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Da Togliatti a Grillo: la sinistra e il mito dell’uomo forte
par Mattia Pelli
Publie le giovedì 28 febbraio 2013 par Mattia Pelli - Open-Publishing21 commenti
La natura del grillismo non è nelle parole d’ordine ma nelle modalità in cui a queste viene dato corpo. E il corpo è quello del leader [Mattia Pelli]
"Ils n’aiment pas l’intelligence. La prétendue intelligence, comme dit Hitler. Et, partout où ils la rencontrent, ils la pourchassent, ils la clouent au poteau d’infamie, ils la livrent aux flammes.
J’avais, comme tout le monde, lu cela dans les journaux. Sans parvenir à y croire." (D. Guérin)
Andiamo subito al sodo: perché tanti "delusi" della sinistra radicale, siano essi intellettuali, militanti dei movimenti, cittadini impegnati, hanno pensato di trovare un approdo sicuro nel grillismo, rivendicando la continuità delle loro scelte e non cogliendo nessuna rottura tra un passato genericamente "comunista" o "no global" e il populismo del M5S, che rivendica di "non essere né di destra né di sinistra?"
Sulla natura di questo movimento, fondamentalmente di destra, concordo con quando scritto dai Wu Ming sul loro blog GIAP. Mi permetto di aggiungere solo un elemento, che è al centro della mia argomentazione e che cercherò di svolgere nelle prossime righe.
Daniel Guérin, nel suo magistrale pezzo di giornalismo militante intitolato "La peste brune", raccontava il suo viaggio a piedi (!) nella Germania del 1932, descrivendo "dal basso" il fenomeno nazionalsocialista.
Una delle sue riflessioni sulla differenza tra socialdemocratici e nazisti mi ha sempre colpito (e la cito a memoria): mentre i primi avevano l’onere di spiegare, di argomentare le loro parole d’ordine, basate sulla presa di coscienza e sull’autoeducazione delle classi sociali oppresse, di radicarle in una pratica quotidiana basata sulla conoscenza delle condizioni sociali in cui l’oppressione nasce, i nazisti non avevano questo onere.
Essi - spiegava Guérin - hanno degli slogan, non hanno bisogno di spiegare niente, si basano sui luoghi comuni più beceri, individuano capri espiatori, orientano le emozioni più che la ragione.
Per questo, mentre un comizio socialdemocratico non necessariamente scalda il cuore, ma mobilita la mente, uno nazista colpisce la pancia, il ventre molle, direttamente, senza mediazioni. Elimina le mediazioni.
Ovviamente - e lo dico subito - non sto facendo un paragone storico: non credo che l’Italia del 2012 sia come la Germania del 1932, né che Grillo sia come Hitler. Quello che mi interessa è la riflessione attorno a due modalità di orientare i militanti descritta da Guérin: quella basata sulla coscienza e quella basata sulla pancia.
Wu Ming spiega giustamente che destra e sinistra sono due polarità ineliminabili all’interno del pensiero politico, nonostante la perdita di ogni credibilità della "sinistra realmente esistente". Tra le caratteristiche di questa polarità ne aggiungo una: la necessità della conoscenza, dal momento che - come sosteneva Marx - le classi oppresse non hanno che la conoscenza per liberarsi dalle loro catene e grazie ad essa (e la rivoluzione, ovviamente, ma le due cose sono legate.) libereranno l’intera umanità (la rivoluzione è dunque anche una forma di conoscenza.)
Quindi essere di sinistra vuol dire, faticosamente, quotidianamente, senza fine, spiegare. E spiegare non vuol dire solo parlare, discutere, comunicare, ma radicare questo lavoro di svelamento nel territorio, dargli corpo in un progetto collettivo che cerca di toccare, capillarmente tutta la società.
Ma spiegare non sempre dà risultati immediati. A volte lo spazio temporale tra lo spiegare e il vincere (anche vittorie piccole, su temi specifici) è molto lungo, faticoso, stremante, dispendioso dal punto di vista delle forze, individuali e collettive. Un esempio straordinario è stato il referendum sull’acqua, dove la vittoria è stata preparata da anni di lavoro di studio, di attivismo sul territorio, di iniziative di riflessione e lotta.
Spiegare è difficile, frustrante. Spiegare è un lavoro che pesa sulle spalle di ciascuno di noi, che necessita di una mobilitazione continua, della mente e del corpo.
Perché allora non farlo fare a qualcun’altro, magari uno che lo sa fare bene, magari uno che non ha difficoltà a farsi ascoltare direttamente da milioni di persone, riuscendo a saltare tutte le mediazioni normalmente necessarie?
Che importa se questo qualcuno in realtà non spiega, non crea coscienza ma utilizza gli stessi metodi di mobilitazione del "popolo" che usano i suoi nemici, verticalizzando il rapporto tra leader e attivisti, che delegano a lui l’onere della presa di parola, della costruzione di una narrazione collettiva?
Non stupisce che molti militanti della sinistra radicale si trovino oggi - rivendicandolo - nel M5S: a leggere il programma si trovano molti punti condivisibili, dalla scuola pubblica alla sanità gratuita per tutti. Ma è uno specchietto per le allodole: la vera natura del grillismo non è nelle sue parole d’ordine ma nelle modalità in cui a queste viene dato corpo. Il corpo non è quello di un progetto collettivo; il corpo è quello del leader.
Allora la domanda iniziale deve forse essere cambiata in questo modo: come è possibile che tanti militanti, cittadini, elettori della sinistra radicale si trovino così privi di strumenti critici da non riuscire a interpretare il grillismo per quello che è, cioè un movimento fondamentalmente di destra?
L’esempio di uomini forti (e con tutt’altra dignità, per carità!) nella sinistra italiana non mancano, a partire da Togliatti, il quale riuscì a costruire un partito basato più sulla mobilitazione fideistica che non su una reale discussione democratica all’interno del movimento operaio italiano, come insegna la lunga storia di rimozioni (a partire dal "caso" Gramsci), espulsioni, allontanamenti, ecc. (questo non significa ovviamente che il PCI sia stato solo questo: non mi sognerei mai di negare la sua importanza in tutte le battaglie importanti del secondo dopoguerra.).
Ecco: tanti dei militanti dei movimenti, dei partiti di sinistra radicale, si sentono orfani. Orfani di un uomo forte che possa mobilitare le passioni più che la ragione, e che così facendo possa parlare ad alta voce a nome loro saltando tutte le mediazioni.
Senza obbligarli a parlare - loro - quotidianamente, perché ai più parlare ormai sembra inutile, e come dar loro torto? La distanza tra la sofferenza quotidiana e i compiti imposti da una qualsiasi idea di cambiamento sociale paiono impossibili da colmare.
Chissà che affidandosi a un leader il compito non ne risulti semplificato?
Infine c’è il fatto che - anche a causa della storia stessa della sinistra italiana, a parte un breve decennio, quello degli anni ’70 - nessuna efficacia è stata mai riconosciuta alla politica fuori dalle istituzioni della rappresentanza democratica. A partire dal PCI, che della sua presenza in parlamento ha sempre fatto un obiettivo centrale, nutrendo l’equivoco che l’ottenimento della maggioranza elettorale fosse in fondo solo una variante della presa del potere rivoluzionaria.
Se si è fuori dal parlamento non si è niente, non si conta niente, non si può fare niente.
Questa legge, che potremmo assimilare a una delle tre leggi della robotica di Asimov tanto pare radicata e inaggirabile e per i riflessi pavloviani ai quali dà luogo nell’urna, è il risultato di decenni di diseducazione a sinistra. Che unita alla stanchezza per un presente insostenibile porta ad orientarsi verso l’unico movimento e l’unico leader che paiono poter rispondere alla necessità di essere là dove - si crede - le cose in fondo si decidono, succedono: il parlamento, magari il governo.
E magari si finisce per pensare che - finalmente, dopo anni di frustrazione - il potere è veramente a portata di mano e che ora le cose cambieranno.
O almeno: così dice il leader.
Messaggi
1. Da Togliatti a Grillo: la sinistra e il mito dell’uomo forte , 28 febbraio 2013, 16:14, di Francisco
Prendendo spunto dai numerosi riferimenti storici vorrei ricordare che il primo raduno m5s al seguito del leader fu organizzato l’8 settembre 2007, simbolicamente l’Aventino suppone il distacco dalle responsabilità politiche e di governo. Chi ha seguito il percorso del Grillo pensiero non può non tener conto di quanto abbia giocato sui simbolismi, a partire dal mandare tutti a casa. Già dalle prime ore è chiaro dove andrà a parare questo movimento nell’ambito parlamentare: come ripetono, accade già in Sicilia, si limiteranno ad appoggiare o respingere proposte parlamentari delle sue opposizioni, se non accadono stravolgimenti dal Quirinale saranno proposte governative quindi, mentre sarebbe logico fosse il m5s a mettere sul piatto le più urgenti richieste: no Tav, F35, armamenti (escludo pensioni perché già si sa che fosse per loro le cancellerebbero dalla storia). Ma sicuramente non lo faranno, e bivaccheranno accettando qualche concessione ormai inderogabile sui costi della politica e qualche soldino alle "piccole imprese"(piccoli padroncini) e non avanzeranno mai proposte di legge che ben sanno verrebbero ignorate, e il tutto servirà a un cambiamento per non cambiare nulla. A questo punto verrà fuori inevitabilmente il ruolo da pompiere che il sistema ha affidato al m5s, altrimenti l’avrebbe già segato, non incoraggiato.
2. Da Togliatti a Grillo: la sinistra e il mito dell’uomo forte , 28 febbraio 2013, 21:07, di Roberto
Ma i partiti della sinistra radicale invece cos’hanno da spiegare? Di analisi (marxiste e non) serie (e dico serie, si veda ad esempio LaGrassa) di questa crisi del capitalismo ne ho trovate dappertutto all’infuori che da questi che si definiscono comunisti. Solo retorica vuota e slogan, peraltro molto spesso neanche anticapitalistici.
Un comunista (figlio di operaio!) che ha votato M5S.
1. Da Togliatti a Grillo: la sinistra e il mito dell’uomo forte , 28 febbraio 2013, 22:51, di Francisco
Cosa avrebbe ancora un comunista (se comunista è) da imparare dopo 160 di rivoluzioni e analisi ben radicate? Un comunista, come crediamo essere, questa crisi del capitalismo l’ha metabolizzata da almeno 160 anni, Marx ne aveva lucidamente illustrato persino i percorsi, ben lungi dall’essere smentito. Per la crisi attuale sono almeno trent’anni poi che nel "settore" se ne dibatte ma osservati da dentro e da fuori con superficalità. L’unica verità scomoda è che è facile diventare comunisti ma è assai difficile rimanere tali: è la posizione più scomoda da sempre. Da sinistra si esce solo a sinistra, è una legge biologica. Adesso il tuo m5s taglierà qualche strapuntino alle auto blu, soprattutto su proposta dei partiti barcollanti, perché non si prenderà sta gatta da pelare per esaudire i suoi ordini da campagna elettorale, e pur se dominanti qualcosa dovrano concedere (certo non NoTAv o F35 o pensioni o articolo 18, cose di cui i grillini possono benissimo starfottersene) farà il figurone di aver risparmiato un paio di miliardi, ma il figlio dell’operaio ex comunista vedrà suo padre senza pensione e sarà l’ultima volta che ne sentirà parlare... è nel programma di Grillo-m5s l’abolizione di questa usanza "antieconomica", che stranamene coincide con quello di questa "crisi" del capitalismo che la sinistra radicale non avrebbe inteso (se si dovesse obiettare che si tratta di pensioni oltre un tot allora sarebbe meglio capire quanto queste incidano in termini economici, malgrado siano chiaramente ingiustificabili).
Auguri.
2. Da Togliatti a Grillo: la sinistra e il mito dell’uomo forte , 1 marzo 2013, 10:03, di Roberto Ferrario
I grillini usano tutte le tattiche... Tu "comunista"?????????????
Per il "Roberto" 87.*.217.** Ma guarda un po’ fra poco ci tiri fuori che Benito Mussolini era "socialista" per giustificare il partito fascista........... eventualmente , se sei sincero puoi dire di te stesso, che sei un ex-comunista... ma ho già visto con i miei occhi come certi grillini non hanno nessuna vergogna per raccontare anche delle menzogne sul loro passato politico per avere ragione...
In ogni modo due cose, ognuno é libero di essere stato quello che vuole nel passato, la cosa importante é il presente e chi segue un "guru" che consiglia come e dove picchiare i stranieri in Italia, che domanda ai lavoratori di abbandonare il loro unico strumento di difesa proponendo l’abolizione dei sindacati, che propone come aiutare e finanziare i padroni, che rifiuta la nazionalità ai bambini nati in Italia chiudendo le frontiere, ecc ecc non può pretendere di essere chiamato altrimenti e nella maniera la più gentile e vaga, che populista... ma in realtà in una maniera più precisa, un nazionalista, un razzista, tutto comparabile alle camicie nere...
Ultima cosa, devi aver capito che questo sito non é favorevole agli insetti di qualsiasi specie e ancora meno ai roditori fognaroli...
3. Da Togliatti a Grillo: la sinistra e il mito dell’uomo forte , 1 marzo 2013, 09:05, di Francisco
Roberto, conosco molto bene il programma di Grillo e il non programma di Grillo molto più di quanto tu creda, e conosco bene anche com’è strutturato il movimento, idem per la macchina di propaganda che macinenerebbe consensi, e conosco bene anche quali sono i suoi sponsor... e quando da qui a breve verrà tutto a galla non aspettarti che i compagni che non l’hanno votato, perché ciechi e ignoranti, ti vengano a ringraziare, vedo che già tentennano, i dubbi crescono e avanzano pentimenti sulla leggerezza con cui l’hanno snobbato.
A me non interessa buttarla in caciara, l’avevo scritto che da dopo il voto si sarebbero ingrilliniti parecchi spazi, questo modo arrogante di dibattere è stato trasferito dal blog a tutti gli spazi in rete, ma pensare che qui siamo tutti rimbambiti è eccessivo. A me non interessa del programma di Grillo, perché tutti i programmi sono ballerini e presentati all’uopo, quella delle pensioni a 60 anni è roba della settimana scorsa, idem le ore lavorative, roba che era già nelle carte di RC, certo in tempi non sospetti, alla presentazione del programma, ma sembra che qui ci fossero occhi e orecchi solo per il guru, questo per chiarire,visto che vuoi insistere proprio su RC e chi l’ha sostenuta. Ho scritto già come sarebbe andata a finire, e sono poco interessato a future esplosioni all’interno del m5s causa un augurabile "scontro" (che non avverrà) tra i comunisti come "te" e i casapound leghisti. Le baggianate leggitele bene, così vedrai che piano piano anche i più riottosi stanno cominciando a pentirsi d’aver lasciato annegare RC. Leggo che anche i super strateghi che non scrivono baggianate stanno cambiando progressivamente registro, passando dal rifiuto totale versso RC fino al voto a balbettare qualche pentimento per non aver potuto prendere sto treno. E salutami Lenin, visto che lo conosci così bene... le baggianate... borghesi... così antiborghesi da votare l’uno piuttosto che l’altro? Ma per i duri e puri non era una iattura il voto borghese? Che spocchia che avete voi grillini, ma l’ho già scritto, mancano pochi giorni e tutto sarà più chiaro.
1. Da Togliatti a Grillo: la sinistra e il mito dell’uomo forte , 1 marzo 2013, 10:02, di Francisco
Risulta un po’ incomprensibile, ma manca il post cui rispondevo...
2. Da Togliatti a Grillo: la sinistra e il mito dell’uomo forte , 1 marzo 2013, 10:06, di Francisco
Aggiornamenti causa l’assenza del post citato... il Roberto non è Ferrario ma un altro.
3. Da Togliatti a Grillo: la sinistra e il mito dell’uomo forte , 1 marzo 2013, 14:05, di roberto
Allora la mia posizione, ho già detto, è vicina a quella dei carc,(http://www.carc.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1556:elezioni-politiche-e-regionali-del-24-e-25-febbraio-votiamo-e-chiamiamo-a-votare-movimento-5-stelle&catid=1:comunicati-e-volantini&Itemid=3 ) lasciamo stare la spocchia che non è una categoria politica. Ma non capisco perché non si possa discutere (e non mi sembra di aver insultato nessuno), visto che i miei post son stati cancellati. Ripeto che non sono un militante grillino e manco voglio diventarlo, appoggio M5S per calcolo (leninista!)
4. Da Togliatti a Grillo: la sinistra e il mito dell’uomo forte , 1 marzo 2013, 14:40, di Francisco
"Grillo e il M5S la loro campagna elettorale l’hanno fatta nelle piazze e nelle piazze hanno preso la parola operai e lavoratori in lotta, studenti, attivisti dei movimenti democratici e progressisti, antifascisti, ambientalisti, esponenti dei comitati di cittadinanza attiva, ecc." questo da carc.it.
Il più cieco dei ciechi sa ormai che il m5s è una creatura di questo sistema alimentata dal potere televisivo, che di norma IGNORA le piazze dei lavoratori (che ad onr del vero non hanno mai avuto accanto i grillini quando c’era da prenderle) e gonfia quelle dei suoi fiancheggiatori. Credo sia sufficiente.
5. Da Togliatti a Grillo: la sinistra e il mito dell’uomo forte , 1 marzo 2013, 15:53
ma non sarebbe meglio chiedersi (magari... con un’inchiesta sul campo anziché con le impressioni a pelle...) non tanto il programma di M5S ma il PERCHE’ in tanti lo hanno votato o almeno ne hann votato l’apparenza, la superficie? IN altre parole siccome non credo che la moda durerà a lungo, piuttosto che dei complotti, di chi ci sta dietro (chi li paga si diceva un tempo andato...) e dei personaggi da palcoscenico... dicvo non sarebbe meglio CAPIRE perché in tanti anche ex comunisti, lo hanno votato ’sto diavolo di movimento? Insomma, spostarte l’analisi sui motivi per cui anche mlti proletari lo hanno votato sarebbe fose più interessante, è forse più "utile". Almeno, questa è la mia idea. Poi se ci si vuole scannare sulle questioni di Lenin e dintorni... penso che fuori dai soliti circoli non interessi granché. Poi liberissimi. Ci mancherebbe.
6. Da Togliatti a Grillo: la sinistra e il mito dell’uomo forte , 1 marzo 2013, 16:01, di zzzzzzzzzzzz
ok, domandiamoci i motivi di questo voto massiccio a favore di Grillo e del suo movimento. temo che la risposta sia abbastanza semplice, e per capirlo non serve per forza un’inchiesta sul campo, basta un po’ di intuizione. tutta questa gente, anche e soprattutto di sinistra, addirittura di estrema sinistra, si è illusa di poter imprimere una svolta o, comunque, di generare un po’ di casino all’interno del Palazzo istituzionale, proprio perché delusa da anni di fallimenti, di inganni e tradimenti da parte della sinistra tradizionale, e pure da parte della cosiddetta "sinistra radicale", che ha disatteso e deluso le aspettative dei suoi simpatizzanti alla prova dei fatti, cioè quando è andata al governo. e ciò è accaduto non soltanto una volta...
7. Da Togliatti a Grillo: la sinistra e il mito dell’uomo forte , 1 marzo 2013, 16:24
vabbé allora tutto fatto. Evitiamo pure di fare inchieste e affidiamoci all’intuizione... come negli ultimi 30 anni... Ognuno ha la sua avanti così.
8. Da Togliatti a Grillo: la sinistra e il mito dell’uomo forte , 1 marzo 2013, 18:19, di Francisco
Ok, appurato e certicificato che dei compagni hanno frequentato le urne e dato il voto a Grillo, ma si può sapere almeno perché l’avrebbero fatto?
In cima alle ragioni ci sarebbe il fatto che la "sinistra radicale" (come la chiamano gli anticomunisti, non scordiamolo) ha deluso le aspettative di chi la votava... è una delle ragioni certo, ma come si reagisce a ciò? Non votando, prassi che ha una sua teoria non facilmente scalfibile ovviamente in regime di grande assenteismo, o votando sotto forma di voto di protesta con la speranza che la sinistra sparisca definitivamente dalla storia politica, fin qui repubblicana? Allora si dica questo chiaramente, e avrebbe una sua logica, oppure chiarire definitivamente dove si possano trovare ragioni condivisibili nel m5s, sia come prassi, sia come proposte, sia come obiettivi.
Che il m5s sia frutto esclusivamente di una capillare sedimentazione porta a porta nella società, intervenendo dove NOI siamo stati incapaci, è roba veramente risibile... già in queste ore parecchi compagni movimentisti e non denunciano come Grillo e i suoi si stiano appropriando non solo, come hanno fatto fino ad oggi, di temi che in antitesi a una deriva filocapitalista appartengono alla NOSTRA sinistra, ma MILLANTANO incisive partecipazioni alle nostre lotte, infatti la loro propaganda è rivolta soprattutto a quelli che non sanno se nelle piazze c’erano o no, e questa è una tecnica già smascherata anni fa, ma pochi da queste parti l’hanno presa come possibile prassi a dir poco reazionaria, ma che i media di regime hanno sposato con tuttti sacramenti e ne hanno fatto una novità politicamente condivisibile da tutto il popolo incazzato.
Cosa se ne dovrebbe dedurre allora, che i "compagni" che rifiutavano voto e televisione tornano alle urne grazie la televisione... guardandone forse troppa?
Morale della favola, meglio viaggiare in compagnia di confusi reazionari o con chi con noi poteva ancora avere diritto di parola e obiettivi comuni, cosa che all’interno del m5s ce lo si può pacificamente scordare, vistane la natura? A meno che non ci convinciamo che questa macchina messa in moto da almeno 7/8 anni sia una cellula marxistaleninistacomunista rivoluzionaria, cresciuta e organizzata e strategicamente camuffata e innovativa in clandestinità, che alla luce del sole scardinerà il sistema.
Quindi si entra nel movimento per minarlo da dentro? Beh, roba da chiodi, credo. Quello non è un movimento che lo butti giù come un birillo, mi sa che la portata di quel che c’è dietro è ancora inconsciamente sottovalutata, e non si tratta di retorici complotti circoscritti a smontare piccole organizzazioni, ma qualcosa di ben più consistente e pericoloso che vuole cancellare definitivamente la sinistra antagonita.
9. Da Togliatti a Grillo: la sinistra e il mito dell’uomo forte , 1 marzo 2013, 19:06, di bordiga
permetti una domanda? perché dici che sarebbero gli anticomunisti ad usare la formula "sinistra radicale"? come si dovrebbe chiamare altrimenti? per caso "sinistra comunista"? di norma, per la cronaca e per la storia, la "sinistra comunista" è questa http://it.wikipedia.org/wiki/Sinistra_comunista e la sua versione italiana è questa http://it.wikipedia.org/wiki/Sinistra_Comunista_Italiana da non confondere con il blog "sinistracomunista" http://www.sinistracomunista.it/ ...
10. Da Togliatti a Grillo: la sinistra e il mito dell’uomo forte , 1 marzo 2013, 19:14, di Francisco
E’ solo questione di linguaggio comunicativo... il termine "radicale" in sé è coniato per relegare il soggetto fuori dalla contemporaneità, farne un elemento obsoleto, cosa che solo un avversario/i politico può, sa e deve fare. La propaganda funziona così, tant’è vero che ci casca pure chi è in sintonia del bersaglio... eh, quando cominceremo a uscire dagli slogan e capirne da fuori il significato sarà sempre troppo tardi... credo.
11. Da Togliatti a Grillo: la sinistra e il mito dell’uomo forte , 1 marzo 2013, 19:18, di bordiga
chiarito ciò, non mi hai risposto: come si dovrebbe chiamare?
12. Da Togliatti a Grillo: la sinistra e il mito dell’uomo forte , 1 marzo 2013, 20:09, di giulia
per Roberto - 87.*.217.**
questa l’ho trovata in rete... è carina vorrei che la leggeste tu e i "compagni" che sperano in grillo e lo hanno pure votato. se è vero come è vero che le parole sono importanti, come diceva moretti, c’è veramente tanta confusione:
«I nostri avversari ci accusano e accusano me in particolare di essere intolleranti e litigiosi. Dicono che rifiutiamo il dialogo con gli altri partiti. Dicono che non siamo affatto democratici perché vogliamo sfasciare tutto. Quindi sarebbe tipicamente democratico avere una trentina di partiti? Devo ammettere una cosa – questi signori hanno perfettamente ragione. Siamo intolleranti. Ci siamo dati un obiettivo, spazzare questi partiti politici fuori dal parlamento. I contadini, gli operai, i commercianti, la classe media, tutti sono testimoni… invece loro preferiscono non parlare di questi 13 anni passati, ma solo degli ultimi sei mesi… chi è il responsabile? Loro! I partiti! Per 13 anni hanno dimostrato cosa sono stati capaci di fare. Abbiamo una nazione economicamente distrutta, gli agricoltori rovinati, la classe media in ginocchio, le finanze agli sgoccioli, milioni di disoccupati.. sono loro i responsabili!
Io vengo confuso… oggi sono socialista, domani comunista, poi sindacalista, loro ci confondono, pensano che siamo come loro. Noi non siamo come loro! Loro sono morti, e vogliamo vederli tutti nella tomba! Io vedo questa sufficienza borghese nel giudicare il nostro movimento..mi hanno proposto un’alleanza. Così ragionano! Ancora non hanno capito di avere a che fare con un movimento completamente differente da un partito politico…noi resisteremo a qualsiasi pressione che ci venga fatta. E’ un movimento che non può essere fermato… non capiscono che questo movimento è tenuto insieme da una forza inarrestabile che non può essere distrutta.. noi non siamo un partito, rappresentiamo l’intero popolo, un popolo nuovo.»
(A. Hitler, Discorsi di lotta e vittoria, 1932)
13. Da Togliatti a Grillo: la sinistra e il mito dell’uomo forte , 1 marzo 2013, 21:37, di mirko p
L’entrismo dei carc mi disgusta. Stavano in macchina con mia madre all’assemblea di cambiare si puó. Hanno aderito ad alba e poi ...
14. Da Togliatti a Grillo: la sinistra e il mito dell’uomo forte , 1 marzo 2013, 21:41, di Francisco
A questo punto sono io che chiedo: come si dovrebbe chiamare un qualsiasi partito o formazione di sinistra? Se il linguaggio ha un significato non mi preoccuperei di soffermarmi sul nome o titolo (come un giornale) ma sui contenuti, le divisioni nella sinistra storicamente sono state portate dentro da chi è entrato nella sinistra pur avendo poca dimestichezza con le priorità della stessa. Sinistra radicale è un termine coniato dai "moderati" di sinistra e destra che già avevano archiviato l’esistenza della sinistra estrema o extraparlamentare, non a caso il più chiacchierone e fascista dei nostri politici, Berlusconi, definisce gli antagonisti di genericamente a sinistra "estrema sinistra" tanto per incutere timori, i moderati di ambo centrosinistra e sinistra invece "sinistra radicale", tanto per non stuzzicare troppo ma allo stesso tempo significare ciò che avevo scritto sopra, il che è pure più infimo. Disquisivo soltanto sul fatto di come si sottovaluti il linguaggio propagandistisco dei nostri (spero nostri) oppositori politici, che gongolano al solo fatto di constatare certe divisioni: fosse per loro ne conierebbero a migliaia di appellativi, e noi come allocchi cadiamo nel tranello e lo facciamo proprio quell’appellativo. Concludo con i "fasciocomunisti"... che mi sembra veramente l’apoteosi della confusione indotta.
15. Da Togliatti a Grillo: la sinistra e il mito dell’uomo forte , 1 marzo 2013, 22:42
io li chiamerei "forchettoni rossi", così non se ne parla più...
16. Da Togliatti a Grillo: la sinistra e il mito dell’uomo forte , 1 marzo 2013, 23:46, di zzzzzzzzzzzz
ti faccio notare che, non a caso, ho messo tra virgolette la definizione "sinistra radicale". per questo io sarei un anticomunista...