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Le mani dei neofascisti e degli stragisti sui rifugiati,il centro ENEA

Publie le mercoledì 30 giugno 2010 par Open-Publishing

Gli appalti misteriosi del Centro Enea

IL CASO. Continua il mistero intorno al Centro Enea. Si occupa di rifugiati politici, ma le modalità di assegnazione delle gare per l’erogazione dei servizi suscitano perplessità. Che nessuno spiega.

Sulla carta tutto regolare per il Centro Enea di Roma che ospita rifugiati politici, di cui Terra si è già interessata lo scorso 10 giugno. Peccato che tuttora manchi l’accesso ad alcuni documenti del 2008 relativi all’avvio delle attività. E che le gare d’appalto per i servizi erogati siano avvolte da una nebulosa difficile da scalfire. Un mistero bipartisan, se è vero che si tratta di una vicenda che coinvolge sia la giunta Veltroni sia l’attuale. Per l’ex sindaco, che ne gestì i preliminari, ha risposto Luca Odevaine, attuale comandante della Polizia provinciale di Roma e all’epoca vice capo gabinetto di Veltroni.

«Gli accordi del 2007 furono due. Uno fra il Ministro dell’Interno Amato e il Sindaco di Roma Veltroni che, secondo quanto previsto dalle leggi in materia stabilivano una collaborazione. Il secondo era la disciplina d’attuazione che il Prefetto Serra e io firmammo in rappresentanza dei due attori. Si prevedeva che il Centro Enea fosse realizzato negli edifici di via Boccea messi a disposizione dall’Arciconfraternita che aveva partecipato a un bando per il reperimento di immobili.

Secondo Odevaine, «le quote d’affitto erano a carico del Ministero dell’Interno. Altra cosa sono i servizi erogati dal centro polifunzionale. Per essi i bandi partirono e si conclusero con l’amministrazione Alemanno».

Odevaine, che passò le consegne alla Giunta di centro-destra restando in attività sino al luglio 2008, sostiene che le gare erano previste e fornisce una delibera comunale e un allegato (del 10 aprile 2008, prot. 19561) secondo i quali le domande dovevano pervenire entro il 30 maggio 2008. L’elenco delle società ammesse, però, resta tuttora inaccessibile. I servizi che ne sono scaturiti prevedono un contratto biennale stabilito dal Comune di Roma a partire dal settembre 2008 e riguardano: accoglienza, mediazione linguistica, assistenza psicologica, assistenza legale, animazione.

L’accoglienza è a carico di Arciconfraternita la cui forza risiede, accanto alla prossimità col Cardinal Ruini, nella capacità di reperire immobili. I rumours dicono legati alle proprietà del Vicariato. Il suo presidente Ferrara smentisce, ma ribadisce che gli edifici utilizzati sono di società e di privati che ne riscuotono gli affitti. Il no comment di Ferrara non ci ha permesso di capire chi paga questi affitti. Ferrara ha però rivelato che Arciconfraternita, anziché i 55 euro quotidiani previsti dal Ministero dell’Interno per ciascun ospite, incamera 20 euro dal Comune. Moltiplicando quest’ultima cifra per i 400 rifugiati del Centro s’arriva a 8000 euro complessivi al giorno, 2.880.000 l’anno, 5.760.000 per i due anni di assegnazione.

La mediazione linguistica è seguita dal Centro Informazione Educazione Sviluppo, una Ong sorta nel 1983 con finalità antirazzista e solidale. Per l’attività svolta nei 24 mesi percepisce al netto 438.000 euro. L’assistenza psicologica è opera di Magliana Solidale, cooperativa sociale nata nel 1980 all’origine rivolta all’assistenza agli anziani quindi aperta ad altri soggetti. Stanziati per lei 292.000 euro. Eriches 29 è un consorzio di cooperative sociali aderente alla Legacoop, presta vari servizi, dal giardinaggio alle pulizie con soci lavoratori e volontari, ha fra i sovventori la finanziaria belga Soficatra. Al Centro Enea s’occupa di assistenza legale con uno stanziamento di 219.000 euro.

Ati, vicina a Eureka I una Onlus che dall’83 promozione umana e integrazione sociale fra cittadini per l’animazione, percepisce 191,666 euro, oneri esclusi se dovuti. Dal febbraio 2009 alcune iniziative di animazione e integrazione socio-lavorativa sono state affidate alla Cooperativa Arte Integrale che vede tra gli altri la presenza della coppia Mambro e Fioravanti, i neofascisti pluricondannati per omicidi e strage, usciti di prigione dopo la libertà condizionata concessagli. Perché un medesimo servizio se c’era già Ati? «E’ un altro progetto», ha risposto il direttore del Centro Enea Romani che ha anche promesso che ci farà illustrare i contenuti di quel programma e dinamiche d’affidamento da altre autorità.

Il Centro Enea non smentisce la nomea di un luogo di sorprese.

Arciconfraternita e misteri

IL CASO. Nel 2007 la gestione del Centro polifunzionale Enea, adattato a sito per l’accoglienza a 400 richiedenti asilo, venne affidata al Comune di Roma e da questo all’Ente gestore. Ma è giallo sull’assegnazione diretta.

Allarga le braccia Francesco Ferrara, uno dei manager di Dio di cui si dice, e lui non smentisce, aver ricevuto dal Cardinale Ruini la missione di rilanciare in qualità di presidente l’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e Trifone, eretta canonicamente nientemeno che nel 1571 ma presentatagli nel 1994 come “una scatola vuota”. Negli anni Ferrara l’ha riempita di molte attività assistenziali a rifugiati politici stranieri e senza casa italiani, tanto che c’è chi ora gli fa i conti in tasca accusandolo di “business della solidarietà”. Da qui braccia aperte e delusione di quest’uomo vicino all’ex presidente della Cei che afferma «Vai a fare del bene se questi sono i risultati. Prima o poi dirò: cara Eminenza riprendetevi tutto».

L’Arciconfraternita è vittima di maldicenze che hanno preso sul web la forma d’un pdf più pesante del venticello rossiniano. Ferrara le confuta seccamente. Terra raccoglie le smentite ma gli domanda i documenti comprovanti la regolarità di certe assegnazione per le quali, quelle voci in libertà, dicono non esserci state gare d’appalto, cosa che avrebbe favorito la sua creatura. La storia è articolata, riguarda la vicenda del Centro Polifunzionale Enea, di via Boccea in Roma e di altre strutture di prima accoglienza gestite da Arciconfraternita. Iniziamo dal Centro Enea sorto nel 2007 dalla trasformazione d’un precedente istituto religioso comboniano.

Con un protocollo intercorso fra gli allora ministro dell’Interno Amato e Sindaco di Roma Veltroni venne adattato a sito per accoglienza e assistenza per 400 richiedenti asilo e rifugiati politici; «Secondo quanto previsto dal dpr n. 303/2004 e dal Decreto Legislativo n. 140/2005 il 26 luglio 2007 fu firmato un accordo e la gestione del Centro venne affidata al Comune di Roma e da questo all’Arciconfraternita», dichiara una nota dell’Ufficio Stampa della Prefettura di Roma. Andò così, presidente Ferrara? «Sì, ma ci fu un bando di gara, credo esistessero altri due o tre concorrenti. Noi iniziammo l’attività nei mesi successivi insieme ad altre cooperative».

L’avvio avvenne dunque l’anno seguente, un avviso emanato dal gabinetto del Sindaco, datato 1 settembre 2008, certifica come i servizi attivi sono erogati da Ariciconfraternita (accoglienza), Cies (mediazione linguistica), Magliana 80 (assistenza psicologica), Eriches 29 (assistenza legale), Ati (animazione). Si tratta di cooperative sociali, per ciascuna sono previsti fondi biennali da parte del Comune. Cooperative tutte direttamente assegnatarie o partecipanti a bandi pubblici? L’abbiamo chiesto ai responsabili del V Dipartimento della Solidarietà Sociale delle due Giunte capitoline - quella dell’ex Sindaco Veltroni e dell’attuale Sindaco Alemanno - rispettivamente all’ex assessore Raffaella Milano e l’assessore in carica Sveva Belviso.

I loro portavoce sono in sourplasse da due settimane e devono tuttora fornirci risposte. Noi attendiamo fiduciosi e saremo lieti di rilanciare quei documenti. Anche altri centri di accoglienza che da anni Arciconfraternita amministra sono tacciati di assegnazione diretta, gli untori dicono per la sua capacità di reperire immobili. Sempre sorpreso e amareggiato Ferrara smentisce: «Nessun favoritismo, quelle assegnazioni sono seguite a bandi pubblici». Allora può produrli presidente? «Sono pubblici, di facile reperibilità, li troverete negli archivi comunali». E gli immobili di cui disponete, è vero che ve li fornisce il Vicariato? «è una menzogna. Sono proprietà immobiliari private per le quali paghiamo regolare affitto».

Può darci l’elenco di queste società? «Perché dovrei? Sono proprietari che troverete facilmente». Vi chiedono fitti onerosi? Riuscite a sostenere le spese coi 40 euro giornalieri riscossi per ciascuno dei 1000 rifugiati ospitati? «Se è per questo la cifra versata è inferiore, dalla Prefettura riceviamo 35 euro a persona, dal Comune 22, sono compresi vitto e alloggio, altri servizi li aggiungiamo noi». Allora nessun business? «Ma quale business, maldicenze e invidie. Anzi guardando il dossier anonimo posso intuire chi l’ha fatto girare. Nemici diventati amici». Può rivelare il peccatore? Il manager sorride e si cela dietro un no comment. Noi i documenti delle citate gare d’appalto vorremmo fornirli ai lettori. Per smentire il venticello calunniatore confidiamo nella sete di verità di Arciconfraternita e Comune di Roma.