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Strage di Piazza della Loggia: tutti assolti

par Luigi Mazza

Publie le domenica 15 aprile 2012 par Luigi Mazza - Open-Publishing

Carlo Maria Maggi, Delfo Zorzi, Maurizio Tramonte e Francesco Delfino (generale dei carabinieri) sono stati tutti assolti dai giudici della Corte d’Assise d’appello di Brescia, nel processo che li vede indagati per la strage di Piazza della Loggia, del 28 maggio del 1974, in cui morirono 8 persone e ne restarono ferite altre 100. In primo grado i 4 coimputati erano stati assolti con formula dubitativa; mentre nei confronti del quinto imputato, Pino Rauti, anch’egli assolto in primo grado, la Procura non aveva presentato ricorso. Ricorso presentato invece da due parti civili, Camera del Lavoro di Brescia e Elvezio Natali, uno dei familiari delle vittime: nei confronti di entrambi è stato disposto il pagamento delle spese processuali, e uno dei due ricorsi è stato dichiarato inammissibile.

Già due istruttorie erano finite con assoluzione fin dai primi anni immediatamente successivi alla strage: nel 1979 furono condannati alcuni esponenti di estrema destra (Ordine Nuovo), tra questi anche Ermanno Buzzi che morirà strangolato in cella due anni dopo, poi assolti in appello e in Cassazione; una seconda indagine, partita nel 1984 a seguito delle dichiarazioni di alcuni pentiti, mise sotto accusa altri esponenti di estrema destra, che poi risulteranno assolti con formula piena, in tutti i gradi di giudizio, per insufficienza di prove.

E le prove mancanti, in questa strage apparentemente senza mandanti e senza esecutori materiali, resteranno sempre una costante: meno di due ore dopo l’esplosione della bomba in Piazza della Loggia, ai pompieri viene ordinato di ripulire tutto con gli idranti, e non resterà per i magistrati alcuna traccia, o indizio, per le indagini; anche i reperti ricavati dai corpi in ospedale spariranno misteriosamente. È anche per questi dettagli che, da più parti, fu chiamato in causa il coinvolgimento diretto dei servizi segreti deviati, e dunque un ruolo dello Stato: ipotesi non bizzarra, in pieno clima di quella che passerà alla storia come “strategia della tensione”.

Ma una prova a un certo punto salta fuori: vi è una fotografia (vedi sotto) che prova la presenza in Piazza della Loggia di Maurizio Tramonte, militante ordinovista e collaboratore del SID, oggi assolto.

Arriva la terza istruttoria, e il processo vede coinvolte 6 persone: oltre a Tramonti vengono rinviati a giudizio Delfo Zorzi, ormai cittadino giapponese e non estradabile, il medico Carlo Maria Maggi, il generale dei carabinieri Francesco Delfino, Giovanni Maifredi, collaboratore dell’allora ministro degli Interni Taviani, e Pino Rauti, ideatore di Ordine Nuovo e neofascista di spicco degli anni Sessanta e Settanta. Nel 2010 i pubblici ministeri formulano per tutti e sei gli imputati l’accusa di concorso in strage; ma i giudici della Corte d’Assise, in primo grado, assolveranno tutti con formula dubitativa (ex “insufficienza di prove”, art. 530 c. 2 del codice di procedura penale).

Dopo l’assoluzione di oggi in appello, l’unica speranza per i familiari delle vittime è che la Procura impugni il processo in Cassazione, dopo aver letto le motivazioni della sentenza che saranno depositate tra 90 giorni. Ma per il procuratore Roberto Di Martino, titolare con il pm Francesco Piantoni dell’inchiesta sulla strage, quella di Piazza della Loggia “ormai è una vicenda che va affidata alla storia, ancor più che alla giustizia”.

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