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IN RISPOSTA ALLE COMPAGNE E AI COMPAGNI...

Publie le martedì 27 maggio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

IN RISPOSTA ALLE COMPAGNE E AI COMPAGNI DEL SITO DELLA MOZIONE “MANIFESTO PER LA RIFONDAZIONE”

Sul sito della mozione N° 2 primo firmatario il compagno Nichi Vendola, è apparsa ieri una nota redazionale intitolata “Una moratoria sulle bassezze, per un congresso vero”.

Come si può ben vedere su questo nostro sito c’è la fotocopia della pagina con l’articolo il cui titolo è: “l’apertura di Vendola “si alla TAV per le merci”, sormontata dal titolo ironico: “complimenti!!!”. Seguono diversi commenti, compresa la smentita di Vendola, e posizioni assortite circa la TAV Bari Napoli e la questione del trasporto veloce di merci su quella tratta.
Non abbiamo difficoltà a riconoscere le differenze notevoli tra il testo dell’articolo e il titolo (che comunque è bel leggibile sul nostro sito cliccandoci sopra), sebbene nel testo si parli di un incontro riservato tra Vendola e Mercedes Bresso e si alluda ad un possibile si alla TAV dell’uomo di governo Vendola. E capiamo la critica che ci viene rivolta, anche se la consideriamo un tantino esagerata. Per il semplice motivo che non è stata lanciata nessuna accusa e che l’articolo de La Stampa è stato pubblicato integralmente in modo che ognuno potesse farsi un’idea personale.

Ma la nota redazionale del sito “manifesto per la rifondazione” prosegue avventurandosi in considerazioni circa la nostra volontà di non procedere, nella discussione, criticando il testo della mozione Vendola bensì attraverso “un’offensiva denigratoria” per “aggredire la candidatura del governatore della Puglia alla guida del partito” e via di questo passo.

A parte il fatto che per noi Vendola è un ottimo Presidente (non governatore) e che tutte e tutti abbiamo contribuito al suo successo sia nelle primarie sia nelle elezioni regionali, ci siamo permessi di criticare la sua scelta di candidarsi alla segreteria del partito in una conferenza stampa ed abbiamo denunciato il rischio della personalizzazione del dibattito congressuale. Continuiamo a pensare che questa nostra critica sia politica e sia pertinente perché parla del leaderismo, che consideriamo un male da superare, della riduzione a tifosi plaudenti delle compagne e dei compagni, della stessa concezione del partito e della sinistra.
Siamo stati accusati, sui maggiori quotidiani e in diverse trasmissioni televisive, di aver ordito un golpe, di fare i furbi, di coltivare la cultura del sospetto, di copiare dal documento Vendola, e di un’infinità di altre bassezze e nefandezze.

Pazienza. Ci dispiace l’eccessiva asprezza e durezza di un dibattito che vorremmo più pacato e soprattutto chiaro, come chiari sono stati i fatti e le scelte che l’hanno provocato.

Anche noi pensiamo che si possa dar vita ad un dibattito utile a noi e alla sinistra.

C’è bisogno di un dibattito serio dopo la catastrofe, senza personalismi e senza che nessuno pretenda di avere l’esclusiva del meglio della nostra storia.

Il nostro partito è un corpo vivo, colpito da un terremoto anche nella sua dialettica interna.

Dal congresso di Venezia ad oggi sono successe molte cose. Basti dire che esponenti di primo piano della mozione Bertinotti di allora militano in ben quattro documenti in questo congresso, che esponenti della seconda mozione di allora militano oggi in tre documenti (compresa la mozione Vendola), che due delle cinque mozioni di allora sono uscite dal partito. Anche solo questa constatazione dovrebbe dimostrare che sarebbe stato meglio procedere circoscrivendo le divergenze, che sono e restano importantissime, ma che non possono riguardare tutto lo scibile umano.
Non è questa la sede per ribadire il senso delle nostre proposte politiche che, è vero, sono ben diverse da quelle del documento Vendola.

Ribadiamo invece la nostra vocazione unitaria, che è sincera ma anche necessaria per la realizzazione dei nostri obiettivi politici. Primo fra tutti far vivere la rifondazione comunista ed impedire che diverse costituenti finiscano con il dissolvere il nostro progetto e il nostro partito dividendo i movimenti, le associazioni e le tante persone della sinistra di questo paese.

Non abbiamo una vocazione maggioritaria, siamo impegnati dalla lettera della nostra mozione e dalla nostra volontà a proporre una gestione del partito nella quale tutte e tutti possano riconoscersi. Anche per questo non ci interessa una degenerazione del dibattito. Non è questione di “moratorie” volontaristiche o di galateo.

E’ questione di capirsi e di rispettarsi.

Noi lo vogliamo fare.