidere la sorte delle proposte del capo del governo.
Ritiro miracoloso
Il ritiro unilaterale proposto da Sharon confonde molti a destra e anche in quello che resta della sinistra israeliana. Per l’ultradestra si tratta di un precedente pericoloso, lo smantellamento di alcuni insediamenti nella striscia di Gaza è visto come la minaccia più concreta al sogno di un Eretz Israel integrale. Sharon, uno dei principali architetti della politica di colonizzazione nei Territori occupati, si convertirebbe nell’uomo capace di distruggere qualsiasi freno al processo di pace. Sharon, il grande edificatore di colonie ebraiche, sarebbe quello colpevole di distruggerli, come già fece con quelli del Sinai nell’82. Per il fondamentalismo dell’ultradestra questo è un pericolo assolutamente da evitare. A qualsiasi prezzo.
In certi settori della sinistra moderata, l’illusione creata da Sharon fa dimenticare alcune delle vere caratteristiche del ritiro unilaterale. Molti pensano che si debbano appoggiare le proposte di Sharon e che questo farebbe di lui il tanto atteso De Gaulle israeliano capace di togliere Israele dalla sua Algeria. Sharon sarebbe allora il braccio messianico del ritiro che, una volta avviato, aprirebbe la strada verso la pace. I laburisti cominciano già a occhieggiare verso le poltrone ministeriali e i loro sederi, raffreddati dai lunghi mesi trascorsi all’opposizione, già fremono e questo fa loro dimenticare la realtà. Haim Ramon, uno dei «giovani» ma sempiterni leader, ha già detto a chiare lettere che i laburisti sono disposti ad appoggiare la proposta di Sharon nel caso la destra radicale lasci il governo in segno di protesta. Shimon Peres, che continua nonostante tutti i suoi fallimenti ad atteggiarsi a grande statista, avrebbe già discusso a lungo con Sharon i termini di una possibile coalizione futura.
Yossi Beilin, nella sinistra moderata, è una delle poche voci che avvertono sui pericoli evidenti di queste proposte e affermano che se se Sharon vuole davvero avviare il ritiro, può farlo discutendone con i palestinesi.
Questo, nel fondo, deve essere il cuore della questione per chi voglia analizzare con serietà il significato del ritiro unilaterale: esso significa fondamentalmente cancellare la realtà dell’esistenza nazionale dei palestinesi come popolo. Loro non sono ormai più dei partner degni di essere presi in considerazione. I passi da fare saranno quelli che coincidono con gli interessi reali di Israele così come li vede Sharon e la destra israeliana.
Questa strategia è diretta a cancellare ogni possibilità di trattative serie di pace con i palestinesi. Israele discute con gli Stati uniti i termini di un possibile ritiro tattico che, dietro la retorica di una futura pace, renderà possibile il consolidamento dell’annessione di gran parte dei territori occupati. Il resto sarà discusso forse entro cinque o dieci anni. Nel frattempo l’esercito israeliano sarà il padrone assoluto dei Territori occupati. I palestinesi potranno cercare di sopravvivere nel miglio modo possibile, meglio se con gli aiuti finanziari della comunità internazionale dal momento che Israele ha trovato il modo di disfarsi di ogni responsabilità per quello che accade nei Territori dominati militarmente e per di più brutalmente.
Obiettivi imperiali
Sharon è arrivato a Washington mentre il pantano iracheno si fa ogni giorno più mefitico. Gli obiettivi imperiali americani scuotono l’intero Medio Oriente. Il presidente americano, che ha appena ricevuto il presidente egiziano Mubarak, forse non si spingerà a coprire tutte le richieste israeliane e a dare a Sharon tutto ciò di cui ha bisogno per far approvare il suo piano all’interno del Likud.
Anche se sarà così, il risultato non cambierà. Gli americani continuano la loro crociata criminale in Iraq alla ricerca della famosa democrazia che doveva vedere la luce dopo la caduta di Saddam. Il terrorismo non ci intimorirà, dice Bush. Il suo amico Sharon, un uomo di pace che «lotta giorno per giorno contro il terrorismo», può portare avanti il suo obiettivo quotidiano mentre i media ormai non si occupano più di quel che sta accadendo in queste terre. Di fronte ai mille morti di Falluja, i due o tre o cinque palestinesi liquidati ogni giorno dai soldati israeliani nella loro «lotta contro il terrorismo» sono una routine che non merita neanche una riga nei media internazionali. E dal momento che non ci sono partner attendibili, il ritiro sarà unilaterale e la pace sempre più lontana. La fabbrica dell’odio e della morte nei territori occupati continuerà a funzionare a tutto vapore.
Messaggi
1. > Un popolo cancellato, 17 aprile 2004, 13:58
....E coloro che ti rovinano e ti devastano usciranno da te. (Isaia 49/17)
Donato Di Segni
2. un popolo da cancellare, 18 aprile 2004, 11:52
Finchè tutto il mondo non capirà che il problema del fondamentalismo islamico e la sua teocrazia sono distruttivi per tutte le società libere e democratiche non ci sarà pace. I "poveri" palestinesi che per 50 anni non hanno fatto altro che invocare la distruzione dello stato d’ israele senza pensare mai ad un modo concreto di convivenza .
Le uccisioni mirate e l’occupazioni di Gaza non sono altro che conseguenze di una politica terroristica che con i suoi buoni kamikazze uccide gente innocente in autobus , ai bar nei ristoranti cercando di fare piu vittime possibili.Il buon Arafat non ha mai cercato neanche durante i lunghi trattati di pace di debellare le fazioni terroristiche e come abbiamo tutti visto non ha firmato per almeno due volte i trattati che lungamente erano stati discussi da ambo le parti.
Le sue richieste sono sempre state alla fine inaccettabili come il ritorno dei profughi che equivarrebbe alla fine di israele nel termine di 10 anni
Abbiano tutti visto le esultazioni palestinesi e la gioia quando hanno appreso la notizia del disastro delle torri gemelle. Questa gente a ben poco a che fare con la civiltà, è gente che crede piu nella morte che nella vita e non esita a mandare bambini di 10 anni carichi di bombe per arrivare al loro obiettivo La distruzione dello stato d’Israele e la distruzione della civiltà occidentale
Renzo pali
Roma
1. > un popolo da cancellare, 20 aprile 2004, 00:17
..le informazioni che avete caro signore,sul popolo palestinese che esulta per le torri gemelle di new york,sono dei montaggi di pura propâganda..Dei servizi speciali visti con dimostrazioni alla TV ARTE,..UNICA TV EUROPEA ,(non certo come in italia dove il monopolio mediatico risiede nelle sole mani di un signore,che non é altro come dice Bocca,una ingiallita e banale fotocopia andata a male di mussolini..),.INOLTRE SEMPRE SU ARTE’,perché ,vivendo all’estero, ho visto inorridito, il signor berlusca.che baciava esponenti mafiosi in sicilia per voti durante le sue campagne politiche personali passate ed altre corbellerie che mi fanno vergognare di essere italiano,nel senso forza italia lega lombarda e fascisti di alleanza nazionale...Su queste tragiche vicende tra palestinesi e israeliani,la situazione é molto complessa e complicata da decifrare in qualche riga..La storia a volte é fatta di"se"e di ’ma’...La situazione attuale é purtroppo impari,tanto che intellettuali ebrei francesi hanno difficoltà nel difendere il loro paese colonia che opprime la palestina ,che ha distrutto tutti i suoi tentativi di organizzare un paese democraticamente..Chi ha indebolito arafat?Perché sono emersi questi estremisti?A chi fa gioco avere come nemici dei disperati kamikazes ,facile da condannare??Per anni abbiamo assistito nei mass media ,almeno in Francia,a inorriditi spettacoli di bambini massacrati dal terrorismo di stato di sharon.Da una parte armi sofisticate carri armati capitali,protezioni americane ecc.,e dall’altra parte palestinese,bambini donne che gettano pietre contro gli occupanti colonizzatori.Dové il giusto?Durante i periodi di pace,chi ha ucciso il leader socialista pacifista e amico d’arafat?Degli estremisti della destra israeliana.Amici palestinesi mi raccontavano che prima avevano scuole,ed il paese stava organizzando la propria vita politica sociale indipêndentemente ed in buoni rapporti con il paese vicino israele..Poi purtroppo ,la desolazione...e cose che fanno vergognare gli stessi ebrei democratici francesi.Esistono tante associazioni d’israeliani per la pace,e non tutti gli intellettuali ebrei sono con Sharon ,oppure con i fanatici dell’estreme destra israeliana,presenti e bellicosi anche a parigi.Quindi i barbudos stanno da entrambi le parti.Purtroppo viviamo un ’epoca ove gli estremismi ed il terrore regna,al posto dell’amore della pace vive ,serpeggia l’odio e come diceva un filosofo(NIE.) tanto strumentalizzato,c’é il’ressentiment’..Con questo sentimento resta arduo dare commenti o giudicare per una parte della ’querelle"territoriale nazional politica.Inoltre criticare l’america di Bush non significa odiare tutti gli americani,cioé cadere nell’antiamericanismo primario. Bombardare l’iraq significa portare la democrazia,la pace,la giustizia,in un paese che soddisfa di petrolio tutti i nostri egoismi di superconsumazione in questa società débordiana dello spettacolo..?Perché non bombardare l’italia di berlusconi,ammazzando la mia famiglia i tanti amici che ho in italia?Una volta questi paesi con derive totalitarie si aiutavano politicamente,si aiutavano i democratici,gli intellettuali sinceri,e ’portando’( anche) aiuti umanitari a queste povere popolazioni innocenti e disperate.Oggi invece anche a sinistra si aprla di guerre umanitarie.Dov’é l’errore?E poi termino,il buon arafat come lei sottolinea ironicamente,una volta aveva i mezzi ,politici e di consenso verso la sua popolazione superdisperata,cancellata,distrutta.Chi ha eliminato Rabin?Chi é al governo da tanti anni e chi influenza la sua politica già superbellicosa,se non l’estreme destra dogmatica religiosa che manifesta e uccide gli avversari come i socialisti(pt),senza essere punito?Lei sa che l’assassino di R.,fu liberato immediatemente e con la gioia dei manifestanti.Storia passata.Chi dirige il mondo dietro BUSH?Lobbyes sette religiose di estreme destra,armaioli,mafie senza scrupoli ed altro di quest’ideologia ultraliberale orwelliana che stiamo regalando insieme a questo pianeta malato,ai nostri figli,nipoti,pronipoti; (se non ci sarà una fine a questa barbaria..dittatura’dolce’soft insinuante,come la sua ideologia sublime mediatica spettacolare della politica che " cade", avvolge, purtroppo ,anche il" cosiddetto per taluni",laboratorio italiano della destra totalmediaticaliberale,plurale, italiana di berlusconi bossi e fini.,con mafie e fascisti compresi.)...Scusate per questo immediato delirio ,ma la memoria, la storia," serve" a volte , per non incorrere negli errori ,orrori del passato..fraternamente e pacificamente..buona notte al signore di roma della risposta all’articolo iniziale,del popolo cancellato...,/da paris..un post o transitaliano..per una nuova democrazia europea sociale rivoluzionaria,o radicale(leggete Cornelius Castoriadis:autonomia democratica)consigli non per acquisti,ma per entrere nel pensiero complesso dell’epoca come dice lo stesso Edgar Morin..ancora e termino, leggete di nuovo Deleuze,Guattari,Orwell..Foucault..per capire quest’era pericolosamente strana da decifrare..negli interstizi,molecole più nascoste della politica e filosofia di questa vita quotidiana...buona notte...vado a bere la mia tisana dopo questo sforzo di vivere linguisticamente da schizofrenico..franco italiano...CIAO BELLACIAO..alla prossima"querelle",fraternamente e simpatica/mente...e.j.