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CAN YOU SEE?

Publie le lunedì 4 luglio 2005 par Open-Publishing

Dazibao Discriminazione Giustizia I "senza" - immigrati

di Viviana Vivarelli

Coloro che si scagliano visceralmente contro gli zingari, o gli extracomunitari o i negri o gli ebrei fanno inconsciamente il gioco di gente bastarda che devia la loro rabbia contro falsi bersagli, per impedire il formarsi di una coscienza di classe o di un’etica sociale che attacchi come veri pericoli quelli che ci comandano.

C’e’ chi ruba e chi ruba. "Can You see?"

“Abbiamo tutti fame e sete di giustizia”

”Se non faremo giustizia, non ne meriteremo”.

“Ma se non ci daranno giustizia, capitera’ che non sapremo darla nemmeno agli altri”.

"L’ingiustizia non e’ una situazione, e’ una cecita’".

Come nell’elefante descritto dai ciechi nella famosa storiella (chi descrive la zampa e chi la coda), ognuno parla della realta’ che gli duole, nessuno vede l’intero elefante, la realta’ ci sta attorno ma la ignoriamo. Molti non cercano nemmeno di sapere com’e’ fatta, ma sfogano solo una rabbia interiore, una specie di fame inespressa, che sceglie la via della violenza e vuole un capro espiatorio. Ognuno ha i suoi motivi, personali e sociali, per dire quello che dice. E i fenomeni di proiezione sono tanti, spesso incontrollati e ignoti al portatore. Spesso parliamo e non sappiamo.

Attaccare i rom o i migranti o i neri o gli ebrei e’ facile, troppo facile. Purtroppo fare la guerra tra poveri non serve. Se non si capisce che il grande discrimine non e’ quello tra sindi e rom, ma quello tra potenti e deboli e che noi, qui, non siamo proprio dalla parte degli inaccessibili, che piuttosto ci controllano e ci censurano, ci marcano e ci vendono, e che la nostra presunta sicurezza e rispettabilita’ sono molto fragili e provvisorie, allora non abbiamo capito niente.

I piazzaioli delle viscere, i trippaioli truffaldini, avranno sempre buon gioco e riusciranno facilmente a far riversare le nostre rabbie in questi canali di scarico di basso servizio, molto utili al potere ma dove non faremo che peggiorare il mondo, senza far cosa utile nemmeno a noi.

Le effervescenze di rivolta devono arrivare alla testa, passando per il cuore, o produrranno solo scarti intestinali, uomi bassi.

Eppure dovrebbe esser chiaro che questi sono mezzi triviali, pilotati ad arte per decentrare il furore, ben utili a tener salvi i potenti, in una totale impunita’ e irresponsabilita’. Piu’ ti sfogherai in basso, piu’ il potere stara’ ben saldo in alto.

Se proprio vogliamo trovare degli avversari, sara’ meglio che guardiamo piu’ su, verso i veri ladri della vita. Il rom puo’ farmi un piccolo furto ma c’e’ chi mi deruba tutti i giorni di me stesso, dei miei beni e dei miei diritti e io potrei essere cosi’ cieco da dargli anche una mano, credendo che il nemico sia altrove.

Del resto le societa’ del benessere sono proprio quelle che mostrano i gap giganteschi tra ricchi e poveri.

A Tokio il numero dei clochard e’ impressionante. Il governo da’ loro piccole canadesi che essi alzano lungo i fiumi, e gli inverni sono gelidi.

Nella grande mela, accanto ai grattacieli sconfinati e ai grandi centri di potere finanziario, vagano centinaia di homeless, non sono zingari ne’ emarginati per DNA difettoso; appena ieri erano benpensanti come noi, travet, operai, impiegati, persino dirigenti, gente cosiddetta normale.. e, mentre Bush scarica la sua follia elitaria per favorire i censi alti, i barboni aumentano e aumentano e aumentano. Un enorme quantita’ di senzatetto, non solo vecchi ma giovani, donne, bambini, per strada, nei dormitori, sotto i ponti, come all’epoca della grande crisi del ’29. Alcuni hanno semplicemente perso il lavoro, altri si sono semplicemente ammalati senza una assicurazione costosa per le spese, altri ancora hanno divorziato e sono stati stroncati dalle spese conseguenti. Basta poco in America per diventare un barbone: un incidente, una malattia, un periodo lungo di disoccupazione, un fallimento, una detenzione.

Penso a Fini che marcia sparato per imprigionare i giovani fumatori di spinelli che riempiranno le carceri italiane di un altro 25% e che saranno segnati a vita, con una fedina penale che impedira’ loro un lavoro.

A New York mancano le case popolari, mancano quei centri di ricovero, di cui parlavamo, dove si possa avere un riparo e acqua e luce e gabinetti a costo minimo, buoni per i rom, come per i migranti, come per il pensionato solo e sfrattato, come per il disoccupato.

La societa’ opulenta e’ tanto prodiga per i gia’ ricchi a cui fa regali di ogni sorta, e a cui dona sempre nuove riforme fiscali propizie, nuovi condoni, nuove depenalizzazioni, nuove collusioni, ma non provvede nulla per chi non ha o non puo’.

E i nuovi governi neocon sono cosi’ lesti a parlare di diminuzione dello stato sociale e di privatizzazione dei servizi e dei beni essenziali e di riduzioni di tasse ai ceti alti con conseguente riduzione dei servizi alle classi basse....

E quelli che qui fanno i razzisti sono cosi’ pronti anch’essi a dare il loro voto a chi difende solo il regno del privilegio e perpetua l’ingiustizia.

In una societa’ giusta ci sarebbe modo di dare un minimo di sopravvivenza civile al rom come agli altri elementi deboli o emarginati della societa’.

In una societa’ giusta la parola ‘emarginato’ sarebbe una bestemmia.

Una societa’ giusta non e’ quella dove gli anziani pensionati vengono sfrattati con violenza dalle case dell’esercito o della finanza, come non e’ quella predisposta dall’assessore Manca che la miseria o il degrado li alimenta e i suoi topi vorrebbe stroncarli.

L’emarginazione non nasce da etichette, nasce dalla miseria. Non c’e’ etichetta di questo mondo che tenga se arriva provvista di bei soldoni: comunista, ebreo, albanese, sovietico, negro, terrorista, mafioso... tutte si nullificano se uno si presenta pieno di denaro, sia pure sporco, perche’ la prima regola di questa societa’ e’ che il denaro, quando e’ molto, non e’ mai sporco, anzi apre la strada di ogni potere.

Quando in un paese gli affitti sono superiori all’inflazione, quando mancano alloggi a basso costo e strutture di sostegno ai deboli, quando i prezzi aumentano in modo incontrollato senza intervento pubblico, quando la scuola pubblica viene deteriorata, e i concorsi e le assunzioni sono gestiti da abusi politici, quando vivi in mezzo a una criminalita’ collusa con lo stato, quando nemmeno con due stipendi riesci a far fronte alle spese e un figlio o una malattia ti azzoppano, quando un terremoto ti distrugge la casa ma vent’anni dopo ancora lo stato non te l’ha ricostruita, quando l’interesse dei padroni e’ portarti a meri limiti della sopravvivenza o anche sotto, quando si precarizza il lavoro ai limiti dell’impossibile, quando non si guarda in faccia alla fonte delle ricchezze e chi ruba in grande viene premiato anche dall’elettore... non mi pare che quello sia il luogo adatto a fare una guerra tra emarginati.

Quello e’ un mondo dove domina l’ingiustizia e ci andrei piano con i calci in faccia ai deboli, perche’ in quel disgraziato paese siamo tutti a un passo dal diventare deboli.

Quello e’ il luogo dove deve nascere la pieta’ per chi non e’ riconosciuto come essere umano. In quello stato siamo tutti emarginati, e’ solo questione di grado, e’ solo questione di tempo.

A New York una persona su venti non e’ in grado di pagarsi una casa, forse voi penserete che quello sia un alcolizzato, un demente, un vagabondo,un vecchio, in realta’ e’ piu’ spesso un ragazzo di colore. E avra’ forti probabilita’ di diventare un delinquente minorile e di morire giovane di morte violenta. E se si passa da New York alle altre grandi citta’ del mondo, Kinsasa, Nairobi, Rio, Buenos Aires, Napoli, Bombay.. e’ lo stesso, eserciti di ragazzi vagano per le strade, eserciti di anime che non interessano ne’ a governi ne’ a scuole ne’ a chiese ne’ a partiti. Che saranno preda dei signori della droga, del racket della prostituzione, delle centrali del furto, delle mafie locali, e infine degli arruolatori militari.

E c’e’ un’altra cosa che continuo a vedere trascurata. Mi puo’ anche andar bene l’avversione al furto, mi va meno bene che si facciano discriminazioni tra chi ruba in piccolo o chi si permette di rubare in grande.
Il furto deve essere furto a ogni livello.

Ruba il ragazzino rom, vedo la sua manina nera nella mia borsa, lo vedo e mi ribello, ma perche’ non mi ribello allora alla mano che in alto mi deruba anche se non la vedo? Solo perche’ la sua mano non e’ materialmente visibile nel mio metro quadro di vita?

Ruba anche il capo partito ormai incapace anche di parlare e che potrebbe vivere lautamente della sua pensione di senatore e che invece occupa posti in cui non lavora, magari anche un doppio incarico, nazionale e europeo, approfittandone per allocare in ruoli alti figli e cognati.

Quando di parla di furto deve valere ogni tipo di furto. Quando si parla di gente che non lavora, deve valere ogni tipo di gente che non lavora.
Quando si parla di emarginazione, ci si dovrebbe riferire ad ogni tipo di emarginazione.

Quel senatur che occupa ossessivamente due posti non solo impedisce a qualcuno migliore di fare il lavoro che lui non fa, ma ruba a me personalmente 25 milioni al mese piu’ altri 24 milioni, e dunque 49 milioni come minimo,‘senza fare niente, ‘senza laurar’. Lo zingarello lo vedo che mi ruba 2 euro una volta nella vita, il senatur non lo vedo ma mi ruba 24.000 euro ogni mese, come minimo, e contro di lui non apro bocca, come non dico nulla a quei ’pianisti’ che hanno a noia anche a entrare in parlamento e danno il voto per la mano di un altro, come non lavorano i capimafia, i palazzinari, i riciclatori di denaro sporco, gli usurai, i politicanti, i portaborse, gli affaristi, gli speculatori di Borsa, gli agenti segreti veri o fasulli, i vari Saya, i faccendieri, i capo bordello, i trafficanti di bambini o di carne umana, i venditori di porno, spregevoli figure certo, ma anche quelli che prendono una pensione di invalidita’ fasulla o vanno in pensione dopo 12 anni di lavoro, o dopo sei mesi di legislatura o i figli di padre celebre che ereditano cariche anche se nullafacenti e nullapensanti....

Il mondo e’ pieno di gente che mi deruba senza lavorare, che distrugge le mie sicurezze economiche e sociali, che mi rovina la vita. Dal piccolo ladruncolo posso anche difendermi, da questi no.

Dire della sofferenza di un rom, escluso, rigettato, calpestato, non padrone nemmeno di quelle due poche cose che sono sue e che possono venire schiacciate di colpo da una ruspa, non padrone di un angolo di mondo dove essere accolto, riconoscere che dietro la sua sofferenza c’e’ un uomo, una donna, un bambino non significa perdere di vista la sofferenza del disoccupato, dell’anziano, del povero, del salariato, del precario, del malato, dell’handicappato.

Anzi, in genere, chi vuole condizioni di vita migliori per un rom, le vuole anche per tutti gli altri emarginati del potere. Chi si fissa sul rom, come sull’extracomunitario, non vede altro che quello ed e’ la preda piu’ facile per il potente malintenzionato che lo sua come una pedina. Finche’ ci picchieremo tra di noi nullatenenti, il potere si ingrassera’ indisturbato.

In una societa’ dove la vita umana non conta nulla, e dove tutto si divide nelle due grandi classi di chi ha il potere e di chi non ce l’ha, o c’e’ una pietas che ci riporti all’umano o siamo in pericolo tutti.