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I ROSSO-BRUNI: VESTI NUOVE PER UNA VECCHIA STORIA

Publie le mercoledì 21 luglio 2010 par Open-Publishing
21 commenti

Questo breve articolo di tono divulgativo, apparso sul numero di giugno della rivista Su la testa, legata al PRC, non doveva apparire su Carmilla. Esistono in rete inchieste sullo stesso tema molto più accurate, di cui fornirò i riferimenti. Se mi risolvo a pubblicarlo qui è perché, a scoppio ritardato, ha causato nei diretti interessati reazioni scomposte, ai limiti dell’isteria. In particolare, ciò è avvenuto per le tre righe piuttosto neutre consacrate a Costanzo Preve, elencato tra i marxisti sedotti dall’ipotesi rosso-bruna. In appendice, fornirò qualche indicazione bio-bibliografica sui curiosi difensori che, per l’occasione, l’illustre “filosofo marxista” ha trovato. Naturalmente, a tutti è lecito cambiare idea, ma se la schiera dei “versipelle” è troppo folta dà adito a sospetti.

L’ultimo, sconcertante prodotto della strana famiglia che sto per descrivere ha per nome “autonomi nazionalisti”. Si tratta in effetti di giovani neonazisti che fanno propri alcuni simboli esteriori non tanto dell’autonomia, quanto dell’anarchismo più radicale.

Vestono le tutine nere dei “Black Bloc”, si fregiano della A cerchiata. Di recente hanno occupato una casa rurale abbandonata nei pressi di Pavia, con l’intento di farne un centro sociale. Inalberano l’insegna del movimento internazionale “Antifa Aktion”, rappresentata da una bandiera rossa giustapposta a una nera, se i militanti sono in prevalenza marxisti, o una nera su una rossa, se prevalgono gli anarchici. L’emblema vuole comunque indicare l’unità di anarchici e marxisti contro il fascismo.
Non è così per gli “autonomi nazionalisti”. Nella loro versione, la bandiera nera copre la rossa, ma la scritta attorno è “Anti-Antifa Aktion”. Il nemico è dunque l’antifascismo militante.

Si tratta, in Italia, di un pugno di giovanotti, per di più invisi a Casa Pound, che li ha trattati a male parole. In realtà il piccolo movimento è nato in Germania, dove, visto il successo degli “Antifa”, alcuni militanti di estrema destra hanno pensato che fosse solo questione di look; poi il nucleo iniziale si è ramificato, raggiungendo persino l’Australia. Prassi di questi gruppi? Infiltrarsi nelle manifestazioni degli Antifa e causare il maggior numero possibile di danni insensati, con obiettivi certamente diversi da quelli dei Black Bloc propriamente detti.

Restano comunque un’esigua minoranza, come gli “anarchici nazionalisti” che li avevano preceduti. Ben diverso – anche se numericamente ancora marginale – il peso esercitato dalla tendenza fascista detta “rosso-nera”, o “comunitarista”, o “nazional-bolscevica”, o “socialista nazionale”. In Italia è una lunatic fringe, eppure può contare su un quotidiano, qualche rivista, diverse case editrici e molti siti web, che alcuni, in buona fede, credono di estrema sinistra. Il fatto è che questo filone ha una sua storia e, qui e là per l’Europa, persino un suo radicamento.

Un recente numero del Bollettino Aurora di Alex Lattanzio – pubblicazione “rosso-bruna” in rete molto ben dissimulata, tanto che prende nome dal famoso incrociatore che appoggiò gli insorti della Rivoluzione d’Ottobre – rievocava i “padri nobili” in quei comunisti nazionalisti che negli anni ’20, in Germania, ebbero un qualche seguito, fino a venire cancellati dai nazisti hitleriani. In realtà, l’origine della corrente è più recente. Il fondatore autentico è il belga Jean-François Thiriart (1922-1992), ex combattente delle SS valloni, collaborazionista in nome di gruppuscoli provenienti dall’estrema sinistra approdati al sostegno al Terzo Reich. Nel dopoguerra, Thiriart pagò le sue scelte con alcuni anni di carcere. Tornato in libertà, fondò alla fine degli anni ’50 il movimento Jeune Europe (avente per simbolo la croce celtica, poi divenuta di uso comune a destra), che si opponeva alla decolonizzazione del Congo belga, dell’Algeria e degli altri possedimenti europei in Africa. In Italia, Jeune Europe ebbe quale primo referente Ordine Nuovo, mentre all’interno dell’OAS (Organisation Armée Sécrète) franco-algerina, trovò un discepolo brillante e intelligente in Jacques Susini, l’ideologo del gruppo terroristico.
Lentamente, tuttavia, le idee di Thiriart, inizialmente tanto antiamericane quanto antisovietiche e centrate sulla nozione di Europa quale culla della civiltà, mutarono. Cominciò a leggere l’URSS quale baluardo nazionalista, specialmente nella figura di Stalin, e a considerare con simpatia la Cina. Formulò la nozione di “Eurasia”, entità politica e culturale in fieri capace di dare scacco all’imperialismo americano, ormai quasi il solo nemico (con la sua appendice ebraica, Israele). Accantonò il filocolonialismo per appoggiare i movimenti di resistenza dell’America Latina e del Medio Oriente.
In Italia i referenti cambiarono. Per i dettagli rimando a un saggio di Claudia Cernigoi, La strategia dei camaleonti: comunitarismo e nazimaoismo (http://www.nuovaalabarda.org/dossier/comunitaristi_e_nazimaoisti.pdf) , apparso nel 2003 sulla rivista triestina La Nuova Alabarda e facilmente reperibile sul web. Vi si trova anche un dizionario con i nomi più significativi, sempre ricorrenti. Riassumendo almeno tre decenni, chi traspose in Italia le nuove idee di Thiriart fu in primo luogo “Lotta di popolo”, il più noto gruppo detto nazi-maoista. Seguirono “Lotta Studentesca”, in parte “Terza Posizione”, la rivista “Orion” di Milano (facente capo alle edizioni Barbarossa e alla Libreria del Fantastico di viale Plinio), fino all’ala estrema e armata, i NAR di Giusva Fioravanti. Più raggruppamenti minori, misticheggianti o aventi radicamento locale, in forma di circoli e associazioni culturali.

Più interessante vedere gli sviluppi attuali. Non senza avere notato che quella componente, sicuramente minoritaria, del fascismo “di sinistra”, ha comunque contagiato l’intero arco della destra extraparlamentare, o parzialmente extraparlamentare in quanto associata elettoralmente ai partiti del centrodestra. Se ne trovano tracce in Fiamma Tricolore, in Forza Nuova, in Casa Pound-Blocco Studentesco (l’espressione più “moderna” e originale) e in molte formazioni assenti dalla scena nazionale.

Una rassegna dei gruppi e dei siti che sto per citare è compresa in un saggio, L’arcipelago della destra radicale, presente nel sito web L’Avamposto degli Incompatibili (ora qui http://www.laltralombardia.it/public/docs/rifiuti3.html ).

Quello che tento ora è un rapido aggiornamento.

Anzitutto è d’obbligo il rimando a una delle maggiori formazioni che agiscono a livello europeo, a dimostrazione che siamo di fronte a una piccola Internazionale. Si tratta del Partito Comunitario Nazional-Europeo (http://www.pcn-ncp.com/) , i più diretti eredi di Jean-François Thiriart. Quando si accede in rete al loro sito, si è accolti dall’inno sovietico. Si passa poi a una pagina fitta di ritratti di Stalin e Che Guevara. Il partito sembra avere molte filiazioni soprattutto nell’Est europeo, e, quanto all’Europa occidentale, in Francia. Qui pubblica un periodico, Les Causes du Peuple. Fa il verso a La Cause du Peuple, il noto settimanale maoista francese diretto, negli anni successivi al ’68, da Jean-Paul Sartre. Per comprendere l’ispirazione autentica basta esaminare il dossier dedicato a Thiriart, in termini osannanti.
Il PCN non sembra avere relazioni dirette con il russo Partito Nazional-Bolscevico (http://www.nazbol.ru/) fondato dal poeta e scrittore Eduard Limonov (eccellente, va detto, in entrambe le sue espressioni artistiche). Questo è un partito slavofilo, aggressivo, trasgressivo, che di comunista non ha molto, a parte il solito richiamo alla grandezza di Stalin. Raccoglie giovanissimi sotto bandiere curiose: falce e martello in un cerchio rosso (o nero) che ricorda le insegne naziste, o, addirittura, l’immagine di Jean Marais con maschera verde nel film “Fantomas ‘70”.

Gli italiani sono più seri e, pur condividendo in certa misura le idee dei loro confratelli dell’Europa orientale, sono più abili a camuffarsi. Prima di catalogarli, vediamone le idee di fondo (non comuni a tutti i nuclei, ma alla maggior parte):

 L’unione di Europa e Asia (“Eurasia”) è in grado di sconfiggere l’imperialismo statunitense. Chiaramente, l’attuale Unione Europea non è un passo avanti in quella direzione (e qui mi sento di concordare);

 A questo fine, va bene l’alleanza con tutti gli Stati e le forze che perseguono il medesimo obiettivo, dagli integralisti islamici, ai nazionalisti slavi, a paesi socialisti o socialisteggianti come Cuba, il Venezuela o altri dell’America Latina;

 Il capitalismo è aborrito, ma identificato in sostanza con le banche e i grandi fondi di investimento. Nella maggior parte dei casi nelle mani di ebrei;

 Il conflitto di classe è taciuto o considerato “superato”. Non rientra negli schemi interpretativi. I rapporti di forza sono diventati “geopolitici”, e la Russia di Putin, la Cina o il Vietnam che promuovono il neocapitalismo, l’Iran ecc. sono oggettivamente oppositori del sistema globale. Le classi escono dal quadro. Si parla di “nazioni”, “etnie” o “popoli” come surrogato delle classi.

 Nessun “comunitarista” si definirebbe razzista. Ogni comunità deve mantenere la sua identità culturale, e nel proprio ambiente va più che bene. Gli esodi di massa verso i paesi più ricchi sono dovuti non a miseria, ma un piano americano per piegare l’Europa – e la futura Eurasia. Ovviamente con l’appoggio della finanza internazionale e dei suoi organi di controllo, che mirano a soffocare la nostra cultura e ad averci in pugno per debolezza di fronte all’invasione.

 Israele è identificato con gli ebrei in toto, e comanda in pratica il mondo intero. La resistenza alla politica del governo israeliano è indifferenziata. Contro gli israeliani, per i rosso-bruni, va bene di tutto: i palestinesi veri e propri (in tutte le loro componenti, spesso assai diverse), i talebani, gli estremisti islamici, Ahmadinejad, fino ai naziskin di quartiere. Il nemico sono “gli ebrei” in genere.

Controllano il sistema finanziario, si sono inventati l’Olocausto per tenerci sotto ricatto perenne. Ciò li coinvolge come “genus” potenzialmente pericoloso, a prescindere da età, sesso, cultura, fede religiosa o non religiosa effettiva, ecc.

Questo “corpus” di idee, condiviso in larga misura ma raramente in ogni punto, connota vari piccoli gruppi esistenti in Italia, maestri di confusione.

Il sito Aurora, già citato, è apparentato con la rivista Eurasia, che fin dal nome denuncia i suoi riferimenti nascosti. Quando Arcoiris TV trasmetteva via satellite, dedicò a Eurasia anche una rubrica settimanale, forse senza sospettare che si trattasse di “rosso-bruni”.

Sia Aurora che Eurasia svolgono una cospicua attività editoriale. Sono fascisti almeno quanto a estrazione, ma lo nascondono con notevole abilità.

Ancora meglio lo nasconde il sito Comedonchisciotte. Chi lo seguì dalla nascita, ricorda che in principio offriva da scaricare I protocolli dei Savi di Sion. Adesso pare un sito di estrema sinistra, che colleziona articoli di ogni tendenza. Fulvio Grimaldi, la cui collocazione a sinistra non è in discussione, lo linka sul suo blog, quasi fosse affidabile. In effetti converge su molte valutazioni. Ma questo è un suo problema. In equivoci analoghi cade abbastanza spesso Giulietto Chiesa, che con i rosso-bruni condivide l’interpretazione – fondata o meno che sia – degli attentati dell’11 settembre 2001 come complotto maturato all’interno degli Stati Uniti. Antiamericanismo viscerale e antisionismo (da leggersi come detto sopra) sono i punti di forza di Comedonchisciotte, un sito che gode di una certa popolarità.

Qui va detto, per inciso, che non riconoscere il conflitto di classe come centrale priva la destra “nazional-bolscevica” della filosofia della storia propria della sinistra. A ciò sopperisce cercando il motore degli eventi in cospirazioni raffinate (a volte credibili in parte, altre volte no), e in gruppi di potere che nascostamente guidano le scelte palesi di Stati e coalizioni tra nazioni (Gruppo Bildeberg, Club di Roma, ecc.). Se l’11 settembre è il cavallo di battaglia, attraverso “personalità” come il saggista americano di estrema destra Webster Griffin Tarpley (autore tra l’altro di un libro contro Toni Negri, visto, tanto per cambiare, come manovratore delle BR), in siti che costeggiano l’area senza appartenervi integralmente, come Luogo Comune, ciò si estende anche a eventi come la spedizione dell’Apollo 11 sulla luna, frutto di manipolazione cine-televisiva. L’importante è che ci sia qualcuno che complotta nell’ombra, dai banchieri ai Savi di Sion attualizzati.

Malgrado simili bizzarrie, alcuni transfughi della sinistra sono finiti per approdare alle sponde rosso-brune, con maggiore o minore consapevolezza. E’ il caso dell’economista Gianfranco La Grassa, allievo di Antonio Pesenti (firmò con lui un cospicuo Manuale marxista di economia politica), sempre citato dai “nazional-bolscevichi”; di un altro economista radicale, Vittorangelo Orati, che a suo tempo collaborava alla Monthly Review (1); ma soprattutto è il caso del “filosofo marxista” Costanzo Preve, divenuto un autentico teorico del “comunitarismo”. Ha un suo sito, Comunismo e Libertà (prima si chiamava Comunitarismo.it), da cui divulga il nuovo verbo, sempre richiamandosi a Marx.

Tornando all’ala “militante” dei rosso-bruni, ecco Socialismo Nazionale e Gerarchia, vincolati a Militia, gruppuscolo (un tempo denominato Movimento Politico Occidentale) che di recente ha avuto guai giudiziari, anche per le sue connessioni con alcune curve calcistiche di tifosi; ed ecco Rinascita – Quotidiano di Sinistra Nazionale (da non confondere, è chiaro, con La Rinascita del PdCI). Il giornale ha una versione cartacea, non facile da reperire in edicola. Accanto al titolo riporta una citazione di Nietzsche; i contenuti sembrano di estrema sinistra. In realtà i fondatori hanno vecchi percorsi che ben poco hanno a che fare con la storia del movimento operaio. Rimandano invece al terribile vecchietto ex SS, Jean Thiriart, e alla sua Jeune Europe.

Potrei continuare pagine e pagine con l’elencazione. Mi limito invece a fare un breve riferimento a un’altra corrente rosso-bruna, di origini differenti. Si tratta dei seguaci, che si potrebbero definire “fascisti ecologisti”, del filosofo francese di destra Alain de Benoist. Costoro hanno circoli, siti e riviste, nonché una casa editrice di dimensioni non piccole, con sede a Bologna: Arianna Editrice (appoggiata a una catena distributiva, Macrolibrarsi). Arianna pubblica testi di medicina alternativa, libri su cospirazioni varie, saggi sulla decrescita e su forme di illuminazione interna, pamphlet contro il “signoraggio bancario”. Diffonde quotidianamente un bollettino in rete, in cui hanno ampio spazio il negazionismo dell’Olocausto, le tesi sul superamento delle distinzioni tra destra e sinistra, la geopolitica di impostazione “eurasiatica”. Cosa pensare di tutto ciò? Ho inteso limitarmi a una semplice, sommaria rassegna. La mia idea è che la “crisi delle ideologie” non si sia abbattuta solo sulle forze del movimento di classe, ma abbia lasciato orfana anche parte della destra più aggressiva, desiderosa di scendere sul terreno del sociale a occupare le piazze lasciate vuote da una sinistra sfiancata. Lo fa ripescando teorie ambigue e tutt’altro che nuove, come si è visto. Vi riuscirà? Non ci si faccia illusioni sui numeri, i “rosso-bruni” sono pochi ma non mancano di potenziale di crescita. L’unico modo per impedirlo è che quelle piazze tornino a riempirsi di bandiere rosse.

Valerio Evangelisti

Link: http://www.carmillaonline.com/archives/2010/07/003561.html

21.07.2010

NOTE:

(1) Può però darsi che talune collaborazioni di Orati, che è finissimo economista, al quotidiano rosso-bruno Rinascita siano state dovute a un equivoco – purtroppo frequente – sulla natura del giornale. In altri articoli ho avuto modo di lodare la perspicacia di Orati.

APPENDICE: “OPERAZIONE BAYGON”

Alle rassegne citate nel corpo dell’articolo, di Claudia Cernigoi e dell’Avamposto degli Incompatibili, ne va aggiunta una più recente (http://staffetta.noblogs.org/post/2010/04/10/i-fascisti-noglobal) , riedita in occasione del 2° Festival Sociale delle Culture Antifasciste di Bologna. Ha curato la riedizione il Nodo Sociale Antifascista bolognese.

Il mio pezzo sarebbe probabilmente passato sotto silenzio se alcuni dei “comunitaristi” chiamati in causa non si fossero messi a strillare, riempiendo la rete e Facebook di proteste, soprattutto in difesa della purezza del marxismo di Costanzo Preve (da me citato solo di sfuggita). Ecco i principali contestatori:

EUGENIO ORSO, fino al 2008 nel comitato di redazione della rivista Opposta Direzione, edita da All’Insegna del Veltro, casa editrice di estrema destra creata da Claudio Mutti. Per sapere chi sia Claudio Mutti, basta cercare su Wikipedia.

MAURO NERI, in realtà Maurizio Neri: ex militante del gruppo nazi Costruiamo l’azione, indagato (ma poi prosciolto) per la strage di Bologna del 2 agosto 1980, appartenuto al Movimento Sociale Fiamma Tricolore e al Fronte Nazionale di Adriano Tilgher.

RODOLFO MONACELLI, ex responsabile romano del Fronte Nazionale e webmaster del sito del gruppuscolo.

STEFANO MORACCHI, amico, ammiratore e seguace di Maurizio / Mauro Neri.

ALEX / ALESSANDRO LATTANZIO, ex pupillo di Pino Rauti, diventato d’improvviso “comunista”. Costui, in un articolo (http://sitoaurora.xoom.it/wordpress/?p=262) che rasenta la follia, avanza addirittura il sospetto che io sia agente di una “cospirazione sionista” (vecchio vizio) e, non sapendo nulla di me, mi chiama “bertinottiano meneghino” (???) .... non sono mai stato minimamente bertinottiano e sono notoriamente di Bologna ...

Personaggi del genere possono dare lezioni di marxismo? Se fossi nei panni di Costanzo Preve, sarei seriamente imbarazzato.

Perché “Operazione Baygon”? Pensateci un attimo… ;-)

Messaggi

  • Condivido l’articolo di Evangelisti .... ovviamente bisogna poi saper fare delle differenze .... io, pur non condividendo minimamamente le tesi dei rosso/bruni ( soprattutto quelle sulla cosiddetta "geopolitica", ben descritte da Evangelisti) non mi sento in generale di escludere che qualcuno, in alcuni casi nell’arco di un trentennio abbondante, possa aver semplicemente cambiato idea e quindi essere in sostanziale buona fede ....

    Rimane il fatto che in molti altri casi il dubbio di trasformismi provocatori è invece del tutto legittimo ... il caso di Claudio Mutti, ad esempio, ex appartenente di spicco di una cellula nera, quella veneta di Ordine Nuovo, poi risultata a diretto rapporto di libro-paga della Cia e sembrerebbe persino del Mossad israeliano, possa oggi essersi trasformato in un irriducibile combattente antimperialista ed antisionista, mi sembra assai poco credibile ....

    Così come Alessandro Lattanzio, in arte Alex, quello del sito "aurora" e del quale spesso Pietro Ancona ci ha copiaincollato articoli anche su Bella Ciao ...... è possibile passare in poco tempo dall’elogio dei nazisti ungheresi delle "croci frecciate" all’uso un pò pacchiano della simbologia tardo-sovietica ?

    Come mi sembra significativo il fatto che il gruppo milanese di "Orion", diretto da Maurizio Murelli ma a cui non è affatto estraneo il già citato Mutti, dopo anni di sparate "no global", sia tornato tranquillamente sotto l’ala protettrice prima di Alleanza Nazionale ( tramite i buoni uffici dell’ ex Nar Guaglianone) ed ora del PdL ....

    Insomma, bisognerebbe certo saper distinguere ... è non è affatto facile .... da caso a caso ..... ma nella sostanza quell’universo puzza lontano un miglio di tutto quello che dice Evangelisti .....

    Un discorso a parte invece merita ComeDonChisciotte .... non sapevo che una volta propagandasse il "Protocollo dei Savi di Sion" ... è innegabile che spesso si attardi anch’esso su una "geopolitica" non lontana dalle teorie dei rosso/bruni ..... ma, come pure BellaCiao, è un agorà, una piazza telematica ... è uno strumento di espressione e non un gruppo politico .... e come tale va preso ......

    Raf

    • Hm.....slu concetto d’Agorà di Come Don Chisciotte non ne sarei troppo persuaso, perché a differenza di qui riesce a far convogliare con destrezza certi argomenti a proprio uso e consumo strumentalizzandoli per la propria propaganda fatta di trasversalità a pieno ritmo. Né andrei a spezzare una lancia a favore della categoria dei buonfedisti di turno, non è a me stato dato il compito di assolvere questo o quell’altro, perferisco per igiene d’ordine massimale diffidare, dal momento che è la storia, e ne farei volentieri a meno, a darci ragione. Spesso non si tratta di "conversioni" (che brutta parola!) ma di equilibrismo al buon bisogno. E d’altronde la galassia del Potere di episodi affini ne ha visti sempre a cominciare del cambio della guardia Impero/chiesa, a livello iconografico e di contenuti. Onestamente non ci tengo a redimere nessuno né a cercare di capire il relativo moto oscillante che ha distinto certe personalità, se non a rintracciare il proprio beato comodo. Ci tengo casomai di più a fare sapere che l’ideale monolitico è un concetto astratto e un po’ forzoso a cui si appella la massa in cerca di certezze e forse dovremmo darle il coraggio di distruggere i feticci, soprattutto se in odore di volta gabbanate idiopatiche e non, ogni qual volta se ne presenti il bisogno. Insomma credo che a nessuno piaccia per brevità di discorso la presa per i fondelli. E gli italiani vi sono stati presi spesso e volentieri perché a loro più volte batsa fidarsi di una etichetta senza andare a vedere chi c’è dietro. Un caso per tutti il destino di "Rinascita", una vera e propria carta moschicida negli ultimi tempi. Si tratta di miopia culturale o sistematica disinformazione?

    • Vabbè, nella sostanza sono d’accordo ... l’ho detto .....

      Non è nemmeno compito mio assolvere o condannare alcuno ... però ad esempio quell’Enrico Tomaselli, siciliano coinvolto negli ultimissimi fuochi dei Nar ( soprattutto comunissime rapine), e poi fondatore della rivista "Indipendenza" sulla quale scrive spesso anche Preve ... beh, Tomaselli, negli anni novanta, fu persino "gambizzato" dai suoi ex camerati che lo accusavano di "essere passato coi rossi" ... magari, nel suo caso, l’ipotesi di una cambiamento di idee in buona fede si può anche ipotizzare ...

      Una volta detto questo, però ribadisco che condivido in larghissima parte l’articolo di Evangelisti.

      Su ComeDonChisciotte, pensandoci bene, realisticamente hai ragione tu.

      Rimane il fatto che quel sito, anche se è tutto vero quello che dice Evangelisti, è probabilmente diventato di fatto un pò "marxista" contro la volontà di chi lo ha creato e lo gestisce.

      Lo è diventato nel senso che è l’unico luogo telematico dove si parla di economia da un punto di vista radicalmente critico dell’esistente ...è vero che, anche in questo caso, bisogna saper distinguere il grano dal loglio ... ed il loglio è il tentativo palese di ridurre spesso i mali del capitalismo globale alla "cattiva influenza della finanza ebraica e/o massonica" .... ma almeno lì di economia si parla ...

      E l’economia dovrebbe essere l’ABC del buon marxista ....

      Mentre invece l’argomento viene quasi sempre del tutto ignorato dai media cartacei o telematici o radiofonici di sinistra ..... ed ancora di più da quelli della sinistra cosiddetta antagonista ...

      E questo anche qui su BellaCiao ... le rare volte che vi viene postato un articolo di economia raramente questo riceve commenti o dichiarazioni di generico interesse di alcun tipo ....

      Ed anche questo è un gran bel problema ....

      Non è solo questione di piazze con le bandiere rosse da rimettere in piedi .... ma anche di riappropriarci di quei minimi strumenti di studio e di analisi "di classe" che dovrebbero essere alla base di una visione marxista.

      Lasciare questo terreno ai demagoghi ed ai comici di turno o ai trasformisti del "fascismo sociale" mi sembra persino più grave dell’avergli lasciato libere le piazze che comunque non sono assolutamente in grado di riempire ....

      Raf

    • ..troppe piazze sono state lasciate a se stesse, per superficialità o eccessiva autostima, e ora si sta pagando tutto lo scotto. Andare a cercare responsabilità e colpe sarebbe solo un gioco da cesellatori. Io dico che è il caso di ricominciare a pensare con la propria testa, con spirito critico senza alsciare deleghe a chicchessia e soprattutto mantener alta la guardia, perché a bene vedere i tempi hanno fatto in modo che le contaminazioni fossero sui grandi numeri capaci di accattivare le masse bisognose di sinistra. E ahimè questo l’ha fatto persino FN con le sue campagne un po’ raffazzonate, specchietti per le allodole di una certa categoria sociale oggi quasi orfana di battaglie civili. E’ mia la colpa? E’ tua? E’ sua? Insomma, rimboccarsi le maniche forse ci farà uscire da questo tunnel nero. Infondo che lo si voglia o no è dalla cultura e dalla sacrosanta divulgazione che si riparte. E pure se è una pezza che bisogna mettere, a tutti piace cominciare un lavoro ex novo, dovremo deciderci a farlo, volenti o nolenti. Ne va della nostra storia, questo poco male, ma in primis della nostra libertà.

    • Bah .... qui si cerca di buttarla in caciara su improbabili denunce ( una è stata annunciata dalle edizioni Arianna) o dipingendo Evangelisti come un rifondarolo milanese, cosa che non è mai stato .... e questo soltanto perchè questo articolo è stato pubblicato su un giornaletto milanese del Prc ....

      Evangelisti, oltre ad essere un grande scrittore, è un "autonomo" ed è anche inguaribilmente bolognese.

      E dell’autonomia operaia esprime benissimo, come del resto altri intellettuali della sua città, quel carattere tipicamente bolognese, quello "creativo", dadaista, fuori dagli schemi, tipico della tradizione felsinea del Collettivo Jacquerie, di Radio Alice, della rivolta del marzo 1977 ...

      Niente di più lontano quindi dalla "tradizione comunista italica", tipica del vecchio Pci e, in forma diversa, anche di Rifondazione .... del resto è innegabile che proprio il vecchio Pci si pose, negli anni settanta, come principale nemico dell’area politica di Evangelisti e c. ....

      Una volta detto questo, e salva qualche possibilità di individuale cambiamento radicale di idee in buona fede che in oltre tre decenni può certamente anche avvenire, i fascisti rimangono fascisti.

      Ed il loro modello vero, alla fine, non è nemmeno l’irripetibile Mussolini ma Pinochet ... il Pinochet marionetta degli Usa, il Pinochet che ha affidato il proprio paese, oltre che ai massacri di massa del "Plan Condor", alle sperimentazioni ultraliberiste dei Chicago Boys ....

      E’ vero che se oggi consideriamo sinistra il Pd e destra il PdL non si riescono a vedere significative differenze.

      Ma questo non perchè è saltata la distinzione sinistra/destra ( che rimane quella paradigmatica tra il pur moderatissimo Allende ed il macellaio liberista Pinochet) .... ma perchè, molto più semplicemente, anche il PD è ormai un partito oggettivamente di destra, liberista, amerikano, filoconfindustriale, a vocazione autoritaria e chi più ne ha più ne metta .... la differenza, sempre più flebile, con Berluskoni è esclusivamente dovuta alla preponderanza, nella "cricca" del Caimano, di più chiari interessi individuali ed ad personam .... ma il campo, sicuramente antipopolare ed oggettivamente di destra, rimane lo stesso.

      E quindi non sarà la oggettiva somiglianza tra i berluscones ed il PD a giustificare superamenti di schemi e "sdoganamento" dei cosiddetti "rosso/bruni".

      Tra l’altro poi, tra i "rosso/bruni", non sono pochi ad inventarsi oggi un improbabilissimo Berluskoni "antimperialista", solo perchè ha qualche affaruccio in comune con Putin, Gheddafi o con gli ayatollah iraniani, uno addirittura da difendere contro "attacchi pluto/giudeo/massonici" di tipo internazionale .... cosa che fa quindi tornare un pò tutti alla loro casella iniziale di partenza.

      Radisol

      P.S. E’ vero che in Italia, quasi nessun tipo di sinistra si occupa di economia che invece dovrebbe essere il pane quotidiano di qualunque marxista.

      Ma questo, salvo rare eccezioni, è purtroppo un dato storico, in Italia la sinistra nasce dal Risorgimento ed è sempre quindi stata "nazionalista" ed ha sempre privilegiato temi "etici" o "umanitari" rispetto all’analisi di classe propriamente marxista.

      Ed è anche di questo difetto d’origine, oggi che - come prediceva il vecchio Karl barbuto - è l’economia a comandare la politica, anche da un punto di vista meramente formale, ed ormai il tutto avviene su base "globale", che paghiamo lo scotto.

    • Su alcune cose però non concordo.

      Non sono un complottista ma i complotti esistono e sono sempre esistiti nella storia dell’umanità.

      L’11 Settembre è un auto attentato, mi sembra palese.

      2 Grattacieli di acciaio e cemento non possono sciogliersi in quel modo.

      Il gruppo Bildemberg, la commissione Trilaterale ed altre organizzazioni del genere esistono ed hanno anche il loro sito Internet.

      Ne fanno parte i grandi industriali, i grandi banchieri, i grandi politici, alcuni reali europei ed in generale buona parte dei potenti della terra.

      La crisi dei derivati in Grecia ed il declassamento di queste diaboliche agenzie di rating è stata una manovra concordata da questa gentaglia.

      Però da qui a dire che le sorti del mondo sono nelle loro mani o che tutto risale agli ebrei.... è una sciocchezza colossale.

      Quello che è vero è che i rosso-bruni, l’idea della super finanza giudaica e delle plutocrazie che governano il mondo stanno prendendo piede in particolare tra i giovani. Potremmo opporre tanto a queste idiozie ma purtroppo gli ideali e le ideologie sono considerate un residuo da rigettare, lasciando a loro campo libero.

  • Sono completamente d’accordo con Evangelisti, tranne per Costanzo Preve di cui le imbarazzanti vicinanze sono frutto della emarginazione, se non di un vero e proprio ostracismo se non dileggio, a cui è stato sottoposto, lui e le sue invece interessanti tematiche proposte (Per esempio in "La teoria in pezzi- dissoluzione dele pradgma operaista un libro del 1984 che ha anticipato in maniera sconcertante tutto quello che è successo dopo, compreso il 1989) da parte della sinistra militante. Soprattutto per Comedonchisciotte pieno zeppo di negazionisti dell’olocausto che addirittura (lo pseudonimo Erwin) propongono collette per detenuti neo nazisti, non è raro leggere su CDC espressioni come "Giudei", non è raro per esempio leggere che Berlusconi è oggetto di deliggittimazione a causa della sua amicizia con Putin e quindi gli USA utilizzerebbero utili idioti pseudosinistri per...La riflessione di Evangelisti sui rossobruni, è anche la mia, io li chiamo "nazimaoisti" ed è molto utile.

    • Provo a rispondere alla domanda fatta sul suo blog da Ugo Maria Tassinari con riferimento a Maurizio Neri: «È lecito a un dirigente giovanile della destra radicale approdare, al termine di un percorso pubblico e aperto, a posizioni di estrema sinistra che trovano il conforto teorico di un intellettuale rigorosamente marxiano? ( N.d.R. Costanzo Preve) ».

      Secondo me un “percorso” di tal genere non si può assolutamente escludere in linea di principio ed andrebbe anzi auspicato.

      La vicenda di “Comunismo e Comunità” (ieri Comunità e Resistenza, l’altro ieri Comunitarismo, prima ancora Rosso è Nero, più una serie di siti e sigle che appaiono e scompaiono senza alcuna spiegazione del perché dei vari trapassi) solleva più di una perplessità politica.

      Mi interessano adesso non le vicende di un singolo (che poi di un nutrito gruppo proveniente da filoni diversi della fascisteria si tratta) e lascio pure stare contiguità con figure della fascisteria che hanno figurato nel comitato di redazione ben oltre, nel tempo, l’assunzione della definizione di "comunisti comunitaristi".

      Ci si proclama fautori del Comunitarismo, senza spiegare in cosa questo consista.

      Il nulla permane anche dopo la lettura di quell’“Elogio del Comunitarismo” scritto dal nume tutelare del gruppo, Costanzo Preve, che dirà anche cose interessantissime ma sul tema sostanzialmente produce aria fritta.

      Pensatore, Preve, sicuramente di grande cultura e notevole spessore teorico, ma di cui rimarrà nella storia come una macchia indelebile l’aver svenduto la propria storia teorica e politica per farsi pubblicare dai kameraten i propri saggi, tarati in modo tale da essere ben graditi dai vari editori e dalle rispettive aree (adesione ad idee forza come comunitarismo e eurasiatismo, pur con qualche debole distinguo; critica alla tradizione di sinistra e al marxismo letta ’a destra’ come avallo delle proprie istanze ’storiche’).

      Esistono schiere di pensatori e scrittori emarginati perché “eretici” nella storia della sinistra tradizionale che non per questo sono corsi a scrivere per editori nemmeno “rosso-bruni”, ma proprio neri (perché cos’altro sono Casa del Veltro e Settimo Sigillo?), che di certo accettano di pubblicare non per mecenatismo ma perseguendo proprie ragioni ed interessi politici.

      Più in generale, a prescindere dalle inesattezze dell’articolo di Evangelisti, il dato di fatto incontrovertibile è che, all’interno della galassia eurasiatista, comunitarista e via discorrendo, concorrono o sono presenti questi fattori :

      a) co-partecipazione di elementi che non hanno affatto troncato con la tradizione "neofascista" in senso lato (vedi Mutti o i cosiddetti "socialisti nazionali", ecc.),

      b) spunti, richiami, istanze il più delle volte cospirativi che ricordano più il fascismo originario che non un’analisi materialistica di ascendenza marxiana o marxista,

      c) contiguità culturali di fondo che, con linguaggio apparentemente adeguato ai tempi, ripropongono idee e tesi tipiche della destra radicale (plutocrazia, centri occulti, Europa-nazione, Impero, comunitarismo, gerarchia, ecc.).

      Lo stesso "refrain" sul superamento delle categorie di “destra” e “sinistra” è roba vecchia, un mantra litaniato da decenni da settori di destra radicale nel solco della vecchia (infondata) tesi del "fascismo storico al di là della destra e della sinistra" e cercare di far passare certo pattume ideologico d’epoca.

      Si può discutere sull’evanescenza da un po’ della categoria di "sinistra" (non direi però tale per quella ben viva e articolata di "destra"), ma resta il dato di fondo più significativo e sostanziale di una continuità metaculturale che informa l’azione di queste per ora solo frange politiche.

      Insomma, io tutto questo cambiare idee, questo "nuovo", questi "strappi radicali", non è che li veda.

      Vedo affinità e contiguità di idee con il passato e tra diversi gruppi oggi.

      Leggo ciò che scrivono i vari filoni della (post?)fascisteria e della piagnoneria oltrista che si vuole incompresa e vittima. Non basta definirsi comunista o antifascista.

      Rispettivamente così ieri si definiva un Freda ("comunista aristocratico") ed oggi un Fini.

      Qui bisognerebbe entrare innanzitutto sul piano delle idee e secondariamente su tizio e caio.

      In tal senso, torno a chiedere: cosa c’è di "nuovo"? Le inesattezze qua e là circostanziali di un Evangelisti certo non aiutano a far esplodere ambiguità.

      Forniscono solo depistaggi.

      Ma questo non vuole dire che la merda è diventata cioccolata ....

      Marco

    • Tutti i commenti mi sembrano sensati, nel loro insieme (e Preve che scrive per case editrici naziste è inqualificabile). Vorrei però che l’articolo di Valerio Evangelisti non finisse a diventare materiale d’archivio, come purtroppo spesso accade (siamo anche alla vigilia delle ferie d’agosto), e che l’argomento venisse mantenuto aperto come e più di altri perchè, a prescindere dai quattro fascistelli o vecchi arnesi dell’estrema destra che collaborano a certi siti, tutta questa gentaglia è collegata tra loro e ha relazioni internazionali preoccupanti. Se il fascismo e i rosso-bruni (si’, meglio: nazimaoisti) rialzano la testa, è una cosa da non sottovalutare in un momento in cui la sinistra non parlamentare è oggettivamente divisa. Liberarsi di queste persone e di queste "ambiguità" - neanche tanto ambigue - un volta per tutte sarebbe il miglior risultato che l’articolo di Evangelisti possa ottenere. Aiuterebbe anche a fare chiarezza tra molti di noi.
      Proporrei un incontro su questo tema; un incontro non "virtuale", ma reale, in un luogo fisico e con compagni in carne e ossa.
      Marguerite

    • Proposta sensatissima quella di Marguerite, per non finire a buttarla in caciara anche noi, senza volerlo.
      Posso mettere a disposizione uno spazio.
      Vedo che i "comunitaristi" si fanno vivi anche qui (commento che segue). Che faccia tosta!
      Emiliano Canestrari

    • Perchè che "faccia tosta"? Critica il documento ed evita di fantasticare con "infiltrazioni" varie, conosci qualcuno che infiltrerebbe un cadavere in putrefazione e poi con nome e cognome?
      Discutiamo di cose serie, non di queste stronzate.

      Flavio Viriato

    • Discuti con i tuoi pari. E vergognati (ma e’ inutile dirlo a persone del tuo genere).
      Stiamo organizzando l’incontro proposto da Marguerite, nella prima metà di settembre. Ne daremo comunicazione anche su Bella Ciao.
      L’Italia e’ ancora una repubblica nata dall’antifascismo. E sul sangue dei partigiani.
      Emiliano

    • Veramente profondo il tuo intervento, da vero marxista, dialettico, e anche un pò razzista, buone vacanze, tu sicuramente andrai, io no!

  • Alcune puntualizzazioni per Valerio Evangelisti

    della Redazione

    Alla fine di Giugno sul numero 5 di “Su la testa“, inserto mensile di “Liberazione”, organo del Partito della Rifondazione Comunista, è apparso un articolo firmato da Valerio Evangelisti dal titolo “I rosso-bruni: vesti nuove per una vecchia storia”, (articolo successivamente ripreso sul sito carmillaonline.com). Nelle battute finali dell’articolo, dopo una rassegna di approcci politici considerati frutto di qualche tipo di sintesi tra estrema destra-estrema sinistra, tra i sospetti di tale tipo di pensiero è stato citato anche Costanzo Preve e – così si legge – il “suo sito”, chiamato “Comunismo e libertà”.

    Specifichiamo anzitutto che il sito cui Evangelisti fa sicuramente riferimento si chiama “Comunismo e Comunità” e non è il sito “di Preve”, bensì uno spazio virtuale condiviso da un gruppo di persone, tra cui Preve stesso, riunite in quello che si può definire non assolutamente un gruppo politico, bensì un laboratorio di idee e proposte per rilanciare su basi solide un pensiero ed una pratica anticapitalistici, basati sul pensiero di Marx.

    Segue: http://www.comunismoecomunita.org/?p=1487

    Flavio Viriato

  • Scrivo in nome e per conto della Arianna Editrice e del Sig. Stefano Moracchi per contestarVi il carattere diffamatorio -e comunque lesivo del diritto all’immagine e all’identità personale dei miei assistiti- del contenuto dell’articolo, a firma di Valerio Evangelisti, \ I rosso-bruni: vesti nuove per una vecchia storia\ , pubblicato sul Vostro sito .
    Non corrisponde infatti al vero, ed è pertanto diffamatoria, l’affermazione secondo cui i componenti di Arianna Editrice sarebbero \fascisti ecologisti\, così come diffamatoria e lesiva dell’immagine e dei diritti della personalità della Arianna Editrice è l’inserimento forzoso della Arianna Editrice e della rivista di cui il sig. Moracchi è redattore nel novero di correnti \rosso-brune\, così come l’imputazione del seguente bagaglio ideologico: : «Il capitalismo è aborrito, ma identificato in sostanza con le banche e i grandi fondi di investimento. Nella maggior parte dei casi nelle mani di ebrei»; e ancora: «Israele è identificato con gli ebrei in toto, e comanda in pratica il mondo intero. La resistenza alla politica del governo israeliano è indifferenziata. Contro gli israeliani, per i rosso-bruni, va bene di tutto: i palestinesi veri e propri (in tutte le loro componenti, spesso assai diverse), i talebani, gli estremisti islamici, Ahmadinejad, fino ai naziskin di quartiere. Il nemico sono “gli ebrei” in genere. Controllano il sistema finanziario, si sono inventati l’Olocausto per tenerci sotto ricatto perenne. Ciò li coinvolge come “genus” potenzialmente pericoloso, a prescindere da età, sesso, cultura, fede religiosa o non religiosa effettiva». .
    Nè è punto vero che sul bollettino di Arianna abbia \ampio spazio il negazionismo dell’Olocausto\.
    Fortemente diffamatorio è poi l’inserimento del nominativo del sig. Stefano Moracchi nella lista di proscrizione, presentata quale appendice intitolata "operazione Baygon"
    Tanto premesso, e fermo il ricorso all’autorità giudiziaria per la tutela dei diritti della Arianna Editrice e del sig. Stefano Moracchi, Vi invito e diffido a rimuovere immediatamente dal Vostro sito detto articolo o comunque ad espungere qualsiasi riferimento alla Arianna Editrice e al sig. Stefano Moracchi così da limitare, quantomeno, i danni subiti e subendi dalla mia assistita.
    Mi corre l’obbligo di specificare che, in difetto, la Arianna Editrice e il sig. Stefano Moracchi saranno costretti a rivolgersi alla magistrato competente per ottenere la tutela dei propri diritti.
    Certo del pronto adempimento, Vi porgo distinti saluti.

    (avv. Lorenzo Borrè)

    • Già è una notizia che per i "tutelatori" di questi (poco)rosso(molto)bruni sia considerato "diffamatorio" e "lesivo del diritto all’immagine (sic!)" essere appellati (per quello che si è) "fascisti".
      Di questi tempi è bene accontentarsi di poco...
      Se querelate Valerio Evangelisti facciamo una colletta nazionale per sostenerlo così la facciamo diventare una bella campagna pubblica democratica di smascheramento di fascisti annidati a "sinistra".

    • e bravi gli pseudocomunisti amici dell’ america che ci ha liberato ! Non l’ ha inventato Marx il comunismo, quindi si può essere comunisti senza essere marxisti- è il mio caso. Evangelisti è uno squallido figuro che si permette perfino di criticare Grimaldi e Chiesa. Non mi stupirei che fosse nel libro paga della Cia. Prendere per il naso dei dogmatici come voi è molto semplice. Il signor Evangelisti parlava di rivoluzione proletaria in Libia, sicuramente l’ imperialismo Nato ha apprezzato! é proprio vero: la sinistra europea è la più valida alleata della Nato!