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La fine del modello Bertolaso e dell’ideologia dell’emergenza

Publie le giovedì 11 febbraio 2010 par Open-Publishing
4 commenti

Con l’arresto di questa mattina dell’ex vice di Bertolaso, Angelo Balducci, anche attuale presidente del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici...
..nell’ambito dell’inchiesta sulla regolarità degli appalti per il G8 de La Maddalena, e con le perquisizioni poi negli uffici e nell’abitazione di Guido Bertolaso stesso e con la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati, si conclude un’era.

Quali che siano le conclusioni dell’inchiesta della procura di Firenze. E viene definitivamente sconfessata quella che potremmo definire l’ideologia dell’emergenza, di cui Bertolaso è stato teorico e esecutore per conto del terzo mandato di Silvio Berlusconi alla presidenza del Consiglio. L’ideologia del “fare”, anche in deroga ad ogni regola “ordinaria”. Nelle mani di Bertolaso l’emergenza è diventata prassi, applicabile ad ogni contesto e luogo. Dai mondiali di nuoto a un terremoto, da un’alluvione alla gestione dei beni culturali del Lazio, da un evento come il G8 all’emergenza rifiuti. E la protezione civile da organo di coordinamento è diventata struttura autonoma, centralizzata, con enorme risorse e infinite competenze. Fino a puntare a trasformarsi in struttura totalmente autonoma anche finanziariamente trasformandosi in una Spa. Con una parola d’ordine buona per ogni occasione: in deroga. Il sogno di Berlusconi (fare senza intralci di leggi, regole, stampa e opinione pubblica) trasferito in un unico uomo: Guido Bertolaso.

Era evidente che l’aumento straordinario di competenze e funzioni della protezione civile e di Bertolaso fosse indirizzato a creare una struttura che potesse gestire la fortissime opposizione da parte dei governi e delle popolazioni locali nella reintroduzione nel nostro paese del nucleare. Chi altri, infatti, potrà gestire uno dei più esplosivi conflitti politici e sociali degli ultimi decenni?

Ora le sue dimissioni, prontamente respinte dal premier. Perché Bertolaso è il simbolo del presunto efficientismo del governo Berlusconi. Quello che risolve l’emergenza rifiuti in Campania e che affronta il terremoto in Abruzzo. Insomma, l’uomo “presentabile” di un governo impegnato a vivacchiare fra la crisi economica e lo scontro sulla giustizia. Non si può perdere un uomo così, anche se indagato e non solo per il caso G8 de La Maddalena. Perché ci sono altre inchieste che lo sfiorano, come quella sulla gestione dell’emergenza rifiuti in Campania.

L’ideologia dell’emergenza, quindi, sembra arrivare al capolinea. Nonostante fosse evidente la sua inefficacia occultata dalla capacità mediatica di questo governo di coprire ogni cosa. A partire dalla ricostruzione a L’Aquila, fino ai mega alberghi e ai centri congressi abbandonati e già fatiscenti de La Maddalena. E ancora come potremmo scordarci dell’emergenza tuttora in atto in Campania, nonostante gli innumerevoli annunci pubblici che sbandieravano come tutto fosse tornato alla normalità. Grazie a Guido, commissario alla qualunque cosa, tutto sembrava risolversi d’incanto, ma solo nei resoconti di Bruno Vespa.

La sensazione è che l’uomo abbia confidato troppo in se stesso. E che abbia riposto troppa fiducia in quella “carta bianca” che poi neanche il suo riferimento, Berlusconi, gli ha mai dato fino in fondo. Travolto dal narcisismo? Forse. È certo che nell’ultimo mese, dopo la sua clamorosa gaffe con la Clinton sui soccorsi ad Haiti, la sua ascesa, contestata, a ministro e le prime notizie che arrivavano dalla Sardegna, l’immagine pubblica di Bertolaso ha iniziato a traballare. Ora le perquisizioni e l’inchiesta. E l’ultima illusione mediatica del governo del fare che si dissolve.

Pietro Orsatti 10.02.2010

http://www.orsatti.info/archives/2980

Messaggi

  • Più che giusto! Da anni l’" emergenza" è stata usata da Berlusconi & company al solo scopo di evitare "burocrazia" ( leggi controlli) da parte di chicchesia. Ma vi sembra logico che i 150 anni della repubblica vengano gestiti in "emergenza"? Ma che al 140° non si sapeva che dopo dieci anni veniva il 150°?E tra dieci anni non verrà il 160°?In realtà la logica è favorire determinati gruppi che vengono chiamati sempre, che non fanno gare d’appalto, che non fanno offerte, che non si sottopongono a controlli( ed i controlli antimafia?)senza alcuna rispondenza a criteri qualitativi. Ora la magistratura indaga, accusa, sottopone a giudizio i protagonisti palesi di questo sistema, ma quelli occulti?michele

  • L’emergenza è l’espediente escogitato per by-passare le leggi e favorire il malaffare !!

    Bertolaso è maestro proprio in questo e quando criticò l’intervento USA ad Haiti, accusandoli di eccessiva militarizzazione e burocrazia, alludeva chiaramente alla necessità di gestire le cose all’italiana , con le modalità di cui i giornali oggi stanno dando conto !!

    Il Berluska, come al solito criminalizza le toghe rosse, tipo quelle che a Milano hanno fatto arrestare un consigliere comunale PDL, mentre intascava una mazzetta !!

    MaxVinella

    • LA DURA REALTA’


      E’ il 6 aprile e un’intercettazione telefonica fra Francesco Maria De Vito Piscicelli (Opere pubbliche e ambiente SpA di Roma) e il cognato Gagliardi, fa registrare queste affermazioni:

      “Alla Ferratella occupati di sta roba del terremoto perché qui bisogna partire in quarta subito, non è che c’è un terremoto al giorno”. “Lo so”(ride) “Per carità, poveracci”. “Va buò”. “Io stamattina ridevo alle tre e mezzo dentro al letto”.

      Attendono le mosse di Balducci, in sostanza, le mosse della Protezione Civile.

      Ora tutti sorpresi! Le intercettazioni d’altronde lo rendono esplicito. Noi il 15 Aprile, 9 giorni dopo, stavamo gridando “ forti e gentili si, FESSI NO! 9 giorni dopo perché è tanto quello che ci abbiamo messo ad aprire bene gli occhi e a riconnettere le prime due sinapsi dopo lo shock. E qui un giorno vale tanto perché come spiega bene Franceso Maria de Vito “ bisogna partire subito in quarta, non è che c’è un terremoto al giorno”.

      Per partire così bene la mattina del 6 Aprile era già diffuso per le strade un falso allarme di sciacallaggio. Così mentre tutti impazzivano in cerca di sciacalli inesistenti, quelli veri si spartivano già il vero bottino nei piani alti. Allo stesso tempo per le strade si dava l’avvio alla disgregazione sociale e al controllo militarizzato. Evacuare la città, blindare il centro, contenere gli ostinati Aquilani che non se ne andavano in campi tenda gestiti come campi profughi in zone di guerra. Porre fine alla democrazia. Il modello che Bertolaso appena qualche giorno fa invocava per Haity.

      IL “SISTEMA BERTOLASO” È UN PERICOLO PER LA DEMOCRAZIA
      APPUNTAMENTO IL 18 FEBBRAIO ORE 10 SOTTO MONTECITORIO PER LA MOBILITAZIONE DI SINDACATI, PARTITI, VOLONTARI E MOVIMENTI CONTRO LA PROTEZIONE CIVILE S.P.A

      Perché, come scrive Alberto Puliafito autore del documentario Comando e Controllo “è questa, la shock economy all’italiana, che si muove, che fa il suo corso. E che all’Aquila agirà con il “Comando e Controllo”. Lo scandalo, sui grandi media, parte dal G8 fantasma della Maddalena (poi spostato nel terremotato capoluogo abruzzese). Dove gli appalti per costruire fioccano presto.
      Dove la gestione dell’emergenza si fa businnes. Dove chi gestisce viene definito “Santo” quando santo, evidentemente, non è”.

      Comitato 3e32 - L’Aquila

      Related Link: http://www.3e32.com/

  • da un momento all’altro ci sarà anche quello che se ne esce mettendo in relazione le critiche che bertolaso si era permesso agli USA e l’esplodere di questo scandalo... Insomma CIA, MOSSAD e via dicendo..