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Ormai è ufficiale: Silvio Berlusconi ha paura degli elettori italiani.

Publie le domenica 6 marzo 2005 par Open-Publishing
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Berlusconi ha paura. Perché il premier ha scelto il basso profilo per le elezioni regionali

di Nicola Tranfaglia

Ormai è ufficiale: Silvio Berlusconi ha paura degli elettori italiani.

La sua rinuncia a partecipare alla campagna elettorale per le regionali contrasta con la costante attitudine ad occupare tutti gli spazi possibili e a coprire con la sua personalità e le sue battute tutti gli scontri elettorali di questo paese. Lo ha fatto neppure un anno nella campagna elettorale per le elezioni europee e tutti prevedevano che avrebbe ripetuto la cosa in questo prossimo scontro.

Ma, questa volta, ha deciso di restare sullo sfondo e non farsi vedere nell’arena politica,convinto come è che la sua veste istituzionale e il suo controllo televisivo, pressoché totale,gli consente di essere comunque presente sulla scena nazionale e internazionale.

Siamo dunque a una svolta mediatica, se non politica.

C’é da chiedersi se si tratti di una reazione comprensibile di fronte ai sondaggi che gli danno ogni giorno grossi dispiaceri,se tema le contestazioni che già sono avvenute negli ultimi mesi e che potrebbero crescere di fronte all’accendersi del duello elettorale.

Ma si tratta, in ogni caso, di un segno sinistro sui destini di una maggioranza che poggia sulla presenza di un solo deus ex machina e che ne esegue puntualmente i diktat, come è appena avvenuto nel voto per la legge sul risparmio e per l’indecente compromesso avvenuto sul falso in bilanci, direttamente legato ai nuovi problemi giudiziari del presidente del Consiglio.

Se viene a mancare il volto e la presenza del leader in un regime populista quale ormai si può definire l’Italia del secondo governo Berlusconi le conseguenze possono essere assai negative in un senso almeno duplice.

Se la Casa della Libertà, nel suo complesso, perderà regioni importanti sarà difficile non assumersi una certa responsabilità politica di fronte al paese (dobbiamo proprio ricordare che Massimo D’Alema si dimise nel 2000 anche per il risultato delle elezioni regionali?) E se qualcuno dei candidati del centro-destra avesse una clamorosa vittoria nella sua regione,potrebbe diventare un’alternativa alla leadership di Berlusconi.

Insomma, da qualsiasi punto di vista si guardi la scelta del capo del governo è difficile non interpretarla come una mossa difensiva, come il frutto di una tardiva consapevolezza che le cose vanno male e che, dunque, l’opposizione di centro-sinistra non ha tutti i torti di parlare di declino (come peraltro, con altro linguaggio, lo ha definito anche il presidente della repubblica).

http://www.aprileonline.info/articolo.asp?ID=3703&numero=214

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