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Sundance Film Festival - Film "contro": Guzzanti come Moore

Publie le venerdì 27 gennaio 2006 par Open-Publishing

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Il Sundance Film Festival

Al festival dei film "contro" Guzzanti nella scia di Moore

de Giovanna Grassi

"Sono un clown, ma so che la satira può contare molto". Sabrina presenta il suo "Viva Zapatero!" alla rassegna di Robert Redford
PARK CITY (Utah) - "Forza Sabina!" è stato il commento della platea del Sundance Film Festival al termine della proiezione di Viva Zapatero! Tanti giovani tra il pubblico, tante domande sul governo Berlusconi.

Sabina Guzzanti ringrazia e spiega: "La satira, e io sono un clown, può anche essere severa e invitare a sorridere, senza far ridere. Essere in questo club mi rende fiera specie in un momento in cui lo strapotere di chi è al governo ha piegato in due il nostro cinema.

Comela tv e altro, i film sono controllati dall’alto: nella distribuzione, nei drammatici tagli alle sovvenzioni per i lavori di ricerca. Senza dimenticare che tanti registi sono nel libro paga della società di produzione cinematografica di chi è al governo. Comunque, come sta accadendo nel mondo, il controllo dei media è utile a tutte le parti, a destra come a sinistra".

In una manifestazione che ha lanciato Michael Moore e tutti i massimi e spesso controversi documentaristi di oggi, sono state numerose le richieste d’acquisto di Viva Zapatero! In questa edizione del festival caratterizzata da lavori corrosivi sulla censura in tutte le sue forme, il diario dell’attrice-regista è suscitato l’attenzione di tante reti televisive.

Come è accaduto anche al documentario Where’s the media? dove si elencano e denunciano gli abusi del potere sulla stampa «embedded »,maanche le connivenze delle corporation dell’informazione con il governo.

Grandissimo successo ha avuto anche This film is not yet been rated di KirbyDick sui metodi della censura cinematografica Usa. «Un’inchiesta sorprendente - ha dichiarato l’autore - che è stata svolta anche con investigatori privati sulla lobby di Hollywood e diWashington della Motion Picture Association che assegna i visti». Il film denuncia tutti i condizionamenti, i copioni non realizzati da autori come Kubrick, Altman, Egoyan, John Waters, Oliver Stone. E le intimidazioni degli studios.

Tutto il Festival, nei suoi diversi rami (anche quelli drammatici e di fiction) è percorso da un fervore documentaristico persino dove le storie sembrano discostarsi dalla realtà.

E’ il caso del film africano Son of Man in cui un Gesù nero denuncia sevizie, guerre, eccidi: quasi un musical ma con sequenze realistiche. Per non parlare di Iraq in fragments che punta le cineprese sulle divisioni del Paese in materia religiosa, etnica e politica, con uno stile di cinemaverità sulla post-guerra.

E il documentario sul drammaturgo Tony Kushner, Wrestling with angels trasforma tutte le risposte dell’intellettuale in una lucida analisi delle problematiche del mondo di oggi. In The Hawk is dying l’attore Paul Giamatti, presente anche in grandi film in competizione come The Illusionist e Thank you for smoking, lancia un appello sull’ambiente attraverso il suo hobby di educare i falchi. Anche nel documentario Worldplay, in cui si racconta come 50 milioni di americani partecipino ai giochi enigmistici, non mancano accuse agli stili di vita di oggi. Uno dei lavori più visti, quello di Spike Jonze su Al Gore (tra i protagonisti anche di un altro film sull’effetto serra), ha riempito le platee di rammarico per un presidente non eletto.

Lo avevano detto Robert Redford e il direttore del Festival Geoffrey Gilmore, celebrando i 25 anni del Sundance Film Institute: «Vedrete un cinema del reale anche nei film drammatici e fiction. Viva Zapatero! è stato scelto perché si inserisce in modo quanto mai significativo su quanto sta accadendo all’indipendenza dei poteri mediatici nel mondo».

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