Home > La forca per quelle maestre non assolverebbe le nostre coscienze...

La forca per quelle maestre non assolverebbe le nostre coscienze...

Publie le sabato 5 dicembre 2009 par Open-Publishing
4 commenti

Troppo facile per noi genitori e cittadini cavarcela con così poco, invocando la forca per le maestre cattive. Troppo facile autoconvincerci che l’asilo lager sia solo quello di Pistoia. E, volendo fare un parallelo, si potrebbe andare oltre autoconvincendoci come cittadini e utenti che gli ospizi lager siano una rarità o che episodi di malasanità killer riguardino solo alcuni reparti ospedalieri del sud.

No, a mio avviso, occorre una riflessione più profonda dopo aver superato la reazione istintiva di pancia tipica del telespettatore che vede scene orribili a danno di bambini indifesi. Chiediamoci, per favore, se tutto il male sia attribuibile a due maestre oppure se le responsabilità non siano anche collettive: del Comune, della ASL, della Regione Toscana per finire, paradossalmente, agli stessi genitori.

Guardiamole le cronache di Rignano Flaminio, guardiamo quanto hanno detto ai giornali, subito dopo l’arresto delle maestre, alcuni genitori utenti dell’asilo lager di Pistoia. Ricordo un papà che ha dichiarato più o meno questo: "se a casa mio figlio si comporta male basta che gli dico che il giorno dopo non lo porto all’asilo (cip-ciop ndr) e lui subito smette, quindi non posso credere a quello che raccontano delle maestre".

Noi genitori che lavoriamo, spesso abbiamo accompagnato, o accompagniamo ancora, i nostri bimbi piccoli in un asilo nido, che non è sempre e non è affatto una casa di vetro per come viene solitamente gestito. La difficoltà a conoscere la qualità del servizio e di sapere cosa accade all’interno dell’asilo ci può scatenare ansie incompatibili con il grande stress quotidiano del lavoro e delle incombenze familiari. Allora, può accadere che alcuni genitori mettano in atto un sistema di compensazione e si barrichino dietro una supervalutazione irrazionale del nido e dietro quel velato rapporto di soggezione seduttiva con le maestre le quali "tengono in pugno le nostre creature".

Come se ne esce da questa situazione di stallo per la quale solo una telecamera nascosta della polizia ci fa sì riaccendere il cervello, ma per indurci purtroppo subito dopo all’isteria collettiva, alla voglia di massacrare di botte due maestre psicologicamente disturbate? Dimentichiamo così che per anni, forse, quelle maestre hanno potuto fare del male grazie alla mancanza di un vero controllo delle istituzioni pubbliche e grazie alla mancanza di una rappresentanza attiva dei genitori e utenti, come dovrebbe avvenire in tutte le strutture di assistenza alla persona.

Il male, a mio avviso, contagia e interroga anche le nostre coscienze di genitori quando preferiamo delegare totalmente ad altri la cura, l’istruzione e l’educazione dei nostri figli senza voler impegnare un briciolo del proprio tempo nella partecipazione alle riunioni, ai comitati di gestione del nido, alle consulte di quartiere, ai consigli di scuola e di circolo, ai consigli d’istituto e di classe.

Ogni tanto emergono storie assurde come quella dell’asilo di Rignano Flaminio, come quella della maestra di sostegno che con le forbici ha ferito la lingua di un bambino, come quella dell’assistente domiciliare di cooperativa sociale che "educava sessualmente" il minore preso in carico, come quella del bambino disabile annegato questa estate nel lago di Martignano per incuria di un’altra cooperativa sociale che avrebbe dovuto assisterlo.

Le amministrazioni pubbliche hanno per prime le loro grosse responsabilità di omessa vigilanza su servizi alla persona pubblici, esternalizzati e autorizzati, senza i dovuti controlli sul personale impiegato, sulle loro qualifiche e sull’effettiva applicazione dei regolamenti di accreditamento, sanitari e di gestione. Amministrazioni, a volte comunali o sanitarie o scolastiche sostanzialmente "distratte" (?).

Ma la ricaduta in termini sociali si amplifica quando noi cittadini e genitori, anzichè svolgere il ruolo critico e costruttivo di cogestione e compartecipazione ad un servizio di utilità pubblica, preferiamo rimanere più comodamente nel ruolo passivo e obbediente di "utenti beneficiati".

Questi orrori si ripeteranno se noi continueremo a deresponsabilizzarci restando massa informe capace di foderarsi gli occhi col prosciutto e di imbracciare i forconi telecomandata dagli schermi televisivi.

La mia proposta di genitore, che una decina di anni fa ha deciso di impegnarsi in prima persona entrando negli organi di gestione dell’asilo nido, nei consigli di scuola dell’infanzia, di circolo didattico e nei comitati di quartiere, è quella ovvia rivolta a tutti: ognuno dia quel poco tempo che può mettere a disposizione per sostenere il processo educativo e di crescita dei propri figli e la qualità della vita del proprio territorio. Tentiamo almeno di assumerci la responsabilità piena di essere cittadini attivi di questo paese che intendono partecipare al governo della cosa pubblica, non da sudditi, ma da padroni di casa.

Domenico Ciardulli

Messaggi

  • Concordo pienamente con quanto si afferma nell’articolo. Nei vari casi di abuso e maltrattamenti nelle scuole materne, lo shock più grande è quello di non aver capito che cosa stava succedendo, o almeno, che la realtà era molto diversa da come appariva.Ma se si potrebbe imputare ai genitori il fatto di non aver dato sufficientemente peso ai segnali di disagio che diversi bambini lanciavano, bisogna anche capire che la maggior parte della gente ha una grande fiducia nelle istituzioni scolastiche, ed è convinta che le insegnanti conoscano i bambini meglio di loro: le insegnanti hanno a che fare con un mucchio di bambini, mentre un giovane genitore al primo figlio, appare talvolta sperduto e, se si è così bravi da fargli credere che è lui a non capire i bambini, l’insegnante riuscirà ad esercitare un grosso potere anche sul genitore, fino a convincerlo che tutto ciò che appare strano in suo figlio, rientra nella normalità. L’errore di base è nel mancato controllo del personale delle strutture a cui si appalta, quello dei servizi esternalizzati, ecc. Ma forse, il vero problema è che dei bambini non importa abbastanza a nessuno. Ed è inutile scandalizzarsi se ogni tanto accade un fatto eclatante, sarebbe strano il contrario.Chiunque sia in possesso di certi titoli può aprire un asilo nido, basta una sola persona abilitata, ma una laurea non basta a fare un buon insegnante.Per esempio, la Scuderi aveva tutti i titoli necessari, una delle due insegnanti di un nido di Milano condannate per maltrattamenti due anni fa, era addirittura una psicologa.Ma qualcuno ha controllato il suo lavoro? Perchè se i genitori delegano troppo, anche chi assume queste persone non si interessa di come lavorano. E i comuni non fanno alcun controllo sulle strutture private a cui si affidano.Tutti i giorni ricevo email in cui mi si segnalano cosa incredibili che accadono in tutte le scuole, pubbliche e private: dal bambino traumatizzato perchè la maestra gli strappa tutti i disegni, a quella che ha sgridato a tal punto un’alunna di prima elementare che lei, appena una maestra pronuncia il suo nome, scoppia a piangere. Queste cose non andranno mai sui giornali, ma creano comunque grossi traumi nei bambini. Chi se ne preoccupa, oltre ai genitori interessati?

    Roberta Lerici
    Resp.Movimento Infanzia Lazio
    / Resp. Dipartimento Infanzia IDV

    • Gentile signora Lerici grazie del suo contributo alla discussione. Asili privati e pubblici per poter essere autorizzati a funzionare non solo dovrebbero avere personale con titoli (e una delle due aveva solo la terza media) ma dovrebbero essere sottoposti a controlli periodici della Asl e degli altri enti locali. Gli asili e le scuole dovrebbero inoltre prevedere carte dei servizi e organismi di partecipazione e controllo da parte dei genitori. Mi rendo conto che spesso tutto è sulla carta, e non a caso si chiama carta dei servizi, ma in molti casi rendere eclatante e additare il capro espiatorio più facile serve a nascondere e a distrarre l’opinione pubblica da eventuali responsabilità a monte, più grosse che potrebbero coinvolgere funzionari pubblici o politici locali...
      Riguardo alla presunta soggezione del neogenitore rispetto alla puericultrice vorrei ricordare che la mentalità di sentire il bisogno di affidarsi con fede nelle mani di qualcuno è diffusa non solo a livello educativo ma anche nella quotidianità ordinaria. Non è stato infatti del tutto superato il concetto dell’assistenza sociale di mussoliniana memoria dove i servizi erano beneficienza e patronato anzichè strumento per innescare l’emancipazione e la presa di coscienza di ogni individuo in difficoltà. Esattamente come fanno molti partiti quando fanno intendere al cittadino utente che un diritto elementare sia un favore erogato in cambio di un consenso elettorale. Saluti

      Domenico Ciardulli
      www.ciardullidomenico.it

    • In questi ultimi 70 anni di guerre decine e decine di migliaia di persone sono morte bruciate vive dalle bombe al fosforo, fosforo che continua a bruciare la carne anche se ci si getta in un fiume.
      Non ho sentito un solo lamento,contro le bombe al fosforo, da questi forcaioli che vogliono le 2 mestrine di Pistoia sul patibolo
      Non giustificò le maestre di Pistoia dell’ asilo Cip e Ciop ma rammento che le 2 mestrine ,come tutti gli imputati, hanno diritto alla difesa, diritto costituzionale, ed eventualmente una pena, se ci sarà pena,proporzionale ai delitti previsti dal codice penale. Questo clima forcaiolo alimentato anche da certa stampa e tv è contro il diritto di difesa delle 2 maestre. Non si giudica con le emozioni ma con gli articoli del codice penale e civile in mano. Pertanto va denunciato qualunque articolo che pur di fare audiece , che in gergo giornalistico si chiama diritto di informazione, inquina il diritto alla difesa delle 2 mestrine. Io denuncio gli eventuali abusi dei giornalisti alle procure

      Mason Antonio Padova

    • d’accordo con te, sconvolge questa gara cruda e violenta anche di gente che si ritiene per bene, che esercita con la tastiera i suoi desideri di tortura, di sgozzamento, di macellazione delle autrici dei maltrattamenti nell’asilo di pistoia. E’ un’italia medioevale che manda fuori dalle sue viscere l’essenza di barbarie che cova dentro. Persone probabilmente di ceto medio elevato e ragazzotti di periferia che dimostrano, inneggiando alla morte e alla tortura, di essere peggio, molto peggio di quelle maestrine.