L’Fbi precisa: il sequestro del server di Indymedia voluto dal Viminale
sabato 9 ottobre 2004
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di Valentina Petrini
«Sul server sequestrato a Rackspace, la società che mette in rete Indymedia, erano contenute tutte le informazioni relative al caso di Genova. Siamo molto preoccupati». Laura Tartarini è un avvocato del Genova Legal Forum. La raggiungiamo telefonicamente per farci spiegare i motivi del sequestro e il perché del coinvolgimento italiano in questa vicenda.
«Purtroppo non sappiamo molto - ci spiega - Oltre alle poche cose diffuse dall’Fbi non c’è stata fatta nessun altra comunicazione». A Genova sabato mattina gli operatori di Indymedia e gli avvocati si sono riuniti per capire come muoversi. Già da un pò era in programma questo meeting e venerdì si è deciso di incentrarlo sulla vicenda del sequestro del server. «Due nostri colleghi sono partiti immediatamente per Londra -aggiunge Laura Tartarini- Siamo in contatto e speriamo di potervi al più presto dire di più».
Cala il silenzio sulla vicenda Indymedia, il sito che dà voce al movimento antimperialista. Silenzio anche da parte del governo italiano, che secondo quanto affermato da un agente dell’Fbi, Joe Parris, intervistato dalla France Presse, sarebbe direttamente coinvolto. Come? L’Italia insieme alla Svizzera avrebbe chiesto all’Autorità giudiziaria americana di intervenire per oscurare Indymedia. L’ordine di sequestro, quindi, non è partito dagli Usa (che a quando pare hanno solo mantenuto fede agli accordi di collaborazione tra l’America e il nostro paese).
«L’intervento -ha detto l’agente Parris- e’ stato fatto a nome di paesi terzi». Parris ha anche precisato che questi "paesi terzi” sono l’Italia e la Svizzera e ha aggiunto che l’iniziativa del ministero della Giustizia americana non e’ stata altro che «un aderire agli obblighi legali contenuti nei nostri trattati di assistenza reciproca».
La sospensione delle attività locali dei siti di Indymedia rischia, a questo punto, di diventare un giallo. Giovedì scorso, lo ricordiamo, gli agenti dell’Fbi si sono presentati presso le sedi americana e inglese di Rackspace, l’azienda che fornisce i server che ospitano molti siti locali di Indymedia, per eseguire un ordine ben preciso: farsi consegnare, immediatamente, i server web di Indymedia.
Questi i siti attualmente disabilitati: Amazzonia, Uruguay, Andorra, Polonia, West Massachusetts, Nizza, Nantes, Lilles, Marsiglia (vale a dire, come specificano quelli di Indymedia, tutta IndyMedia Francia) Euskal Herria (Paesi Baschi), Liegi, Antwerpen (vale a dire tutto il Belgio), Belgrado, Portogallo, Praga, Galizia, Italia, Brasile, Regno Unito e per finire Germania. La Rackspace, parlando con volontari di Indymedia, ha dichiarato di «non poter fornire ad Indymedia alcuna informazione riguardante questo ordine di sequestro».
Nel sito italiano di Indymedia un comunicato informa i navigatori di quanto accaduto: «Giovedì 7 Ottobre 2004, alle 18 circa, l’Fbi si è presentata presso la sede statunitense e quella inglese di Rackspace, l’azienda presso la quale risiedono i server che ospitano molti siti locali di Indymedia, fra cui Italy.indymedia.org. Gli agenti hanno richiesto il sequestro delle due macchine ed hanno preteso la consegna dei dischi, portandoseli quindi via. Attualmente non abbiamo informazioni ulteriori, nemmeno sui motivi che hanno portato a questa operazione. Siamo in attesa di tornare online con una macchina di riserva, avendo attualmente perso molto del materiale presente su Indymedia».
E dal mondo politico arriva l’interrogazione parlamentare urgente del senatore dei Verdi, Fiorello Cortina, che chiede al governo di chiarire il ruolo del nostro paese nella vicenda che ha portato alla chiusura del server inglese della rete di Indymedia. «Ho rivolto una interrogazione urgente al governo italiano e al ministro Stanca affinché - prosegue Cortiana - si attivino per garantire sia la riapertura del server che la tutela dei diritti di comunicazione sulla rete. Questa violazione della libertà di pensiero e di espressione arriva proprio mentre è ancora aperta la conferenza mondiale sulla società dell’informazione promossa dall’Onu, a Ginevra nel 2003, e che si concluderà a Tunisi nel 2005».
La notizia del coinvolgimento dell’Italia nel sequestro dei server che permettono a Indymedia di essere in rete, ha subito messo in moto la machina politica. Dopo i Verdi anche Rifondazione interviene: «Pisanu spieghi perché ha chiesto l’intervento dell’Fbi per chiudere i siti Indymedia». È quanto chiede in una nota Alfio Nicotra portavoce di Rifondazione nel Forum Sociale Europeo. «Se corrisponde al vero quello che hanno dichiarato i funzionari dell’Fbi, il Ministro dell’Interno deve dirci come questo atto di censura globale sia compatibile con i principi costituzionali di libertà di espressione e d’informazione».
Il 15 ottobre inoltre avrà inizio il Forum sociale europeo di Londra al quale parteciperanno, dalle prime stime, circa cinquantamila delegati da tutto il continente. Già ai tempi del G8 di Genova, nel luglio 201, gli operatori di Indymedia avevano avuto problemi con le forze dell’ordine che volevano sequestrare computer e attrezzature
Nicotra, dopo aver annunciato interrogazioni urgenti dei gruppi parlamentari del suo partito sia a livello nazionale che europeo per porre fine al sequestro ed ottenere spiegazioni su questa vergognosa operazione afferma che «il Prc è solidale con i mediattivisti e disponibile, congiuntamente con le altre realtà del movimento, ad una immediata mobilitazione in difesa della libertà di informazione».
http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=38364
Messaggi
1. > L’Fbi precisa: il sequestro del server di Indymedia voluto dal Viminale, 9 ottobre 2004, 18:52
non so se leggevate indymedia italia
ma, al di là di qualsiasi provvedimnto, avevano toccato il fondo, della maleducazione della censura fascista, e di tutto il resto
chissà se quando lo ripristeneranno cambieranno atteggiamento o continueranno?
1. > L’Fbi precisa: il sequestro del server di Indymedia voluto dal Viminale, 10 ottobre 2004, 12:37
Non leggevo Indymedia ma ritengo in ogni caso che ognuno possa e debba dire la sua verità.
In fondo non diamo la possibilità ai nostri politrici di dire un sacco di cavolate...?
Dovremmo forse censurare anche loro?
E forse questo è il primo passo in questa direzione e ciò che mi preoccupa e che la Televisione
non ne parla (ricordiamoci che pochissimi italiani leggono qulacosa oltre il Corriere dello Sport)
Se iniziamo a cenurare anche i siti internet per ciò che dicono il passo alla censura per altri canali
di informazione è breve....
Ad essere sincero mi sembra incredibile che Lei parli di maleducazione e cattivo gusto, quando
in TV molti Talk Show e Telegiornali sfruttano immagini indecenti e fanno leva sulle emozioni delle
persone per dare una informazione: QUESTO E’ CRIMINALE.
2. > L’Fbi precisa: il sequestro del server di Indymedia voluto dal Viminale, 9 ottobre 2004, 21:45
Solidarietà piena, senza infingimenti, senza se e senza ma, a Indymedia! E’ vergognoso trinciare giudizi ora che è stata colpita dalla repressione italo-imperialista e internazionale: è come sparare alla croce rossa! Ripresa immediata dei siti oscurati! 100, 1.000. 10.000 siti di contro-informazione e di lotta al sistema!
s.b.
http://capireperagire.blog.tiscali.it
1. > L’Fbi precisa: il sequestro del server di Indymedia voluto dal Viminale, 9 ottobre 2004, 22:01
Naturalmente tutta la solidarietà delle persone libere a Indymedia che si è distinta per la sua informazione indipendente,non vincolata alle pressione governative.Pressioni che non sono più tali,ma atto di forza contro un’informazione che non si è sottomessa alla maggioranza e non ha mai fatto del giornalismo un atto criminoso e diffamatorio come i vari Feltri Ferrara Farina Fede e degna compagnia.
Il 20 novembre 2003, a pochi giorni dalla strage di Nassiriya, Alleanza Nazionale chiese al governo di chiudere il sito internet di Indymedia alla luce dei testi pubblicati sulla morte dei militari italiani a Nassirya.Indymedia ha dato una versione obiettiva e documentata sui fatti di Genova.Per questo andava chiusa.Ed è stata chiusa.
Neanche i fascisti del ventennio hanno fatto tanto.Quelli del secondo millennio invece osano farlo
3. > L’Fbi precisa: il sequestro del server di Indymedia voluto dal Viminale, 10 ottobre 2004, 17:07
Solidarietà al libero pensiero, senza censure. Solidarietà a Indymedia.
E ora, davvero :«Pisanu spieghi perché ha chiesto l’intervento dell’Fbi per chiudere i siti Indymedia»
E che l’informazione venga divulgata anche in TV.
E’ semplicemente MOSTRUOSO che nessuno ne abbia accennato ai TG.
Viviamo in un regime fascista e oscurano l’informazione in modo tale che non ce ne dobbiamo accorgere...
Povera ITALIA... Povero TERRA...