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Il mio congresso

Publie le mercoledì 2 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

Il mio congresso

di Luca Falaschini

E’ dal 1998 che voto Rifondazione, da quando ho ricevuto per la prima volta il mio certificato elettorale. Nel dicembre del 2005, quando mi sono sentito pronto per dare il mio contributo al partito, ho fatto la tessera. Non ho mai pensato di entrare qualche mese prima, per il famoso congresso di Venezia, e nessuno mai mi fece pressione allora per farlo. Oggi che ho conosciuto meglio questo partito, oggi che oltre a compagni ho trovato anche amici, e con quegli amici ho condiviso lotte, confrontato idee, colorato piazze, coltivato speranze, ho riso di gioia e stretto i pugni di rabbia, oggi chino il capo affranto di fronte a quello che avviene in questo congresso.

Lo aspettavamo il congresso qua a Porto Recanati, lo desideravamo. Pensavamo che sarebbe stato un momento di confronto vero, un ricominciare a parlarsi, un momento per sfogarsi dai troppi silenzi che hanno avvelenato gli ultimi mesi del nostro partito, dalle ultime fasi del governo, alla sinistra-arcobaleno poi la sconfitta elettorale e la diatriba sulle costituenti da fare nonostante tutto, comunque e con chi ci sta, che noi guardavamo un po’ da fuori con sguardo incredulo ed attonito. Pensavamo che questo congresso servisse e l’abbiamo reso utile; ci siamo guardati finalmente negli occhi, confrontati, ci siamo ripresi il rapporto che c’era tra noi, tra noi compagni, quel rapporto incancrenito nel tempo dietro le irresponsabili e settarie scelte dei nostri dirigenti.

Ci siamo ripresi il partito e ci siamo ritrovati, ognuno accantonando le proprie amarezze ed i propri dissapori recenti e meno recenti per riaccendere la fiamma pilota di Rifondazione, per far ripartire quella macchina che tanti compagni più anziani di me avevano assemblato anni fa e che ora a noi più giovani si chiede di usare al meglio. Lo aspettavamo il congresso ma non avevamo idea di che cosa si sarebbe trasformato di lì a poco in giro per l’Italia! Leggendo i dati che di giorno in giorno arrivano su internet ci si rende conto di quanto questo congresso possa essere falsato. Città di 100 mila abitanti che esprimono voti in un solo circolo pari a quelli di intere Regioni.

Truppe pilotate di nuovi tesserati che hanno tutto il diritto di entrare nella comunità partito, sia chiaro, ma per lavorare e contribuire a ideali comuni e ad un progetto condiviso, non per sostenere una mozione o per sciogliere la nostra casa. Chi vorrebbe una costituente di sinistra se realmente crede nella forza e nella entità delle proprie idee e del proprio progetto non farebbe entrare la sua “base” in un soggetto già a loro dire vecchio, ma se c’è davvero la volontà di creare una sinistra dal basso allora sarebbe da questo movimento popolare che si dovrebbe partire per costruire qualcosa di nuovo.

Rifondazione è un’altra cosa, ha una sua storia, una sua dignità che deve essere rispettata come decine di migliaia di compagni che ne fanno parte chi da più chi da meno tempo ma che hanno scelto Rifondazione e non un altro partito per esprimere le loro idee ed organizzare la propria azione all’interno del panorama politico Italiano. Mi sento ferito ed umiliato quando vedo questo Partito sul quale ho creduto ed ancora credo, cedere il passo ad atteggiamenti di stampo democristiano e di peggior epoca craxista. Non posso tacere.

Non ce la faccio a rapportarmi in questi termini a questa realtà. Voglio il confronto, voglio portare a discussione le mie istanze, quelle del mio circolo, della mia federazione, della mia Regione, quelle del mio Partito nel mio Paese e nel mondo! Voglio fare politica, azzardare, decidere, mediare, sognare ed essere concreto magari essendo pure sconfitto e stando in minoranza, ma vorrei che si giocasse pulito. So che tutti noi in una conta congressuale ci impegniamo a portare più compagni e compagne a votare magari ognuno per la propria mozione, è anche normale cercare di ottenere consensi spiegando che la propria posizione è più efficace delle altre, ma così come sta avvenendo in alcuni circoli e città, no.

Così non è neppure competizione, è vergogna. Fiumi di persone che magari in larga parte non hanno mai condiviso il nostro progetto che affollano le sale del congresso solo per votare senza neppure avere una minima idea per cosa, fa star male. Tutto questo ha il sapore acre del clientelismo, di una società corrotta e decadente che non sa alzare la testa, che vende il futuro dei propri figli per comprarsi oggi questo presente deprezzato. Essere in regola solo perché lo dice una norma statutaria in realtà non regolarizza la morale e la coscienza con la quale si svolge quella che dovrebbe essere una massima forma rappresentativa. Chi vince in questo gioco? Vince il qualunquismo, vince il potere che si manifesta nella sua parte più oscura, perde la politica, perde la speranza di poter cambiare le cose.

Se vogliamo combattere i mostri della destra in questo paese non possiamo usare le loro stesse armi perché sennò saremmo come loro e sappiamo bene che loro le sanno usare molto meglio di noi quelle armi. Comunque vada a finire ci vorrà del tempo per smaltire questi colpi e la sinistra ne uscirà più debole di prima, magari con le sue costituenti, magari con i vecchi simboli o i nuovi ricami, ma sopra ogni cosa sarà senza credibilità e speranza.

E’ dal 1998 che voto Rifondazione, ci credevo ed ancora oggi ci credo, ma ora di tutti quelli dai quali una volta pendevo dalle labbra, di molti che orgogliosamente in giro per l’Italia chiamavo e mostravo agli altri come compagni, persone si, ma a loro volta simboli di lotta e di libertà, ora, oggi, mio malgrado, ne riconosco sempre meno.