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Di Viviana Vivarelli
Che la "Giornata della Madre" non sia una festa
commerciale ma una una giornata di solidarieta’,
protesta, riflessione, dedicata alle madri che
hanno perduto i loro figli nel massacro della guerra.
Questo chiedeva Giuia Ward Howe, attivista per
i diritti delle donne, che nel 1870 (lo stile e’ ottecentesco,
i contenuti no) propose l’istituzione del Giorno della Madre:
"Alzatevi, dunque, donne di questo giorno! Si alzino
tutte le donne che hanno cuore, sia che abbiano avuto
un battesimo d’acqua, sia che abbiano avuto un
battesimo di paura. Dite con fermezza: Non
permetteremo che le grandi questioni siano decise da
forze estranee alla nostra volonta’.
I nostri mariti non torneranno a casa con addosso la
puzza del massacro, per ricevere carezze e applausi.
I nostri figli non ci verranno sottratti affinche’
disimparino quello che noi siamo state in grado
di insegnare loro sulla carita’, la
pieta’ e la pazienza. Noi donne di qui proviamo
troppa tenerezza per le donne di un qualsiasi altro
paese per permettere che i nostri figli siano addestrati
a ferire i loro. Dal seno di una terra devastata una
voce si unisce alla nostra. Dice: Disarmo! Disarmo!
La spada dell’assassino non e’ la bilancia della
giustizia. Il sangue non lava il disonore ne’ la
violenza indica possesso. Poiche’ gli uomini hanno
spesso abbandonato l’aratro e l’incudine alle prime
avvisaglie di guerra, che le donne ora lascino a casa
tutto cio’ che puo’ essere lasciato e si uniscano per
una giornata nella quale si discuta insieme. Si
incontrino dapprima, le donne tra loro, per riflettere
sul dolore e la devastazione della guerra e
commemorare i morti. Si uniscano poi agli uomini in
un comune consiglio per trovare i mezzi con cui la
grande famiglia umana possa vivere in pace, e ognuna
porti nel tempo che mette a disposizione la sacra
impronta, non di Cesare, ma del suo dio.
In nome delle donne e dell’umanita’, io chiedo
seriamente che un congresso generale delle donne,
senza limiti di nazionalita’, venga indetto nel luogo
piu’ conveniente e nel piu’ breve tempo possibile, per
promuovere l’alleanza di differenti nazionalita’, la
risoluzione amichevole delle questioni internazionali,
il grande e generale interesse della pace."
Il discorso di Julia Ward Howe e’ stato pubblicato sul
settimanale Carta n° 16.