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Questa è la mail di mia figlia, che vive a Londra, ha lasciato la bimba di 4 mesi al marito, ed è andata alla manifestazione per il Tibet. E’ membro di Amnesty, associazione internazionale che difende le violazioni dei diritti umani nel mondo e che non ha etichette politiche di parte da supportare.
"Nonostante la neve che stamattina veniva fioccosa, sono partita alla volta della City, con altre tre persone del gruppo di Amnesty di Ealing. Portavo con me un banner che diceva: "Oppression is not an olympic ideal". Era difficile cercare un banner che fosse non troppo negativo, perche’ lo scopo delle proteste era per me di incoraggiare la Cina lungo un percorso virtuoso anziche’ condannarla come bad guy. Inoltre non volevo focalizzarmi sul Tibet, dato che le violazioni sui diritti umani in Cina hanno una sfera molto piu’ ampia e sommersa delle violazioni in Tibet. Quando pero’ sono arrivata vicino a Westminister c’era un atmosfera molto tesa. ai lati della strada c’erano circa un migliaio di dimostranti che gridavano inferociti "Free Tibet, shame on China, shame on you". I poliziotti erano molto nervosi, visto quello che era successo nelle tappe precedenti ma noi non lo sapevamo, e capivamo solo che erano molto sgarbati. Abbiamo visto portare via 4-5 persone, tra cui un fotografo, ma non capivamo da li’ quel che avevano fatto.
Poi siamo passati di fronte a Southbank, di la’ del ponte, dove c’erano diverse manifestazioni organizzate, scuole di danza, cori, tamburini, ecc. Appena pero’ un evento finiva, subito scattavano le grida "Free Tibet" ecc. Pian piano ha smesso di nevicare e sono tornata a casa per dare il cambio al marito per la mia bimba. Poi ha ripreso a nevicare e ci siamo guardati in televisione come ad ogni tappa ci sono stati diversi scontri, con diverse persone che cercavano di avvicinarci alla fiamma, per spegnerla o prenderla.
La BBC ha seguito tutta la manifestazione minuto per minuto, ma l’accento e’ stato continuamente sulle proteste.
A freddo ho pensato che se tutti avessero manifestato in maniera pacifica e ordinata come ho fatto io, non ci sarebbe stato tanto clamore.
In un certo senso mi ha fatto di nuovo riflettere sull’importanza di manifestazioni leggermente sopra le righe, senza sfociare nella violenza, che pero’ attirino l’attenzione. Viceversa, l’attenzione dei media si gira dall’altra parte.
Molti atleti intervistati hanno rinnovato il loro sostegno per le Olimpiadi ma qualcuno ha detto chiaramente che queste sono occasioni in cui gli occhi del mondo sono aperti e ovviamente la gente le vuole sfruttare. Purtroppo o si va in piazza quando il mondo guarda, oppure non c’e’ proprio speranza per chi soccombe senza voce. Non credo che le proteste di oggi abbiano fatto granche’ ma magari qualcuno a livello alto nel governo cinese avra’ storto il naso per la reputazione rovinata e magari faranno qualche piccolo gesto per cercare di riconquistarla. piccoli gesti a volte servono a qualcuno.
C’erano molti cinesi che erano stati incoraggiati a scendere in piazza per sostenere la causa cinese, ma non erano tantissimi perche’, bene o male, i cinesi a Londra sono spesso cinesi che sono scappati dal regime comunista.
Ora la neve si e’ sciolta, e’ ritornato il sole come succede sempre a Londra, la bimba ha avuto un’altra delle sue giornate difficili, e siamo tutte e due molto stanchi. Pero’ sono contenta che tra una cosa e l’altra sono riuscita anch’io ad esserci.
N.
Arrivati a questo punto, anche il presidente del comitato olimpico internazionale ha ritenuto giusto fare un appello al governo cinese, e, per quanto il gesto sia tardivo e inutile, notiamo che è la prima volta che una cosa simile accade.
Quello che la Cina fa è incompatibile con qualunque spirito di amicizia fra popoli ed è incompatibile con qualunque difesa di diritti umani. Anche se l’occupazione del Tibet non ci fosse mai stata, basterebbero le violenze che il governo cinese compie sui suoi stessi cittadini cinesi per far sollevare qualunque persona di buona volontà nella difesa di diritti fondamentali negati.
Qui ci sono solo due cose che si contrappongono: i diritti umani e gli interessi di mercato. O si sta da una parte o dall’altra. Stare dalla parte dei diritti umani avrebbe dovuto spingere a negare con forza qualunque attribuzione delle Olimpiadi alla Cina. Stare dalla parte della Cina fa decadere qualunque attendibilità ideologica di parte.
D’altro canto dobbiamo notare che, se per la scelta della sede olimpica, si dovesse fare il processo alla storia, le otto Olimpiadi negli Stati uniti non ci sarebbero mai state.
viviana
Messaggi
1. Lettera da Londra, 7 aprile 2008, 11:29, di viviana
A Londra migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione per il Tibet, gridando “Cina, vergogna!” . La polizia e’ stata dura e ha manganellato senza pieta’. 35 manifestanti sono state arrestati. La Cina ha condannato le «vili azioni» dei manifestanti filotibetani che domenica hanno disturbato il percorso della fiaccola olimpica a Londra.
Notiamo per inciso come la BBC abbia seguito la manifestazione minuto per minuto, quando la RAI non e’ “mai” stata capace di fornire un analogo servizio di liberta’ e conoscenza, ha snobbato ogni manifestazione pacifista, ha persino ordinato ai suoi tg di non riprendere mai bandiere della pace, ha parlato dei pacifisti solo come di terroristi, e anche Rai3 lo ha fatto. La Rai si è guardata bene anche dal seguire i grandi scioperi e le grandi manifestazioni economiche e per i diritti costituzionali violati e non e’ nemmeno stata in grado di informarne in modo decente.
Nei tempi migliori solo Rainews24 che e’ alle dipendenze di Rai3, quando c’era il vecchio direttore Morrione, dava puntualmente le dirette sulle grandi manifestazioni ed era garanzia di qualita’, ma, con l’arrivo di Corradino Mineo, imposto da Curzi, questa qualita’ e’ degradata di colpo e l’unica diretta che abbiamo visto e’ stato il funerale di Chiara Lubiz, fondatrice dei focolarini, uno dei movimenti piu’ chiusi e settari in seno alla Chiesa, favoritissimo da Ratzinger, il che e’ tutto dire.
Rainews24 era ritenuta una delle piu’ valide fonti di informazione europee e aveva la stima delle altre redazioni. In sette anni aveva maturato una profonda esperienza sul terreno della convergenza digitale e multimediale, della trasmissione in diretta di eventi nazionali e internazionali, degli scenari geopolitici e del giornalismo di approfondimento e di inchiesta; tra le coraggiose inchieste realizzate dalla testata vi sono quelle sulle carceri segrete della Cia in Europa, sui caduti italiani a Nassiriya, sull’uso di armi al laser in Iraq, sulle violenze nelle carceri di Abu Ghraib e sulla produzione ed esportazione italiana di cluster bomb. Il servizio sulla distruzione sistematica di Falluja resta una delle pagine migliori dell’informazione televisiva e ha riscosso un plauso unanime.
Il 4 giugno del 2006 il suo bravissimo direttore, Morrione, dava le dimissioni. Il Consiglio generale della Rai non riteneva sostituirlo e lasciava senza direttore la testata per 5 mesi finche’, finalmente, si decideva di nominare direttore Corradino Mineo, corrispondente di Parigi. Da allora e’ cominciato il declino dell’unica testata televisiva valida. Le dirette sparivano. Il tg si riduceva a 4 minuti. Gli spazi residui erano occupati in modo neutro e vago...Il servizio sulle flatulenze dei canguri rimarra’ come lapide a una ulteriore prova di morte dell’informazione.
viviana
2. Lettera da Londra, 7 aprile 2008, 15:50
" Questa è la mail di mia figlia "
oh, e chissenefrega nun ce lo metti ?
1. Lettera da Londra, 8 aprile 2008, 11:57, di viviana
No, chissenefrega non ce lo metto, perché sono di quel tipo di persone che non se ne frega e ritiene utile qualunque tipo di partecipazione di intervento, anche quello di una neomamma con bimba piccola che alle manifestazioni e sotto la neve ci va lo stesso
viviana
2. Lettera da Londra, 8 aprile 2008, 16:28
sono solidale con te viviana perché il chi se ne frega lo lascio ad altri... che son solito usarlo, ma viviana non è che la testimonianza è importante perché si tratta di una neomamma e del fatto che nevica, eddai! Livia
3. Lettera da Londra, 9 aprile 2008, 06:35, di viviana
Cara Livia
questa è solo una letterina famigliare, in cui la cosa migliore è la difesa dei diritti umani e civili, indipendentemente dal Tibet, ma come difesa universale, cosa che è nelle corde di Amnesty. Io mando quel che ho e mi scuso se è poco. La torcia olimpica è stata contestata anche a Parigi ed essendo bellaciao un blog di Parigi, aspettavo di leggere un resoconto più sostanzioso di quello che hanno fatto là. Come vedi, non è arrivato nulla.
Non ho altri commenti. Per chi critica chi fa poco, obietto: e tu cosa mi proponi di meglio?
viviana
4. Lettera da Londra, 9 aprile 2008, 14:52
cara viviana,
allora non ci siamo capite. Io ti esprimevo solidarietà contro quel cafone che se ne è uscito con "chissenefrega" della lettera di tua figlia. Facevo solo notare però che la testimonianza di tua figlia è importante in quanto testimonianza in sé e non in quanto testimonianza di una neomamma che manifesta mentre nevica. Cosa che sottolineavi nuovamente. Tutto qua. Io, da parte mia, di militanza sulla palestina e sul curdistan mi sto spendendo da tanti anni senza che a queste cose venga data alcuna copertura televisiva e di illustri personaggi. Cosa vuoi, io sono per i diritti umani ovunque questi siano calpestati, è solo che nel caso Tibet penso i media (per cinico opportunismo) e tanti "illustri" personaggi da rotocalco, almeno, fortunatamente, segnalano le iniziative, nei casi per cui mi spendo invece... bé lo sai benissimo anche tu senza che stia a dire. Ciao
Livia