Home > Genova G8 : scoppia il giallo dei manganelli

Genova G8 : scoppia il giallo dei manganelli

Publie le venerdì 26 novembre 2004 par Open-Publishing
1 commento

Manifestazioni-azioni Polizia G8

G8, scoppia il giallo dei manganelli
Durante i corpo a corpo coi manifestanti i carabinieri in servizio non utilizzavano i "tonfa"
Secondo i legali potrebbero essere bastoni o spranghe dipinte di nero

Usarno dei "manganelli" non regolamentari i carabinieri del battaglione Lombardia nella carica contro il corteo delle tute bianche avvenuta il 20 luglio 2001 in via Tolemaide.

Lo dimostrano le foto che sono state viste ieri in aula proposte dai difensori dei no global processati per devastazione e saccheggio di Genova.

I carabinieri, come tutte le altre forze di polizia impiegate nell’ordine pubblico devono utilizzare i "tonfa". Si impugnano lateralmente quindi non e’ possibile esercitare una forza massima e sono un po’ piu’ leggeri di quelli utilizzati in precedenza. In sostanza fanno un po’ meno male d’una bastonata in testa, anche se tutto e’ relativo e non e’ davvero una cosa da niente essere colpiti al capo con un "tonfa".
I "manganelli" impugnati da alcun i carabinieri del battaglione Lombardia non erano certo "tonfa". Lo ja ammesso lo stesso capitano Antonio bruno, comandante nei gironi del G8 2001 della compagnia Alfa del contingente C.c.i.r. costituita con personale del terzo battaglione Lombardia.

A ls, sentito ieri mattina in aula come teste, i difensori hanno mostrato qulle foto dove si vedono i suoi colleghi impugnare quei "manganelli".
in una foto, oltretutto, si vede chiaramente un carabiniere con al fianco il suo "tonfa" ma che impugna qull’altro "manganello".

Che cosa erano dunque quei "manganelli" che non hanno la presa laterale e con cui quindi si puo’ esercitare maggiore forza?

Bastoni di legno dipinti di nero?

Mazze piu’ o meno lunghe?

Spranghe di ferro?

Nessuno puo’ dirlo e nenache il capitano Bruno, pur con tutta la buona volonta’ della sua tetimonianza in aula, ha saputo dirlo.

Bruno ha comunque asserito che certamente uei "manganelli" non erano i "tonfa" in dotazione al reparto.

I difensori hanno chiesto l’acquisizione di quelle foto, ma i pm Anna Canepa e Andrea Ccanciani si sono opposti.
"Ritenevo incvece che i pm chiedessero la trasmissione degli atti alla procura pr eventuali loro competenze a questo proposito" ha esclamato uno dei difensoti, l’avvocato Emanuele Tambuscio.

I giudici deltribunale, presieduti da Marco Devoto hanno deciso di acquisire le foto anche ocn il parere cotnrario dei pm.

A una domanda dell’avvocato Emanuele Tambuscio sul perche’ alcun idei carabinieri del battaglione avessero quei "manganelli" fuori ordinanza durante la carica al corteo dele tute bianche, il capitano Bruno ha risposto "Il reparto era equipaggiato con i tonfa per cui i militari che si vedono con le spranghe o le hanno portate di loro iniziativa o le hanno raccolte negli scontri con i manifestanti"

I difensori assicurano di aver contato almento 60 foto in cui si vedono carabinieri con i bastoni furoi ordinanza. Quanti dei 190 del battaglione li hanno utilizzati? Impossibile dirlo perche’ magari quella sessantina di foto riproducono piu’ volte lo stesso carabiniere.

In un video inoltre e’ stato nostrato uno degli imputati, Filippo D’Avanzo, 23 anni, mentre viene pichaito da un militare.

per qusto episodio, hanno sottolineato i difensori, c’e’ un procedimento a carico di un carabiniere.

CARICA CONTRO TUTE BIANCHE
TESTE SCONFESSATO DAI FILMATI

Il capitano Antonio Bruno all’inizio di udienza e’ stato interrogato dai pm Anna canepa e Andrea canciani.

Per motivare la carica contro il corteo autorizzato delle tute bianch ha spiegato che "improvvisamente all’imbocco di via Pisacane, presidato dala terzo plotone, un gruppo molto consistente di manifestanti con volto coperto dai fazzoletti e passamontagna i colore nero e armati di spranghe, incomincio’ a lanciare pietre, bottiglie di vetro, bottiglie incendiarie, petardi, mentre nel contempo rovesciava e accatastava cassonetti dell’immondizia per formare barricate."
La difesa, in merito al fitto lancio di pietre e oggetti sostenuto dal teste, ha sottolineato piu’ volte che, nei filmati, non c’e’ traccia.
la prossima udienza del processo si terra’ martedi.

mercantile

Messaggi

  • Il magistrato Anna Canepa, è sorella dell’avv. genovese Paolo Canepa (Studio Legale Roppo & Canepa) nonchè moglie del Beppe Anfossi (azionista di riferimento di Banca Carige). Lo studio legale Roppo & Canepa è anche consulente di Banca Carige C I R di De Benedetti (Vincenzo Roppo anche nel cda della banca per lustri).
    Mi stavo chiedendo se alla magistrata sia mai capitato di trovarsi in imbarazzanti situazioni di conflitto d’interessi.
    Leggendo l’articolo che segue ho trovato la risposta (e mi son cascate le braccia):
    http://piemonte.indymedia.org/article/8579
    “La Repubblica (CIR Group): ecco come funziona la fabbrica del fango”.