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L’Aquila - Riabbracciamo la città, riabbracciamoci ...

Publie le sabato 12 febbraio 2011 par Open-Publishing

E quindi si è ri-cominciato. E’ duro, difficile. Penoso a volte. L’Assemblea cittadina non ha più una sede: i cittadini attivi, pur avendo più volte avanzato, e da mesi, la richiesta all’amministrazione, e avendo fatto presìdi e partecipato a snervanti colloqui con sindaco ed assessori, sono ancora raminghi, senza casa.

Neanche quella comune. Neanche quel tendone, quello che tutti conoscono, quello con la scritta RIPRENDIAMOCI LA CITTA’, che ha campeggiato sulla piazza del Duomo per quasi un anno. Concesso così a lungo da un generoso filantropo, è stato rimosso per ragioni sconosciute. E allora i cittadini attivi hanno dovuto reagire, per non soccombere ai voleri di un’amministrazione che solo a parole si mostra favorevole alla partecipazione, ma che, nella realtà dei fatti, la teme profondamente. E allora accade che una parte di cittadini, giustamente stanca delle troppe promesse disattese, occupi un asilo e vi stabilisca una sede dedicata principalmente ai giovani. E capita che un’altra parte di cittadini attivi, indica l’assemblea in una sala conferenze che è costretta a pagare di tasca propria. Pur avendo il Comune strutture agibili atte all’uopo. Le occupazioni sono sacrosante, soprattutto in un caso come il nostro, ma comportano denunce, conseguenze penali, spese legali. E non tutti sono disposti ad aggiungere ulteriori pene e preoccupazioni alle tante che hanno già sulle spalle. E allora ci si paga una sede.

Rincontrarsi è stato emozionante. Dopo quasi due mesi. E constatare che c’è la voglia di continuare, nonostante tutto, è molto incoraggiante. Quello di ieri è stato un incontro introduttivo, un dirci che ci siamo ancora. E che vogliamo lavorare per crescere, in numero ed in qualità. Tutti sappiamo che ripartire dopo gli errori non è facile, ma sappiamo bene che di quegli errori faremo tesoro. E domenica prossima riabbracceremo la nostra città. Torneremo con le nostre carriole. E le nostre braccia. A lavorare. E cercheremo di ristabilire quello spirito di unità e solidarietà che, proprio un anno fa, portò gli Aquilani a forzare le transenne del centro storico ed a riappropriarsi della loro città e della loro identità. Le transenne sono ancora lì, come un anno fa. E noi siamo davvero stanchi. La città è nostra, urlavamo il 14 febbraio dello scorso anno. La città è nostra, urleremo domenica. Ma stavolta non siamo più disposti ad accettare che ci venga negata. Quelle transenne devono scomparire.

Qui le riprese dell’assemblea di mercoledì 9 Febbraio :

http://www.youtube.com/view_play_list?p=DC5FF703E4302B64

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