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Mozione 1 presenterà documento

Publie le sabato 26 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

PRC/ GRASSI SI ARRENDE, FERRERO VERSO CANDIDATURA A SEGRETERIA

Chianciano (Si), 26 lug. (Apcom) - Si è conclusa in nottata in un hotel di Chianciano Terme la riunione della prima mozione congressuale del Prc.

L’ipotesi di una mediazione con la seconda mozione di Nichi Vendola (che aveva ottenuto la maggioranza relativa ma non è in grado da sola di eleggere il segretario) è tramontata: i ferreriani presenteranno un documento in commissione politica basato sulla definitiva archiviazione della costituente della sinistra e sulla decisione di presentare alle europee una lista autonoma di Rifondazione comunista, con il suo nome e il suo simbolo.

Ufficialmente Ferrero non presenterà una candidatura, tenendo fede alle regole statutarie secondo le quali il segretario si elegge nel comitato politico, il parlamentino del Prc che sarà eletto dai delegati e si riunirà domenica appena chiuse le assise. "La mia linea è stata sconfitta - racconta Claudio Grassi, coordinatore di Essere comunisti, alleato di Grassi nella mozione 1 - si andrà alla contrapposizione, da domani il congresso cambia volto. Ma non abbiamo nemmeno votato, io mi adeguerò alle decisioni della mozione".

Grassi era contrario a opporre un veto alla segreteria Vendola, e riteneva che per avviare una mediazione fosse sufficiente, come base di partenza, il fatto che Vendola avesse accantonato la costituente della sinistra nel suo discorso di fronte alla platea congressuale. Ma gli uomini di Ferrero hanno rifiutato anche l’ipotesi di offrire alla mozione 2, che ha conquistato il 47% dei consensi nei congressi locali, la possibilità di indicare un altro nome, meno esposto di Vendola sul progetto di costituente. E a questo punto è chiaro che Ferero si candiderà, anche se l’ufficialità si avrà solo domenica, alla segreteria. "Spero che abbia fatto bene i suoi conti, che non li abbia fatti alla Parisi", ironizza Grassi, alludendo al precedente del voto di fiducia che fece cadere il primo governo Prodi nel 1998.

A questo punto però Ferrero, con il suo 40%, per diventare segretario, dovrà ottenere i consensi delle altre mozioni (esclusa ovviamente quella contrapposta di Vendola). La quinta mozione, che proponeva una gestione provvisoria, senza segretario, per sospendere le ostilità nel partito, finora era orientata all’astensione "su qualunque candidato". Restano da verificare la terza e la quarta mozione. Fosco Giannini, uno dei leader della terza che ha riscosso poco meno dell’8% dei voti congressuali, avverte: "Noi abbiamo detto chiaro a Ferrero che lo votiamo se c’è un minimo di apertura alle nostre posizioni. Vogliamo una lista alle europee aperta a una prospettiva di unità dei comunisti, e non un Arcobaleno mascherato. Vedremo". Ma la scelta di Ferrero è chiara: se anche perdesse la sfida con Vendola, il governatore pugliese sarebbe un segretario dimezzato, di parte. La sua linea sarebbe resa pressoché impraticabile dall’opposizione interna. E potrebbe non sopravvivere alle elezioni europee.