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Prc, Ferrero-Grassi-Mantovani: No presunzioni di autosufficienza

Publie le martedì 24 giugno 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

Prc, Ferrero-Grassi-Mantovani: No presunzioni di autosufficienza

Roma, 24 giu (Velino) - “Le cronache dei giornali si sono riempite nei giorno scorsi della narrazione di un congresso terribile, di ‘test di purezza ideologica’ a cui sarebbero sottoposti i nuovi iscritti a Rifondazione comunista, come dell’accusa di voler impedire il voto di operai e migranti, si è parlato di ‘tribunali’ e ‘scissioni’.

La nostra preoccupazione è per questo molto grande. E altrettanta crediamo debba essere la nostra assunzione di responsabilità”. È quanto si legge nel documento congressuale Ferrero-Grassi-Mantovani, esponenti del Prc. “Pensiamo dunque che debba essere fatta la massima chiarezza su quanto sta accadendo, non con l’intento di lacerare ulteriormente le relazioni politiche ed umane al nostro interno, ma con la volontà di recuperare senso di appartenenza e prospettiva di futuro per la nostra comunità politica. Per questo motivo non utilizzeremo questo spazio per la replica punto per punto alle accuse che ci sono state mosse.

Una replica, che chiunque voglia può trovare sul sito della nostra mozione. Vogliamo invece provare a discutere del problema di fondo che sta emergendo. Il nostro congresso è chiamato ad assumere scelte assai rilevanti, ed ha un oggetto preciso. Si tratta di decidere di Rifondazione Comunista e dell’esito della discussione aperta più di un anno fa sulla costruzione dell’unità a sinistra nel nostro paese. Un nodo su cui si sono registrate da subito posizioni diverse.

Non sulla necessità di costruire un processo unitario ma sul modo in cui farlo: attraverso l’ipotesi del superamento di Rifondazione o viceversa opponendosi a quell’ipotesi e proponendo in alternativa un processo partecipato, che tenesse insieme partiti, movimenti, associazioni, singoli, e non rimuovesse le differenze esistenti sul piano delle culture e delle linee politiche”.

“Un dibattito non esplicitato per molto tempo, poiché nei nostri documenti ufficiali l’ipotesi della dissolvenza è sempre stata negata, e che è invece precipitato in campagna elettorale nella predisposizione di appelli, nelle dichiarazioni sul superamento di Rifondazione e la riduzione del comunismo a tendenza culturale nel nuovo soggetto unico. E che è stato proposto anche immediatamente dopo la sconfitta da parte di esponenti che sostengono il secondo documento, che del resto parla esplicitamente di ‘nuovo soggetto politico’.

Questo è il centro del nostro congresso. Il rilancio del progetto della Rifondazione comunista, lavorando contemporaneamente alla costruzione dell’unita a sinistra a partire dalla società, dai conflitti e dai movimenti, dalla comune opposizione alle destre. Oppure la costituente di sinistra per approdare ad un nuovo soggetto politico. L’esito che cerchiamo di scongiurare è quello che uno dei nostri principali interlocutori (con cui vogliamo che l’interlocuzione continui) ci ha proposto. Ci riferiamo a quanto detto da Claudio Fava pochi giorni fa: ‘In autunno si produrranno due diverse ipotesi.. sostanzialmente inconciliabili.

Una di chi sceglie di tornare nella nostalgia identitaria e farà la costituente comunista. E una... su cui lavoriamo... che produrrà un nuovo soggetto politico... mi sembra ovvio che ci sia una parte dei compagni di Rifondazione... che continui a battersi per questa sinistra di nuovo conio’. In un’intervista del giorno dopo il coordinatore di Sd ha anche chiarito che si trattava di lavorare per ‘un centrosinistra di nuovo conio’. Non vogliamo attribuire le intenzioni di Claudio Fava ad altri, né demonizzare quelle posizioni”.

“Temiamo tuttavia che quegli esiti si producano. Che questo possa portare alla fine di un progetto condiviso, ad un segno moderato della costruzione della sinistra. La Rifondazione che vogliamo rilanciare, per l’oggi e per il domani, non ha presunzioni di autosufficienza e ha da tempo sedimentato la necessità che qualsiasi progetto di cambiamento dell’esistente declini nel presente lo sfruttamento del lavoro, come quella della natura, la necessità di percorsi di ricomposizione e conflitto di classe come l’assunzione delle culture ecologiste e del femminismo, pensiero e pratica necessaria ad ogni percorso di trasformazione. Ma di questo si tratta. Di decidere del futuro di questo progetto e di questa comunità politica. Per questo pensiamo che non debba continuare ad accadere quello che sta emergendo.

Non è soltanto la notizia comunque grave di iscritti ad altre formazioni che si tesserano al solo scopo di fare il nostro congresso o di tessere date a chi aveva dichiarato pubblicamente che si iscriveva ‘per sciogliere Rifondazione’. È l’utilizzo in maniera scorretta, di un Regolamento Congressuale garantista. Il nostro Statuto recita infatti all’articolo 2: ‘La compagna/il compagno iscritta/o ha diritto a ricevere la tessera per gli anni successivi alla prima iscrizione; in tal caso la consegna della tessera è atto dovuto’. Quello che sta accadendo è invece l’utilizzo del regolamento per non reiscrivere i tesserati 2007, usare tutte le tessere 2008 per fare nuovi iscritti, portare il tesseramento oltre il 200 per cento, cambiando la composizione dei votanti al Congresso.

Ci sono federazioni che hanno addirittura fatto circolari in questo senso. E cosa significa quanto accade in circoli in cui su 104 iscritti 2007 e 147 tesserati 2008, 117 sono nuove iscrizioni? O in circoli di 114 iscritti nel 2007 dove solo 3 hanno visto la propria tessera rinnovata, a fronte di 108 nuovi tesserati? Crediamo che non ci si iscriva ad un partito come se si trattasse di partecipare alle primarie sulla leadership, pagando dieci euro senza conoscere né condividere un progetto. Crediamo che la decisione sul futuro di Rifondazione debba essere prima di tutto nella sovranità delle donne e degli uomini che in questi anni hanno speso tempo, intelligenza, passione politica in questa comunità. E che questa sia una questione di moralità e democrazia”.