Un corteo creativo ha chiuso i lavori al Forum sociale di Londra.

Fra slogan contro la guerra e tanta musica

di Elisabetta Galgani e Emanule Profumi

La Londra della city per oggi è rimasta in silenzio. Lungo le sue strade ha sfilato il grande corteo per la pace che ha chiuso il terzo Social forum europeo. Con i Socialist workers accanto a tantissimi delegati da tutto il continente, di cui moltissini i greci. E non è un caso: la prossima tappa del Forum sarà proprio ad Atene.

I manifestanti si erano dati appuntamento a Russell Square. E già un’ora prima del previsto l’altra Londra, quella del Social forum, iniziava la sua dimostrazione. In piazza si sono uniti anche i ragazzi del Creative Social Forum che non avevano partecipato al Forum “istituzionale”. «Che cosa penso dell’assalto degli anarchici? - dice Tom che fa teatro di strada - io sono contrario ad ogni tipo di battaglia». Accanto al loro furgone passano i monaci arancioni del gruppo Ananda Marga, un po’ piu’ indietro i catalani con lo striscione «No a la costitucion europea». Sono tanti anche gli italini venuti da soli, senza nessuna organizzazione alle spalle. «Londra è cara per quest’incontro - dice Giulio della Scorribanda - e magari è mancata un po’ l’organizzazione».

Ci sono ovviamente anche gli inglesi.«Questo corteo è entusiasmante - dice uno studente scozzese - qui a Londra non si era mai visto un movimento così grande». Intanto una compagnia di artisti inglesi di strada scimmiottava la Londra degli affri con cartelli pieni di scritte come «Bombs not bread» o «War is good for business». Il cuore musicale della manifestazione, Ritmo e Resistenza, ha ipnotizzato con cappelli, maschere, parrucche e fischietti un enorme pezzo di corteo ma anche i passanti.

Londra ha tenuto. Solo all’ultimo qualche tensione in Trafalgar Square subito sedata. Arriva come un’eco lontana la notizia di un centinaio di anarchici fermati a King’s Cross. Inizia a piovere e la National Gallery apre le le sue porte per accogliere i new-global.

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