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Congresso PRC: Moz.1 Matera, l’unità è possibile!

Publie le mercoledì 16 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

Moz.1 Matera, l’unità è possibile!

I delegati eletti nel Congresso provinciale di Matera del PRC per il “documento 1” (che ha fra gli altri firmatari Paolo Ferrero), all’indomani del congresso provinciale di Matera rilasciano la seguente dichiarazione.

Congresso Provinciale di Matera del PRC: bene l’accordo unitario sulla politica , ora siano gli organismi del Partito a decidere il progetto di rilancio, l’organizzazione, la gestione unitaria e i nomi. Quando funziona la democrazia l’unità è possibile

I congressi territoriali di Rifondazione stanno consegnandoci un esito democratico inequivocabile: il PRC non si scioglierà e non verrà superato in un nuovo partito. Sarà l’Assemblea Congressuale nazionale di Chianciano a decidere il percorso su cui rilanciare il ruolo e la funzione sociale di un Partito Comunista la cui autonomia culturale, politica, organizzativa rimane la premessa per ricercare un accordo ampio ed unitario delle forze politiche e sociali che a sinistra lavorano per l’alternativa al neoliberismo ed alla deriva conservatrice ed antidemocratica.

È un congresso, questo, in cui gli iscritti sono stati chiamati (almeno da parte nostra), insieme ad una discussione sulle politiche, ad uno sguardo impietoso su noi stessi, ad un vaglio critico sui nostri limiti, difetti ed errori come si conviene ad una forza comunista all’indomani di una dura sconfitta elettorale.

Prima condizione, questa, per rilanciare il percorso della Rifondazione Comunista, la sua relazione con la società, la mobilitazione delle tante energie umane che fin qui abbiamo saputo attivare.

È in questo quadro che abbiamo maturato l’accordo unitario sul documento politico votato a maggioranza nel congresso provinciale di domenica scorsa ed è dentro questo accordo che vanno trovati i modi e le forme per sviluppare, nelle prossime settimane, un progetto organizzativo adeguato; progetto che deve coinvolgere i militanti del partito, gli iscritti tutti e saper allargarsi alle forze sociali ed agli uomini ed alle donne di sinistra.

Percorso che va sviluppato in maniera trasparente, niente affatto chiusa nei ristretti luoghi in cui ci siamo ritrovati a celebrare fin qui la nostra discussione e che, dunque, ha bisogno di modalità includenti, trasparenti e tempi adeguati.

Percorso che, per questo, va riportato negli organismi democraticamente eletti dal Congresso (Il Comitato Federale che per una parte è stato votato dal Congresso e di cui fanno parte di diritto i segretari di circolo che devono essere ancora eletti) che dovrà dirci come dare vita in Provincia di Matera a quella gestione unitaria che abbiamo insieme invocato con il documento finale.

Ci stupiamo di leggere oggi su un quotidiano lucano che ci sarebbe un accordo sui nomi che dovranno dirigere la riorganizzazione ed il rilancio della Federazione. Così non è e, del resto, non avrebbe potuto essere, proprio per il merito proposto dal documento unitario e dal percorso su cui ci siamo impegnati.

Veniamo da un congresso in cui uno degli elementi di scontro più forti che abbiamo avuto fra di noi è stato, per l’appunto, sulla modalità con cui è avvenuta la candidatura di Nicki Vendola a segretario nazionale ovvero prima sugli organi di informazione e poi negli organismi democraticamente eletti dagli iscritti.

Abbiamo spiegato più volte che la critica a questa modalità di “autocandidatura” (fatta oltre che da noi, da tutte le altre mozioni congressuali tranne che da quelle a firma di Nicki Vendola) riguardava una deriva “mediatica” della modalità nostra di sviluppare l’iniziativa politica magari per rimediare alle difficoltà di iniziativa sociale.

Oggi, nel momento in cui ci accingiamo a rilanciare le ragioni della Rifondazione Comunista, la sua capacità di radicamento sociale, di iniziativa politica e di alleanza, ribadiamo la necessità di rifuggere dalle scorciatoie e di concentrarci sull’apertura di una discussione vera fra di noi sul progetto.

Solo dentro questo percorso, nei tempi e nei modi giusti ci saranno le condizioni per il ritorno ad una pratica comune che non faccia più gli errori del passato e per rimotivare i tanti militanti ed iscritti che aspettano segnali di cambiamento nella gestione del Partito.

Sarà tempo usato bene se lo avremo saputo impegnare a rimotivare una intera comunità alla dura battaglia che ci aspetta nel prossimo periodo per sconfiggere le destre e battere le derive neoliberali che vivono anche fuori dal blocco di centro destra.