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Zapatero: Il messaggio del neo premier alla nazione in diretta tv

Publie le mercoledì 21 aprile 2004 par Open-Publishing

«Onoro la parola data.
Inutile aspettare il 30 giugno»

Questa mattina, dopo che il ministro della Difesa ha prestato
giuramento per il suo incarico, gli ho ordinato di predisporre quanto
necessario perché le truppe spagnole destinate in Iraq ritornino a
casa nel più breve tempo e con la massima sicurezza possibili.
Nel marzo del 2003, più di un anno fa, avevo assunto pubblicamente
l’impegno, che ho poi rinnovato lo scorso febbraio. Avevo detto allora
che, qualora i cittadini mi avessero eletto presidente del governo,
avrei ordinato il rientro delle truppe spagnole dall’Iraq, se l’Onu
non si fosse fatta carico della situazione politica e militare.

Stando alle informazioni di cui disponiamo e a quelle che abbiamo
ottenuto nell’ultima settimana, non è prevedibile che si possa
adottare una risoluzione dell’Onu corrispondente al contenuto al quale
rimane condizionata la nostra presenza in Iraq. Sia le manifestazioni
pubbliche dei principali protagonisti coinvolti nel conflitto, sia i
contatti intrattenuti dal ministro della Difesa dietro mia richiesta
nel corso dell’ultimo mese, non ci forniscono indizi che consentano di
prevedere un cambiamento sostanziale della situazione politica e
militare irachena entro i tempi previsti e nel senso richiesto dal
popolo spagnolo.

Queste circostanze mi hanno indotto ad assumere la decisione di
ordinare il rientro dei nostri soldati nella massima sicurezza e,
perciò, nel più breve tempo possibile.

La decisione corrisponde, innanzitutto, alla mia intenzione di onorare
la parola data agli spagnoli più di un anno fa. Il governo, animato
dalle più profonde convinzioni democratiche, non vuole né può operare,
e non lo farà, in contrasto con la volontà degli spagnoli o alle loro
spalle. E’ questo il suo dovere principale, ed è altresì il suo
principale impegno.

La decisione corrisponde, del resto, all’intento di contribuire alla
lotta che conduce la comunità internazionale contro il terrorismo, a
partire dal più rigoroso rispetto della legalità internazionale.

Il governo spagnolo continuerà ad appoggiare fermamente la stabilità,
la trasformazione democratica, l’integrità territoriale e la
ricostruzione dell’Iraq. In coerenza, quindi, con questo principio,
promuoverà ogni iniziativa dell’Onu e dell’Unione Europea che offra un
quadro di collaborazione internazionale che contribuisca efficacemente
a che gli iracheni recuperino la loro sovranità e possano organizzare
liberamente e democraticamente le elezioni, per costruire il loro
futuro in pace, indipendenza e sicurezza.

Il governo rispetterà la posizione della Spagna come alleato fedele
dei propri soci. Rispetterà gli impegni internazionali del nostro
paese, in modo particolare quelli esplicitamente connessi alla nostra
partecipazione a missioni internazionali di pace e sicurezza.

Desidero esprimere apertamente la mia riconoscenza nei confronti delle
Forze Armate spagnole, quotidianamente impegnate in missioni in Spagna
e nei luoghi più diversi del mondo, e che in Iraq hanno dato prova
costante della loro preparazione, professionalità e disciplina, nonché
della loro umanità e del loro coinvolgimento nell’aiuto alla
popolazione irachena. Ad esse vada, anche a nome di tutti gli
spagnoli, la mia gratitudine e l’affetto mio personale e del governo.

Il ministro della Difesa riferirà nei prossimi giorni sul processo di
rientro delle truppe.

Da parte mia, annuncio che, secondo quanto ho espresso nel recente
discorso di investitura, oggi stesso ho sollecitato la convocazione
urgente dell’assemblea plenaria dei deputati [plenum del Congreso del
los Diputados], perché il governo informi i gruppi parlamentari sui
motivi e la portata di questa decisione che, del resto, pochi minuti
fa ho comunicato personalmente al leader dell’opposizione.

Traduzione di Titti Pierini