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CARLO GIULIANI E G8 GENOVA, STRASBURGO: "LO STATO ITALIANO NON HA COLPE"

Publie le sabato 26 marzo 2011 par Open-Publishing

LORO NON ERANO D’ACCORDO CON GLI ORDINI MA HANNO ESEGUITO


Non poteva essere altrimenti!

Uno Stato, come quello italiano, in pieno golpe da anni non può avere colpe.

Giammai! Il potere assolve sempre se stesso. Non ha importanza come si chiami o se abbi sede a New York, nei palazzi di vetro piuttosto che a Roma o Strasburgo.

Proprio perché stanno nei Palazzi, ai piani alti, i più alti, grattacieli, guardano sotto e vedono la gente piccola: formiche. Realizzano solo che quelle persone, magari pure assembrate e in tante, laggiù in fondo, sono solo una indistinta macchia nera di puntini semoventi: formiche.

Qualche tempo fa chiamavano i diversi da loro "ratti, pidocchi, insetti", prima facevano leggi ad hoc, poi li rastrellavano, infine: lo sterminio.

E fu Shoah.

I colpevoli del genocidio, amorevolmente, vennero poi aiutati dal Vaticano e dalla Croce Rossa Internazionale, con le Ratlines, a sfuggire ai tribunali e alle pene da scontare. Approdarono a Genova mostri come Mengele insieme alla famiglia, prelevati da auto diplomatiche e portati a Roma, ospitati in alloggi usati solo per quel fine, forniti di documenti falsi e soldi venivano poi affidati ai regimi compiacenti Sud Americani. Lì vivevano indisturbati e riveriti, usando il loro vero nome. Mengele era addirittura presente nella guida telefonica pubblica della città brasiliana che lo vide suo residente per 25 anni.

Ogni tanto veniva pure in Italia ad incontrare il suo primogenito che lavorava in Germania, poi se ne tornava in Sud America a lavorare nelle aziende che lì aveva la famiglia Mengele.

Poteri che aiutano potenti.

Non ha importanza che tipo di potente. Anzi: più il potente è criminale internazionale, più viene protetto e salvato, riverito e magari pure revisionato da accattoni come David Irving e case editrici che pubblicano falsità storiche come le due italiane in mano all’estrema destra neonazista, che però non diteglielo altrimenti s’arrabbiano.

Poteri contigui e biunivoci corrispondenti, che non sono minimamente scalfiti da alcuna azione Giudiziaria, perché se la Magistratura passa all’atto duro e deciso, allora scattano i Segreti di Stato, gli archivi della vergogna che non possono essere aperti, i Servizi Segreti più o meno deviati, depistaggi, confusione e se proprio si continua a voler sapere la verità ti spunta fuori quella Falange Armata o la Brigata Rossa di Stato con una strage orrida confezionata ad uso e consumo della distrazione/distruzione di massa.

Pochi giorni fa il premier italiano ha dichiarato che gli dispiace per Gheddafi e ciò che gli sta succedendo, non l’aveva chiamato all’inizio del genocidio della popolazione libica perché non voleva disturbarlo tra un massacro di civili ed un altro.

Potenti pro potenti.

Tra la guerra in Libia, l’emergenza apocalisse nucleare dal Giappone, l’effetto domino delle rivolte nel mondo arabo è stata quasi taciuta la notizia che Strasburgo ha dichiarato lo Stato italiano con colpevole per l’assassinio di Carlo Giuliani e le violenza delle Forse dell’Ordine al G8-Genova 2001.



A nulla serve che il Rapporto Annuale di Amnesty International abbia parlato di quegli avvenimenti gravissimi come "violazioni dei diritti umani", "inquietanti interventi degli agenti alla scuola Diaz di Genova con pestaggi gratuiti, inquinamento delle prove, ferocia della polizia…", "uccisione di uno studente dimostrante da parte degli agenti con seguenti dichiarazioni ufficiali del Governo che contrastano con la realtà dei fatti e ricostruzioni fantasiose quanto ridicole sulla dinamica dell’omicidio di Carlo Giuliani…"

Ricostruzioni fantasiose… non sapevano davvero più cosa inventarsi per ammazzare nuovamente più e più volte Carlo; sono arrivati anche a dire che il proiettile sparato in aria solo a scopo intimidatorio, dall’agente indagato, è stato poi deviato da un sasso lanciato dai dimostranti, "la traiettoria della pallottola è quindi stata deviata dal ’maledetto’ fato attingendo il giovane…", ma anche che "il proiettile è stato sparato da altri, non dagli agenti, i Black Bloc e gli agitatori si sono infiltrati, rubando anche armi d’ordinanza alle forze dell’ordine…"

Basta guardare i video caricati su YouTube, per ottenere una completa cronaca fedelissima di quanto accaduto in quelle ore a Genova per capire e farsi un’idea, senza un’ombra di dubbio, sul potere che assolve il potere.

Chi sottoposto a processo, i capi che davano gli ordini affinché ci massacrassero, hanno a loro carico accuse gravissime: occultato prove, raccontato falsità, chiesto a subalterni di tacere o testimoniare bugie, fabbricato evidenze da far attribuire poi ai No Global [le molotov introdotte alla Diaz dagli agenti]… non sono personaggi minori, ma gente come l’attuale Capo della Polizia Manganelli, l’allora comandante PS De Gennaro, il dirigente Digos Genova nel 2001 Spartaco Mortola: "avrebbero indotto l’ex questore Francesco Colucci a rendere falsa testimonianza" sulla irruzione della polizia alla Diaz.

Il processo si è svolto a porte chiuse, così nessun cittadino ha potuto guardare in faccia i tizi in questione che vengono pagati con i nostri soldi, non certo per rendere alla Nazione un servizio di sangue e morte, manganellate, violenze gratuite, ferocia.

Prima Colucci aveva detto che De Gennaro sapeva tutto delle iniziative repressive adottate a Genova, poi guarda caso!, al dibattimento cambia versione e si smentisce, dice il contrario.

In una intercettazione, agli atti, Colucci chiama Mortola e gli dice: "Ho parlato con il capo. Devo fare marcia indietro".

Il "capo" cui fa riferimento sarebbe proprio De Gennaro. L’intercettazione finisce per caso nell’inchiesta avviata dopo la misteriosa sparizione delle bottiglie molotov che erano state falsamente attribuite ai no-global arrestati. E scatta l’incriminazione per il vertice della Polizia.

I pm sostengono "De Gennaro sapeva". Tutto ruota intorno alla presenza nella scuola Diaz di Roberto Sgalla, responsabile delle pubbliche relazioni per la Polizia di Stato. Colucci aveva in precedenza giurato che De Gennaro gli aveva detto di avvertire Sgalla e inviarlo alla Diaz per seguire l’irruzione. Secondo gli inquirenti, questo dimostrerebbe che anche i massimi vertici dell’Interno erano perfettamente a conoscenza di quanto era accaduto nell’istituto. Ma chiamato a testimoniare in aula - e dopo la telefonata intercettata - il questore cambiò versione: "Sono stato io - disse Colucci - a chiamare Sgalla. E’ stata una mia iniziativa".

Bravi davvero, talmente bravi che il potere li ha anche premiati dando loro nuovi incarichi con più responsabilità.

Colucci, per esempio dirige il Servizi Segreti DIS.

Il 3 marzo scorso, ad una nuova udienza dell’appello del processo che vede Colucci imputato per falsa testimonianza, sempre per i fatti del G8, il tizio ha di nuovo cambiato versione: "io non ero d’accordo con gli ordini, ma arrivavano dai miei superiori e li misi in pratica".

Suona sinistramente famigliare questa frase. L’hanno usata dai processi di Norimberga in poi tutti i Gerarchi nazisti, tranne uno a dire il vero, per giustificare i crimini commessi: loro non erano d’accordo a sterminare ebrei, zingari, omosessuali, oppositori… ma eseguirono gli ordini che arrivavano da quell’altro pazzo furioso di Hitler.



Allora, dobbiamo fare anche attenzione: se per caso domattina si sveglia un capo di questi tizi, indagati e impuniti per i massacri e l’omicidio di Carlo a Genova, e il Capo dei Capi si sveglia più pazzo del solito e ordina loro di andare a prendere tutti i redattori del Fatto Quotidiano e Liberazione, compresi i lettori abbonati, e portarli al confino oppure di farsi dei bei giri con i cingolati sui precari che manifestano in qualche piazza, mettendoli proprio sotto… loro lo faranno, pure non essendo d’accordo, eseguiranno gli ordini.

Sorge un dubbio: dal 2001 ad oggi in Italia, c’è il Governo Tambroni? Chi è il presidente del Consiglio: Reale, Scelba o Licio Gelli? Il Papa è Pio XII?


Lucio Galluzzi

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