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Facciamo Fronte, alla francese
par Paolo Ferrero
Publie le giovedì 12 aprile 2012 par Paolo Ferrero - Open-Publishing9 commenti
Il Manifesto per un nuovo soggetto politico pubblicato qualche giorno fa ha il merito di aver aperto il dibattito su un problema politico intorno al quale di arrovelliamo e ci dividiamo da anni. Ne sono indice le reazioni di De Magistris, Castellina, Rossanda e altri, di cui condivido gran parte delle critiche. Non ritengo però che i dissensi debbano oscurare la necessità di discutere del problema centrale posto dal Manifesto stesso.
Innanzitutto a me pare necessario costruire un nuovo spazio pubblico della democrazia, che si ponga l’obiettivo di diffondere il potere e non di concentrarlo.
Così come ritengo necessario costruire un nuovo soggetto politico - di sinistra - che metta l’accento sull’inclusione, sulla struttura confederale e non piramidale. Ovviamente ritengo necessarie anche tante altre cose: che nell’attuale furibonda lotta di classe scatenata dall’alto occorra schierarsi da una parte; che occorra dar vita ad una soggettività politica che si opponga al neoliberismo con l’obiettivo di uscire da sinistra dalla crisi; che occorre rovesciare il disegno costituente del governo Monti dando vita ad una opposizione costituente. Ritengo cioè necessario costruire una sinistra di alternativa che determini un processo di aggregazione politica ma anche un processo di costruzione di una soggettività di massa, che superi l’atomizzazione e l’isolamento, la disperazione sociale. Non si tratta cioè solo di costruire un nuovo soggetto politico, si tratta di aggregare un sentire comune più largo, un "nuovo movimento operaio". Esemplificando occorre fare in tutta Italia quello che è stato fatto in Val di Susa, dove l’opposizione alla TAV è stata il punto di partenza per la costruzione di una nuova soggettività sociale e politica che non esisteva prima. Un processo costituente per l’appunto, che uscendo dalla asfissiante dialettica tra berlusconiani ed antiberlusconiani, scompagini le carte interloquendo a 360° con quel 90% di popolazione italiana che viene colpita dalla crisi. Condivido quindi l’esigenza di dar vita ad un processo di aggregazione antiliberista basato sulla partecipazione non burocratica e sul protagonismo dei soggetti.
Una soggettività politica di tal fatta, per essere efficace, deve avere dimensioni quantitativamente maggiori rispetto alle attuali forze politiche di sinistra ma anche caratteristiche qualitativamente diverse dai progetti finora in campo. Anche per questo non può avere le caratteristiche classiche del partito. Oggi i modi e le forme in cui gli uomini e le donne fanno politica è assai variegata e non è possibile ricomprendere questa articolazione attraverso la sola forma partito. Il problema è costruire una forma politica unitaria antiliberista che rispetti i percorsi e le autonomie - individuali e collettive - e le valorizzi costruendo una sinergia tra di esse. Per questo condivido l’idea di una soggettività politica confederata, articolata e - aggiungo io - unitaria. Per centinaia di migliaia di uomini e donne oggi è pensabile far politica solo all’interno di un soggetto che sia percepito come unitario. A me pare che i processi rivoluzionari latinoamericani - che segnano indubbiamente il punto più avanzato di lotta per l’uscita dal neoliberismo - parlino di questo: non l’idea del partito unico ma la costruzione di fronti, coalizioni, convergenze. Lo stesso linguaggio parlano alcune delle esperienze più interessanti che si possano incontrare in Europa: da Izquierda Unida in Spagna al Front de Gauche francese, che si sta caratterizzando come la vera novità politica delle presidenziali d’oltralpe e che fa esplicito riferimento all’esperienza latinoamericana. In tutte queste esperienze - di cui segnalo l’internità all’esperienza della Sinistra Europea - convivono partiti, associazioni, movimenti, singole persone che trovano nella formula del "fronte" una appartenenza non soffocante. Uomini e donne, compagni e compagne che trovano uno spazio comune di cui sentono un grande bisogno, senza che questa appartenenza diventi totalizzante, esclusiva. In qualche modo occorre costruire una forma organizzata che abbia soglie d’ingresso "più basse" di quelle di un partito e possa quindi avere una efficacia maggiore nell’organizzazione di una partecipazione politica di massa.
Se questo è vero, è necessario rivolgere questa proposta politica al complesso dei soggetti che in questi anni si sono mossi a sinistra. Sul piano sociale penso ai lavoratori e alle lavoratrici che hanno animato in conflitto di classe in Italia. Penso al popolo dell’acqua pubblica e dei beni comuni. Penso ai precari del movimento No Debito come al popolo NO TAV. Così come sul piano politico penso alle forze politiche che si oppongono al governo Monti, dall’IdV a Sel alla Federazione della Sinistra e a tutte le formazioni alla sua sinistra. Per costruire un nuovo soggetto politico che non sia l’ennesimo partito tra gli altri, occorre allargare la sfera dei soggetti sociali e politici a cui la proposta è rivolta. Non può lasciare fuori dalla porta la questione di classe e la Fiom, così come non può non coinvolgere le forze politiche che oggi fanno politica a sinistra. Se il punto fondante di un nuovo soggetto è la densità partecipata di un nuovo spazio pubblico, le modalità della sua costruzione non possono che essere coerenti con questo principio. Sottolineo il carattere radicalmente democratico che dovrebbe contraddistinguere una soggettività politica come quella che propongo. Le centinaia di migliaia di uomini e donne che potenzialmente potrebbero ritrovarsi in un soggetto unitario della sinistra antiliberista devono poter decidere sul serio, sulla base del principio "una testa un voto" e anche attraverso strumenti di democrazia diretta come il referendum sulle scelte fondamentali.
Da ultimo il problema del pluralismo nella costruzione del nuovo soggetto politico. Come ho sottolineato, condivido il punto centrale della proposta pur senza condividere il manifesto nel suo insieme. Voglio però sottolineare che le differenze che vedo - e anche quelle che intravedo - sono molto rilevanti ma non tali da indurmi a ritenere impossibile il progetto di un percorso comune nel suo carattere partecipato e quindi unitario. La scommessa che abbiamo di fronte oggi non è quella di mettere insieme chi la pensa nello stesso modo su tutto. Questo ha dato vita ad una miriade di organizzazioni ad al contemporaneo ridursi degli appartenenti alle stesse. La scommessa odierna è quella di costruire - sulla base di una prospettiva antiliberista - uno spazio pubblico plurale in grado di portare al confronto e all’impegno politico quelle centinaia di migliaia di persone che oggi vogliono impegnarsi. Non vedo contraddizioni al fatto che a questo processo possano partecipare gli iscritti e le iscritte a Rifondazione Comunista, i sindaci e i movimenti No Tav della Val di Susa, i compagni e le compagne delle diverse sinistre sindacali o gli scout che hanno partecipato alla campagna per l’acqua pubblica. Occorre costruire un progetto unitario a cui ognuno ed ognuna possa partecipare a partire dalla propria esperienza e della propria organizzazione. Da comunista mi sono battuto contro la liquidazione di Rifondazione Comunista; lavoro per lo sviluppo del suo progetto politico, per la sua qualificazione e per la crescita della sua dimensione di partito sociale. Non vedo contraddizione tra questo impegno e la possibilità di portare il nostro punto di vista dentro una soggettività più larga. Il punto di fondo oggi consiste nell’accettazione della parzialità di ogni nostra esperienza politica e quindi la comprensione della necessità della coalizione, dell’aggregazione plurale, che definisca l’essenziale che ci unisce per lasciare fuori dalla porta quello che ci divide. Sottolineo questo aspetto perché sono troppo numerosi i tentativi falliti di costruire il soggetto politico "nuovo" per poi riprodurre il peggio dei vizi politici che vogliamo superare. Io penso che il difetto stia nel manico: solo una forma politica articolata e rispettosa delle differenze - di posizioni ma anche di modi e ambiti di fare politica - può oggi determinare un processo di aggregazione antiliberista. Ogni altro processo che si ponga in modo esclusivo e non inclusivo come il "vero" soggetto nuovo ed unitario, è destinato a ricostruire recinti che producono frustrazioni più che liberare soggettività.
A partire da queste considerazioni la proposta che avanzo è quella di aprire una discussione tra i promotori del manifesto, i soggetti politici esistenti e tutti i compagni e le compagne interessati ad una prospettiva unitaria. Ritengo infatti che la cosa più ridicola che può succedere a sinistra sia la proposizione di diversi progetti unitari tra loro in concorrenza. Guardo con speranza alle esperienze del Front de Gauche o di Izquerda Unida e mi piacerebbe pensare che qualcosa di simile sia possibile farlo anche in Italia.
da Il Manifesto, Mercoledì 11 Aprile 2012
http://web.rifondazione.it/home/index.php/prima-pagina/5832-facciamo-fronte-alla-francese
Messaggi
1. Facciamo Fronte, alla francese, 12 aprile 2012, 02:25, di Roberto Ferrario
Caro Paolo prima di lanciare l’idea di fare "come in Francia" bisognerebbe capire con chi fare l’unità in Italia...
Poi dopo bisognerebbe presentare sia il programma che le azioni del Front de Gauche, qui in Francia noi non condividiamo in niente questo "cartello elettorale", perché é cosi che si deve chiamarlo, non é ne un fronte e tanto meno un partito...
– un "cartello elettorale" decisamente "pro-nucleare" sia militare che civile
– Non propone l’uscita dell’Europa finanziaria e tanto meno de l’euro
– ha votato per la guerra in Libia
– vuole la guerra in Siria
– vuole la guerra in Iran
– non é pro-palestinese, rifiuta di dare un sostegno alla seconda "Missione per la Palestina" che partirà questa domenica...
– dice di combattere la "delocalizzazione" del lavoro in altri stati dove la mano d’opera costa meno e fa stampare il suo programma elettorale in Italia... l’unico di tutti i candidati francesi ad avere fatto questo...
– dice di combattere il precariato e il lavoro al nero e nello stesso momento propone ai suoi militanti e amici dei lavori precari e pagati "mano a la mano"...
– non vuole ritornare alla legge precedente che regolava le pensioni, cambiata dal governo Sarkozy
– dichiara di già di fare alleanza con il vecchio Partito Socialista se vince pensando di governare insieme...
– dice di combattere il capitalismo e tranquillamente dichiara l’amicizia pubblica con Dassault, il fabbricante degli aeroplani militari che hanno bombardato la Libia, i Rafale, Mirage, Falcon
– questo cartello a come obiettivo, non tanto nascosto, di fare sparire il Partito Comunista Francese, ma piu in particolare qualsiasi esperienza comunista in Francia
ecc. ecc. ecc.
La lista sarebbe lunghissima, dunque prima di prendere esempio bisogna informare, e essere piu sinceri, é questo l’obiettivo di Rifondazione? Se si, bisogna dirlo, perché qui non sono solo divergenze minime ma fondamentali.
Se l’obbiettivo é soltanto quantitativo, ovvero di avere il massimo di voti annacquando al massimo il programma, (se esiste???), per fare la stessa cosa che in Francia... bisogna dirlo da subito...
Se prevale il discorso populista di tragica memoria italiana, che assomiglia ogni giorno di più al discorso anti liberista... piuttosto che una analisi di buon senso anticapitalista... bisogna dirlo da subito
Insomma Paolo, come lo puoi capire non siamo e non sono d’accordo come hai presentato la tua proposta, é troppo vaga e prende esempi pessimi, se vuoi essere coerente prima di proporre dei ampi schieramenti comincia ha fare l’unita dei comunisti e vedi dopo se puoi aggregare a QUESTA nuova formazione politica altri soggetti politici e/o sociali...
Ti saluto e cerchiamo di vedere non solo il risultato del "Front de Gauche" fra qualche settimana qui in Francia ma sopratutto quello che
farà nelle settimane che seguono con le elezioni amministrative e in particolare dopo...
Penso che avremo delle amare sorprese, se non delle certezze... ;-)
1. Facciamo Fronte, alla francese, 14 aprile 2012, 18:20, di kalos
mi dispiace dirti che il tuo commento é un tessuto di menzogne, tu dici infatti, tra l’altro, :
" rifiuta di tritornare alla legge precedente sulle pensioni cambiata da sarkozy".
La tua affermazione é una grossa menzognna, infatti il Front de gauche vuole il titorno della pensione a 60 anni per tutti ..
Non capisco perché quale rancore ti spinge a dire tante futilità
2. Facciamo Fronte, alla francese, 14 aprile 2012, 20:20, di Roberto Ferrario
Ma vediamo un po chi veramente mente... Ho sottomano il programma del Front de Gauche stampato in Italia ( Melenchon combatte a parole la delocalizazione, e come primo esempio il suo programma non lo fa stampare in Francia...)
Dunque leggo il programma capitolo 1in basso della pagina 13 in nessuna frase c’è scritto in modo chiaro e senza ambiguita che vuole tornare in dietro sulla legge imposta da Sarkozy et in particolare sul numero di anni di cotizazione cioe per essere piu chiari:
Propone la pensione a 60 anni ma senza precisare se sono 37,50 anni, o 40 anni, o 42 anni di cotizazioni, cosa che é non solo importantissima ma determinante per capire quando e come realmente puoi cominciare la tua pensione...
E tutto questo in una sola frase di 6 parole, poi in pagina 15 fondo pagina riprende la proposta dei 60 in una sola frase senza ancora precisare gli anni di cotizazzione...
Ma se vuoi ti posso mettere la foto delle pagine ;-)))))
Dunque tu vuoi dire che per gli altri punti che ho elencato (e che sono soltanto un piccolissimo esempio dei punti negativi del suo programma o della sua "pratica"...) tu sei daccordo...
E bravo dunque per te è perfetto il nucleare o bombardare i popoli, o proporre dei lavori precari o al nero, o fare il "revoluzionario" e vantarsi d’essere amico di uno dei peggiori capitalisti francesi?????????????????
3. Facciamo Fronte, alla francese, 15 aprile 2012, 16:46, di kalos
compagno ferrario,
il problema non é di vedere in che cosa hai mentito ( la palestina , le pensioni etc) ma di sottolineare che tu affronti il dibattito chiesto da Ferrero da un punto di vista " politique politicienne" comme quando parli dell’amicizia di Melenchon addirittura con dassaut. A me sembra che il dibattito lanciato dal manifesto su un nuovo soggetto politico e ripreso da Ferrero merita di essere approfondito con una analisi più curata : la situazione francese é comme quella italiana ? in che cosa la federazione di Sinistra differisce dal front de gauche ?
Credo che la situazione sia troppo grave per accontentarsi di demolire i suoi avversari con delle critiche " politicienne".
E per finire ti diro’ che sono stato espulso dal PG perché accusato di essere troppo " comunista"
salutations communistes
4. Facciamo Fronte, alla francese, 15 aprile 2012, 23:50, di Roberto Ferrario
E questo ti basterebbe per farti capire che il riferimento di Paolo é sbagliato non è verso il Front de Gauche che dobbiamo andare ma verso l’unita di tutti i comunisti...
Non ti sembra "curioso" che dopo tanti anni che in Italia abbiamo fatto riferimento al Die Linke adesso non ne parliamo piu... e perche?
Sarebbe utile di avere una risposta no????
certo che con l’ultima dichiarazione della candidata alla presidenza di Die Linke che dice che per lei in Francia bisogna votare Sarkozy é meglio stare in silenzio e dimenticare questa formazione tedesca...
Quarda che il Front de Gauche con il suo populismo che ricorda De Gaule assomiglia tantissimo al Die Linke e dunque perche perdere del tempo a prenderlo come esempio come abbiamo fatto con il Die Linke?????
Mi fa piacere anche se preferisci denigrare che confermi la piccola lista che ho fatto...
se per te sono delle cazzate essere daccordo con il nucleare o domandare di fare la guerra a tutti e avere un discorso nazionalista e colonialista ecc ecc mi sembra che la tua visione del comunismo é un po strana...
5. Facciamo Fronte, alla francese, 16 aprile 2012, 00:07, di Enrico Biso
A proposito di politica politicista.
Credo che questa vada riferita sia al front de gauche, che alla federazione della sinistra.
E , non a caso, non mi scandalizza l’appello del Ferrero.
Chi avalla le missioni di guerra, le privatizzazioni, la precarizzazione del lavoro e porcate varie, pretendendo di parlare a nome della classe, di politica politicista ne è un campione indiscusso.
Chi continua a rincorrere formule politiche interclassiste, ne è un maestro.
Contro Monti, ma rincorrendo comunque il pd, e alleandosi in praticamente quasi tutte le elezioni locali.
L’opportunismo per provare a sedere in qualche consiglio comunale, per poi riproporlo a livello nazionale.
E si, la politica politicista accomuna in molto le due esperienze politiche, che di fatto, sono ultrapoliticiste.
Alla ricerca di improbabili leader, lontani dalle pratiche collettive, avversari dell’autorganizzazione.
La sinistra, in piena crisi capitalista è alla frutta perchè pratica il politicismo in maniera pressochè quotidiana.
Scodinzola per farsi accettare nella gestione governativa per imporre lacrime e sangue per mandare avanti l’esperienza governativa stessa.
A tal proposito si propongono fronti democratici, o fronti popolari che dir si voglia, e si lascia lotte e conflitti ai loro destini.
Il governismo è la politica politicista della sinistra stessa, lontana dagli interessi di classe di chi si vorrebbe rappresentare, perlomeno a parole.
Qualche mese fa, il compagno Roberto Ferrario, che ha il grande merito di lavorare politicamente in bellaciao, chiedeva a Ferrero, quando il prc si allantonerà politicamente dal pd?
Nessunissima risposta da parte di Ferrero, perchè questo non è nelle corde politiche della FDS, perchè si ha intenzione di ripetere le politiche di sostegno al centrosinistra.
Esperienze che hanno ridotto la sinistra radicale al lumicino, ma che si intende ripetere con qualche piccola insignificante variazione, che non cambierà la sostanza politicista.
Il FdG, nella sua componente del PCF, sosterrà sicuramente il PS, e non è detto, anzi lo vedo altamente probabile, che verrà seguito anche dalle componenti del PdG.
Guerre e nucleare completeranno lo scenario altamente politicista,e regaleranno anche ai cugini francesi quello che abbiamo vissuto in Italia.
Ah, è vero , la politica politicista è il nostro più devastante scenario,ma per favore, chi sostiene di fatto la politica politicista, non provi a cambiare le carte in tavola,la non indipendenza della sinistra di classe è mortale ovunque.
E la grave situazione dell’oggi, non potrà che essere ancora peggio domani.
Il menopeggio, non ha portato fortune politiche in Italia, non vedo perchè dovrebbe essere differente in Francia.
Il politicismo è un danno ovunque.
Solo un percorso di indipendenza politica dai centrosinistra ridarà un senso al nostro essere comunisti ed anticapitalisti, con tutte le difficoltà politiche che ne conseguono, ma ci servirà al poter tornare ad essere credibili, su nucleare, guerre , lavoro, pensioni ecc.ecc.
Ne vale tutte le difficoltà possibili, ed il politicismo non se ne gioverà di certo, anzi......
Enrico
6. Facciamo Fronte, alla francese, 16 aprile 2012, 13:03, di Roberto Ferrario
Scusa Kalos ma consideri che la gente é imbecille??? Nel primo commento scritto da te, dichiari: "il tuo commento é un tessuto di menzogne, tu dici infatti, tra l’altro, : "rifiuta di tritornare alla legge precedente sulle pensioni cambiata da sarkozy". La tua affermazione é una grossa menzognna, infatti il Front de gauche vuole il titorno della pensione a 60 anni per tutti .."
Dunque se non è un problema, in che cosa "eventualmente" ho mentito, perché averlo scritto????
Ma guardiamo nei dettagli questa proposizione del FDG della "pensione a 60 anni per tutti"...
In Francia su questa proposizione del FDG, anche se tu vuoi negarlo, c’è non soltanto dibattito ma anche una aspra conflittualità e cerco di spiegarlo: dichiarare i 60 anni per tutti è "fumo negli occhi" se il FDG rifiuta categoricamente di determinare quanti anni sono obbligatori per accedere a piena tariffa alla pensione, se tu applichi i 37 anni e mezzo di versamenti é chiaro che per potere essere in pensione a 60 anni devi aver cominciato a lavorare a 22.5 in continuo... figuriamoci se applichi i 42 anni di versamento, dovresti cominciare a 18 anni in continuo senza mai essere disoccupato in questi 42 anni neanche un solo anno...
Dunque la dichiarazione del FDG non solo, considerando la precarietà del lavoro attuale, è una buffonata ma è chiaramente populista, fare credere che "tutti" potranno andare in pensione a 60 anni... certo... ma non a tasso completo, dunque è giusto un eventualità ma senza assicurazione di avere una pensione degna di questo nome...
Insomma il fatto che il FDG rifiuta di chiarire quanti anni di versamento servono per beneficiare della pensione, riducendo soltanto l’età della scelta di andare in pensione, non cambia molto o addirittura in niente la controriforma di Sarkozy...
Ricordiamoci che durante gli immensi scioperi e cortei che si sono svolti in Francia contro la legge Sarkozy e che cercavano a tutti costi di organizzare uno sciopero generale il FDG ha fatto di tutto per rompere il movimento, proponendo durante queste grandi proteste, e contro lo sciopero generale, UN REFERENDUM...
Kalos non potrai dire ancora che è "un tessuto di menzogne" sarai ridicolo, video, foto, volantini, manifesti, interviste, raccolte di firme, durante i cortei, dove si vedono i militanti del FDG non in corteo con i sindacalisti, ma sul marciapiede di fianco per incitare la gente a smettere di scioperare o di scendere in strada per manifestare, questi militanti urlavano che la sola soluzione era il referendum e che lo sciopero generale era solo uno slogan proposto dagli estremisti (gauchiste come si dice qui in Francia..)
Ebbene una volta che le direzioni sindacali dirette dal FDG sono riuscite a uccidere il movimento, del famoso "referendum" più nessuno ha sentito parlare, non solo perché, lo sciopero generale non era una prospettiva del FDG ma neanche il referendum lui stesso, visto che in Francia non è come in Italia che basta trovare un numero determinato di firme per obbligare il governo a organizzare un referendum... ma in Francia è soltanto il governo stesso che può o no decidere di fare un referendum...
Dunque ancora una proposta populista che ha avuto unicamente lo scopo di distruggere il movimento che rischiava di sfuggire dalle mani di tutti i socialdemocratici e centristi che sono presenti in maggioranza nel FDG e nelle centrali sindacali francesi...
7. Facciamo Fronte, alla francese, 16 aprile 2012, 14:15, di Roberto Ferrario
Ma che strano... perché vuoi negare che è amico di Dassaut?????
Guarda caso esattamente questa mattina 16 aprile 2012 Melenchon ha dichiarato alla radio e alla televisione privata RMC/BFMTV ( fra poco avremo anche il video e il suono di questa intervista... e dai cerca ancora di dire che sto mentendo...) che è amico anche del portavoce de l’UMP il partito di Sarkosy, Patrick Buisson, e che si è recato più di una volta ai suoi incontri, anche addirittura all’appuntamento di questo Patrick Buisson che doveva essere decorato della "legione d’onore" nel settembre dello scorso anno...
Bisogna ricordare che Patrick Buisson è un ex militante del Fronte Nazionale (partito fascista francese...) passato nel partito di Sarkozy ed è il "teorico" che ha convinto Sarkozy di inserire nel suo programma dei punti che sono dei "classici" del partito fascista francese per ottenere i voti dell’estrema destra....
Possiamo leggerlo anche in questo articolo intitolato "Mélenchon et Sarkozy : l’amico in comune, Patrick Buisson": http://tempsreel.nouvelobs.com/le-dossier-de-l-obs/20120416.OBS6251/melenchon-et-sarkozy-l-ami-commun-patrick-buisson.html
Per caso vuoi che pubblichiamo il video di quando Melenchon incrocia Marina Le Pen (leader del partito fascista francese...) il 2 aprile 2011 nei corridori del parlamento europeo e dialoga con lei come se niente fosse, come se lei è una vecchia conoscenza simpatica... ????
Questo video lo si può vedere qui: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=_gWVyNtCbEs
Notiamo come Melenchon alla fine di questo video è cosi "intimo" con un’altra militante dell’UMP ex ministro della giustizia ora deputata europea del partito di Sarkozy la Rachida Dati.....
O quando Melenchon si è fatto "beccare" il 26 ottobre 2011 dai giornalisti dei In rocks al bar del parlamento europeo chiacchierando e bevendo un caffè tranquillamente e sorridente con Brice Hortefeux, ex ministro degli interni incolpato per ingiurie e propositi razzisti, e condannato per non avere rispettato durante un altro processo la presunzione d’innocenza... lo stesso che si vantava di riempire i charters di immigrati che rinviava al loro paese....
8. Facciamo Fronte, alla francese, 16 aprile 2012, 14:40, di Roberto Ferrario
Come promesso ecco la video dove Melenchon cerca di non rispondere chiaramente che conosce benissimo Patrick Buisson e che fa già più di 5 anni che si conoscono, dunque quando Patrick Buisson era ancora nel partito fascista...
Infatti il 24 settembre 2007 è lo stesso Sarkozy che decora della "legione d’onore" Patrick Buisson, dunque Melenchon ha acetato l’invito dallo stesso Buisson e da Sarkozy...
Possiamo dire che questa "nuova" dichiarazione di Melenchon fa un enorme buzz qui in Francia questa mattina... ecco il video qui:
http://bellaciao.org/fr/spip.php?article127052