Home > Prc, verso il redde rationem

Prc, verso il redde rationem

Publie le domenica 27 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

di Marzia Bonacci

comitato politico di oggi vedrà lo scontro fra documenti contrapposti. Svanisce la mediazione, si va alla conta. Ferrero e Vendola si contrasteranno, con il primo che è riuscito a compattare le altre minoranze mettendo a repentaglio la segreteria del governatore pugliese, che terrà una conferenza stampa in tarda mattinata

In mattinata è tutto un po’ più chiaro. Concluso il voto sugli emendamenti presentanti per modificare lo Statuto del partito, andato avanti fino alle quattro del mattino, si capisce che ogni possibilità di ricucire serpeggiata debolmente fino al pomeriggio di ieri è naufragata. Non trova spazio l’introduzione nelle norme statutarie della figura del presidente, ventilata come via di fuga dall’impasse della contrapposizione: di fatto tramonta l’ipotesi di affidare la segreteria alla mozione 2 e la presidenza a quella 1. Ma si arena anche la strada del compromesso tra i due grandi protagonisti. L’appello di Grassi (mozione 1) al dialogo per evitare la spaccatura -"Caro Nichi, caro Paolo, parlatevi"- è isolata dal fronte compatto e radicale di Ferrero-Mantovani-Acerbo, che su Vendola segretario sono assolutamente contrari. Non a caso Grassi, "il mediatore" di questo settimo congresso del partito, ieri aveva detto: "Mi attengo alle decisioni della maggioranza della mozione. Certo da oggi il congresso cambia".

Così il Comitato politico nazionale odierno vedrà il muro contro muro tra le due mozioni principali, con la differenza che i documenti di minoranza diventeranno l’ago della bilancia per incoronare il segretario. Il governatore della Puglia per ora è il candidato della mozione 2, mentre quella che fa capo all’ex ministro non ha ancora un nome ufficiale, anche se quello di Ferrero appare sempre in pool position. Certa la presentazione di documenti contrapposti.

In questa Rifondazione spaccata, dove la scissione materiale non è possibile per ragioni economiche, sono i numeri e i conteggi del Cpn a focalizzare l’attenzione. Il toto segretario passa infatti per calcoli, congetture numeriche, previsioni matematiche. Ricapitolando: il Cpn presenta 240 componenti, 113 sono della mozione 2 e 97 di quella 1. Per essere eletto segretario si necessita di 119 preferenze (maggioranza semplice), così perchè il governatore pugliese sia nominato a capo del partito ha bisogno di 6 voti a suo favore. Calcolando però che la mozione 5 (favorevole a gestione collettiva e contraria alla elezioni del segretario) potrebbero astenersi, la strada per la mozione 1 sembra più semplice da percorre. La somma delle minoranze potrebbe dunque diventare maggioranza. A vantaggio del documento di Ferrero-Grassi-Acerbo-Mantovani ci sono i numeri della altre minoranze con cui si è realizzato un asse. Così i 18 voti di Giannini-Pegolo-Burgio, insieme agli 8 della mozione 4, potrebbero contribuire alla volata della componente dell’ex responsabile delle Politiche Sociali. In questo scenario a complicare le cose anche la possibile estensione numerica: gli anti-vendoliani per rendere più difficile la partita al compagno Nichi potrebbero riuscire a strappare il passaggio dei membri del Cpn da 240 a 260-270. Costringendo Vendola a guadagnare non più solo 6 voti, necessari per ottenere la maggioranza relativa, bensì di conquistare di fatto il passaggio di una vera e propria area politica dalla sua.

Per la tarda mattinata è prevista una conferenza stampa di Vendola, i rumors parlando di una sua possibile marcia indietro. Ma è ancora mattina presto qui a Chianciano Terme. Si dovrà aspettare il Cpn di oggi pomeriggio, con l’unica certezza che sarà un lungo giorno e sotto il segno della spaccatura politica, anche se non realizzabile con una vera e propria scissione per ragioni di cassa: troppo povera per essere spezzata in due.

aprileonline