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AL SINDACO DE L’AQUILA Domanda n 1

Publie le domenica 20 dicembre 2009 par Open-Publishing
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- Domanda n 1: Localizzazione insediamenti «Progetto C.A.S.E.» nella città di L’Aquila

19 Dicembre 2009

Nei tempi di tribolo, questo si sa, non si può guardare troppo per il sottile. Non ci può permettere il lusso di essere schizzinosi. E neppure si può sindacare opinare puntualizzare discutere sottilizzare (tutti sport nazionali) come se ci si trovasse al bar o in sezione, mentre tutto intorno ferve - come nel periodo successivo al terremoto del 6 aprile - l’accorrere e il soccorrere verso una popolazione duramente colpita, rimasta letteralmente all’addiaccio.Da anni, dell’emergenza l’Italia ha fatto lo strumento per bypassare le normali procedure burocratiche (adatte e addette ad impastoiare tutto nei soli periodi normali) che pure si è data e che tenacemente conserva, ed il caso aquilano, le cronache cominciano a rimandarlo, sembrerebbe non aver fatto eccezione; per alcuni, esso ha addirittura rappresentato l’apoteosi dell’emergenza elevata a metodo di reggimento della cosa pubblica post-moderna.

Ora che sono trascorsi otto mesi dal sisma, sta sorgendo - e va rimanendo senza risposte soddisfacenti e pertinenti- un grande desiderio di conoscere comprendere metabolizzare quel che è successivo nella cosiddetta fase dell’emergenza e della ricostruzione leggera. E’ forse venuto il tempo di riflettere su quanto è accaduto, anche per tentare di far tesoro delle cose positive e di abbandonare il sentiero opaco degli aspetti grigi.

Inauguriamo quindi, con la modestia del caso, una serie di domande che il senso dell’opportunità ci trattenne dal formulare all’epoca ma che riteniamo - per quanto irresistibilmente destinate al vaniloquio e al cestino - di pubblico interesse. Adesso non meno di allora.

DOMANDA N. 1 - AL SINDACO DELLA CITTA’ DI L’AQUILA, MASSIMO CIALENTE

Oggetto: Localizzazione insediamenti «Progetto C.A.S.E.» nella città di L’Aquila

Come noto, il decreto 11 maggio 2009 n. 6 del Commissario delegato Bertolaso ha provveduto ad individuare e localizzare, in base a quanto stabilito con il cosiddetto decreto Abruzzo, le aree destinate alla «realizzazione dei moduli abitativi destinati ad una durevole utilizzazione nonché delle connesse opere di urbanizzazione e servizi», procedendo contestualmente alla dichiarazione di pubblica utilità delle stesse, occupazione ed esproprio. Su quelle particelle - nel decreto espressamente enumerate - sono stati poi realizzati gli insediamenti della nuova L’Aquila, decidendo, in pratica, un modello di città decentrata che per molti anni (e forse per sempre) contrassegnerà la vita del capoluogo di regione.

Lo stesso decreto Abruzzo statuiva che il Commissario Bertolaso provvedesse a tale individuazione «d’intesa con il Presidente della Regione Abruzzo e sentiti i sindaci dei comuni interessati», ovvero dovesse sentire anche Lei.

Lei, sindaco di L’Aquila, in quei giorni ha più volte espresso, anche in pubblici consessi (es.: riunione con i Comitati civici a via Strinella), il concetto di non aver sostanzialmente partecipato a tale processo decisionale, ed ancora il 15 maggio 2009, quattro giorni cioè dopo l’emanazione del decreto n. 6 da parte del Commissario Bertolaso, leggemmo che «il sindaco dichiara ai microfoni di Abruzzo24ore di non aver ancora visto quali sono le aree individuate» (http://www.abruzzo24ore.tv/news.php?id=11126).

C’è un problema. Nel decreto n. 6 è espressamente attestata la seguente circostanza:
«ACQUISITO il parere del Sindaco della città di L’Aquila sul cui territorio insistono le aree allo stato individuate, di cui alla nota del 9 maggio 2009».

Non solo. In premessa è scritto:

«VISTO il lavoro preparatorio svolto da un gruppo di tecnici della struttura commissariale e di tecnici comunali ai fini della localizzazione delle predette aree e diretto ad accertare l’idoneità delle stesse».

Poiché all’epoca qualcuno provò a dolersi di presunti onerosi incarichi a tecnici di fiducia del Comune di L’Aquila, Le chiediamo, al fine di rendere noto l’esatto stato dei fatti, quel che all’epoca testualmente scrisse (ché qualcosa ha scritto, a meno di non voler accusare la Protezione civile di aver attestato il falso) nel parere del 9 maggio 2009, e da quali tecnici comunali furono svolti i lavori preparatori per la individuazione delle aree per parte del Comune di L’Aquila.

Cordiali saluti.

Il Martello del Fucino - foglio volante di Fontamara

Allegato PDF : Decreto n 6 - 11 maggio 2009 al link :

http://www.site.it/le_testate/_notes/decreto%20n6%2011maggio%202009.pdf

http://www.site.it/al-sindaco-della-citta-di-laquila-somanda-n-1-localizzazione-insediamenti-%c2%abprogetto-case%c2%bb-nella-citta-di-laquila/12/2009/


COSA NON PORTEREMO NEL 2010

L’Aquila, 17 dicembre 2009

Siamo un gruppo di cittadini aquilani che dopo la casa stanno perdendo anche il reddito a causa della mancanza di lavoro.

Siamo entrati o stiamo entrando negli alloggi temporanei del progetto C.A.S.E. ma accadrà che non potremo viverci a lungo perché non sapremo come mantenere le nostre famiglie.

La politica e le Istituzioni non considerano questa come un’emergenza, dobbiamo far capire loro che lo è, che non è più solo il disagio di alcune categorie.

Proponiamo l’iniziativa simbolica dell’addobbo di uno dei bellissimi abeti della Villa Comunale dell’Aquila con ciò che non potremo portare nel nuovo anno.

E’ una proposta che da semplici cittadini lanciamo a tutti i cittadini aquilani, senza sigle né distinzioni.

Aiutateci a diffondere questo appuntamento attraverso i vostri contatti, via email, via facebook, con i mezzi di comunicazione che avete a disposizione.

Costruiamo insieme un movimento spontaneo di cittadini per comunicare le nostre difficoltà.

Sarebbe bello se partecipassero anche tutti quegli aquilani che hanno deciso di non tornare nella nostra città.

Se qui hanno lasciato il cuore, anche loro porteranno un messaggio.

N.B. Possiamo aiutarci inoltrando questo messaggio ai nostri contatti e conservando la lista di distribuzione per le iniziative future. Grazie!

Cosa non porteremo nel 2010

Addobbiamo un albero di Natale

con ciò che non porteremo nel 2010.

Quest’anno ci ha tolto la casa ma anche: lavoro, reddito, socialità, ecc.

Portiamo per l’addobbo ciò che rappresenta una perdita importante:

una lettera di licenziamento;

un telegramma di cassa integrazione,

un simbolo dell’attività perduta,

un prodotto del negozio che non riaprirà,

un piccolo oggetto della casa,

un coccio,

una fotografia dei piccoli eventi sociali che non possono più avvenire,

un pensiero,

ecc.

Ci vediamo il mercoledì 23 dicembre alle 16:00,

davanti al monumento ai caduti della Villa Comunale dell’Aquila.

Un gruppo di cittadini aquilani

http://www.3e32.com/

Messaggi

  • Tasse ai terremotati - Dopo le promesse, la beffa

    18 Dicembre 2009

    Dipendenti, cassaintegrati e pensionati terremotati torneranno a pagare le tasse regolarmente. Così come le società e le aziende con volume d’affari superiore a 200mila euro. Se - il dubitativo è ancora doveroso, vista la montagna di parole fin qui spese - verrà effettivamente prorogata la sospensione, non sarà per tutti. Non solo: non ci sono sconti sugli arretrati e andrà restituito il 100% in 60 rate. E tutte le promesse fatte? Rivediamole.

    28 luglio 2009 - Il Centro, quotidiano locale, scrive: “In meno di due ore si riaccendono le speranze dei contribuenti aquilani. Intorno alle 17 la Camera approva all’unanimità un ordine del giorno che equipara la condizione fiscale dei terremotati aquilani a quella delle popolazioni di Umbria e Marche. Prima delle 19 arriva l’accordo tra il ministro Tremonti e il capo della Protezione civile, Bertolaso, sul rinvio per il pagamento delle tasse.”
    Il trattamento a Marche e Umbria va ricordato: sospensione delle tasse per tutti per 18 mesi, restituzione del 40% degli arretrati e dopo 12 anni in 120 rate. Tutti tranquilli e voci fuori dal coro messe a tacere.

    7 dicembre - La situazione non si sblocca, anche se tutti danno per scontato che gli impegni vengano mantenuti. Stefania Pezzopane chiama alla mobilitazione. Arrivano altre promesse. Per giorni, il giornale locale titola che le tasse saranno sospese, e lo stesso dicono i tg nazionali. Bertolaso: “Spero di aver così tranquillizzato i nostri amici aquilani ai quali ancora una volta stiamo dando prova di grande serietà e coerenza“. Si smentirà da solo nel giro di dieci giorni.

    10 dicembre - ancora nulla di fatto. Gli aquilani sono in piazza a Montecitorio.
    Ma Bertolaso attacca duramente: “Cialente ha perso una buona occasione per lavorare su altre cose.” E garantisce che la sospensione delle tasse arriverà con il decreto che crea anche la Spa della Protezione Civile. Il che fa nascere dubbi legittimi da una parte: non è che si tenta di blindare al voto quel decreto? Dall’altra, invece, arrivano le accuse alla sinistra di strumentalizzare la questione per scendere in piazza. Un classico.

    12 dicembre - A L’Aquila si mormora: “Visto? Le tasse ce le hanno sospese“. Come se non bastasse, Bertolaso rassicura ancora: “Alcune ipotesi sono state gia’ formulate in Finanziaria. Non ci sara’ alcun problema ad inserire questa norma nel decreto legge all’esame del Consiglio dei Ministri, che chiude l’emergenza rifiuti in Campania e restituisce alle autorita’ locali la competenza dell’emergenza Abruzzo“.

    17 dicembre - Le carte si scoprono. Nel decreto-calderone, la proroga della sospensione delle tasse non c’è. Bertolaso cambia versione: “C’è ovviamente anche la proroga della sospensione dei tributi in Abruzzo, che non è nel decreto che riguarda l’Abruzzo ma nel ‘milleproroghe“. Ovviamente, dice. Ma non cambia versione solo su quello: “La proroga non sarà per tutti, ma riguarderà il territorio del cratere e le categorie più a rischio per il pagamento dei tributi“.

    Eccolo servito, il boccone amaro agli aquilani. E il trattamento per la questione tasse è solo una delle tante criticità di questo sisma mai raccontate veramente. Tant’è che, in tutta fretta, ieri sera, vari Tg hanno parlato della sospensione delle tasse in Abruzzo dandola per scontata. Un po’ come hanno fatto con gli aquilani in tutti questi mesi. Il messaggio alla nazione dev’essere uno solo: “A L’Aquila è stato risolto tutto“.

    E’ evidente che non è così. L’unica speranza per i terremotati? Che anche questa volta le dichiarazioni si smentiscano da sole. Ma appare molto difficile. E così, Cialente e Pezzopane chiamano a raccolta gli aquilani per il pomeriggio di oggi.

    18 dicembre 2009

    Alberto Puliafito da "Il Fatto Quotidiano"

    • LO SFOGO DI CIALENTE: «NON CAPISCO PIU’ COSA STIA SUCCEDENDO»

      L’AQUILA. Tra i più amareggiati per il decreto sulle tasse in queste ore c’è il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente.

      Sempre molto pacato in questi mesi di post terremoto ha evitato in più occasioni lo scontro diretto con il Governo. E’ prevalso un atteggiamento di collaborazione, anche con lo stesso Berlusconi, e non si sono mai registrati particolari scontri frontali.

      Per questo si è attirato anche qualche critica dalla stessa parte politica e qualche voce insidiosa su presunti cambi di casacca.

      Ma adesso per il primo cittadino è come se la misura fosse ormai troppo colma per continuare ad abbozzare.

      Ieri in conferenza stampa ha mostrato tutta la sua amarezza per un provvedimento che in fin dei conti nessuno da queste parti si aspettava.

      «Sono giorni che mi chiedo cosa stia succedendo», ha detto il primo cittadino. «Il terremoto e’ una vicenda che ha colpito l’intero paese, eppure ci sono un pezzo di Governo e di Parlamento che dicono che abbiamo avuto anche troppo ed è ora che iniziamo a camminare da soli».

      Cialente ha parlato di «trattamento disumano che rientra in un quadro molto più complesso» e ha messo così sul piatto le diverse difficoltà che si stanno incontrando in questi mesi.

      «Il finanziamento del Cipe, di 4 miliardi di euro, arriva col contagocce; i fondi non bastano neanche a finire i puntellamenti. La mia paura e’ che, terminate le assegnazioni degli alloggi del progetto Case, si spengano i riflettori e si chiudano le risorse».

      Anche perchè a fine anno la Protezione Civile lascerà l’Abruzzo e la ricostruzione sarà nelle mani del commissario Gianni Chiodi e probabilmente i vari problemi interesseranno una ribalta meno nazionale e più locale.

      «Noi – ha continuato Cialente - non stiamo chiedendo niente di straordinario. Chiediamo il giusto, di essere trattati come gli altri».

      Il sindaco ha tirato fuori anche la vicenda del terremoto del Belice: «al 30 novembre del 1995, lo stanziamento totale per la ricostruzione era di 29mila miliardi di lire. Perchè, con noi, il Governo non si sta comportando alla stessa stregua? Invece, non si sa nemmeno che fine abbiano fatto i 300milioni di euro di anticipo per il rilancio delle attività produttive. Io stesso, ho dovuto raschiare il fondo del barile ed anticipare la mensilità di novembre per il contributo di autonoma sistemazione. Assurdo. Onestamente- ha conclcuso il sindaco- sono molto preoccupato per il quadro sociale che si andrà a delineare a gennaio, febbraio e marzo, mesi che, se continua così, saranno ancora più difficili».

      Per Cialente «è giunto il momento di farci sentire, di ritrovarsi come territorio; che si vada avanti in modo compatto, che si metta da parte la politica per far valere i diritti di una popolazione massacrata economicamente, negli affetti e nella quotidianità, da quel maledetto sei aprile. La verità, è che si è pensato agli alloggi ma poi il progetto Case e Map sono risultati assolutamente insufficienti».

      «Si è pensato alle scuole, battaglia questa vinta dal Governo, dalla protezione civile e dagli enti locali», ha continuato, «ma non si è fatto nulla, meno di zero, per il lavoro. Anzi, si mettono le tasse. In questo modo tutto ciò che si è fatto, sarà stato vano e soprattutto verrà distrutto tutto ciò che era rimasto della città, mi riferisco alla fiducia ed alla voglia degli aquilani di ripartire subito».

      19/12/2009

      http://www.primadanoi.it/modules/bdnews/article.php?storyid=24195&page=1