Home > PRENDIMI TANTO GIA’ SONO STATA PRESA...

PRENDIMI TANTO GIA’ SONO STATA PRESA...

Publie le venerdì 17 febbraio 2006 par Open-Publishing
12 commenti

Dazibao Donne Giustizia Doriana Goracci

di Doriana Goracci

ROMA - E’ meno grave lo stupro di una minorenne - anche se si tratta di una ragazzina di quattordici anni - se la vittima ha già "avuto rapporti sessuali". Perché "é lecito ritenere" che siano più ’lievi’ i danni che la violenza sessuale provoca in chi ha già avuto rapporti, con altri uomini, prima dell’incontro con il violentatore.

E’ questa l’opinione della Terza sezione penale della Cassazione. In sostanza i supremi giudici pensano - anzi ne sono più che sicuri, tanto che hanno accolto questo punto di vista (sostenuto dall’autore delle stupro) - che sia di più modeste proporzioni l’impatto devastante della violenza sessuale quando a subirlo è una adolescente non più vergine.

****************************

Che bello sapere che sarai presa e ancora presa, volente nolente che importa, bottino dell’uomo che ami, bottino dell’uomo che non vuoi, sarai presa da paura, sarai presa dall’amore, sarai presa dagli ingranaggi del sistema, sarai presa e pagherai...

Una sentenza ancora che passa con violenza, che non chiede niente a nessuna, a nessuno, una legge che ancora passa attraverso le maglie del Vaticano, un’infamia tutta nostra, paese della democrazia occidentale, un’inno alla castità, a scegliere di amare solo per procreare, e poi se non ci riesci che vabbè riescano altri che tanto ti hanno già presa: AVANTI C’E’ POSTO.

Messaggi

  • Così chi violenta una minorenne - come quella del caso affrontato dalla
    Cassazione - vissuta in un ambiente socialmente degradato e difficile, e
    della quale abusa essendo per di più il convivente della madre, può ottenere
    il riconoscimento della "attenuante" del "fatto di minore gravita" invocato
    in nome della perduta illibatezza della vittima.

    In particolare la Suprema Corte ha accolto il ricorso di Marco T., un
    quarantenne con un passato di tossicodipendenza, condannato in primo grado
    (30 novembre 2001) a tre anni e quattro mesi di reclusione per violenza
    sessuale e minacce nei confronti della figlia quattordicenne della sua
    convivente. La ragazzina aveva acconsentito ad avere un rapporto orale dopo
    aver rifiutato un "rapporto completo", richiestogli con minaccia, ritenendo
    quello orale "meno rischioso" essendo la ragazzina "consapevole" dei
    problemi che il ’patrigno’ aveva avuto con la droga.

    Questo contesto, dicono gli ’ermellini’, non "elimina la riprovevolezza
    della condotta dell’imputato, che in realtà si é avvalso dello stato di
    soggezione in cui la giovane vittima si trovava nei suoi confronti per
    essere inserita nello stesso nucleo familiare da lui costituito con la di
    lei madre convivente". Fatta questa premessa, la Terza sezione penale di
    Piazza Cavour spiega che "non sembra possa convenirsi con la sentenza emessa
    dalla Corte di Appello di Cagliari (25 novembre 2003) laddove afferma la
    gravità dell’episodio".

    I magistrati cagliaritani avevano, infatti, rifiutato di concedere l
    attenuante del "fatto di minore gravità" considerando le "modalità
    innaturali del rapporto" (perpetrato da un ’patrigno’), e le "relative
    conseguenze indotte da questo rapporto sullo sviluppo sessuale della minore"
    Questa affermazione non è stata condivisa dalla Suprema Corre che l’ha
    trovata "apodittica in quanto trascura di considerare" che "la ragazza già a
    partire dall’età di 13 anni aveva avuto numerosi rapporti sessuali con
    uomini di ogni età di guisa che è lecito ritenere che già al momento dell
    incontro con l’imputato la sua personalità, dal punto di vista sessuale,
    fosse molto più sviluppata di quanto ci si può normalmente aspettare da una
    ragazza della sua età". Alla stregua di queste "considerazioni" e "tenendone
    in debito conto" la Corte di Appello di Cagliari - ha disposto la Cassazione
     "dovrà valutare se il diniego della attenuante in parola possa essere
    deciso con il supporto di una motivazione diversa da quella testé censurata"

    E’ stato pertanto "accolto" il motivo di ricorso avanzato dal violentatore
    che ha chiesto una pena più mite facendo presente che "si è trattato di un
    unico rapporto, pacificamente acconsentito dalla ragazza che si era
    rifiutata ad un rapporto completo ma aveva optato senza difficoltà per un
    coito orale e che infine fin dall’età di 13 anni la stessa aveva avuto
    rapporti con giovani ed adulti".

    Solo per remissione di querela, in secondo grado, era caduta nei confronti
    di Marco T. l’ulteriore accusa di "percosse". Anche il Sostituto procuratore
    generale Mario Fraticelli aveva chiesto l’annullamento con rinvio della
    sentenza d’appello "limitatamente all’attenuante del fatto lieve". Il
    collegio che ha emesso questo ’verdetto’ è stato presieduto da Umberto
    Papadia, il consigliere relatore è stato Franco Mancini, gli altri togati
    sono Amedeo Postiglione, Mario gentile e Giovanni Amoroso.

    © Copyright ANSA Tutti i diritti riservati 17/02/2006 17:48

    • La civiltà occidentale ? .....

      Diamo altri cinque anni al governo a questa gente e torneremo alle lenzuola esposte dopo la notte di nozze e al delitto d’onore.

      Se questa è la moralità dell’Occidente che dovremmo difendere nella guerra di civiltà, abbiamo già perso.

      E siamo stati noi stessi a sconfiggerci.

      ( dal blog di Vittorio Zucconi su repubblica.it )

    • IL NANO E’ UNA CAROGNA DI SICURO PERCHE’ HA IL CUORE TROPPO VICINO AL BUCO DEL CULO

      http://www.unita.it/index.asp?sezione_cod=HP

      Uno stupro è da ritenersi meno grave se la vittima, anche se minorenne, ha
      già avuto rapporti sessuali." Minori sarebbero i danni fisici, ma anche
      quelli psicologici, perché «la personalità è più sviluppata». Lo afferma una
      sentenza dei giudici della terza sessione penale della Cassazione
      accogliendo il ricorso di un 41enne ad avere uno sconto di pena per l’abuso
      sessuale commesso nei confronti della figlia tredicenne della convivente.

      E il nano in questione nella canzone di De Andrè diventa GIUDICE.
      Di Cassazione?

      Come non restare indignata di fronte a dei nani morali che sentenziano sulle
      sofferenze delle vittime?

      E così siamo arrivati al punto di fare una "scala graduata" dello stupro.
      Presto arriveremo alla rivalutazione del "delitto d’onore". Del resto questa
      sentenza si inserisce in un clima generale di regresso morale, culturale,
      politico che rende putrida questa LORO NAZIONE: basta pensare alla recente
      licenza di uccidere che mette sullo stesso piano i beni materiali, il
      possesso, e la vita umana.

      Il velo di ipocrisia moralisteggiante sia del vaticano che
      dei pensatori più reazionari malamente tenta di coprire la truce realtà.

      Si urla alla difesa della vita al suo stato embrionale, prima che prenda
      coscienza di sé, e contemporaneamente si codifica il diritto a sopprimere
      una vita giudicata miseranda.Si dice nascete se no come facciamo a fornire
      "la materia prima" per stupro e assassinio legalizzati?

      Si è detto che questa sentenza è vergognosa, non basta, diciamo a voce alta
      che è criminale e criminogena.
      Prendiamo atto che , finendola di credere ad un giustizia super partes, la
      legge possa difendere gli indifendibili.
      Perché in questa società del capitale ci sono gli indifendibili, e fra loro
      le donne, sopratutto se soggetti deboli.
      Infatti analizzando questo vergognosa sentenza cosa si deduce? si deduce
      che:
      una MINORENNE, non ha diritto di ribellarsi ad uno stupro se già ha avuto
      rapporti sessuali: il che significa che una minorenne che ha avuto rapporti
      sessuali è un vuoto a perdere e quindi impunemente chiunque può imporgli
      rapporti sessuali a suo piacere, in sostanza si dice "è stata lei a
      incominciare per sua scelta!", se fosse stata nelle regole, allo stupratore
      non gli sarebbe passato per la testa di fare una cosa del genere, via!!!
      Forse qualcuno dirà che il titolo che ho messo a questo mio intervento è
      GRIDATO, come al solito, è sopra le righe, come al solito, ma come non
      URLARE quando si motiva questa merda di sentenza con

      ." Minori sarebbero i danni fisici, ma anche
      quelli psicologici, perché «la personalità è più sviluppata».

      Ma vi rendete conto di quello che state a dire?

      In sostanza non solo una minorenne ma qualsiasi donna , da 14 a 80 anni,che
      ha avuto rapporti sessuali può sopportare uno stupro. perché tanto ormai non
      ha più l’imene!
      Ma da dove siete usciti fuori?
      ma avete veramente il cuore vicino al buco del culo.
      La testa non l’avete di certo il perché è chiaro:
      Visto che la maggior parte dei casi di violenza avvengono in famiglia ormai
      qualsiasi PADRE PADRONE si sentirà autorizzato a violentare i figli,
      sopratutto in situazioni di degrado e di debolezza economica e sociale,
      figuriamoci poi la moglie!, una moglie a cui vengano imposti rapporti non
      graditi secondo voi non ha diritto di fiatare visto che è obbligata
      legalmente a dargliela.
      Alla faccia sempre della vostra ipocrita difesa della famiglia e della
      tutela dei minori.

      C’è un fatto non secondario:
      Questa sentenza esce proprio in piena campagna elettorale, in una situazione
      di scontro, prolungato tra l’altro, fra poteri dello Stato, fra magistratura
      e corpo governativo.
      Come non pensare che questa sentenza sia uscita ad arte da un settore della
      magistratura per alimentare ancora di più questo scontro?
      Il tutto sulla pelle di una ragazzina.
      vittoria oliva
      L’avamposto degli Incompatibili
      www.controappunto.org

    • domani su liberazione
      di Monica Lanfranco
      E’ meno grave picchiare una persona fino a romperle un braccio se già la persona percossa un braccio l’ha rotto, e per giunta ingessato mentre subisce le botte? Forse sì, secondo l’opinione della Terza sezione penale della Cassazione. Questi giudici, di certo persone perbene ai quali la comunità si affida per dirimere questioni legali delicate e fondanti per la civile convivenza ieri hanno sentenziato che lo stupro su una minorenne è meno grave se la vittima ha già ’avuto rapporti sessuali’. Perché ’è lecito ritenere’ che siano più lievi i danni che la violenza
      sessuale provoca in chi ha già avuto rapporti rispetto a chi non ne avuti affatto. Lo scenario dal quale, in un paese ritenuto civile come il nostro, si snoda questa vicenda vede una quattordicenne abusata dal convivente della madre.
      Siamo in Sardegna, una regione nella quale è presente, a macchia di leopardo, un forte problema di violenza familiare, scolastica e sociale.
      L’uomo, un quarantenne con alle spalle una storia di tossicodipendenza, racconta che avrebbe voluto un rapporto come si suol dire completo, ma che la figlioccia lo aveva convinto a soddisfarlo, temendo i rischi di sieropositività, con un rapporto orale. In virtù di questo fatto l’imputato, condannato in primo grado a tre anni e quattro mesi, si sente un po’ vittima, e chiede lo sconto di pena.
      Da subito il ricorso non viene accolto:la corte d’Appello di Cagliari nel novembre 2003 gli rifiuta lo sconto sulla base delle ’modalità innaturali del rapporto’, ritenuti tali da COmpromettere ’l’armonioso sviluppo della sfera sessuale della vittima’.
      Meno male che c’è la Terza sezione della Cassazione, che adesso lo soccorre. E per estensione, (dopo il precedente caso della sentenza sui jeans, ritenuti indumenti troppo stretti per essere strappati, e quindi se li hai addosso e dici che hai subito violenza stai mentendo), soccorre qualunque futuro simpatico stupratore, familiare, singolo, o gruppetto di amici, che intenda
      trascorrere momenti lieti. Certo, i rischi purtroppo restano. Se sei sfortunato e incappi in una giovane vergine allora sì che sono guai. Altrimenti non importa se hai quattordici anni, se chi ti insidia sessualmente è il convivente di tua mamma. Noi sei più illibata, quindi che sarà mai. E’
      più o meno lo stesso rigore logico dei colleghi avvocati di Processo per stupro, un documento che risale ad oltre 25 anni fa. Alla sbarra all’epoca i giovani fascisti massacratori di Rosaria Lopez e Donatella Colasanti. Ora la Corte d’appello di Cagliari dovrà tenere in ’debito conto’ le considerazioni della Suprema Corte per valutare la possibilità dello sconto di pena al
      patrigno. E l’Italia ha sceso ancora un gradino nella scala della civiltà dei rapporti umani e tra i generi. Siamo in pericolo.

  • Cara Doriana,
    una sentenza veramente assurda.
    Antonio

  • Sindrome di Lolita
    Una sentenza tanto orribile da essere ripudiata dalla stessa corte di Cassazione è un sintomo importante del degrado italiano in materia di relazioni tra uomini e donne. La sentenza è quella della terza sezione penale della Cassazione ha concesso le attenuanti generiche allo stupratore di una tredicenne.

    Noi donne della Casa Internazionale di Roma, esprimiamo la più forte indignazione per questa vergogna. La violenza contro una minorenne rappresenta semmai una pesante aggravante di un atto che offende non solo la singola donna, ma tutte noi: da sempre infatti sappiamo che lo stupro è un crimine politico con il quale un sesso egemone afferma la sua volontà di possesso e di conquista del corpo femminile. Questa sentenza è l’ultimo atto di una serie impressionante di aggressioni alla libertà e alla dignità delle donne, sintomo inquietante del clima di volgarità e di incultura che si è accentuato nel nostro paese negli ultimi anni. L’autonomia delle donne è conquista preziosa e irrinunciabile; non possiamo permettere che uomini colpiti da “sindrome di Lolita” si ricompattino in una fratellanza malata. Non siamo disposte, e lo abbiamo dimostrato, a tacere di fronte a queste prevaricazioni; metteremo in atto tutta la nostra intelligenza e passione perché, nonostante il degrado e lo squallore di questi tempi, si affermi anche nel nostro paese la possibilità di una convivenza finalmente degna di questo nome, tra donne e uomini..

    La Casa, in rete con le altre donne a livello nazionale, è mobilitata per iniziative; saranno comunicati i prossimi appuntamenti.

  • Purtroppo la legge.....non è uguale per tutti....e poi questecose fanno pensare....che mondo di merda....

    • Una ragazza non sposata e non più "illibata" (che orrore), rimane e torna a essere, in questo clima da Nuovo Medioevo spacciato per recupero dei "valori", un po’ puttana.

      Dunque, come quella che gira in minigonna e "se l’è cercata".

      Che cosa significa la campagna contro le "esperienze prematrimoniali" e le "coppie di fatto", i contraccettivi e l’interruzione volontaria di gravidanza, se non un tentativo di tornare alla santificazione della verginità come imposizione sociale anziché come libera scelta e di riportare le femmine al loro destino biologico di riproduttrici?

      Le donne devono tornare a essere come le vetrinette degli impianti anti-incendio: aprire soltanto in caso di matrimonio religioso (quello civile non conta).

  • Si, sono senza parole. siamo tante a non averle in circostanze come queste. O meglio, a non riuscire ad articolarle nella confusione che abbiamo intorno e con la rabbia che abbiamo dentro. avanti, c’è posto.
    Valentina

  • Mi chiamo Vanessa, ho sedici anni, studio al liceo, faccio sesso col
    mio ragazzo e sono scaduta. Cioè, il mio corpo è scaduto. Non valgo
    più niente, perché non sono più vergine. Quindi, se per caso qualcuno
    mi stupra avrà diritto alla riduzione di pena. In pratica, avrà lo
    sconto perché l’usato vale meno. Si sa. È una legge di mercato.
    Chissà, magari, se succedesse a febbraio oppure in luglio, sarei
    persino in saldo!

  • Stavolta Doriana sono perfettamente in sintonia con te.

    La sentenza può essere formalmente perfetta ma dietro ci sono persone fragili.
    Un adulto NON deve avere rapporti sessuali (neppure una palpatina) con minori sotto i 14 anni, a maggior ragione se ne sono i conviventi e con funzioni protettive come un "padrigno" o un parente.
    Certo ci sarà il solito maschilista che mi dirà che agli ormoni non si comanda, che il sangue non è acqua, che la bambina era seduttiva e bla bla e che se la ragazzina è esperta e matura sessualmente non c’è nessun motivo per non provarci e in tutte le maniere, con le buone o con le cattive.
    Io non ci credo alla storia degli ormoni riguardo allo stupro, io credo sia solo una questione di potere, una riaffermazione del proprio potere. Pochi sono gli ormonati bollenti che si permettono di stuprare "consenzientemente" la dirigente che li comanda, molti invece quelli che lo fanno su persone deboli e in loro potere come figlie, figliastre, alunne, anzi poi se sono all’estero si permettono pure il turismo pedofilo, ecc. Chiaro che la stessa violenza può avvenire anche nei confronti di ragazzini.
    La legge è stata fatta proprio perchè sotto i 14 NON si può essere consenzienti, altrimenti la legge non occorreva visto che lo stupro è reato a qualsiasi età.
    geo

    • A proposito di approfondimenti (sentenza alla mano)

      Non è piaciuta neanche alle donne in toga la sentenza choc della Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso di un patrigno che chiedeva di riconsiderare le attenuanti dopo la condanna per violenza sessuale, pur avendo abusato della figlia della sua convivente.. E, "perchè non si ripetano sentenze di questo tipo", le magistrate chiedono la presenza di giudici donna nei collegi che giudicano i reati di violenza e i delitti contro la persona.

      In prima linea Simoetta Sotgiu, consigliere di Cassazione che invoca l’intervento del Csm. Ha detto all’agenzia Adnkronos: "I reati di violenza sono delitti contro la persona. E’ dunque auspicabile che di reati di questo tipo se ne occupi una sezione specifica, vale a dire quella che affronta i reati contro la persona". La sua idea,assicura, è stata appoggiata da tante colleghe al punto tale che sarà lei stessa a farsi portavoce della richiesta presso il Comitato consultivo.

      Anche Luisa Bianchi, presidente dell’Associazione che raccoglie le donne magistrato (Admi) ritiene che, per evitare pronunce come l’ultima della Terza sezione penale della Cassazione, sia necessario "fare entrare più donne nel collegio giudicante". Un intervento del Csm in questa direzione, dunque, secondo Bianchi, "sarebbe ovvio e opportuno".

      Una "battaglia giusta" rincara la dose Giuliana Civinini, consigliere di Md al Csm ed esponente del Comitato delle Pari opportunità: "si può pensare - dice - che lo spostamento dei reati di violenza ad una sezione che si occupa solo di reati contro la persona possa determinare una maggiore sensibilità nel giudicare i casi di violenza".

      Detto, questo, aggiunge la Civinini: "ci troviamo di fronte a massime di esperienza che non vanno". E a sostenere l’opportunità che ad occuparsi di casi di violenza sia una sezione che si occupa di reati contro la persona, anche Evelina Canale, per tanti anni alla guida dell’Admi: "Non è una strada automatica ma ci sono gli strumenti che la rendono possibile".

      Infine le donne magistrato affermano di "non riconoscersi nell’immagine di una corte di cassazione oscurantista e reazionaria".

      Personalmente non so se la soluzione sia garantire la presenza delle donne in toga nelle sezioni giudicanti. Io non credo alle "quote". Certamente è ora di cambiare.

      (dal blog di Cristina Mazzotti su repubblica.it)