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MENTRE CADONO TUTTI I FARAONI NOI LE MUMMIE CE LE TENIAMO STRETTE
- Persino in Rwanda Berlussonini lo avrebbero già cacciato e non solo a pedate -
Nourredine Adnane, giovane marocchino, ambulante con permesso di soggiorno a Palermo, nato e cresciuto in un povero villaggio nei dintorni di Casablanca. Secondo di otto figli, fin da ragazzo si prende cura dei suoi fratelli minori. Due anni fa diventa padre di una bambina, Khadijia che è in Marocco con la mamma. Nourredine ha un sogno: lavorare duro e mettere da parte un po’ di soldi per permettere alla moglie e a sua figlia di venire in Sicilia e finalmente essere famiglia.
A Palermo si trova bene, si adatta con facilità, tutti lo chiamano Franco.
Ma parrebbe che i vigili urbani intervenissero a "controllarlo" e multarlo un po’ troppo spesso. Così dice la difesa di Nourredine.
Un ultima visita degli uomini in divisa, l’ennesima multa. La polizia municipale gli contesta "di essere fermo nella stessa strada da troppo tempo".
Succedeva venerdì 11 febbraio, la settimana scorsa.
"Franco" protesta, e lo fa nell’unico modo disperato che diversi giovani maghrebbini, medio orientali, africani hanno usato e usano in questi ultimi giorni per ribellarsi al regime nei loro Stati: si dà fuoco con una bottiglia di benzina e un accendino.
Lo fa in via Ernesto Basilie, lì dove "sostava nello stesso punto da troppo tempo".
Lo portano al centro grandi ustionati dell’Ospedale Civico, i suoi amici non lo lasciano solo neppure un momento.
L’altro ieri Nourredine, per la prima volta dopo il suo fuoco, sospira qualche parola, riconosce le persone che ha intorno, forse migliora, si accende una piccola speranza.
Invece era il canto del cigno: muore alle 11 di ieri.
E’ disperazione tra i parenti accorsi a Palermo e gli amici.
Disperazione solo per loro, perché la notizia della storia di Nourredine passa nella cronaca locale, in quella nazionale stampata e parlata diventa un trafiletto, una comunicazione veloce, tra le tante, che viene mischiata a tutto e di più.
Non fa audience la morte per immolazione nel rogo auto inferta di un giovane straniero. Poi, caspita!, Nourredine sceglie un brutto momento per morire, proprio nei giorni di San Remo.
La sua fine è solo una invisibile virgola in mezzo alle grandi e scintillanti cose che distraggono ancora di più gli italiani già in ipnosi avanzata e profonda da anni.
Belen Rodriguez sviene per due volte durante il Festival dell’imbecillità totale. Forse è incinta di Fabrizio Corona o è solo stanca per il grande lavoro e fatica alle quali si è sottoposta. Tant’è che in tutte le dirette a tema, i conduttori premono sugli inviati perché "gli italiani" vogliono sapere la verità.
Forse io non sono italiano, perché di quello che succede alla tizia in causa non me ne può fregare di meno. Anzi la smettessero di vendere oppio alle masse già a 90° e sparissero dalla circolazione.
Pensa che Luca e Paolo hanno pure fatto "feroce satira", ma sono stati corretti, non ha telefonato Masi per dissociarsi, neppure l’idiota logorroico paranoico ossesso ha chiamato per dire che lo perseguitano. Perché una sera i due comici padronali hanno cantato una parafrasi di Morandi facendo finta che si parlassero Berlussonini e Fallimento Fini. Facevano talmente ridere che Iva Zanicchi come eurodeputata, immobile e silenziosa, è più satirica di loro due.
La sera dopo, per par condicio e bilanciamento di satira liberissima, hanno preso di mira Saviano e Santoro.
Caspita che bravi: altri sei anni garantiti di contratto a Merdaset.
Luca Bizzarri è contentissimo: "A San Remo abbiamo potuto dire tutto quello che volevamo".
E te ne vanti pure?
Nourredine non è spendibile.
Non lo sono neppure i suoi fratelli e sorelle che arrivano a migliaia sulle nostre coste. Senza forze, disidratati, con gli svenimenti e i collassi veri e non alla Belen. Non hanno neppure il tempo di capire che stanno sulla terra ferma che li prendono, dopo una notte passata sull’asfalto davanti all’approdo, come pacchi postali semplici e li aviotrasportano da una parte o dall’altra.
Perché in Italia non c’è posto per i disperati, neppure per le richieste di asilo politico.
Meglio rispedirli indietro e in fretta, così non hanno la possibilità di fare richiesta come profughi.
Se poi naufragano e spariscono del tutto in alto mare saranno meno problemi pure per l’amico Gheddafi.
Quella vecchia cariatide al botox, che in queste ore sta insanguinando la Libia, ha pure usato la truffa umanitaria: ha fatto mettere sui barconi della speranza verso l’Italia gli oppositori alla sua dittatura, senza avvertire neppure il suo compagno di merende Silvio che così tanto si stimano, in barba al trattato sottoscritto sulla lotta all’emigrazione e ai soldi che laFrattina gli passa per rispettarlo.
Anche queste cose agli italiani non interessano.
Belen ringrazia Armani per gli abiti forniti a San Remo e Morandi lo fa per Ferragamo.
Da un’altra parte, che si chiama Milano, uno che impersona il Ministro della Difesa, un fascista, si trasforma davanti alle telecamere in quello dell’Offesa; scalcia e pesta i piedi con violenza a Corrado Formigli di Annozero, urlando subito dopo: "la smetta di spintonarmi".
Non ha aggiunto "infame e vigliacco" perché quello lo dice solo agli studenti che protestano contro l’incompetenza della dirigente della Pubblica Distruzione.
Nourredine è morto mentre si veniva a conoscenza che lui non era nipote di Mubarak e che la nipote vera ha ricevuto dal premier 185.000 euro in regalo, al netto dei gioielli, la Ruby era ancora minorenne.
Nel maghreb è bastato un ragazzo, pure lui ambulante, che si è dato fuoco prima di Natale 2010, ad innescare la rivolta popolare che dalla Tunisia, con effetto domino, sta coinvolgendo Algeria, Egitto, Marocco, Yemen, Giordania, Sudafrica, Bahreim, Libia, Kuwait City, Iraq, Iran…
Il Libia, Gheddafi è sotto assedio da tre giorni, come pure il suo rampollo preferito, isolati dai dimostranti: il primo nella sua tenda, l’altro in un hotel con i suoi fedelissimi.
A migliaia intervengono militari fedeli al dittatore di Bengasi, già oltre cento sono i morti fatti in poche ore dagli spari dell’esercito che ha avuto ordine di colpire al petto, in testa, alla gola, in faccia.
Berlussonini è preoccupato per la situazione in Libia: "Arriveranno altri clandestini via mare, non telefono a Gheddafi per non disturbarlo".
Da noi in Italia, Nourredine che si da fuoco e muore, non scuote alcuna coscienza. Non parte neppure un minimo rigurgito di rabbia popolare. I rom vengono perseguitati come succedeva nel Terzo Reich di Hitler, ma la maggioranza silenziosa, cioè quasi tutti gli italiani, se ne fottono.
Noi italiani siamo brava gente, talmente bravi da essere dei coglioni.
Non leggiamo libri, non ci informiamo, dai tempi dell’Impero Romano deleghiamo in bianco, siamo irresponsabili, lassi, pigri, incoscienti, privi di dignità civile, soprattutto affetti da masochismo pernicioso, incapaci di iniziativa.
Italiani limacidae, senza guscio.
Persino in Rwanda uno come Berlussonini e tutta la sua cricca/casta sarebbero già stati cacciati non solo a calci in culo.
Ma noi siamo l’Italia, governata da un pagliaccio, diventata carnevale internazionale.
All’estero, ormai tutti ridono di noi, e noi con loro.
Tanto ha vinto Vecchioni con una bella canzone rivoluzionaria!
Lucio Galluzzi
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