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L’Italia è anomala 28 voti a favore e 19 contrari. Si stabilisce così che la situazione italiana è a rischio e diventa un caso pericoloso per l’Europa
La commissione per la Libertà e i diritti dei Cittadini si è espressa sul rischio di violazione della libertà di espressione e informazione
Con 28 voti a favore, 19 contrari e nessun astenuto, la commissione per le libertà e i diritti dei cittadini del Parlamento europeo ha oggi approvato la relazione messa a punto sul "rischio di violazione nell’ Ue e particolarmente in Italia della libertà di espressione e informazione". Il testo è stato approvato con i voti dei parlamentari del Pse, Verdi, Sinistra, Liberali e Radicali. Contrari Ppe, Uen e Lega.
Grande soddisfazione da parte di Articolo 21 che, in Europa, aveva posto insieme ai parlamentari italiani di centro sinistra questi temi.
La stessa maggioranza che ha approvato il testo definitivo ha dato il suo via libera a numerosi emendamenti del leader della Margherita Francesco Rutelli, due dei quali sollecitano la riforma del settore audiovisivo "conformemente alle raccomandazioni della Corte costituzionale italiana e del presidente della Repubblica" e una "soluzione reale e appropriata al problema del conflitto d’interessi del presidente del Consiglio dei Ministri italiano, il quale controlla direttamente il principale operatore radiotelevisivo privato e indirettamente quello pubblico". La risoluzione dovrebbe essere esaminata in plenaria dall’Europarlamento nella sessione di aprile. La relazione della liberale olandese Johanna Boogerd-Quaak prende in esame la situazione di Francia, Irlanda, Germania, Polonia, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito, oltre alla situazione italiana.
Ma quello che si rileva nella relazione è che "il sistema italiano presenta una anomalia dovuta ad una combinazione unica di poteri economico, politico e mediatico nelle mani di un solo uomo, l’attuale presidente del Consiglio dei ministri italiano Silvio Berlusconi e al fatto che il governo italiano è direttamente o indirettamente in controllo di tutti i canali televisivi nazionali. Tra gli emendamenti di Rutelli approvati oggi in Commissione si rileva che Berlusconi "non ha risolto il suo conflitto di interessi" e che "uno dei settori nel quale è più evidente il conflitto di interessi è quello della pubblicita". La Commissione ha anche approvato due emendamenti della Cdl uno di Guido Podestà (Fi) sul pluralismo anche nel mondo della cultura e delle arti e uno di Roberta Angelilli (An) con la quale si prevede che l’azione della Commissione Ue debba basarsi sul principio della proporzionalità, in base alla quale l’azione dell’Unione non va al di la del necessario per il raggiungimenti degli obiettivi del trattato.
Il controllo sui mezzi di informazione e il conflitto di interessi che "coinvolgono il presidente del Consiglio italiano sono stati severamente censurati oggi dalla commissione libertà pubbliche del Parlamento europeo", facendo "esplodere il caso Italia". E’ quanto sostengono, in una dichiarazione le eurodeputate dei Ds Pasqualina Napoletano e Elena Paciotti. La commissione ha denunciato, aggiungono, "l’anomalia del sistema italiano dovuta ad una combinazione unica di poteri economico, politico e mediatico nelle mani di un solo uomo, Silvio Berlusconi, e sul fatto che il governo italiano è direttamente o indirettamente in controllo di tutti i canali televisivi nazionali". Per le due rappresentanti dei Ds un significato particolare hanno rivestito gli emendamenti approvati, "che denunciano le ingerenze o le pressioni governative che hanno portato all’allontanamento alla tv pubblica di Biagi, Santoro e Luttazzi, la non risoluzione per la legge del conflitto di interessi e i pilotati investimenti pubblicitari a beneficio delle società del gruppo Mediaset e a scapito della Rai e della carta stampata".