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27 gennaio 1945 - 27 gennaio 2006: In memoria delle donne vittime del nazifascismo
Publie le giovedì 26 gennaio 2006 par Open-Publishing"Talvolta mi fa orrore la guerra e ogni speranza mi abbandona. Non vorrei pensarci affatto, ma ormai non c’è nient’altro che la politica, e finché è così confusa e malvagia, è da vigliacchi tirarsi indietro. Probabilmente sorridi e pensi che sono una ragazza... Ma siamo stati appunto educati politicamente". [Sophie Scholl]
Sophie Scholl era nata nel 1921. Nel maggio 1942 si era iscritta all’Università di Monaco, dove insieme al fratello Hans e ai suoi amici, frequentava ambienti culturali che si opponevano al nazismo. Durante le vacanze estive dello stesso anno mentre era costretta a prestare servizio di guerra in un impianto metallurgico di Ulm diventò un’attivista della Rosa Bianca. Sophie fu arrestata, insieme ad Hans, il 18 febbraio 1943, mentre distribuivano il sesto volantino della Rosa Bianca all’Università di Monaco. Il 22 febbraio 1943 fu processata, condannata a morte e giustiziata, insieme ad Hans e a Christoph Probst.
Nel Giorno della memoria noi Donne in nero vogliamo ricordare lei e tutte le donne vittime del nazifascismo, le donne morte nei lager e le sopravvissute, ma anche le donne di Rosenstrasse, donne tedesche che a Berlino nel 1943, assediarono per sei giorni, 24 ore su 24, dal 27 febbraio al 6 marzo, l’edificio in cui erano detenuti circa 2.000 uomini ebrei, loro mariti o congiunti, esigendone la liberazione perché non avevano violato nessuna legge. La loro resistenza nonviolenta convinse Göbbels, consultato Hitler, a rinunciare alla repressione contro le donne e liberare tutti gli uomini, 25 dei quali furono addirittura riportati indietro da Auschwitz.
A lungo ci è stato detto che la resistenza sotto i nazisti era impossibile e rischiosissima. Ma le donne di Rosenstrasse hanno resistito, in modo non violento e con successo. Questo ci fa pensare dolorosamente a quanto le donne e gli uomini, collettivamente e in modo nonviolento, senza eroismi avrebbero potuto fare e non fecero. E ci chiama tutte, tutti, ad assumerci oggi la responsabilità di opporci alla guerra infinita, a non perdere la speranza, a non accettare passivamente il mondo violento che i potenti della terra cercano di imporci, a esigere il rispetto della nostra Costituzione che ripudia la guerra e a chiedere l’immediato ritiro delle truppe italiane dall’Iraq.
Donne in Nero
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