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Alternativa di Societa : un contributo dagli operai della SATA di Melfi

Publie le sabato 22 gennaio 2005 par Open-Publishing

Partiti Partito della Rifondazione Comunista Parigi

La discussione congressuale ci pare utile che si articoli tenendo conto del vivo delle esperienze costruite in questi anni. In questo senso vorremmo provare a dare un nostro contributo, una riflessione che parte proprio da quanto abbiamo costruito e imparato durante i "21 giorni" di lotta alla SATA di Melfi. E’ stata una lotta importante e siamo orgogliosi di aver dato il nostro contributo alla costruzione di un nuovo movimento operaio. In quella lotta abbiamo verificato che per mantenere l’unità dei lavoratori e del movimento sono stati fondamentali due elementi: la democrazia e la capacità di costruire alleanze, rompendo l’isolamento dove hanno tentato di schiacciarci. Abbiamo imparato che è inutile proclamarsi avanguardie se non si è capaci di ascoltare e rispettare la volontà dei lavoratori. Abbiamo capito l’importanza della lotta dura ma di massa. Abbiamo fatto picchetti non violenti per allargare ulteriormente la partecipazione. Ci è stato utile avere le prese di posizione di tutta l’opposizione, delle forze sociali, intellettuali e dell’intero territorio contro le infami cariche della polizia.

Durante la lotta, mentre trascorrevano i giorni e le notti ai picchetti, avevamo chiaro che per chiudere un buon accordo bisognava tenere un minuto in più del padrone. Un accordo per modificare le condizioni di lavoro, per restituire dignità agli operai. Abbiamo lottato duro con la consapevolezza che dovevamo arrivare ad un accordo. Non è stato facile! Quando abbiamo firmato, dopo il referendum, l’80% dei lavoratori ha approvato l’accordo, ma il 20% lo ha bocciato, voleva di più, diceva che la lotta era stata inutile. Quell’accordo andava firmato. Non ha cambiato tutto ma ha messo le condizioni per andare avanti, perché ha rimesso al centro nella contrattazione il lavoratore. Oggi il clima in fabbrica è cambiato. La Fiat è attenta a non provocare gli operai e abbiamo la forza per fare la nostra parte nel prossimo contratto nazionale dei metalmeccanici. Melfi non è più un buco nero. Siamo consapevoli che la Fiat proverà domani a rimangiarsi quanto conquistato oggi, così come noi proveremo ad andare avanti.

Al Congresso sosterremo la mozione che ha come primo firmatario Bertinotti; mette al centro la costruzione del movimento e la centralità della democrazia, ponendosi il problema di costruire uno schieramento politico più ampio, che possa permettere al movimento di muoversi su un terreno più favorevole, per consolidare qualche risultato. Non capiamo come si possa contrapporre la costruzione delle lotte alla costruzione delle alleanze. Dopo anni di lotte dobbiamo cacciare Berlusconi ma dobbiamo sostituirlo con un governo permeabile alle lotte dei lavoratori e del movimento. Per questo bisogna cercare di fare un buon accordo: per cacciare Berlusconi evitando però di dare il governo in mano a Montezemolo. Le destre sono certo il nostro avversario principale ma non ha nessun senso fare accordi di desistenza per poi dare il governo in mano all’ala moderata del centrosinistra.

Non pensiamo che con una elezione si possa cambiare tutto, tanto meno crediamo che passerà tutto il programma di Rifondazione. Come nella lotta che abbiamo fatto a Melfi possiamo e dobbiamo puntare ad un accordo che dia dei risultati concreti e ci permetta così di essere più forti anche in fabbrica, nella costruzione delle lotte. Non è scontato che cacciato Berlusconi ci sia una inversione delle politiche neoliberiste. Dipende molto da noi, da come saremo capaci di continuare a lavorare per la costruzione e l’unificazione dei movimenti. Non dovremo fare sconti ad un possibile governo Prodi ma lavorare a riempire le piazze per rimettere al centro la valorizzazione del lavoro e la lotta alla precarietà. E se ci dovessero essere edizioni straordinarie di "Pacchetti Treu", ci batteremo per lo sciopero generale. Non è semplice. Abbiamo dubbi e a volte paura. Non possiamo però farci vincere dalla paura. Dobbiamo provare a fare la cosa che ci chiedono i nostri compagni di lavoro e cioè cacciare Berlusconi e battere le politiche di destra. Abbiamo la forza per farlo, mettiamoci anche il coraggio.

Emanuele De Nicola Rsu Fiom - direttivo circolo SATA PRC

Dino Miniscalchi Rsu Fiom- direttivo circolo SATA PRC

Pina Imprenda Rsu Fiom direttivo circolo SATA PRC

Cinzia Panaro direttivo Fiom circolo SATA PRC

Donato Petrillo Rsu Fiom segretario circolo territoriale Irsina

Giovanni Barrozzino Rsu Fiom direttivo circolo SATA

Pietro Orlandi Rsu Fiom direttivo circolo territoriale Irsina

Nicola Pafundi Rsu Fiom circolo territoriale PRC Pietragalla

Francesco Carbone direttivo Fiom direttivo Circolo SATA PRC

Michele Iacovera ex Rsu Fiom Assessore Provinciale PRC

Michele Passannante direttivo Cobas SATA Melfi