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«Un sasso per infierire su Carlo»

Publie le giovedì 15 luglio 2004 par Open-Publishing

Il padre di Giuliani chiede un’indagine per vilipendio di cadavere: «Le
foto dimostrano tutto». Una pietra compare accanto alla testa del
ragazzo già a terra, dopo l’arrivo dei carabinieri. Si torna a Genova
dopo tre anni. Processo Diaz: citato il Viminale per i danni ai 93
pestati e arrestati con prove false

A. MAN.

La denuncia è di Giuliano Giuliani, il papà di Carlo, che a tre anni
dall’omicidio chiede l’apertura di un fascicolo per vilipendio di
cadavere. «Qualcuno in piazza Alimonda colpì mio figlio in fronte,
quando era già a terra - ha detto ieri Giuliani - Mi auguro - ha
aggiunto - che mio figlio sia stato colpito alla testa quando era già
morto. Comunque rimane sempre il reato di vilipendio di cadavere». Sul
tempo che impiegò per morire non c’è certezza: l’eseguita prima della
cremazione e in assenza di medici legali nominati dalla famiglia, così
frettolosa da dimenticare perfino un frammento di proiettile che verrà
ritrovato più avanti nel passamontagna di Carlo, parla di pochi secondi.
Le immagini, analizzate da diversi consulenti della famiglia, dicono che
il cuore batte forte ancora per qualche minuto. Quindi il ragazzo poteva
essere ancora vivo.

La prova del fatto che qualcuno infierì su Carlo,
che il 20 luglio del 2001 aveva 23 anni, sarebbe in due fotografie, già
note e agli atti dell’indagine sull’omicidio (chiusa con l’archiviazione
delle accuse al carabiniere Mario Placanica). Sono riprodotte nella
videocassetta Archivi Azione - Il dibattimento negato sui fatti di
piazza Alimonda, da oggi in edicola con il manifesto, Carta, Liberazione
e Unità. «Nella prima foto - ha spiegato Giuliani - si vede la testa di
Carlo con niente attorno. Nella seconda compare invece accanto una
pietra insanguinata con un carabiniere inginocchiato vicino».
Effettivamente, nella prima fase, quando carabinieri e poliziotti stanno
«riconquistando» la piazza, si vede solo un accendino bianco vicino alla
testa.

Nella seconda foto c’è il carabiniere e acando all’accendino è
comparsa la pietra. L’autopsia eseguita sul corpo di Carlo parla di una
ferita a forma di stella sulla fronte del ragazzo, una ferita molto
profonda e altrettanto difficile da spiegare. Gli attivisti di Indymedia
lavorano da tempo su queste fotografie nel tentativo di mettere in
relazione quella pietra che appare all’improvviso accanto alla testa di
Carlo con la celebre immagine in cui il vicequestore aggiunto Adriano
Lauro insegue un manifestante gridandogli «l’hai ucciso tu con il tuo
sasso». La prima versione diffusa in questura, durata ben poco,
avvalorava proprio la tesi del no global ucciso da una sassata. Com’è,
secondo i periti nominati dal pm Silvio Franz, c’è di mezzo anche un
altra pietra, lanciata dai manifestanti verso la jeep dei carabinieri:
sarebbe stata quella pietra a deviare il proiettile verso Carlo.

A Genova, sia pure senza cortei, una serie di iniziative da oggi al 28
luglio ricorderanno il G8 di tre anni fa, due giorni di scontri con un
morto, centinaia di feriti e circa duecento arresti, prima della feroce
irruzione di polizia alla scuola Diaz e delle sevizie sugli arrestati
nella caserma di Bolzaneto. E’ in corso il processo ai 25 no global
accusati, tra l’altro, di devastazione e saccheggio. L’udienza
preliminare per i 29 funzionari e agenti accusati del pestaggio e
soprattutto delle prove false (le molotov, la coltellata...) usate per
arrestare 93 persone alla Diaz, è invece rinviata al 23 settembre. Sono
infatti necessarie nuove notifiche dopo che gli avvocati di parte civile
hanno ottenuto la citazione del ministero dell’interno per il
risarcimento dei danni subiti dai 93. Respinta, invece, la richiesta di
citazione della presidenza del consiglio, sempre come responsabile
civile. Tra gli imputati per la Diaz ci sono il capo dell’antiterrorismo
della polizia, Francesco Gratteri e l’ex comandante della celere romana
Vincenzo Canterini, al quale i vertici della polizia hanno di recente
promesso la nomina a questore.

Il Manifesto