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Le Olimpiadi e il potere

Publie le martedì 7 febbraio 2006 par Open-Publishing
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Dazibao Governi Viviana Vivarelli

di Viviana Vivarelli

Il mondo e’ un palcoscenico dove esiste cio’ che appare. Nessuna meraviglia quindi che la politica abbia sempre usato il palco delle Olimpiadi per manifestarsi. La politica che comanda dichiara su questo palco il suo potere. La politica del mercato vi espone i suoi logo e vi fa i suoi affari. La politica delle opposizioni dovra’ manifestarvi la sua ideologia contraria.

Gli amanti dello sport puro devono rassegnarsi: lo sport puro non esiste e, per la verita’, non e’ mai esistito.

Ormai il motto della lotta e’: "Io saro’ dove il mondo guarda".

Per questo anche le Olimpiadi della neve di Torino 2006 saranno fortemente politicizzate e oggetti politici diversi, italiani e non, vi accorreranno per rivendicazioni assolutamente politiche o sociali o economiche, che con lo sport non hanno niente a che fare.

Si parla di una spesa enorme in sicurezza, otto poliziotti per ogni atleta.

Si sguarnira’ ogni parte del paese per mandare in Piemonte eserciti di
addetti alla sicurezza e proprio la sicurezza sara’ la massima preoccupazione del governo, tanto piu’ che Berlusconi sull’ordine non ha finora brillato (vedi Genova) e, per ironia della sorte, queste Olimpiadi si svolgono proprio in Valsusa, ancora bruciante di rabbia per la recente insurrezione popolare della popolazione contro il governo contro l’ennesima speculazione portata avanti dai grandi poteri politici, economici e finanziari sulla salute e la sopravvivenza della popolazione.

Anzi il paradosso sara’ che queste Olimpiadi sono da un lato fortemente volute dai Valsusini per motivi di lavoro e di richiamo turistico, ma dall’altro sono fortemente osteggiate dalla stessa popolazione per odio al governo che ha perpetrato a freddo la distruzione della valle per interessi molto privatistici che vedono colluse coop rosse e ministro dei lavori pubblici, e ha manganellato o arrestato parte dei manifestanti comportandosi in modo orribile. In verita’ nessun governante con un minimo di raziocinio avrebbe trattato la questione Tav-Valsusa nel modo barbaro e feroce con cui l’hanno voluta trattare Berlusconi e Pisanu e, se si pensa, che proprio qui si sarebbero svolti a beve i giochi, cio’ da’ la misura del carattere
ottuso, violento e fascista di questo governo.

Per questo, piu’ dei modi delle probabili manifestazioni politiche, temiamo
i modi con cui il ministro Pisanu, il premier Berlusconi o il recidivo Fini
hanno intenzione di farvi fronte. Se sara’ col pugno duro di Genova o della
Valsusa e con metodi che richiamano i regimi sudamericani, ci saranno
fortissimi motivi di preoccupazione

Diciamo che, per l’ordine e la sicurezza, questo governo la medaglia d’oro
non la prendera’ mai.

Al momento, la torcia olimpica, portatrice del famigerato logo coca Cola, e’
stata contestata da Giuseppe Joannas, sindaco di sinistra di Bussoleno, il
quale rifiuta che la torcia, simbolo di pace, sia legata a un marchio che ha
sparso sangue nel mondo aggredendo i diritti del lavoro con sistemi
totalitari, ma e’ questo il modo con cui le multinazionali americane
esportano democrazia nel mondo.

La torcia viaggia accompagnata dai tir della Coca Cola, cosi’ che piu’ che
la marcia del tedoforo sembra il tour promozionale della multinazionale. Una
strumentalizzazione cosi’ pacchiama non l’abbiamo vista nemmeno ad Atlanta.

Il sindaco Joannas di Bussoleno aveva minacciato di vietare la pubblicita’ e
gli stand della Coca-Cola nel suo comune, ma le pressioni politiche (Ds in
testa) sono state tali che alla fine ha ceduto (lo hanno minacciato di non
accettarlo piu’ come candidato, e come fai a resistere se anche i tuoi capi
politici diretti ti contestano?)

Intanto Torino da’ mostra di chiaro razzismo e gli alberghi vietano
l’ingresso a personale di colore o donne velate. Per ragioni di sicurezza,
dicono, ma l’effetto non e’ tra i migliori.

Marco Cedolin scrive: "Questi giochi saranno ricordati in quanto proprio lo
sport si manifestera’ come il grande assente .... Mai come in questo caso..
gli unici veri protagonisti dei Giochi... sono stati il business selvaggio,
la speculazione indiscriminata, il mancato rispetto dei diritti dell’individuo,
l’assoluto disprezzo nei confronti del territorio e dell’ambiente."

Purtroppo la mercificazione dello sport per cui le insegne e i simboli
delle Olimpiadi erano usati a fini personali o elettorali ci fu fin
dall’inizio e anche gli antichi Greci capirono al volo le possibilita’ di
immagine dei Giochi.

Ad Atene le Olimpiadi, tuttavia, nacquero per manifestare la bellezza dello
sport, come competizione atletica dei migliori, immettendo una tregua di
pace nelle guerre in corso. Le porte del tempio del dio della guera venivano
chiuse e i vari popoli greci deponevano le armi.

Ma, in questo mondo insaguinato, dov’e’ oggi la tregua olimpica?

Traggo da:
http://www.partitoumanista.it/index...

"Il concetto di "tregua olimpica" racchiude molti valori: il rifiuto della
violenza, l’affermazione dell’uguaglianza di tutti gli esseri umani, il
riconoscimento della diversita’ personale e culturale, la tendenza allo
sviluppo della conoscenza al di sopra di quanto viene accettato o imposto
come verita’ assoluta, l’affermazione della liberta’ in materia di idee e di
credenze. La tregua olimpica ricalca questi valori: risale alla tradizione
greca e prevedeva la cessazione di tutte le ostilita’ per l’intera durata
dei giochi, per permettere il passaggio e la partecipazione degli atleti di
ogni nazionalita’.

Attualmente, si tradurrebbe nel desiderio della costruzione di un mondo che gioca in maniera leale, un mondo solidale e pluralista, che rispetta indiscriminatamente le differenti culture e ne promuove il dialogo e la cooperazione. Quella che ci stanno proponendo, pero’, non e’ la tregua olimpica. È piuttosto un sonno (un coma?) olimpico, ed e’ tutt’altro che ristoratore. Ci chiedono di dormire tranquilli, cosi’ che possano sentirsi liberi di fare tutto cio’ che preferiscono, indisturbati e anzi, passando per "buoni" ed "internazionalisti". Cercano di passare per buoni e ci riescono, talvolta.

Per esempio il programma pre-olimpico del 2005 prevedeva eventi che ponevano l’accento sull’importanza della spiritualita’, l’importanza di un rapporto sano col
proprio corpo. "Torino 2006" ha appoggiato la Marcia della Pace da Perugia
ad Assisi ed anche la Giornata Mondiale dell’Alimentazione. Infine ha organizzato il commovente incontro internazionale dei giovani, "Young Words"...tutte iniziative davvero encomiabili.

Ma ci convince poco che la chiamino "tregua", perche’ percepiamo una continua, malcelata guerra ai danni dei cittadini italiani e stranieri, colpiti da quella che sembra, piu’ che una tregua, una piaga olimpica... Per noi, un popolo che vive in pace vede rispettata la democrazia ed i diritti umani; un popolo che vive in pace e’ un popolo che partecipa alle decisioni che lo riguardano ed ha l’accesso alla sanita’, alla cultura ed al lavoro. Indiscriminatamente...ma questo non e’.... la gestione delle Olimpiadi e’ stata affrontata senza chiedere il parere della cittadinanza, per non parlare delle varie rappresentanze politiche che si sono riempite la bocca di "tregua", colpevolmente consapevoli di essere diventate sorde alle richieste della loro stessa base di militanza, che pur sentendosi tradita continua a seguirli. Attraverso la tregua olimpica abbiamo assistito ad un aumento sistematico della repressione: censura e forte manipolazione dei mass-media, criminalizzazione e sgombero dei centri sociali e delle case occupate, denigrazione e continui tentativi di impaurire tutta l’ampia fetta di societa’ che chiedeva di
essere ascoltata e rispettata.

..ridicolizzazione e criminalizzazione dell’impegno e delle lotte sociali... tentativo di ridurre al silenzio qualsiasi coro di dissenso, qualunque parere discordante, ogni richiesta di giustizia, ma questo non e’ democrazia. Questa non e’ la tregua olimpica.

Tregua olimpica e’ rispetto dei diritti umani, internazionalita’, democrazia, cessazione dei conflitti..

Che dire, infine, della cupa presenza, tra gli sponsor olimpici, della Banca
San Paolo - che in quanto finanziatrice di materiale bellico, e’ lungi dal poter proporre una qualsivoglia tregua - o di Finmeccanica, McDonald’s e Coca-Cola, marchi leader nella guerra sociale, ambientale e del lavoro? E come definire l’assenza dei sindacati confederali, che invece la tregua olimpica di Chiamparino l’hanno sottoscritta, schierandosi per l’ennesima volta in maniera discutibile, per utilizzare un eufemismo."

Purtroppo fin dall’inizio le Olimpiadi mostrarono la loro faccia politica e mercantile. Lo sport si lega sempre ai dittatori o agli arricchiti. Non c’e’ solo il neo-ricco B che usa il colore della nazionale di calcio, dice di scendere in campo e parla con termini sportivi (attacco a tre punte...) o sponsorizza una squadra, a volgarizzare in modo indebito lo sport. B sta in una lunga fila e non inventa nulla di nuovo.

Addirittura una iscrizione di Pompei fatta da un palazzinaro arricchito (avra’ fatto Pompei 2) dice che "era sceso in campo" cercando voti dai tifosi della "squadra di palla" che sponsorizzava e per farsi eleggere senatore usava nella campagna elettorale i colori di questa, e, vedi caso, si faceva chiamare "unto del Signore" pure lui.

Anche il barbaro armeno Varasdat, dopo aver vinto al pugilato alle Olimpiadi
divenne re della sua gente (http://www.cronologia.it/sport/crono27.htm). Ma,
come dice l’autore: "Uomini opachi erano e uomini opachi rimasero".

Aspettiamoci dunque Olimpiadi della neve segnate (e speriamo non insanguinate) da manifestazioni politiche. Il mondo sta male e i motivi di rabbia e odio non mancano.

Tutti si aspettano manifestazioni del terrorismo islamico. Il nostro intervento a fianco di Bush in Irak e’ stato troppo pacchiano e le recenti vicende delle vignette islamiche non depongono a favore della pace, e, quando persino il premier insieme al presidente del Senato dichiara sprezzantemente la superiorita’ della civilta’ occidentale e la lotta al meticciato, si vietano o chiudono luoghi di culto, la stampa si diverte a irridere l’Islam, e nel governo stanno razzisti e antislamici dichiarati, non possiamo dormire sonni tranquilli. Provocazione chiama provocazione. E l’Italia, grazie a questa gente e alla politica antislamica della Chiesa, del governo, di certi partiti e di certa stampa, non e’ vista di buon occhio
dal mondo islamico. Come minimo quelli della Lega farebbero bene a starsene
a casa.

Pisanu ha detto che i manifestanti locali, insieme alle cellule militanti islamiche, rappresentano la maggiore minaccia per i Giochi. Ma il terrorismo di matrice islamica non e’ il solo pericolo. Abbiamo un possibile mix di rivendicazioni politiche ed economiche di varia natura, dai diritti dei lavoratori in Colombia all’indipendenza del Tibet.

Oggi, un gruppo pro Tibet di Milano ha annunciato che organizzera’ una serie di manifestazioni durante le Olimpiadi per chiedere rispetto per i diritti umani nella regione, occupata dalla Cina da oltre 50 anni. Come dargli torto?

Del resto la storia le Olimpiadi ha visto spesso manifestazioni simili.
A febbraio, in Messico, la nazionale di calcio a stelle e strisce fu salutata dai cori "Osama Osama" dei tifosi di casa ed eliminata dal torneo olimpico.

Diversi atleti rinunciarono alle Olimpiadi per non fare torto ai marchi che
campeggiano sui loro corpi tutto l’anno e che in occasione dei giochi vengono sostituiti da quelli scelti dai Comitati olimpici nazionali.

A Barcellona, Michael Jordan guido’ il primo Dream Team della storia alla
conquista dell’oro ma al momento di salire sul podio, pur di non mostrare il
logo rivale della sua malefica virgola rovesciata la Nike), si avvolse nella
bandiera americana e cosi’ conciato si fece premiare.

Non solo gli atleti sono obbligati a portare i logo delle corporation che
sponsorizzano i giochi ma, ad Atene nel 2004 addirittura si vieto’ al pubblico di portare logo diversi da quelli ufficiali, pena l’espulsione.
Amnesty International ha denunciato queste nuove regole come un mezzo per
limitare la liberta’ di espressione e le dimostrazioni politiche.

Si ricordi che la torcia olimpica fu introdotta da Hitler, che nel ’36, cambio’ le Olimpiadi in una celebrazione del Terzo Reich. E anche gli anelli olimpici, che indicano i continenti, furono introdotti nelle olimpiadi naziste.

Nel 1896 le olimpiadi furono fatte ad Atlanta per ordine della Coca Cola, che compro’ i voti di alcuni membri del Comitato olimpico internazionale.

Le olimpiadi dovevano segnare una tregua nelle guerre, invece proprio a causa della guerra non si tennero quelle del 1940 a Helsinki e quelle del 1944 a Londra.

Ricordiamo ancora il pugno alzato degli atleti neri a Citta’ del Messico nel 1968, il massacro della delegazione israeliana a Monaco nel 1972, il boicottaggio dei Giochi di Mosca e di Los Angeles, in piena Guerra fredda.

Insomma che Dio ce la mandi buona. Ce le godremo come potremo, ma, quando
saranno finite, tireremo tutti un respiro di sollievo.

Messaggi

  • "Cara Viviana le Olmpiadi sono da sempre una delle massime forme di autorappresentazione del potere . Per la borghesia dominante lo sport in queste sue massime espressioni riassume buona parte del suo universo simbolico. La differenza rispetto al passato è che oggi a queste funzioni di rappresentanza si sovrappone anche la dimensione "business" . Limitarsi a contestare le Olimpiadi mi sembra un pò riduttivo : come se in guerra si sparasse alle bandiere e non a chi c’è sotto!!! Affermare oggi che lo sport puro non esiste, che tutti gli sportivi ai massimo livelli sono professionisti e che tutti i professionisti sono "dopati", mi pare lapalissiano.Manifestare la propria contrarietà ideologica può essere utile, ma non decisivo !! L’atteggiamento migliore sarebbe quello di ignorare l’evento, ma con il mostruoso apparato mediatico che hanno costruito, mi sembra francamente difficile : ho sentito dire che stanno perfezionando un apparecchietto a microonde per inserire le telecronache in differita e gli spot pubblicitari anche nei sogni !!!"
    MaxVinella

    • MaxVinella, in tutti i tempi ci sono stati uomini che da soli si sono mossi contro colossi, molti di loro hanno portato avanti battaglie impossibili. Alcuni di loro hanno ottenuto il successo che meritavano. E’ crollato l’impero romano, e’ crollata la dittatura sovietica, e’ crollato l’impero del sol levante, e crollato il nazismo.. cadranno anche loro!
      Questo e’ il mio tempo e questa e’ la mia battaglia. So da me che e’ impossibile, cosi’ come era impossibile abbattere il Commonwealt, liberare gli schiavi neri, diffondere il cristianesimo, emancipare le donne, eliminare la schiavitu’, limitare l’Inquisizione, far conoscere il socialismo, dare regole al lavoro.. era impossibile ma ci hanno provato e la loro lotta non e’ stata invano. Non sono vissuti invano.
      Io ho il diritto di provare. Non saro’ misurata dal successo, sono una parte piccolissima con piccolissime forze, sono nessuno, ma non sono sola, faccio parte di un movimento grandissimo che appartiene alla storia del mondo, e’ un fiume immenso fatto di persone insignificanti come me, da soli non siamo nessuno, tutti insieme siamo una speranza. Posso scegliere di seguire il corso peggiore della storia, o posso scegliere di dare alla storia un movimento nuovo non per me che potrei non vederlo mai, ma per l’umanita’ stessa.
      Io ci voglio provare. Posso fare poco, mi sono ritagliata una fetta di poco, ma quel poco lo porto avanti con tutto il tempo e le forze che ho. Gandhi diceva che cosi’ si possono spostare le montagne e io ci credo.
      viviana

    • "Cara Viviana il Tuo è quello che un tempo si definiva "ottimismo della ragione" ed un atteggiamento nobilissimo e degno di apprezzamento. Purtoppo, per me e per Te, le battaglie politiche non si vincono nè con l’ottimismo, nè, aimè, con la forza della ragione. Nella storia hanno purtroppo quasi sempre prevalso la cieca irrazionalità e gli istinti di sopraffazione, quasi mai l’eticità e l’amore. Il Tuo e spesso anche il mio è un atteggiamento da "anime belle", che ci può dare l’intima soddisfazione di essere dalla parte giusta, ma, se non si traduce poi in concreta e soprattutto organizzata azione politica, non porta lontano . Io sto rileggendo "Lettere dal carcere" di Antonio Gramsci :Ti posso assicurare che sono ancora , oltre che un’opera di grande valore letterario, un’insuperata lezione di concretezza e realismo politico."
      MaxVinella

    • A MaxVinella
      Per citare proprio Gramsci, che noi molto amiamo:
      "Il mio stato d’animo sintetizza questi due sentimenti e li supera: sono pessimista con l’intelligenza, ma ottimista con la volontà"
      viviana

  • E la Margherita alzo’ il muro ........ con gli elettori ..........

    Fausto Bertinotti dovrebbe «alzare tutti i muri che vanno tirati su» davanti a «frange del movimento che hanno lui nel mirino e con lui il progetto di centrosinistra»; se da un lato il segretario del Prc ha dimostrato «di aver colto entità e implicazioni del problema, prendendo tutte le distanze possibili» dall’altro tali distanze «non sono molte» e per di più «in campagna elettorale la sua (di Bertinotti, ndr) dotta e corretta lezione sull’autonomia dei movimenti vale quello che vale. Zero».

    Così si poteva leggere oggi su “Europa”, quotidiano della Margherita, in un editoriale non firmato ma addebitabile al suo direttore, Stefano Menichini (già Manifesto) che peraltro liquida i no-global più o meno con gli stessi termini con i quali li definisce Berlusconi: «insurrezionalisti».

    L’uscita diellina contro Bertinotti però si è incrociata, suo (di Menichini) malgrado, con l’ultimo sondaggio elettorale, diffuso da Sky e Abacus. Mentre Rifondazione sale di mezzo punto, i Dl precipitano sotto il 10% (precisamente al 9,5%). E pensare che solo un mese fa il partito di Rutelli era accreditato tra al 13 percento. Poi la scalata (verso il basso): 12,8 (15 gennaio); 12,3 (22 gennaio); 11,8 (25 gennaio), secondo l’Swg. Fino a quota 9,5 rilevata prima dall’Ispo e poi, come dicevamo, dall’Abacus.

    Uno stillicidio che fa da contraltare alla crescita degli altri partner del centrosinistra, in primis la Quercia accreditata ormai al 24%, dal 20 che avevano. Strane coincidenze: ciò che perdono i Dl lo riguadagnano i Ds.

    I motivi potrebbero essere diversi: magari all’elettorato dell’Unione non sono piaciuti i confronti di Rutelli con Berlusconi e Casini. O forse l’opposizione ai Pacs non è poi così popolare. O ancora la semidifesa della legge 30 e di altre “riforme” del governo. O magari il ritorno al nucleare propugnato da Enrico Letta.

    Che sia l’una o l’altra cosa, oppure tutte insieme, alla fine il risultato è lo stesso: la Margherita, che vorrebbe che Rifondazione alzasse muri per contenere i no-global, ne ha alzato uno tutto suo per allontanare gli elettori.

    www.rossodisera.info