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la "rivoluzione" siciliana
par paolo de gregorio
Publie le venerdì 20 gennaio 2012 par paolo de gregorio - Open-Publishing4 commenti
– la “rivoluzione” siciliana -
di Paolo De Gregorio, 20 gennaio 2012
La “rivolta dei forconi” in Sicilia, che sta bloccando tutta la economia dell’isola, ci sta comunicando alcune cose:
– cervelli piuttosto raffinati hanno capito che ormai la vecchia politica e la Casta politica siciliana sono totalmente impresentabili e vanno sostituiti con nuovi “dirigenti” che nascano da una lotta vittoriosa, “popolare”, sulla base di un reale disagio di molte categorie di cittadini travolti dalla crisi e dagli aumenti di benzina e tasse
– i vecchi partiti sembrano fuori gioco, mentre la mafia ha un vitale interesse ad infiltrare personaggi legati ad essa per potere un domani fare politica in prima persona
– il metodo usato è quello dei blocchi stradali, illegali, che sembra avere complicità nell’apparato dello Stato che tollera e non interviene, comportamento ben diverso dal solito, quando si tratta di studenti e operai
– la fase storica in cui si inserisce questo movimento è di grande confusione politica, con un governo non eletto dal popolo, e quindi debole, ma con il pericolo, mortale per i vecchi partiti conniventi con le mafie, che faccia qualcosa di buono e innovativo sul terreno della evasione fiscale, del controllo dei movimenti di capitale, della legalità
– credo che vi sia stata una valutazione del pericolo che questo governo possa toccare alcuni santuari intoccabili e si sia data una accelerazione verso la sua caduta in quanto incapace di assicurare l’ordine pubblico e la libera circolazione di persone e merci nell’isola, con la popolazione in difficoltà senza cibo, benzina, acqua
– il tutto avviene senza che vi sia un progetto alternativo, senza il riconoscimento della strutturalità della crisi, senza individuare nel capitalismo finanziario e nella globalizzazione le cause del disastro, illudendo chi lotta che si potrà tornare ai tempi belli quando il consenso sociale si comprava con soldi pubblici a pioggia, e si aumentava quel debito pubblico (1900 miliardi di euro) che oggi ci strangola per gli interessi da pagare.
– un progetto alternativo, di cui non c’è traccia nelle rivendicazioni, è quello di una svolta industriale che preveda la autosufficienza energetica con la solarizzazione di tutta la Sicilia (che comprenda la produzione in loco dei pannelli fotovoltaici) in particolare nelle campagne comprese le serre, a cui va aggiunta la ristrutturazione della agricoltura per realizzare l’autosufficienza alimentare dell’isola.
Questo tipo di protesta oggi è senza sbocchi e non ha futuro. E’ cambiato il quadro internazionale e la globalizzazione ha già i suoi vincitori e i suoi vinti: chi ha materie prime, manodopera a basso costo, grandi multinazionali ha vinto. L’Italia non ha nulla di tutto ciò, non investe nemmeno nella ricerca ed è destinata al declino.
Chi rimane ottimista è un cretino.
Paolo De Gregorio
Messaggi
1. la "rivoluzione" siciliana, 20 gennaio 2012, 17:51, di K.
Quand’è così, come dice Paolo, non c’è più speranza ...
Banche e multinazionali hanno vinto ....
Non condivido minimamente ...
K.
2. la "rivoluzione" siciliana, 20 gennaio 2012, 17:55, di Giuliano Giuliani
Quindi ci si deve arrendere alla travolgente globalizzazione neoliberista, ai parametri economici che trionfano su tutto e al potere dei grandi capitali finanziari ...
E’ questo il senso dell’articolo?
Inoltre, il governo fantoccio di Monti, imposto dall’occupatore dell’Italia con l’approvazione di un Berlusconi impaurito, e il sostegno della feccia "di sinistra" venduta al neoliberismo (Bersani, Vendola, eccetera), secondo l’articolista di turno potrà fare qualcosa di buono ...
Ma andiamo!
Il movimento dei Forconi con Forza d’urto ha mostrato di essere fuori dagli schemi della politica liberaldemocratica ufficiale e di quelli sindacali, supini davanti al potere effettivo.
E’ un movimento nato intorno a questioni economiche e sociali drammatiche, con obbiettivi limitati e specifici (accise sulla benzina e pedaggi autostradali, ad esempio), che non è pilotato dai partiti o dai sindacati, i quali tutti, alcuni apertamente ed altri di nascosto, appoggiano il governo fantoccio di Monti/ Napolitano/ Draghi.
Per questo si cerca di screditarlo (infiltrazioni mafiose, come da dichiarazioni di Lo Bello) e forse, nel prossimo futuro, di criminalizzarlo prima che si radichi e/o si estenda, giustificando così una futura repressione poliziesca e violenta.
Se non altro, quelli che aderiscono alla protesta mostrano di aver compreso almeno una cosa: che non vi può essere salvezza all’interno di questo sistema e delle sue strutture politiche e sindacali "noramlizzate" dai dominanti globali, ma soltanto fuori e contro.
Giuliano Giuliani
1. la "rivoluzione" siciliana, 20 gennaio 2012, 18:24, di paolo
caro Giuliani,
il senso dell’articolo non è quello del tuo interrogativo, non si tratta di arrendersi, ma di rendersi conto dei danni della globalizzazione e della realtà.
Nell’articolo non ho parlato del separatismo siciliano che può essere una componente del movimento.
Ho appena letto una intervista al "leader dei Forconi", così come presentato su affari italiani, che parla proprio di questo, oltre a fare altre considerazioni che appaiono giuste.
2. la "rivoluzione" siciliana, 20 gennaio 2012, 18:31, di K.
Sicuramente sono i "sostenitori del totalitarismo bancario" a voler diffamare la lotta siciliana.
Ma certo Forza Nuova, con le sue "furbate" internettiane da politicanti, gli ha dato una bella mano.
Ed allo stesso modo gli "antifascisti da tastiera" che gli sono corsi dietro come pecorelle .....
E sì che il giochetto, soprattutto per chi bazzica un pò internet, era facilissimo da capire ....
Aveva proprio ragione Gaber sui "polli di allevamento", di qualunque tendenza ....