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ANCHE GALLONI E’ UN SOVVERSIVO ANTIAMERICANO?

Publie le lunedì 11 luglio 2005 par Open-Publishing
15 commenti

Dazibao Internazionale Servizi segreti Storia Lucio Garofalo

di Lucio Garofalo

Con quasi 30 anni di ritardo, in Italia si viene a conoscenza di una verità che era già stata ipotizzata nel 1978: le Brigate rosse furono infiltrate da agenti segreti della CIA, l’intelligence nord-americana, e del Mossad, i temibili servizi segreti israeliani.

Solo che allora, nel 1978, ad avanzare tale ipotesi erano soltanto alcune voci della sinistra extraparlamentare, ossia organizzazioni politiche come, ad esempio, Avanguardia operaia, Lotta continua (e l’omonimo quotidiano), tacciate di "antiamericanismo ideologico".

Invece, questa è la novità di oggi, l’autorevole ed insospettabile fonte della notizia è niente di meno che l’ex vice-segretario politico nazionale della Democrazia cristiana di Aldo Moro, Giovanni Galloni, che di certo non è sospettabile di antiamericanismo, oppure sì?

Ebbene, non è casuale che le preoccupazioni esternate da Moro al suo vice Galloni, e da questo rivelate negli ultimi giorni ad una nota trasmissione giornalistica televisiva, risalgano al periodo successivo al 1974, anno in cui avvenne l’arresto di Renato Curcio, Franceschini e degli altri leader che componevano il nucleo storico fondatore delle Brigate rosse.

Dopo quegli arresti, infatti, l’organizzazione brigatista si trovò ad essere totalmente decapitata, ovvero privata della sua mente pensante e del suo gruppo dirigente, per cui fu una facile operazione infiltrarla da parte dei servizi segreti statunitensi ed israeliani. I quali, ovviamente, si adoperarono per insinuare tra i brigatisti quegli agenti più capaci di diventare in breve tempo dirigenti e prendere in mano le redini dell’organizzazione, per poi compiere quei passaggi e quelle azioni che hanno fatto la storia del nostro Paese, e mi riferisco anche e soprattutto al sequestro e all’omicidio di Moro. Il quale, vale la pena ricordarlo, era un’eminente personalità politica italiana, segretario nazionale del partito di maggioranza relativa, ma soprattutto era una figura alquanto scomoda ed ingombrante, sia all’interno della stessa Dc, dove era osteggiato da varie correnti (si pensi ai dorotei e agli andreottiani), sia all’estero, soprattutto era inviso agli Stati Uniti, a causa della sua propensione al "compromesso storico" con il Partito Comunista, e allo Stato d’Israele, in virtù del suo aperto orientamento filo-arabo.

Probabilmente, non sarebbe male se si facessero vivi, seppure con notevole ritardo, altri autorevoli personaggi come Giovanni Galloni, per far luce sulle numerose vicende politiche del nostro passato (non più tanto recente) che restano ancora nell’ombra o sono precipitate nell’oblio, in modo particolare sui tragici avvenimenti di quella fase storica battezzata come "anni di piombo".

Anni terribili ed infuocati, segnati da cruente stragi di Stato, da crimini efferati, da tutta una sequenza di orrendi misfatti e delitti, soprattutto di matrice politica neofascista, che hanno insanguinato la vita del Paese, creando un clima di terrore e di repressione violenta scatenatasi soprattutto contro i movimenti sociali e popolari di lotta e di rivendicazione sorti nelle scuole e nelle università, nelle fabbriche, nelle piazze, movimenti che si erano generati soprattutto in seguito alle esaltanti esperienze del biennio 1968/69.

Ebbene, quando comparirà qualche altro Galloni a rivelare che gran parte di quei tragici "episodi" sono riconducibili ad un’unica regia, vale a dire a quella che fu denominata "strategia della tensione", non sarà mai troppo tardi!

Mi auguro, ad esempio, che qualcuno che sa veramente le cose e che conta (o contava) politicamente, si faccia vivo per raccontare la verità sulla vicenda di Adriano Sofri e dei suoi compagni di sventura, per riabilitarli e scagionarli dalle accuse, ma più in generale, sulla vicenda di Lotta continua (definita all’epoca come "il movimento del casino organizzato", e poi confusa ed accomunata ad organizzazioni eversive ed armate come le Br!) e di altre simili esperienze politiche, ingiustamente e artatamente criminalizzate, al fine di screditare ed infangare un’intera generazione di giovani ed un intero ciclo di lotte e di vertenze sociali che hanno contribuito a far progredire notevolmente la nostra società sul versante dei diritti sindacali e civili e delle libertà democratiche.

Magari, fra altri 30 anni...

Messaggi

  • Ma quante volte e con quante firme diverse dovete postare sempre le stesse cazzate di Giovanni Galloni ?

    E perche’ l’ineffabile ex vicesegretario D.C., ex Ministro della Pubblica Istruzione, ex vicepresidente del Csm ha aspettato 28 anni per fare cotanti rivelazioni ?

    E perche’ lo stesso Galloni 28 anni fa, a proposito delle B.R., parlava invece dei servizi segreti russi e cecoslovacchi ?

    Per quali "servizi" e per quali "interessi "lavora oggi Giovanni Galloni e soprattutto suo figlio Nino ?

    Vanni

    • vanni di R.S.A. ??

      appunto per quali interessi lavorano?? puoi approfondire??

    • Non sono il mio amico e collega Vanni, che e’ meritatamente andato in ferie e certamente senza computer dietro e non so cosa sia la "R.S.A" a cui ti riferisci, e credo non lo sappia nemmeno il mio amico.

      Per quanto riguarda Nino Galloni, nulla di particolarmente eclatante ma in compenso moltissimo di ambiguo e puzzolente.

      Militante nei primissimi settanta del gruppo m-l "Servire il Popolo" , tra il 1975 e il 1976, Nino Galloni passo’ da posizioni veterostaliniste a posizioni pseudosituazioniste fondando il "Collettivo Geronimo", gruppetto a dir poco ambiguo dove militavano anche personaggi provenienti dall’estrema destra e che infatti faceva base in Via Acca Larentia, cioe’ in quella che successivamente diventera’ una sede del Msi e che allora era un presunto "circolo culturale nazionalrivoluzionario".

      Presto sputtanato, il "Collettivo Geronimo" uscira’ di scena ma il buon Nino Galloni, nell’ ambito della "grande repressione" di fine decennio finira’ implicato in inchieste sul lottarmatismo minore a Roma, con particolare riferimento all’ ultimissimo periodo dei Nap nella capitale.

      Uscito "pulito" da questa storia, in pochi anni - sicuramente grazie al ruolo del paparino Giovanni - prima vicesegretario D.C., poi ministro dell’ istruzione ed infine vicepresidente del Csm - si riciclera’ alla grande come "boiardo di stato" in rigorosa quota democristiana, con prestigiosi (si fa per dire) incarichi dirigenziali in enti pubblici.

      In tempi piu’ recenti e’ in atto un tentativo di recupero in chiave di teorico internazionale no-global del Prof. Nino Galloni, ad opera di personaggi ed ambienti a dir poco ambigui che infatti in alcuni casi provengono dal vecchio "Collettivo Geronimo" e comunque da posizioni di "destra radicale".

      E ho l’ impressione che anche gli improvvisi e del tutto inverificabili - dopo quasi 30 anni ! - risvegli di memoria del paparino facciano confusamente parte di questa operazione, dove il tanfo di "intelligence" si sente lontano un miglio.

      Keoma

    • Va bene, Keoma, abbiamo (giustamente) sputtanato Galloni padre e Galloni figlio.
      D’altronde, anche un altro "autorevole" e "venerabile" ex Dc, un tale Donat Cattin ha avuto il figlio Marco che ha militato in Prima Linea (noto gruppo della lotta armata made in Italy degli anni ’70), che fu poi arrestato e "salvato" grazie all’intervento tempestivo e "provvidenziale" del buon paparino. Voglio dire che la storia d’Italia è piena zeppa di "edificanti", "educative" e "nobili" vicende familiari come queste.
      Ma io credo che il problema sia un altro, almeno leggendo l’intervento di Garofalo.
      Stabilito ed appurato che Galloni non è affatto credibile come fonte d’informazione rispetto alle vicende a cui si riferisce l’articolo, è inevitabile chiedersi ugualmente se le ipotesi di infiltrazione delle Br da parte dei servi(zi) segreti (siano essi il Mossad, la CIA o altre strutture d’ "intelligence") abbiano un loro fondamento di veridicità storica oppure si tratta di "balle" fantapolitiche e/o dietrologiche.
      Ricordo, ad esempio, che lo stesso Franceschini, nel suo libro "Mara, Renato ed io" (forse il titolo non è esatto, ma la cosa è irrilevante), riferisce di infiltrazioni delle Brigate rosse da parte del Mossad... Si parli di questo, dunque, non dei "panni sporchi" della famiglia Galloni che, in verità, non interessano molto, almeno al sottoscritto.

      Don Chisciotte

    • Alberto Franceschini, gia’ "dissociato" e libero dal carcere, ha scritto anni fa un libro "Mara, Renato ed io" in cui - raccontando gli approcci tentati dal Mossad rispetto alle B.R. nel 1974 - negava ogni coinvolgimento delle stesse B.R. in storie del genere.

      Poi, in anni piu’ recenti, insieme all’ ex senatore Ds Flamigni, ha cominciato a sostenere cose opposte.

      Che dire ?

      Quantomeno vedo una contraddizione grossa come una casa.

      E un suo evidentissimo risentimento nei confronti di Mario Moretti, colpevole ai suoi occhi - oltre che di personalissime questioni di amori e di affetti - di non aver privilegiato l’ evasione dei brigatisti storici - tra i quali lui - al tempo del massimo fulgore delle B.R.

      Ma almeno su un punto la contraddizione di Franceschini rasenta il tragicomico, quando accusa Moretti di non aver dato credito alle segnalazioni del Mossad che avvisavano del prossimo arresto di Curcio e dello stesso Franceschini.

      Cioe, Moretti era sicuramente del Mossad e la prova sarebbe il fatto che ha rifiutato le "dritte" dello stesso Mossad ?

      Al di la’ di questo, credo francamente che abbiamo tutti difficolta’ ad ammettere che il "mostro" B.R. e’ un parto della sinistra, piu’ di quella comunista ortodossa che di quella movimentista degli anni settanta. Ma sempre della sinistra e del comunismo novecentesco.

      Che del resto di "mostri" ne ha partoriti anche di assai peggiori.

      Vogliamo negarcelo?

      Keoma

    • Nessuno, tantomeno il sottoscritto, intende negare che le Brigate rosse siano state partorite dalla sinistra italiana, in particolare da settori del vecchio PCI (basti pensare che Franceschini, figlio di partigiano, era iscritto alla FGCI di Reggio Emilia), né che la storia, soprattutto novecentesca, della sinistra italiana ed internazionale sia stata lo scenario in cui hanno imperversato alcuni tra i peggiori e più brutali regimi criminali, oscurantistici e totalitari di tutti i tempi, paragonabili al nazismo hitleriano o all’Inquisizione cattolica (che solo in Europa pare che abbia causato oltre 8 milioni di morti!). Mi riferisco, ad esempio, al regime staliniano che ha sterminato, arrestato, torturato, perseguitato, rovinato più comunisti, più anarchici, più dissidenti, del Terzo Reicht!
      Non voglio ora discutere di tutto ciò, un tema così vasto, complesso, difficile e delicato, che meriterebbe quantomeno uno spazio apposito e adeguato.
      Insisto invece su un punto, sollevato chiaramente dall’intervento di Garofalo: le Br, pur essendo un prodotto filiale della sinistra italiana, più di quella comunista ortodossa che di quella postsessantottina (come giustamente ha rilevato Keoma) sono state o no soggette ad infiltrazioni da parte di servi(zi) segreti occidentali (oppure anche da parte del KGB sovietico)?
      Perché l’operazione Moro avvenne dopo che l’intero nucleo storico brigatista era stato imprigionato, esattamente 4 anni dopo, e mi pare che nessuno dei capi storici (almeno Curcio e Franceschini) fosse d’accordo sul bersaglio, ossia Moro, dato che quattro anni prima, cioè nel 1974, proprio Curcio, Franceschini, Mara Cagol (moglie di Curcio, poi uccisa in uno scontro a fuoco con la polizia) ed altri dirigenti brigatisti, stavano preparando il sequestro di Andreotti, e non a caso furono arrestati?

      Don Chisciotte

    • Beh, una volta assodato che le B.R. ed anche l’ altro lottarmatismo cosiddetto "minore"( piu’ movimentista nelle premesse ma spesso arrivato ad esiti "politicisti" anche peggiori) erano comunque figli del comunismo novecentesco, la discussione puo’ essere affrontata in modo piu’ tranquillo e disincantato.

      E’ vero che quando Curcio e Franceschini furono attestati a Pinerolo nel 1974, le B.R. non avevano ancora ucciso nessuno.

      Il primo omicidio, quello di due missini a Padova, avverra’ qualche mese dopo e sara’ comunque una cosa assai anomala .Dei 5 del commando, uno solo era veramente delle B.R., gli altri erano due della Brigata Ferretto e due rapinatori comuni, successivamente finiti nella banda Vallanzasca, che favevano da palo. La cosa va inquadrata nella piu’ generale reazione violenta seguita alla strage di Brescia e le B.R. se ne assunsero la paternita’ per "senso di responsabilita", visto che all’epoca una colonna veneta nemmeno esisteva e che alle B.R. poco e’ mai interessato colpire i fascisti.

      Ma se non avevano ancora ucciso e la linea di "annientamento" sara’ inaugurata solo nel 1976 con l’ attentato a Coco, e’ pur vero che le B.R. avevano gia’ deciso il passaggio dall’ azione di fabbrica, legata alle lotte sindacali, alla pratica dell’ "attacco al cuore dello stato" col sequestro del giudice Sossi a Genova.

      E gia’ stavano progettando - lo dice lo stesso Franceschini - il sequestro di Andreotti.

      Quindi, dopo il loro arresto, Mario Moretti non fece altro che portare avanti la vecchia linea, anche se rendendola sicuramente piu’ "scientifica" e poi pure omicida.

      Che Curcio e Franceschini fossero contrari al sequestro Moro e’ una cazzata. Di quel sequestro non seppero nulla prima di leggerlo sui giornali. E’ vero invece che furono favorevoli all’ omicidio dello stesso Moro visto che tutti i B.R. detenuti furono consultati e non ce ne fu uno che ebbe una posizione diversa.

      Tentativi di infiltrazione nelle B.R. ce ne furono parecchi, da Marco Pisetta ( uomo del Sid) a Silvano Girotto alias Frate Mitra ( uomo del Pci e dei carabinieri). Non e’ nemmeno escluso che alcuni dei futuri "pentiti" non fossero in realta’ altro che infiltrati sin dall’ inizio ( nel caso di Patrizio Peci il dubbio e’ fortissimo).

      Ma questa gente era stata infiltrata per poter arrestare i brigatisti e non certo per condizionarne la linea.

      Per quanto riguarda i servizi stranieri, due sono i casi accertati di approccio e tutti e due risultano
      aver provocato il rifiuto delle B.R. Il caso del Mossad nel 1974 di cui parla Franceschini ( accusando paradossalmente Moretti di aver trascurato i "segnali" che venivano dallo stesso Mossad ) e quello degli anni 80 dei servizi bulgari che tramite il sindacalista della Uil Scricciolo, loro affiliato e cugino di un fiancheggiatore delle stesse B.R., tentarono di cucire rapporti durante il sequestro Dozier e furono anche loro mandati a quel paese.

      Questi gli unici fatti accertati. Il resto sono fantasie da retroscenisti e maniaci della dietrologia.

      E soprattutto opera di parti politiche che vogliono negare il fatto che le B.R. , per quanto degeneri, erano figlie della loro stessa storia.

      Keoma

    • Come diceva Nanni Moretti (non Mario Moretti): "Va bene, continuiamo a farci del male"!...

      Palombella Rossa

    • Non e’ che negando il fatto che la tradizione comunista ha partorito anche una serie di mostri ( non certo solo le B.R. ! ) ci facciamo invece del bene.

      E nemmeno possiamo manicheisticamente risolvere il problema attribuendo questi mostri alla Cia al Mossad o a cose del genere.

      Pure Stalin e Pol Pot erano agenti della Cia ?

      Aladino Govoni

    • Stalin o Pol Pot non erano certo agenti della CIA, ma in un certo senso, soprattutto nel caso di Stalin e del regime sovietico ormai degenerato in un apparato di potere burocratico, poliziesco ed autoritario, esistevano trame e rapporti ci complicità e di accordo con il capitalismo occidentale guidato dagli U.S.A., ai fini della spartizione del mondo in due grandi blocchi economico-politico-militari e in due immense aree d’influenza ideologica.
      In tal senso basti citare l’accordo di Yalta. O vogliamo negare tutto ciò?
      Non a caso, Togliatti, capo indiscusso del P.C.I. e numero due del Comintern dopo Stalin, intervenne in prima persona sia per indurre a disarmare le brigate partigiane alla fine della lotta di Resistenza antifascista, sia per riabilitare numerosi quadri ex-fascisti e riassorbirli nella nuova Repubblica, sia per stroncare ed arrestare nel 1948 i moti insurrezionali che erano sorti proprio in seguito ad un attentato commesso contro di lui. Ovviamente, tutte queste scelte togliattiane erano ispirate direttamente da Stalin o comunque erano influenzate e condizionate dalle decisioni assunte a Yalta.
      Ovviamente, potrei proseguire fino ai nostri giorni.
      Nel contempo, sono cosciente che certe degenerazioni autoritarie e criminali della sinistra novecentesca (soprattutto quella legata all’ortodossia comunista), italiana e mondiale, vanno riconosciute, indagate a fondo soprattutto per capirne le cause storiche, esecrate e rigettate con fermezza, per provare a ricostruire, rifondare, rilanciare e riprogettare una nuova sinistra transnazionale, su basi fortemente libertarie, antiautoritarie, antidogmatiche e partecipative dal basso, rifiutando i vecchi ed obsoleti schemi verticistici, liberticidi, autoritari e dogmatici, che purtroppo continuano ad essere riproposti anche all’interno del P.R.C., e talvolta persino all’interno di alcuni sedicenti movimentismi che si spacciano come fenomeni spontaneistici.
      Del resto, il fanatismo ideologico è molto simile a quello religioso e può tralignare facilmente nella violenza e nella repressione esercitata contro ogni forma di "eresia" o di dissenso interno, che vengono recepiti e trattati alla stessa stregua dei "nemici" esterni, se non peggio!
      Detto questo, è chiaro che non mi sogno lontanamente di negare la paternità tutta "sinistroide" delle Brigate rosse o di altre organizzazioni della lotta armata italiana, da Prima Linea ai Nuclei Armati Proletari, ai Nuclei Comunisti Combattenti ed altre sigle minori e meno conosciute del panorama lottarmatista made in Italy.
      Nondimeno, sono piuttosto incline ed orientato a pensare che tali fenomeni pseudo-rivoluzionari e brigatisti in senso lato (cioè con riferimento non solo alle Br) fossero chiaramente e palesemente funzionali ed utili alla cosiddetta "strategia della tensione" che mirava, negli anni ’70, a creare un clima di terrore, di scontro e di violenza, tale da legittimare il ricorso a leggi d’emergenza, come d’altronde è accaduto, ma soprattutto tale da permettere operazioni e processi politici di stabilizzazione in senso conservatore. Non a caso la Democrazia cristiana ha continuato a mantenere e perpetuare il proprio strapotere politico-elettorale, nonostante la prepotente ascesa del Partito Comunista Italiano guidato da Enrico Berlinguer, che in quegli anni stava sul punto di effettuare il fatidico "sorpasso". Non mi soffermo inoltre sul fallimento del tentativo berlingueriano del "compromesso storico" e sull’innegabile ruolo svolto dalle Br e dall’operazione Moro proprio in direzione di tale naufragio. Il resto possono essere soltanto ipotesi dietrologiche prive di fondamento.
      Tuttavia, un semplice ragionamento logico può essere fatto.
      E’ chiaro che tanto più un’organizzazione è chiusa, rigida, strutturata verticisticamente al suo interno, e addirittura costretta alla clandestinità, come nel caso specifico delle Brigate rosse, oltretutto prive delle loro maggiori menti pensanti dopo l’arresto dei capi storici (Curcio e Franceschini) avvenuto nel 1974, tanto più è facile infiltrarla, controllarla, influenzarla, isolarla dal movimento reale delle masse e della società. Al contrario, quanto più un’organizzazione è aperta, è spontanea, è mobile, è strutturata in senso democratico-orizzontale, e soprattutto agisce alla luce del sole, in stretto e costante contatto con gli umori, le istanze e le rivendicazioni popolari, tanto più risulta difficile infiltrarla o comunque condizionarne le scelte e gli orientamenti.
      Cari compagni, non so se siete d’accordo su questo tipo di ragionamento.

      Saluti libertari,
      Don Chisciotte

    • Caro Don Chisciotte, nel merito sono sostanzialmente d’accordo su tutto.

      Anche se i crimini staliniani ( soprattutto quelli contro i comunisti dissidenti o presunti tali) cominciano svariati anni prima dell’accordo di Yalta.

      Dire pero’ che il lottarmatismo italiano - che francamente non ho mai avuto in simpatia, nemmeno quando militavo in ambienti contigui ma comunque di massa - sia stato funzionale alla strategia della tensione non regge proprio.

      Visto che invece era nato quasi sempre proprio come reazione alle stragi fasciste e ai numerosi tentativi di golpe che ci sono stati.

      Il problema e’ invece che dietro quelle pratiche - al di la’ di facili moralismi - c’era un errore di analisi fondamentale ; quello secondo cui ci fossero in Italia ( ma anche in Europa) le condizioni per una prospettiva rivoluzionaria.

      Le B.R., in aggiunta agli errori degli altri, c’hanno messo anche l’aggravante di pensare che una certa tradizione comunista che le lotte del 68/69 avevano definitivamente seppellito, fosse invece da "rinverdire" e da riutilizzare per determinare una rivoluzione vincente nel nostro Paese.

      Errore storico gravissimo e persino politicamente criminale, ma nulla a che vedere con la stategia della tensione, con le trame tipo Piazza Fontana ecc. ecc. ecc.

      E poi basta con la storia di Curcio e Franceschini bravi e del Moretti cattivo.

      Curcio e Franceschini approvarono regolarmente dal carcere le scelte di Moretti, le rivendicarono nei processi e nei documenti e quando, col "Partito Guerriglia", si misero in proprio nelle carceri fecero puttanate incredibili, alleandosi anche con la camorra di Raffaele Cutolo.

      Cosa invece che Moretti col suo PCC ha sempre rifiutato sdegnosamente .

      Quello che li differenziava da Moretti e’ che questo considerava secondario il problema della liberazione dei "rivoluzionari prigionieri", cioe’ in primo luogo quella personale di loro due.

      Per cui non raccontassero oggi barzellette, anche se per la verita’ le racconta solo Franceschini, Curcio non lo ha mai seguito nel suo "revisionismo" su quelle vicende.

      L’errore, come dicevo, era di fondo e la scelta suicida dell’ "attacco al cuore dello stato", al posto delle azioni di fabbrica legate alle lotte di massa, la avevano fatto insieme nel 1974 Curcio, Franceschini, Moretti e Mara Cagol e l’ avevano inaugurata col sequestro del giudice Sossi.

      E basta pure con le sottili distinzioni su Moro e Andreotti che presuppongono un Moro buono e "di sinistra" che non e’ mai esistito.

      E comunque se avessero rapito Andreotti - all’epoca culo e camicia con lo stesso Moro nella scelta del coinvolgimento del Pci nella maggioranza - sarebbe stata cosa buona ?

      Non avrebbe avuto sostanzialmente gli stessi effetti ?

      Keoma

    • Cara Keoma, sembra che non ci capiamo pur dicendo le stesse cose (nella sostanza) ed usando persino un linguaggio simile.

      Che i crimini staliniani (le famigerate "purghe", i processi sommari eccetera, contro i bolscevichi ma non solo) siano antecedenti a Yalta, lo dice la storia, ed io infatti non ho detto il contrario.

      Forse non s’è capito, ma neanch’io ho mai nutrito simpatie di alcun tipo verso la lotta armata, una strategia destinata fin dall’inizio al fallimento, in quanto la scelta della clandestinità inevitabilmente comporta un autoisolamento dalle vicende reali della società e dalle lotte concrete delle masse popolari. Su questo punto non mi pare necessario soffermarmi.

      Sulla funzionalità della strategia brigatista e della lotta armata in genere, mi riferivo non alle intenzioni o al livello di consapevolezza degli stessi brigatisti, che davvero credevano di reagire alle stragi di Stato e ai tentativi golpisti, illudendosi di "preparare" il terreno alla rivoluzione sociale del proletariato italiano. Al contrario, senza avvedersene, completamente inconsapevoli, ignari ed ingenui, i brigatisti (senza alcuna distinzione manichea tra Curcio e Franceschini, ritenuti "buoni" da un lato, e Moretti "il cattivo", dall’altro: io non l’ho mai pensato né scritto) hanno favorito con le loro scelte e le loro azioni (ripeto: pseudo-rivoluzionarie) quella che era la finalità principale della "strategia della tensione", ossia incentivare ed acuire uno scontro tra opposti estremismi ed opposti terrorismi, per puntare invece a rafforzare, rilegittimare e perpetuare l’ordine esistente, retto ed imperniato sulla Democrazia cristiana. In altre parole, non sono io a dirlo, lo scopo strategico era quello di "destabilizzare per stabilizzare".

      Infine, anche la separazione, altrettanto manichea, tra un Moro "buono" e "di sinistra", da un lato, e un Andreotti "cattivo", "malefico" o "diabolico", dall’altro, è una visione che non mi appartiene, ma che tu, Keoma, mi attribuisci gratuitamente ed arbitrariamente. Infatti, anch’io penso che se le Br avessero sequestrato Giulio Andreotti al posto di Aldo Moro, il risultato sarebbe stato lo stesso: naufragio e crollo definitivo dell’ipotesi del "compromesso storico", rafforzamento elettorale della Dc, declino della sinistra, sia di quella ortodossa e parlamentare borghese, sia di quella extraparlamentare, postsessantottina e movimentista, ecc. ecc.

      Spero di essermi spiegato abbastanza chiaramente, almeno stavolta.

      Saluti saluti saluti...
      Don Chisciotte

    • Ma infatti mica era a te che attribuivo certi luoghi comuni.

      Pero’ vuoi negare che sono ben diffusi ?

      E anche se sono stati in primo luoghi argomenti usati dal vecchio Pci per "criminalizzare" tutto quello che si muoveva, anche e soprattutto alla luce del sole, alla propria sinistra, e’ pure innegabile che sono diventati col tempo sentire comune anche di ambienti piu’ antagonisti.

      E’ una specie di riflesso condizionato, attribuire al "nemico" tutto quello che ci appare scomodo, non spiegabile coi nostri schemini facili facili.

      E spesso, parlando di quell’ epoca, questo atteggiamento presuppone - ancora una volta non e’ il caso tuo ma di molti altri - un sostanziale giudizio positivo sul compromesso storico .

      Che invece era una cosa negativissima che ha permesso - molto prima e di piu’ dell’ insorgenza lottarmatista - di perpetuare per altri 15 anni una D.C. che invece nel 1975/76 era gia’ in crisi irreversibile insieme all’ economia italiana.

      Che a questo disegno il clima generale di violenza ( non certo inaugurato dalle B.R. ma da Cia, servizi segreti e fascisti nel 1969 con Piazza Fontana) abbia dato una innegabile mano mi sembra incontestabile.

      Ma questo e’ un altro discorso ; e’ come dire che certi atteggiamenti della sinistra italiana nell’ immediato dopoguerra seguito al massacro del 1915/18 - tipo quello di sputare sui reduci di quel conflitto - ha favorito la nascita del movimento fascista.

      E’ anche questo un dato innegabile ma nessuno ha mai ipotizzato che gli estremismi infantili del massimalismo socialista di allora fossero pagati dal padronato o dai "servizi segreti" di Sua Maesta’.

      Keoma ( che e’ un maschietto)

    • Caro Keoma, scusami anzitutto per la gaffe.
      Devo dire che il tuo ultimo intervento ha chiarito tutto... anche il tuo sesso :).
      Concordo pienamente con te. Pertanto non ho nulla da aggiungere, se non che è stato un confronto breve, quanto sincero ed interessante.
      Sicuramente c’è un enorme lavoro da compiere ancora all’interno della sinistra italiana, sia di quella ortodossa e tradizionale, sia di quella cosiddetta "alternativa" e/o "antagonista" (che mi interessa maggiormente), per tentare di contrastare, smascherare e sradicare non solo i luoghi comuni di cui dicevi, bensì anche altri "dogmi", altri stereotipi e altri pregiudizi che sono, purtroppo, alquanto diffusi in vasti settori e in vaste aree della sinistra, non solo italiana.

      Don Chisciotte