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PACS

Publie le mercoledì 21 settembre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Discriminazione Viviana Vivarelli

di Viviana Vivarelli

Patti Civili di Solidarieta’.

“Avevo una zia, una buonissima signora, molto distinta, che non si sposo’ mai e visse tutta la sua vita con un’amica. A nessuno in famiglia venne mai in mente che in cio’ ci fosse qualcosa di strano o che la sua sessualita’ fosse perturbata o che cio’ fosse sinonimo di qualche anomalia. Lo dico oggi col senno del poi, solo perche’ sento girare questi discorsi, ma allora sembro’ a tutti cosa buona e giusta che le due signore condividessero la loro solitudine e si aiutassero vivendo insieme, accudendosi reciprocamente e curandosi quando erano malate.

Chiamavamo ‘zia’ tutte e due, pur sapendo che la zia effettiva era una sola, ma il loro affetto ne faceva per noi due parenti allo stesso modo. Morirono quasi nello stesso tempo. Penso oggi che cosa sarebbe stato se una fosse sopravvissuta”.

Il mondo e’ difficile. Se non ci aiutiamo l’un l’altro, che mondo e’?

Il Pacs, per la proposta di legge dell’onorevole Franco Grillini, sottoscritta da 161 deputati e 49 senatori di diversi partiti, e’ un istituto “diverso e distinto dal matrimonio” per il riconoscimento e la tutela giuridica delle coppie di fatto, siano esse di sesso diverso o uguale. Garantirebbe a due persone che scelgano di condividere una parte importante della propria vita una serie di responsabilita’ e diritti reciproci: assistersi liberamente in ospedale in caso di malattia, prendere decisioni importanti sulla salute del partner in caso di sua incapacita’, ereditare reciprocamente senza gli svantaggi di un testamento, ricevere la pensione di reversibilita’, essere tutelati in caso di separazione...

Il PACS non e’ un matrimonio tra gay ma un istituto giuridico per ogni tipo di coppia di fatto e i tipi sono tanti.

Quante coppie conoscete che non sono sposate? Molte, vero? Anzi, sempre di piu’. Credete che esse debbano essere inesistenti per il diritto?
Quante coppie di fatto conoscete, anche con figli, che non sono legalmente niente, che non hanno diritto legale reciproco a niente? Credete che sia giusto questo?
Molti di questi partner dividono la casa, il lavoro, l’azienda, i figli, l’uso dei beni, le fatiche, le privazioni, le malattie, le difficolta’.... Credete che debbano restare per il diritto un niente?

Una coppia che vive insieme puo’ essere fatta da due vecchine, due fratelli, due amici, due partner, due uomini, due donne, un uomo e una donna. Sono vivi, hanno sentimenti, problemi, difficolta’, vivono insieme perche’ si aiutano, solidarizzano, si scambiano amore, si fanno mutua accoglienza. Per voi tutto questo e’ niente?
Non si dovrebbe riconoscere loro nessun diritto da quello che e’ nato proprio dalla loro vita in comune, dalla loro condivisione di vita?

E questo per affermare che un unico istituto, il matrimonio tra due partner eterosessuali, deve essere onorato in modo monopolistico e totalitario, e che ogni altra forma di convivenza diversa deve essere ignorata? Perche’ altrimenti gli reca nocumento. Ma che cristianesimo e’ questo?
Se avessi un figlio e, per curare solo quello, dovessi gettare a mare tutti gli altri, non sarei degna di essere madre.

Se il matrimonio e’ un istituto cosi’ buono e santo e alcuni suoi aspetti beneficiano altre unioni non matrimoniali, cio’ ben venga. Altrimenti esso godrebbe di un onore immeritato, come chi, avendo un bene, vietasse che altri ne godessero facendone un uso monopolistico ed esclusivo.

Curioso che una societa’ che intende fare mercato di tutto, diritti umani, beni fondamentali, sentimenti e pensieri... sia cosi’ ostile al desiderio di due persone di regolamentare alcune forme pratiche del loro rapporto per una mutua solidarieta’, in un rapporto nato non da desiderio di profitto o di potere, ma da amicizia, simpatia o amore.

L’amica che vive insieme all’amica, se questa si ammala, non ha la possibilita’ di assisterla, e, se questa muore, non puo’ restare nella casa comune, se l’altra fa testamento in suo favore e ci sono eredi legittimi non puo’ goderne, se l’altra muore e la lascia senza lavoro non puo’ avere la reversibilita’ di pensione; se partecipavano della stessa azienda non puo’ prendere il suo posto... Ma che senso ha?
E che ha a che vedere tutto questo col sacramento del matrimonio? Ma e’ giusto? E soprattutto e’ cristiano?

Ancora piu’ curioso, e direi paradossale, e’ che una Chiesa che e’ sorta sul comando divino di considerare l’altro come se stesso, avversi ferocemente questo sentimento di solidarieta’ tra due persone, che genera un progetto di vita comune e di muto aiuto, nel timore di essere scalzata nel suo millenario controllo sulla cellula fondamentale dello stato: la famiglia, il suo solipsistico modo di considerare la famiglia.
Ma, in questo discorso di potere, la carita’ cristiana dov’e’ andata a finire?

Qualcuno si chiede come mai le coppie di fatto in Italia siano tante e in progressivo aumento? Perche’ anche tanti partner di sesso diverso non si sposano ne’ in Chiesa ne’ in municipio? Perche’ chiedono solo che il diritto regoli alcuni, pochi, atti pratici e non hanno piu’ fede o non possono usare ne’ Chiesa ne’ stato?
Perche’ Casini non si sposa con l’Azzurra. O perche’ Castelli, per di piu’ ministro della giustizia, non regolarizza la sua posizione con la sua convivente che ha sottoposto a un ridicolo rito di scimmiottatura celtica al dio Odino?
In molti casi ci sono precisi ostacoli al matrimonio, in altri solo una libera scelta che va rispettata, ma non si puo’ per questo agire in modo punitivo su chi, comunque, ha condiviso vita e affetti. Cosa conta di piu’? La forma di un matrimonio o l’amore? Io credo che conti l’amore e che crei qualcosa di importante che va onorato. Anche dal diritto. E non dopo sentenza ma prima di ogni contenzioso.

Cercando le cause di questa disaffezione al matrimonio, si potrebbe forse capire di piu’, non basta impedire, bisogna capire. Cercando le cause si potrebbe trovare che molte unioni di fatto non possono essere regolamentate secondo jus, perche’ uno almeno dei due contraenti e’ ancora legato a precedente matrimonio, e allora c’e’ forse nella regolamentazione delle separazioni qualcosa da cambiare, da sveltire. Zapatero ha reso piu’ brevi i tempi per le separazioni, cosi’ che fosse possibile ricominciare a rifarsi una vita. E se poi ci possono essere motivi altri, perche’ nessuno fa una seria ricerca in proposito?

Il diritto e’ un sistema imperfetto che regola fattispecie astratte, in cui le situazioni concrete non possono mai essere del tutto contenute. Per questo nel diritto non esistono dogmi preclusivi, ma esistono evoluzioni.
Ma la Chiesa pretende, invece, una involuzione. E non lo fa guardando alle situazioni concrete o ai sentimenti ma solo guidata da una precisa ossessione sessuofobica, che vede il peccato ovunque guardi, mai la naturalita’, essendo formata da persone che, per prescrizione, ignorano cosa sia una famiglia e cosa sia la liberta’ di amare.

Di sciocchezze ne sono state dette tante. Si e’ arrivati a dire che qualsiasi coppia di studenti avrebbe usato il PACS per conservare un alloggio! E dunque due studenti, secondo voi, dovrebbero sottoscrivere l’assistenza infermieristica, la successione e la reversibilita’ della pensione per un posto letto?!

Nel ’99 la legge sui PACS fu varata in Francia senza alcun clamore, nessuno nella Chiesa se ne scandalizzo’, non ci fu una Conferenza Episcopale francese che le fece una lotta feroce. Perche’ dunque oggi, grazie a Ratzinger e Ruini, dobbiamo avere questa guerra ideologica che trascina con se’ dubbi partiti del centro, come se il PACS minacciasse il sacrosanto istituto matrimoniale?

Il PACS e’ un patto civile, che non somiglia affatto a un matrimonio, che non ha nulla di religioso, e’ un accordo ‘civile’, come tra due soci, con diritti e doveri, solo che qui il fine non e‘ il lucro, ma l’affetto e l’affetto e’ anche la ragione sociale. Forse Ruini ha qualcosa contro l’affetto? Forse che il Cristo non ha detto: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni con gli altri” (Gv 13, 34)?

Il fratello ama la sorella, l’amico ama l’amico, l’uomo ama la donna, l’uomo ama l’uomo, la donna ama la donna. Se ci fosse piu’ amore e meno potere, queste contese non esisterebbero.

Non e’ l’amore il male del mondo ma la cattiveria, la sopraffazione, l’odio, la mancanza di solidarieta’.

Ma la Chiesa, questa Chiesa, che sembra rappresentata solo da Ruini, dietro cui si muove l’ombra consenziente di Ratzinger, vuol fare solo crociate non promuovere atti d’amore, esasperando ogni esca per farne una guerra. Non per niente il Papato ha esordito con un elenco di peccati da mettere all’indice ed ha continutao con uguali toni da Inquisizione e da crociata. Non c’e’ nulla del mite dialogo di Roncalli e nemmeno della diplomazia forte ma attenta di Voitila. Il tono ora e’ scaduto nella rissa ad oltranza, per imporre una supremazia che di etico sembra spesso avere poco, ma di politico troppo.

Ruini dunque dice che i PACS minacciano l’istituto matrimoniale e che i rapporti tra conviventi, non necessariamente omosessuali, dovrebbero essere affrontati col diritto privato, diluendo vari permessi o possibilita’ da sottoscrivere uno per uno, spalmandoli in varie leggi. Non diversamente Rutelli e Tremonti, indifferenti al fatto che cio’ non precostituirebbe nessuna tutela preventiva e che andrebbe contrattato per ogni fattispecie, aprendo solo possibilita’ di contenzioso ad post, ad libitum. Non un patto unico ma tanti patticini separati e sbriciolati, uno per l’affitto, uno per la successione, uno per l’acquisto comune di una casa, uno per la possibilita’ di assistere l’altro in ospedale... il che finirebbe per annullare il PACS, togliendolo dal diritto pubblico e aprendolo all’arbitrio e alla frammentazione, contro ogni logica europea, mentre cio’ che si chiede e’ semplicemente che due persone che dividono da tempo la loro vita siano considerate qualcosa di piu’ di due estranei, che il loro rapporto di fatto sia riconosciuto dalla legge solo per facilitare la loro convivenza.

Ma a Ruini cio’ non interessa, gli importa solo che non ci siano permessi legali per due omosessuali, non diversamente da un Goebbels qualunque: "Non vi e’ alcun reale bisogno -dice - di norme come quelle francesi, che potrebbero portare a un ’piccolo matrimonio’. Qualcosa che produrrebbe al contrario un oscuramento della natura e del valore della famiglia e un gravissimo danno al popolo italiano". Ma dove? ha forse portato danno agli altri paesi europei? Ha solo portato un passo avanti nella civilta’.

Rutelli parla di danno alla Costituzione ma la Margherita e’ divisa e anche Marini gli va contro. Prevedere pregiudiziali sessuali questo si’ e’ un danno alla Costituzione. Impedire la solidarieta’ questo si’ e’ un danno alla religione.

L’attacco ai PACS nasconde l’aggressione all’omosessualita’, il grande tabu’, e ci riporta ai tempi oscuri del nazismo.

Che proprio la Chiesa cattolica sia intenzionata a riproporre questa discriminazione vergognosa lascia senza parole. In questo atteggiamento Ruini si mette alla pari con i peggiori elementi della Lega e di AN. Quale ne sia il vantaggio per l’etica della Chiesa non si riesce a capire.

Cito da wikipedia:

Durante il Nazismo in Germania, l’omosessualita’ venne considerata come un "carattere di inferiorita’ e un difetto genetico, per questo circa 10000 omosessuali tedeschi vennero internati nei campi di concentramento e 7000 vennero uccisi. I prigionieri omosessuali, all’interno dei campi nazisti erano identificati con un triangolo rosa rivolto con una punta verso il basso. "

Questa legge e’ una delle piu’ firmate del parlamento italiano e ci metterebbe al pari con l’Europa, con la quasi totalita’ dei paesi europei, quell’Europa a cui il governo ricorre quando gli fa comodo, ma che dimentica quando finiamo inesorabilmente agli ultimi posti della superiore civilta’ occidentale. E’ un principio di equita’ ad aver guidato le legislazioni europee ormai da molti anni sulla linea del PACS, o addirittura del riconoscimento del matrimonio tra omosessuali, e anche alcuni stati americani stanno arrivando a questo traguardo che sara’ facilitato dall’avvento di una amministrazione democratica.

Ma Ruini pone una specie di veto per l’Italia, non si sa a nome di che, arrogandosi un diritto che non gli spetta, come se fosse uno dei partiti di governo e addirittura il maggiore. Ma se la Chiesa intende essere in Italia non la rappresentante di una religione spirituale bensi’ un partito politico in lizza, occorrera’ che si presenti direttamente come tale e non per interposta persona, attraverso i Pera, i Casini, i Rutelli, i Mastella, gli Andreotti, i Fazio, che sono poco affidabili, poco ortodossi, spesso viventi in vere coppie di fatto, spesso divorziati o in grave peccato mortale di corruzione, o usura, o complicita’ con criminali. Mandi dunque la Chiesa i suoi partiti politici e i suoi emissari in tonaca e affronti in modo diretto il responso popolare e non faccia ambiguamente come ora, che si tiene l’onore ma scarica l’onere, cosi’ che i governi passano ma la Chiesa resta, con una pretesa immacolatezza, sempre e comunque senza pagar fio dei suoi errori presenti e futuri.