Home > Germania, dove la sinistra è viva
Germania, dove la sinistra è viva
di Fabio Amato
BERLINO - Frank-Walter Steinmeier sarà il candidato-cancelliere della SPD, il più grande partito socialdemocratico d’europa, alle prese con una crisi di consensi verticale nei sondaggi pre elettorali, che lo vede distante ben di dieci punti dalla CDU della premier Angela Merkel. Questa è la mossa con cui si cerca di recuperare popolarità e di invertire una tendenza che altrimenti rischia di riportare di nuovo Angela Merkel nel ruolo di cancelliera, ma con rapporti di forza totalmente a suo favore, a differenza della legislatura in corso, dove pochi punti percentuali separano i due partiti della grosse koalition.
In realtà, l’operazione è più di immagine che di altro. Sul piano politico è sempre l’area più vicina a Schroder a mantenere le redini del partito, l’ala che ha di fatto sposato la linea di riforme liberiste, la famosa agenda 2010, al centro della polemica con la formazione della Sinistra radicale, La Linke, guidata da Oskar Lafointane e Lothar Bisky, che cresce costantemente nei sondaggi come nelle tornate elettorali .
A Müntefering invece il compito di guidare il Partito, diviso fra l’ala sinistra, disponibile ad un accordo con la Linke, e ad una revisione della linea economico sociale del partito, e quella moderata, decisamente contraria a qualunque ipotesi di maggioranze rosse e continuista sui temi sociali. Lafontaine ha così commentato le mosse della direzione della SPD: ’Con queste decisioni , i socialdemocratici continuano a seguire una strada anti-sociale che ha trascinato il movimento a disfatte elettorali e al calo degli iscritti’.
Crediamo abbia ragione. La forza e la crescita della Linke si fonda proprio sull’offensiva riguardante i temi della giustizia sociale, del lavoro. Di ciritca aperta al capitalismo, di rilancio del tema dell’uguaglianza in termini radicali, quasi impensabili in un paese come il nostro. Con settori significativi del sindacalismo tedesco che convergono sulle parole d’ordine della Linke .Non solo questo, naturalmente.
Altro tema di attacco frontale alla grosse koalition è la politica estera, che vede la formazione di Lafointane chiedere a gran voce il ritiro del contingente tedesco dall’Afghanistan. Senza una messa in discussione delle scelte neoliberali compiute dal SPD negli ultimi 10 anni, lo spazio politico per la Linke è destinato a crescere, non a diminuire. E il voto moderato comunque attratto dalla attuale cancelliera.
Il dibattito sulla cooperazione fra Linke e SPD, non attraversa però solamente il Partito che fu di Gerard Schoeder. Anche nella Linke è oggetto di un confronto interno, che vede al momento prevalere posizioni che eslcudono allo stato attuale ipotesi di governi nazionali in comune, data la distanza programmatica enorme esistente fra le due forze politiche. Una distanza che la decisione presa dalla maggioranza della SPD intende riaffermare. Ciò crediamo possa favorire ancora di più la crescita di consenso alla Linke. Una crescita con la quale, prima o poi, comunque il sistema politico tedesco dovrà fare i conti, ma che, a differenza di quanto accaduto in altri paesi europei , inclusa l’Italia, vede la possibilità di rapporti di forza molto più equilibrati fra sinistra moderata e alternativa, e la Linke, giocare apertamente una battaglia per l’egemonia a sinistra.
Una battaglia il cui clou sarà il prossimo anno nelle elezioni del lander di Oskar il rosso, dove il candidato della LInke è proprio l’ex ministro delle finanze, e dove i sondaggi danno probabile il sorpasso proprio ai danni del suo ex partito. Come si vede, c’è vita ancora a sinistra, e proprio nella locomotiva d’europa.