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Nell’Afghanista "libero", lapidata una donna per adulterio

Publie le lunedì 25 aprile 2005 par Open-Publishing

Dazibao Donne Guerre-Conflitti Giustizia Religioni Governi

di red

Si chiamava Amina come la donna che è stata salvata da una vibrante campagna internazionale di sdegno e per il rispetto dei diritti umani. Ma questa Amina non è nigeriana, era afgana e la sua storia è finita male. È stata uccisa a sassate nella pubblica piazza, lapidata a 29 anni per adulterio.

Il suo amante è stato frustato e poi liberato. È la prima volta dopo la cacciata dei Taleban dall’Afghanistan che viene eseguita una pena di morte per lapidazione contro una donna accusata di adulterio.

Un fatto gravissimo che ricade sul presidente elettop un anno fa, Hamid Karzai - proprio domenica ricevuto insieme al presidente delle Nazioni Unite Kofi Annan in Indonesia- e sulle truppe d’occupazione che ancora sono dislocate nel paese, tra cui anche quelle italiane, ufficialmente per garantire il rispetto della democrazia e la libertà.

La polizia afgana ha detto che la condanna alla lapidazione è stata eseguita giovedì nel distretto di Argo, a ovest di Faizabad, capoluogo della provincia di Badakhshan, sulla scorta di una sentenza di una corte distrettuale. «È stata lapidata», ha detto il capo della polizia provinciale generale Shah Jahan Noori alla Reuters, aggiungendo che una squadra è stata mandata sul posto per svolgere indagini. Negli anni ’90 nella remota provincia del Badakhshan ci furono vari uomini e donne puniti con la lapidazione. La pratica divenne comune con il regime oltranzista dei Taleban, cacciati dall’Afghanistan a fine 2001, dopo gli attentati contro gli Stati Uniti. Un testimone, Mujibur Rahman, ha detto alla Reuters che Amina è stata trascinata fuori dalla casa dei genitori da funzionari locali e che il marito l’ha uccisa a sassate mentre il suo uomo è stato frustato, cento volte, e poi liberato.

La scorsa settimana il presidente Karzai, rivolgendosi a alcuni prestigiosi ulema dell’Arabia Saudita aveva plaudito a una fatwa in cui venivano menzionati i matrimoni forzati delle ragazze come una pratica ingiusta per l’Islam. «Noi abbiamo problemi simili in Afghanistan. Mi auguro che il nobile Ulema afghano emetta una fatwa simile a quella dell’Ulema saudita, per porre fine all’oppressione delle donne e delle ragazze afghane».Tutto lì.

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