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Biografia di Paolo Ferrero

Publie le domenica 27 luglio 2008 par Open-Publishing
1 commento

Dazibao Rifondazione: VII congresso

Paolo Ferrero (Pomaretto, 17 novembre 1960) è un politico italiano, Ministro della Solidarietà Sociale del Governo Prodi II dal 17 maggio 2006 al 8 maggio 2008. E’ segretario di Rifondazione Comunista dal 27 Luglio 2008.

Vive i suoi primi anni a Chiotti in Val Germanasca, una contrada di 100 abitanti, dove frequenta le scuole elementari, poi si trasferisce a Villar Perosa, la cittadina della Famiglia Agnelli.

A 17 anni si iscrive a Democrazia Proletaria (DP), partito politico della Nuova Sinistra, nei cui organismi dirigenti entrerà negli anni successivi.

Dopo essersi diplomato all’Istituto Tecnico Industriale inizia a lavorare come operaio, nel 1978, allo stabilimento FIAT di Villar Perosa MVP, dove distribuisce volantini e si occupa del bollettino operaio ’Valle contro’.

La sua passione per la politica si fonde con l’impegno nella Chiesa valdese: ha fatto parte della Federazione Giovanile Evangelica Italiana (FGEI), di cui è stato segretario nazionale dal 1985 al 1986. "Ci sono molte superfici di contatto con la politica" dice, "questi sono i due luoghi in cui mi sono formato e ho iniziato a fare attivita’ di base".

Dai 27 anni in poi entra in politica a tempo pieno dopo la Cassa integrazione alla FIAT. In quegli anni, Ferrero costituisce anche una cooperativa agro-forestale chiamata ’Coop Agrovalli’, attualmente ancora attiva.

Dopo lo scioglimento di DP nel Partito della Rifondazione Comunista (PRC), Ferrero ne diviene capogruppo consiliare a Torino. Diviene a capo di una corrente di minoranza del partito, erede della vecchia maggioranza di DP (con lui ci sono Luigi Vinci e l’ex-segretario di DP Giovanni Russo Spena), che nel IV Congresso del 1996 andrà a sostenere la mozione del segretario, Fausto Bertinotti. Dal 1995 al 2006 fa parte della Segreteria nazionale di Rifondazione; è stato responsabile del Dipartimento associazionismo e movimenti, poi dell’Area lavoro, economia e diritti sociali.

Alle politiche del 2006 viene eletto per la prima volta deputato del PRC, nella circoscrizione Piemonte II, carica che ha lasciato il 6 giugno 2006, venendo sostituito da Anna Maria Cardano.

Il 17 maggio 2006, con la formazione del secondo governo Prodi, viene nominato Ministro della Solidarietà Sociale, con delega in materia di politiche sociali, politiche delle migrazioni, contrasto alle tossicodipendenze e Servizio civile nazionale.

Il 5 dicembre 2006 in veste di ministro per la Solidarietà sociale, nomina Susanna Ronconi membro della Consulta Nazionale delle tossicodipendenze. Il 2 marzo 2007 si apprende che il ministro è indagato. Il reato ipotizzato dalla Procura di Roma, secondo quanto scrive il Corriere della Sera, sarebbe quello di abuso d’ufficio. Il primo marzo Susanna Ronconi si dimette e il ministro le revoca la nomina.

Il 16 luglio 2007 annuncia un ddl atto a regolamentare la pubblicità sui superalcolici.[1]

Nel 2008, in occasione delle elezioni politiche, Ferrero è candidato alla Camera ma non è rieletto, a causa del pessimo risultato elettorale della sinistra. Per il Congresso del partito previsto per luglio 2008 è tra i co-firmatari della mozione numero 1 "Rifondazione Comunista in movimento Rilanciare il Partito, costruire l’unità a sinistra" assieme al leader della corrente dell’Ernesto Claudio Grassi.

Il 27 Luglio del 2008, l’ultimo giorno del settimo congresso di Rifondazione Comunista, la mozione 1 di Ferrero viene approvata con il 53% dei consensi contro la mozione 2 di Nichi Vendola,che raccoglie il 47%. Ferrero verrà eletto subito dopo dal Comitato Politico Nazionale con 142 si, 134 no e 4 schiede bianche

wikipedia

Messaggi

  • Ferrero mi è sempre piaciuto come persona, con altrettanto piacere leggo che era di D.P il partito per cui ho sempre votato,limpida la sua storia di ex operaio non si puo’ chiedere di piu’!
    Con rammarico però ,da comunista , non posso che trovare stridente, che ,con tutto il rispetto per i credenti, a segretario di un partito che si definisce comunista, non ci sia una persona orgogliosamente atea
    Certo, ci possono sempre essere con gli uomini di fede dei lati molto comuni (ancora di piu’ se non si tratta di un cattolico ma un valdese viste le persecuzioni a cui sono stati sottoposti),ma comunismo è libertà di pensiero e fede nella sola ragione cose inconciliabili con l’abbraccio dei dogmi di religione,siamo figli dell’illuminismo e su tanti punti decisivi non si puo’ essere insieme veri comunisti e veri credenti
    Alberto Ancillotti