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Nella mani di 650 delegati il futuro di Rifondazione

Publie le giovedì 24 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

Nella mani di 650 delegati il futuro di Rifondazione

di Alessandro Cardulli (inviato a Chianciano)

CHIANCIANO - Ora sono faccia a faccia. Dopo un lungo,anche travagliato, percorso congressuale passato da più di duemila assemblee dei circoli, i firmatari delle cinque mozioni sono l’uno di fronte all’altro, in una platea di 650 delegati cui sono affidate le sorti, il futuro di un partito come Rifondazione comunista che ha subito una pesante sconfitta elettorale.

Insieme ai delegati a dare ancor più consistenza e visibilità al congresso, tanti invitati, tante delegazioni di partiti “amici”, “fratelli” si diceva una volta,giunti da ogni parte del mondo. Non mancano gli esponenti delle forze politiche italiane che guardano con attenzione all’esito di questo congresso, a partire naturalmente dai protagonisti, insieme a Rifondazione, della disastrosa esperienza elettorale di “ Sinistra-l’arcobaleno”, Sinistra democratica (Titti Di Salvo), Verdi(Paolo Cento), Partito dei comunisti italiani(Oliviero Diliberto), che hanno tenuto già i loro congressi. Con loro esponenti del partito socialista, di Italia dei valori, dei sindacati, di numerose associazioni. Di movimenti.

Anche il Pd è presente con uno dei suoi massimi esponenti, Goffredo Bettini, braccio destro di Veltroni. E’ la presidente della commissione per il congresso Erminia Emprin a dare il via ai lavori in modo ufficiale. Il suo è stato un compito ingrato. Insieme agli altri componenti della commissione fino al giorno prima l’apertura dei lavori ha lavorato per esaminare i tanti ricorsi giunti da ogni parte. In particolare hanno dovuto vedersela con il “gonfiamento” degli iscritti, denunciato in particolare dagli esponenti delle mozioni uno, tre, quattro e cinque. Alla fine il risultato tanto atteso e sul quale per tutto il percorso congressuale c’è stata polemica è venuto fuori e conferma i dati diffusi in particolare dalla mosione uno, quella che ha per primi firmatari Acerbo, Ferrero, Grassi, Mantovani che ha ottenuto il 40,28% e 162 appena 37 anni.

Lo ha ricordatoegati.La mozione due, primo firmatario Nichi Vendola, con Franco Giordano, Gennaro Migliore,sostenuta da Fausto Bertinotti ha ottenuto l47,3%, con307 delegati, la tre, Pegolo-Giannini il 7,67%, con 50 delegati, la quattro ,ClaudioBellotti, il 3,22%, con 21delegati,la cinque, Walter De Cesaris, 1,52% con 10 delegati. Il congresso prima degli interventi degli esponenti delle cinque mozioni ha vissuto momenti di commozione con il ricordo di Ivan Bonfanti, il giornalista di Liberazione scomparso pochi giorni. E’stata Graziella Mascia a raccontare la vita, l’impegno, il lavoro di Bonfanti ,la sua grande professionalità Esubito dopo il vicepresidente dell’Anpi, Ricci, ha reso omaggio ad un valoroso comandante partigiano, come Giovanni Pesce.Poi il messaggio inviato al presidente Napolitano, la sua risposta, i messaggi del presidente della camera, Gianfranco Fini, accolto con qualche fischio, del presidente del Senato, Schifani, i saluti del sindaco di Chianciano, del segretario della federazione di Siena. I piedi nel<piatto,<come si dice,ha cominciato a metterli Helmuth Scholtz a nome del partito della sinistra europei che conta oggi più di 450 mila iscritti.

Le cinque mozioni scoprono le carte, solo a metà

Dall’immaginico e fantasioso, poetico a tratti, intervento di Nichi Vendola ,autocandidato alla segreteria è scomparsa una parola che fino a qualche giorno fa ha costituito l’asse strategicdella mozione di cui è primo firmatario: costituente della sinistra che ,per realizzarsi , presupponeva, nei fatto, il superamento di Rifondazione. “Non voglio sciogliere il partito- ha detto- voglio che viva” Ed ha accennato al ruolo che il partito deve parranno partecipare nella costruzione di “luoghi comuni della sinistra alternativa”. Rifondare Rifondazione per dar vita “ad una grande sinistra di popolo”. Ed è su questa base che Vendola parla di “ ricomposizione unitaria” rivolgendosi alle altre mozioni che proprio nel rifiuto della costituente della sinistra, intesa come una fotocopia della Sinistra Arcobaleno. Su questo terreno si gioca la futura segreteria, a partire dal segretario ovviamente.

Larga parte del discorso del presidente della regione Puglia è stata dedicata a definire il quadro politico, sociale, culturale del nostro paese indicando l’unica strada da perseguire: scendere in piazza e ricostruire un blocco sociale di opposizione. Maurizio Acerbo, primo firmatario della mozione uno, entra nel merito del confronto, con una affermazione netta. Rivolgendosi a Vwendola ed a affermazioni fatte in recenti interviste, dice: “Nessuno vuole un partito giustizialista, di duri e puri. La nostra storia con i suoi valori, le nostre lotte, non sono un peso, siamo e restiamo comunisti””. Da qui Acerbo rilancia la proposta di gestione unitaria del partito,una gestione fondata su “ una lettura di classe della società”. Ma qui si ferma, preferisce non inoltrarsi su ipotesi che solo nei prossimi giorni troveranno concretezza. E’un congresso che non ha un esito predefinito e per questo, rileva Acerbo,in questi giorni dobbiamo confrontarci senza che nessuno di noi faccia caricature delle posizioni altrui.

Chiude con un cenno alla elezioni europee, alla necessità che Rifondazione si presenti con il proprio simbolo, con liste aperte, ma tenendo fermo il nostro orizzonte che- ha detto- “ è quello della Sinistra europea e non del Socialismo europeo”. Sandro Targetti, presentando la mozione tre ha dato una indicazione per i futuri assetto di Rifondazione. Ci sono i numeri – ha rilevato- per respingere la proposta della costituente della sinistra che già i congressi dei circoli anno respinto. Una base per possibili alleanze da intrecciare quando sarà il momento della elezione del segretario da parte del comitato politico.

Del resto i numeri dicono che una alleanza fra le quattro mozioni che si sono opposte alla costituente della sinistra possono raggiungere la maggioranza assoluta. Tocca a Claudio Bellotti dare prime indicazioni sulle intenzioni della mozione quattro.Si rivolge a Vendola e chiede se è d’accordo con la necessità di imprimere al partito sia sul piano delle politiche che della vita interna, “una svolta a sinistra, chiara,profonda la strada del “ nda. “ Ma a questa domanda- dice Bellotti- per tutto il percorso congressuale la mozione di Vendola “non ha mai dato risposte.”Ed in un quadro di movimento, di lotte, di reazione all’attacco sociale che si ricostruisce Rifondazione, si rimette in moto per andare a sinistra. “ Se c’è questa volontà il congresso- conclude Bellotti- può trovare la strada per una ricomposizione possibile. Mercedes Frias parla per la mozione numero cinque che ha partecipato al d uno slogan: “ disarmiamoci” . Pensavamo- ha detto- che forse potevamo arrivare al congresso ammaccati, feriti, o che si potesse non arrivare al congresso.

La mozione di cui primo firmatario è Walter De Cesaris ha lavorato per evitare il peggio. “Ora – ha concluso-la mozione si ferma qui, non appoggerà alcuna corrente, area documento”. Una specie di rompete le righe, un annuncio che ognuno dei dieci delegati voterà secondo coscienza,come si dice.

dazebao