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A proposito della conferenza della SE a Berlino del 28 al 30 novembre...

Publie le lunedì 1 dicembre 2008 par Open-Publishing
1 commento

Buongiorno Paolo

di Roberto Ferrario

Domanda:
come possiamo considerare che la SE é un "insieme di partiti della sinistra radicale e d’opposizione" ???

Guardiamo un po’ qui é membro... prendiamo esempio del PCF...

Il PC francese partito radicale????

Ma dove sono gli elementi per considerare che é un partito cosi radicale, quando tutta la sua politica e storia é legata strettamente alla socialdemocrazia del PS francese, ricordiamoci della "unione della sinistra" "Union de la gauche", che ha privatizzato piu della destra e ha distrutto tutta la sinistra, quella si.... radicale e comunista...

Come possiamo chiamare "radicale" il PCF quando tutta la sua direzione prepara un congresso fra qualche giorno che ha come unico obiettivo la dissoluzione del partito verso una "cosa" che assomiglia stranamente alla proposizione di Vendola e soci...

Noi che viviamo qui in Francia abbiamo dei fortissimi dubbi su queste affermazioni...

Un saluto parigino a tutti/e i compagni/e

PS: Questo commento é stato pubblicato anche sul sito di Paolo
aspettiamo una risposta, per il momento il commento stesso é "in attesa di approvazione"...


DAL 28 AL 30 A BERLINO PER INCONTRARE I PARTITI DELLA SINISTRA EUROPEA, PARTECIPARE ALLA CONFERENZA DELLA SE, RIBADIRE IL NO AL TRATTATO DI LISBONA E AI PARAMETRI DI MAASTRICHT.

Novembre 27, 2008

Il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero sarà, da domani
28 e fino al 30 novembre, a Berlino, assieme a una delegazione del Prc-Se, per una serie di incontri con i rappresentanti e i leader della Sinistra Europea, l’insieme dei partiti della sinistra radicale e d’opposizione di cui il Prc fa parte, e in particolare per partecipare alla “European Left Conference for the European Elections 2009″ che si terrà presso i locali dello storico Cinema Babylon, in Rosa-Luxembourg Platz.

La conferenza di tutti i partiti della Sinistra Europea discuterà e approverà il programma con cui la Sinistra Europea si presenterà alle prossime elezioni europee, svolgerà da importante punto di raccordo e snodo dei partiti della sinistra d’alternativa europea, ribadirà il NO al Trattato di Lisbona e al Patto di stabilità del Trattato di Maastricht e definirà le proposte di modifica ad esso per affrontare le drammatiche crisi economiche che coinvolgono tutti i Paesi dell’Unione europea.

Sabato 29 novembre, a partire dalle h 15.00, si terrà una conferenza stampa dei partecipanti alla conferenza (tra cui Lothar Bisky, presidente della Sinistra Europea, Oskar Lafontaine, presidente del partito della sinistra tedesca Die Linke, Gregor Gysi, presidente del gruppo della Die Linke nel Parlamento tedesco) cui interverrà anche il segretario del Prc-Se Ferrero. l lavori della conferenza stampa come della Conferenza della Sinistra europea sono aperti alla stampa e alle tv.

A latere della conferenza stampa del 29, il segretario del Prc Paolo Ferrero sarà a disposizione della stampa, italiana e internazionale.

Messaggi

  • Il Babylon è una babele di lingue, ma nemmeno tanto

    di Angela Mauro Berlino (nostra inviata)

    Il Babylon è una babele di lingue, ma nemmeno tanto. Sono diverse le poltrone vuote in questo cinema di trecento posti nella Rosa Luxemburg Strasse di Berlino est chiamato ieri a ospitare l’assemblea pubblica della Sinistra Europea. Saltano agli occhi di delegati e ospiti. Eppure l’appuntamento è importante, di per sé storico. I 27 partiti della Se (tanti sono tra membri e osservatori) presentano la loro prima piattaforma comune in vista delle elezioni europee del prossimo giugno. Evento storico, perché alla scorsa tornata per il rinnovo del parlamento di Strasburgo la Sinistra Europea era solo appena nata (Roma, maggio 2004). Storico perché tale è la fase che il mondo si trova ad attraversare, con i venti di crisi che da oltreoceano finora hanno solo lambito il vecchio continente. Una prova, un test e non si può dire da ora che il flop dell’assemblea al Babylon - storico cinema degli anni ’20, a due passi da strade che sono state la scenografia di ciak del film sulla Ddr "Le vite degli altri" - sia foriero di sventure elettorali.

    Non qui, non in Germania, dove la Die Linke (fusione dell’ala sinistra della Spd di Oskar Lafontaine e la Pds) vola nei sondaggi al 12 per cento rispetto al magro 23 per cento della Spd. Ansie da crisi della sinistra mondiale a parte, sta dunque tranquillo il leader della Linke Lothar Bisky, successore di Fausto Bertinotti alla presidenza della Sinistra Europea. «Se la piattaforma unitaria ci allontana da eventuali propositi di alleanza con la Spd? Neanche per sogno», spiega in conferenza stampa nella sede del suo partito, palazzo storico del partito comunista. «Piuttosto sono loro che si allontanano da noi, dalla necessità di una risposta di sinistra alla crisi economica. Guardando alla Spd, mi chiedo dove siano finiti i principi della social-democrazia». Certo, se la leadership del partito che oggi governa in grande coalizione con la cancelliere Merkel «dovesse cambiare indirizzo, se ne potrà riparlare», continua Bisky.

    Ma fino ad allora, strade separate, tanto più che in Germania le europee funzioneranno da test per le politiche. Come Bisky, anche il giovane segretario del Synaspismos, Alexis Tsipras, ha il sorriso sulle labbra: anche la sua organizzazione di stampo movimentista gode di buona salute in Grecia. Ed è baldanzoso pure Miguel Portas, portoghese del Blocco de Izquierda, 8-9 per cento nei sondaggi. Sono i rari esempi di sinistra in carne, qui al Babylon. Ma, come si diceva, un’assemblea poco partecipata non decide tutto, non per tutti. E poi la sfida va affrontata, proprio perché la crisi economica, sottolinea Graziella Mascia, vicepresidente della Sinistra Europea, «ci ha dato ragione su questioni per noi cavallo di battaglia da sempre: la revisione dei parametri di Maastricht, ora fatta propria dalla Merkel e da Sarkozy, la tassazione delle rendite finanziarie, la crisi in cui versano organismi come il Fondo monetario internazionale, la Banca Mondiale, il Wto: istituzioni da noi sempre criticate…».

    La crisi economica è il nucleo centrale della piattaforma unitaria della Sinistra Europea, mini-trattato di dieci pagine. Una «crisi di sistema», dice la Mascia, che dimostra ulteriormente il «fallimento della globalizzazione neoliberista che ha massimizzato i profitti dei più grossi attori del mercato finanziario a livello mondiale senza alcun controllo pubblico», si legge sulla piattaforma unitaria. «Il risultato è chiaro: mancanza di democrazia e la fine del "welfare state"». Una crisi economica che è anche politica. La piattaforma ribadisce «il no della Sinistra Europea al Trattato di Lisbona», ricorda che Irlanda, Olanda e Francia hanno bocciato quel trattato costituzionale europeo «non democratico». Un intero capitolo è poi dedicato ad una "Europa di pace e cooperazione".

    Il segretario del Prc Paolo Ferrero cita gli attentati terroristici in India nel suo intervento al Babylon e racconta di un altro episodio, minore rispetto ai fatti di Mumbay, ma indicativo del rischio che «la crisi sfoci in una guerra tra poveri». Wall-Mart di New York, venerdì mattina una folla di duemila clienti prende d’assalto il supermercato, un cassiere finisce travolto nella calca scatenata dai saldi decisi per far fronte alla crisi. «Dobbiamo far vivere la piattaforma nei nostri paesi - sono le parole d’ordine di Ferrero, al suo debutto in Sinistra Europea come segretario del Prc - dobbiamo ristabilire un conflitto tra il basso e l’alto della società per evitare la guerra tra poveri».
    In Italia ancora nulla è deciso su come i partiti della sinistra si presenteranno alle Europee. Né Berlino è il luogo per parlarne.

    Lo sa Ferrero, lo sanno gli esponenti di area vendoliana del partito, presenti all’appuntamento in Germania. Oltre alla Mascia, Roberto Musacchio, europarlamentare impegnato a far funzionare l’agenda della Sinistra Europea. «Prima data in vista, il 16 dicembre per una manifestazione a Strasburgo contro la direttiva sull’allungamento dell’orario di lavoro - spiega - Che poi in quei giorni l’Ue esaminerà anche il pacchetto sul clima che vede contrario il governo Berlusconi…». Veramente, anche nella Sinistra Europea c’è chi, a dispetto della vocazione ambientalista maggioritaria nell’organizzazione, si dice favorevole al nucleare: i cechi del Partito comunista di Boemia e Moravia. Ma la cosa non è un tabù per i delegati. Discussione, test, sfida. «Si prova a tenere», dice Francis Wurtz, del Partito comunista francese, a sua volta attento a vedere come va a finire l’appello del suo partito per una lista unitaria a sinistra in Francia.